
Una biografia di San Tommaso in forma di racconto poetico, con le illustrazioni di Gino Severini: le vicende storiche, il pensiero e la spiritualità del Dottore Angelico, il santo che, tra i maestri della Scolastica, rappresenta il vertice della sapienza cristiana. Il volume non è solo una narrazione della vita del Santo, ma anche un invito alla meditazione e alla riflessione. Raissa Maritain racconta diversi episodi ed alcuni miracoli, ma, soprattutto, vuole attrarre l'attenzione del giovane lettore sulla verità e sulla santità dell'intelligenza, sottolineando l'importanza della preghiera. I disegni di Severini fanno da contrappunto alla narrazione, traducendo in immagini le parole. Età di lettura: da 10 anni.
"Il non agire secondo ragione è alieno da Dio" - è il messaggio dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo (1350-1425), che papa Benedetto XVI ha inteso raccogliere nella sua Lectio magistralis all'Università di Ratisbona il 12 settembre 2006. Questo il nodo della contesa, ma anche lo stimolo per un dialogo aperto tra cristiani e mussulmani. È quanto accade in queste dotte, ma al tempo stesso ironiche, conversazioni tra Manuele II e un "muteriz", un sapiente della legge islamica, impegnati in apologetiche confutazioni delle proprie fedi con spirito più sportivo che belligerante. Sarà anche per questo che, a distanza di così tanti secoli, i Dialoghi continuano a interrogarci e a provocare le nostre culture, combattute tra una razionale ricerca della Verità e una ragionevole aspirazione alla pace e alla comprensione reciproca.
Questo libro raccoglie 476 meditationes scritte attorno all’anno Mille da Guigo I, priore dell’ordine dei certosini, morto in fama di santità nel 1136. Sono aforismi o brevi pensieri, tramandatisi nei secoli fino ai nostri giorni, che riescono a trasmettere intatta tutta la profondità della spiritualità certosina in una forma immediata, quasi un “diario dell’anima”. Un Indice analitico dei temi più importanti facilita e guida la ricerca e la lettura. Un’opera di spiritualità monastica ma anche un “libro delle risposte” sulle domande e le aspirazioni dello spirito umano in ogni tempo.
Si tratta di una scelta di brani tratti da “Storia di un’anima” di Teresa di Lisieux, che Àncora pubblicò per prima in traduzione italiana, esattamente 50 anni fa. Il libro si rivolge particolarmente a ragazzi e adolescenti per far conoscere, in maniera più semplice e diretta, questa figura straordinaria di santa. I brevi testi seguono una scansione cronologica, quasi ricostruendo un ideale diario, e occupano ciascuno lo spazio di una pagina. Una breve nota introduce al testo e fornisce alcuni cenni biografici.
Edith Stein, filosofa ebrea, allieva di Husserl e di Scheler, intelligente, vivace iniziata in età precoce agli interessi culturali dai fratelli maggiori, nel 1910 si iscrisse all'università di Breslavia, unica donna a seguire, in quell'anno i corsi di filosfia. Nell'estate del 1921, Edith lesse - in una sola notte - la Vita di Santa Teresa d'Avila. Nel chiudere il libro alle prime luci del mattino, dovette confessare a se stessa: "Questa è la verità!". Si convertì alla religione cattolica e ricevette il battesimo qualche mese dopo con grande dolore della famiglia. Poco dopo Edith divenne monaca carmelitana. Nonostante ciò fu deportata ad Auschwitz e lì morì. Nel saggio l'autrice illustra chiaramente il messaggio della Stein circa la posizione della donna nella società moderna: un messaggio coraggiosamente lanciato circa ottanta anni fa in un clima di dichiarato anitfemminismo.
S. Alfonso M. de Liguori, il più santo dei napoletani e il più napoletano dei santi, è stato l’uomo dell’impegno fattivo e dell’allegria, della laboriosità, dell’azione pastorale e della contemplazione.
Mentre correva l’anno 1745 Alfonso, impegnato nelle missioni, portava alla luce le Riflessioni utili ai vescovi per ben governare le loro Chiese, una sorta di vademecum per aiutare i vescovi nel loro servizio pastorale.
Lo scritto è nato dalla passione per una Chiesa vera e credibile in cui i primi responsabili, i vescovi, sono chiamati a santificare e governare rettamente il popolo loro affidato.
Per Alfonso il ministero episcopale non è un privilegio, trampolino di lancio per una carriera, l’episcopato è una dura e seria responsabilità: “il vescovo in ricever la mitra si addossa gran pesi sulla coscienza; onde se vuol salvarsi è necessario che si risolva, in entrare al suo governo di abbracciare una vita non agiata, né di riposo, ma una vita di croci, di stenti e di fatiche...” (Riflessioni, 2,9).
Per S. Alfonso il vescovo deve essere attento a sei cure principali: il seminario, gli ordinandi, i sacerdoti, i parroci, il vicario e i ministri, e i monasteri di monache; inoltre il vescovo per giungere alla perfezione deve tener conto dei mezzi per giungere alla santità: orazione, buon esempio, residenza, visita, missioni, sinodo, consiglio, udienza, correzione.
