
Tommaso Moro (Londra 7 febbraio 1478 6 luglio 1535) continua a essere considerato oggi l’«uomo di tutti i tempi». Politico e umanista, amico di Erasmo da Rotterdam (che gli dedicò L’elogio della follia) e di Juan Luis Vivès, uomo di lettere e avvocato, scrittore prolifico e studioso dei classici, fu Lord Cancelliere dello Stato durante il regno di Enrico VIII. Uomo di fede profonda e vasta cultura illuminata, coltivò valori quali pace, libertà, amicizia, umorismo, servizio agli altri e purezza di coscienza. In nome della sua fede e della sua coscienza, nel 1532 si oppose al divorzio di Enrico VIII (il quale entrò in conflitto con il Papa) e agli eventi che segnarono gli inizi della Chiesa anglicana (nel 1534 Tommaso Moro si rifiutò di firmare l’Atto di supremazia, che segnò lo scisma con la Chiesa cattolica), per cui fu accusato di tradimento, incarcerato nella Torre di Londra e decapitato nel 1535. Le sue opere più note sono Utopia e Lettere dal carcere.
Poche ore prima di morire, il Cancelliere ricorda il suo passato. Queste pagine sono una rivisitazione, a mo’ autobiografico, della sua vita e del suo pensiero e ci mostrano l’attualità permanente di una personalità complessa e interessante al tempo stesso.
Punti forti
L’attualità di un personaggio dell’Inghilterra del secolo XVI tuttora ritenuto «l’uomo per tutte le stagioni».
Notevole questo riproporre la figura di un grande che ha affermato la fedeltà al primato della coscienza con la propria morte, attraverso una formula letteraria insolita nella rielaborazione della vita e del pensiero di Tommaso Moro: egli parla in prima persona.
Destinatari
Giovani e adulti, ovvero gli interessati al personaggio e ai suoi valori.
Autrice
Paloma Castillo Martínez ha saputo armonizzare una brillante carriera medica con la sua predilezione per lo studio dell’umanesimo rinascimentale, e soprattutto per la figura di Tommaso Moro. È membro dell’Associazione Internazionale Amici di Tommaso Moro, con sede a Angers (Francia).
Interrogarsi sulla natura della fede conduce alla scoperta del misterioso modo con cui essa si manifesta nella vita, mai pienamente dimostrabile, come un forse che tende verso l'assenso, un sì pronunciato in cammino. Così anche l'intelligenza che opera nella fede si fa pellegrina per compenetrare e conformare la vita alla verità cui tende. La natura di questo studio è affine a una tal definizione dell'esperienza credente. Si esamina l'opera esegetica di Origene, autore cristiano vissuto tra il 185 e il 250 circa, e con lui si continua a pensare facendo dialogare il nostro tempo col suo. Egli fu grande maestro non solo dell'interpretazione della Sacra Scrittura, ma della vita cristiana. Per Origene la fede è una chiamata a seguire, la sua forma si definisce nel movimento, la sua sostanza è voce della Parola che chiama. E quale altro libro o quale altro tema potrebbe essere adatto a rappresentare la vita del pellegrino alla ricerca della verità di Dio, se non quello dell'Esodo? Un libro che diventa esperienza universale dei cercatori di Dio e di Dio stesso che li conduce compiendo con loro, nel Logos, il suo esodo. L'Israele che nasce dal deserto, con Cristo si rinnova universalizzandosi, e l'esodo diventa sequela.
Aldo Vendemiati, professore di Filosofia Morale alla Pontificia Università Urbaniana, propone una lezione di metodo che mette in opera tutte le risorse del metodo storico-critico per estrarre l'autentico insegnamento di San Tommaso sulla legge naturale.
Fra III e IV secolo d. C., in un periodo di forti tensioni per l'impero romano, a Cesarea, in Palestina, videro la luce due opere straordiarie, oggi purtroppo perdute: gli "Hexapla" di Origene e la "Cronaca" di Eusebio. Gli "Hexapla" raccoglievano, su più colonne, le principali traduzioni greche del Vecchio Testamento e il loro originale ebraico; la "Cronaca" narrava in parallelo le vicende storiche di Greci, Romani, Ebrei e degli altri popoli presenti nella Bibbia. Gli autori ricostruiscono la genesi delle due opere, la loro forma libraria, l'ambiente culturale in cui videro la luce, grazie a tutti gli indizi che la filologia e l'archeologica permettono di recuperare. Il racconto delle imprese di Origene ed Eusebio, con tutte le difficoltà affrontate e le innovazioni tecniche e intellettuali conseguite, tratteggia uno straordinario affresco storico, che svela al lettore la natura più profonda delle radici culturali dell'Occidente.
