
L'impegno pastorale e intellettuale di Eusebio di Cesarea (vissuto tra la fine del III e gli inizi del IV secolo), le sue capacità, gli studi e le ricerche che condusse nei più svariati campi, l'essere stato vescovo di una sede importante come Cesarea, il rapporto che lo legò all'imperatore Costantino - di cui fu amico e ascoltato consigliere -, gli conferirono una posizione di prestigio nella Chiesa orientale: la sua fama di pastore, storico, apologeta, esegeta e oratore si diffuse a Oriente come a Occidente, per giungere ininterrotta fino a noi. La Dimostrazione evangelica, una delle sue più note opere apologetiche, originariamente era composta di venti libri: di essi ci sono pervenuti i primi dieci e alcuni frammenti del quindicesimo. L'opera vede la luce in un momento in cui la religione cristiana non è più chiamata a difendersi dalle persecuzioni, bensì a presentarsi e a far conoscere le proprie verità; è in questo senso che Eusebio legge e interpreta in chiave cristologica il valore universale delle profezie anticotestamentarie. Il cristianesimo, infatti, non è per Eusebio una nuova forma di religione, ma la prima, sola, unica e vera forma, che attua pienamente la reale essenza del giudaismo come religione rivelata. La grande conoscenza del testo sacro permette all'autore di dimostrare come Gesù di Nazareth sia il Messia di cui parlano i profeti, e in tal senso egli sottolinea come la legge mosaica abbia avuto un carattere temporaneo, di preparazione al Vangelo. La Dimostrazione evangelica presenta anche le interessanti concezioni trinitarie e cristologiche elaborate da Eusebio nel corso degli anni.
Il primo tentativo di interpretare la storia universale secondo una visione cristiana. Ad opera dello scrittore vissuto tra la fine del II e la prima metà del III secolo, il volume, mette a disposizione del pubblico questa cronaca datata all'anno 221 d.C. giunta in modo frammentario. L'opera, che si sviluppava con un continuo sincronismo tra storia del popolo ebraico e storia degli altri popoli del Mediterraneo africano, costruisce un nuovo paradigma di storia universale cristiana. I suoi presupposti fondamentali sono: la precisa indicazione dell'inizio della storia; l'impostazione cristocentrica degli eventi; l'uso della translatio imperii per la storia politica dei grandi imperi; l'intuizione del ruolo provvidenziale di Roma; l'affermazione dell'unità del genere umano; la trasmissione del sapere e della civiltà da Oriente verso Occidente.
Un viaggio nelle prime scuole cristiane nell'Italia ostrogota attraverso l'esperienza del retore Ennodio. Il libro raccoglie i materiali didattici del retore Ennodio, qui tradotti per la prima volta in italiano. I ventidue testi rappresentano l'unica testimonianza che possediamo sulla scuola nell'Italia ostrogota e rivelano che la prima metà del VI secolo d.C. fu un momento fortemente innovativo nella storia della scuola antica perché alcuni famosi maestri sperimentarono nuove concezioni pedagogiche al fine di adeguare il tradizionale cursus studiorum alle esigenze di un'attualità in rapido cambiamento. Da questa spinta in avanti sarebbe scaturita la paideia cristiana tipica delle università medievali.
L'Autore presenta gli esiti di una ricerca condotta sull'eucologia contenuta nel Messale della comunità cristiana di Aquileia nel periodo compreso tra il XII secolo e il 1519. Dalle fonti consultate sono state raccolte 180 orazioni aquileiesi, trascritte per intero nel loro testo originale latino, affiancandole con la traduzione italiana. I testi vengono quindi analizzati, ponendo attenzione alla loro struttura, al linguaggio con cui si presentano nell'originale, e al loro contenuto teologico-liturgico. Attraverso queste formule si rilegge, condensata, la fede professata in Aquileia, la sua cultura teologica e gli echi di eventi da essa vissuti.
Testi dei Padri latini, greci, orientali scelti e ordinati per temi
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Tra il 1928 e il 1932 la Stein, filosofa, psicologa, educatrice interviene nel dibattito contemporaneo sulla condizione femminile con una serie di conferenze che confluirà nel volume "La donna". Con un ricchissimo bagaglio teoretico, unito ad una esperienza didattica vissuta quotidianamente e con un'attenzione straordinaria ai temi sociali e politici del suo tempo la Stein esamina tale questione con una completezza e lucidità che rappresenta un caso forse unico nella storia della riflessione antropologica cristiana sulla donna. Questa nuova edizione presenta una nuova cura dei testi e delle note; la disposizione cronologica degli scritti; una nota introduttiva premessa ad ogni testo che ne spiega la genesi e la natura.
Il gran numero di lettere indirizzate da Edith Stein a Roman Ingarden ha suggerito ai curatori della nuova collana delle Complete tedesche di raccoglierle a parte in un volume unico, qui tradotto con un ricco apparato di note.
Cronologicamente, queste lettere (1917-1938) si situano in massima parte nel periodo che precede l'ingresso di Edith Stein al Carmelo di Colonia. Il particolare legame di amicizia tra lei e Roman Ingarden dà a queste lettere un tono tutte particolare, che vi si tratti di eventi personali, o che vi si tratti di problematiche di carattere filosofico — quelle relative alla svolta idealistica del pensiero di Husserl e ai rapporti tra i suoi allievi di Gottinga e quelli di Friburgo, o al nascente interesse di Edith Stein per la metafisica . Emergono inoltre in queste lettere la partecipazione di Edith Stein agli eventi bellici le ragioni del suo breve impegno politico, vi sono registrate le sue riflessioni sul senso della storia e sul ruolo dei popoli, nonché il suo interesse per la persona, che non verrà mai meno. Viene anche alla luce il suo intimo dibattere le "questioni religiose" e il suo confronto con Ingarden sulla sua avvenuta conversione, di fronte alla quale egli assume un atteggiamento a tratti ostile a tratti più aperto.
Accanto a testi come Il mistero del Natale e La preghiera della Chiesa, che si possono considerare già dei classici, questo primo volume degli Scritti spirituali di Edith Stein, a cui farà seguito un secondo, raccoglie ritratti agiografici di figure care alla pietà popolare tedesca e non solo (santa Elisabetta d'Ungheria - o di Turingia) e dense pagine sulla storia e sulla spiritualità del Carmelo. Sono poi inediti in italiano i testi raccolti nelle sezioni Recensioni e Necrologi, che offrono spunti interessanti anche per la biografia dell'autrice, e una testimonianza di una sua perdurante sensibilità filosofica. Non si può che ripetere, a proposito di questi Scritti, l'augurio fatto da suor Teresa Benedetta della Croce a proposito delle opere di Teresa di Gesù: possano essi «andare nelle mani del maggior numero possibile di persone, e accendere in molti cuori il fuoco dell'amore di Dio».
Il culto a Maria è una costante nella storia della Chiesa. Nel periodo patristico e medievale è espresso con atteggiamenti che vanno dalla venerazione alla lode, dall'ammirazione all'imitazione. Un'impronta incisiva a riguardo l'ha lasciata Bernardo di Chiaravalle, che ha approfondito la figura di Maria come mediatrice di grazia, prima di tutto, e anche di aiuto nel cammino spirituale di ciascun cristiano.