S. Alfonso raccomanda caldamente ai vescovi di vigilare sul seminario perché: “se il seminario sarà ben regolato, sarà la santificazione della diocesi: altrimenti ne sarà la rovina” (Riflessioni, 1,1). “È cosa da piangere il vedere tanti poveri figlioli, prima innocenti e devoti, ma dopo essere stati in seminario divenuti una sentina di vizi”.
In queste pagine “si sente il calore di un pastore che ha veramente l’odore delle sue pecore, non per nulla don Mario fa precedere gli scritti con una raffinata introduzione storica, che ben ambienta il contesto in cui ha operato il nostro santo e le scelte da lui saggiamente compiute” (Mons. G. Bregantini)
Santa Teresa d'Avila è stata, ed è ancora oggi, un donna straordinaria che ha saputo unire l'orazione al vivere quotidiano. Proprio per questo motivo il suo messaggio profondamente spirituale si rivolge a tutti coloro che intendono approcciarsi alla preghiera in modo diverso e profondo. Ciò che la Santa spagnola ci lascia come eredità spirituale si racchiude in una frase: "L'orazione mentale non è altro se non un rapporto di amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama" (Vita 8,5).
Bernardino da Siena (al secolo Bernardino degli Albizzeschi, 1380-1444), è stato un francescano e teologo italiano, appartenente all'Ordine dei frati minori. Nacque a Massa Marittima in provincia di Grosseto, l'8 settembre 1380, dalla nobile senese famiglia degli Albizzeschi, dove il padre Tollo era governatore, e lo stesso giorno venne battezzato nella cattedrale. Rimasto orfano a 6 anni, si trasferì a Siena dove frequentò gli studi e visse agiatamente, curato dalle zie. Dopo aver vestito l'abito a ventidue anni, iniziò un'intensa attività come predicatore girando e predicando con forbito linguaggio per tutta l'Italia settentrionale. La sua predicazione fu così incisiva da essere sprone di forte rinnovamento per la Chiesa cattolica italiana e per tutto il movimento francescano. Nelle sue prediche insisteva sulla devozione al Santissimo Nome di Gesù. Si ritiene che grazie a lui il Cristogramma JHS sia entrato nell'uso iconografico comune e sia divenuto familiare alla gente. Infatti ai fedeli che ascoltavano le sue prediche venivano fatte baciare delle tavolette di legno incise con il monogramma JHS, sormontato da un Crocifisso e attorniato da un sole d'oro in campo azzurro, al centro del cerchio del sole le tre lettere JHS. Il sole ha dodici raggi che san Bernardino, in relazione al nome Gesù, così descrive: I Rifugio dei peccatori; II Vessillo dei combattenti; III Medicina degli infermi; IV Sollievo dei sofferenti; V Onore dei credenti; VI Splendore degli evangelizzanti; VII Mercede degli operanti; VIII Soccorso dei deboli; IX Sospiro di quelli che meditano; X Aiuto dei supplicanti; XI Debolezza di chi contempla; XII Gloria dei trionfanti. Fu proclamato santo nel 1450 da papa Niccolò V, appena sei anni dopo la morte avvenuta a L'Aquila, il 20 maggio 1444.
Di Agostino d'Ippona si ricorda sempre che in gioventù era stato un professore di grammatica e retorica, eppure nell'abbondantissima letteratura su di lui scarseggiano gli studi che indagano la sua figura di filosofo del linguaggio. I sei interventi raccolti in questo libro mettono in luce alcune sfaccettature del suo pensiero semiotico-linguistico, che ha esercitato un influsso profondo sulla cultura occidentale, e ragionano su temi quali il ruolo dei segni, l'apprendimento linguistico, la natura della frase, il rapporto fra tempo e linguaggio, la persuasione. La prospettiva storico-teorica che li unifica, senza alcun intento di completezza, fa del libro un interessante invito alla lettura.
Nessuna delle tante domande suscitate dal segno grandioso può avere una risposta, e niente di tale segno si può comprendere, se non alla luce di un altro segno. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso... Il drago raffigura Satana, potenza personale malefica, e insieme tutte le forze del male che operano nella storia e contrastano la missione della Chiesa. Colui che chiamiamo diavolo e Satana è bugiardo e omicida fin da principio. È proprio lì, al principio, alla Genesi, al primo libro della Bibbia, che ci rimanda il segno del "grande drago", il "menzognero cosmico", l'antico serpente.
Da dove deriva la nostra fede? Da un gruppo di persone che sigillano anfore e corrono a cavallo. Una di queste fu Eusebio di Cesarea, vescovo della Palestina tra il 265 e il 340, che per 25 anni ha raccolto antichi manoscritti, lettere, testimonianze, attraversando da un luogo all'altro le terre del primo cristianesimo. Senza di lui un patrimonio enorme sarebbe andato perduto, e sapremmo molte meno cose sulla chiesa prima di Costantino. Tre secoli di fondamentale importanza per la nostra conoscenza sulla nascita e diffusione del cristianesimo, attraverso testimonianze di fede e di martirio, di cui anche Eusebio fu testimone oculare, fino a quando lui stesso vide l'alba della prima libertà religiosa. Con l'acume dello storico e la saggezza del pastore, Eusebio ha ricostruito la preziosa trama del cristianesimo dai tempi di Gesù e degli apostoli fino a lui, scrivendo la prima storia della Chiesa che l'umanità possiede.