Conoscere il cristianesimo delle origini è forse il modo migliore per rendersi conto della sua identità più profonda e più vera. Per fare ciò bisogna partire dalla documentazione risalente al suo primo secolo di vita, studiando altresì l'ambiente con cui il cristianesimo stesso si è trovato in simbiosi. Curato da uno dei più autorevoli specialisti contemporanei, il volume offre un'introduzione al mondo straordinario del Nuovo Testamento, notevolmente arricchita in questa nuova edizione: dalla ricostruzione dello sfaccettato ambiente giudaico e greco-romano a Paolo di Tarso -, dalla figura storica di Gesù ai vangeli canonici e apocrifi; dalle attestazioni archeologiche degli inizi al problema del vangelo e dell'Apocalisse di Giovanni; dall'analisi dell'apporto di varie ermeneutiche - giudeo-cristiana, paolina, giovannea alla delineazione del contesto storico che segna il passaggio dal i al ii secolo. Emerge un quadro particolarmente ricco di tonalità, in cui risaltano i personaggi decisivi e le componenti dialettiche di un pensiero religioso eccezionalmente fecondo.
«Lettura, meditazione, preghiera, contemplazione. Questa è la scala dei monaci, mediante la quale essi sono sollevati dalla terra al cielo». Così scriveva Guigo II, priore della Certosa di Grenoble, intorno agli ultimi anni del XII secolo. E questo continua ad essere l'esercizio d'ascesi a cui ogni monaco certosino è quotidianamente chiamato. Questo volume raccoglie i frutti spirituali di oltre nove secoli di contemplazione e li offre al lettore d'oggi alla ricerca di uno strumento di preghiera e meditazione. Da San Bruno di Colonia a Guigo I e II, da Marguerite d'Oyngt a Nicolò Albergati e ancora a Dionigi, Lanspergio, Le Masson e, più vicini a noi nel tempo, a Pollien, Simoni, Guillerand, Poisson, i brani proposti sono suddivisi per grandi temi che guidano il lettore nel suo cammino. Alla fine del volume un indice tematico e un denso profilo biografico di ciascuno degli autori presenti consentono di attraversare le pagine del libro anche secondo itinerari personali, che lasciano a chi le legge la libertà di costruire il proprio percorso. Il libro si propone, così, come un piccolo scrigno capace di rivelare i suoi innumerevoli tesori a chi voglia coglierli con cuore puro e aperto al dialogo con l'Assoluto.
Il "Dialogo della Divina Provvidenza" è uno dei capolavori della letteratura mistica. È il frutto dei colloqui che santa Caterina aveva con l'Eterno Padre durante le sue estasi. Nonostante fosse illetterata, anzi analfabeta, dettò il Dialogo ai suoi discepoli. Molteplici sono i temi trattati: il peccato, i vizi e le virtù, il desiderio e l'amore, la discrezione e la misericordia, la preghiera, la meditazione interiore e la ricerca della verità. Centrali e appassionanti sono le pagine dedicate alla misericordia del Padre che si manifesta nell'incarnazione di Gesù Cristo, il quale è chiamato da Caterina «ponte» tra Dio e l'umanità intera. Caterina da Siena è stata proclamata da papa Paolo VI «Dottore della Chiesa» proprio in ragione del Dialogo. Presentazione di Raimondo Spiazzi.
Il lavoro inedito di Michael Johannes Marmann (1937-2019), dal titolo Praeambula ad gratiam. Ideengeschichtliche Untersuchung über die Entstehung des Axioms gratia praesupponit naturam del 1974, viene scoperto da Simone Billeci durante gli anni del dottorato. Su suggerimento di Joseph Ratzinger, di cui Billeci è studioso, egli viene a conoscenza del suddetto lavoro. Si tratta, in sostanza, di una tesi dottorale di cui Marmann fu l'autore e Ratzinger il direttore di tesi, negli anni in cui esercitò la docenza presso l'Università di Regensburg. Pubblicato già nella sua versione originale in lingua tedesca nel 2018, con la Prefazione del Card. Gerhard Ludwig Müller, se ne offre oggi la traduzione in lingua italiana.
La Città di Dio, il capolavoro di Sant'Agostino, mette a confronto due culture destinate a convivere nella storia, per essere separate nell'oltre storia: quella idolatra, mondana, pagana, con le sue orgogliose pretese di progresso senza fare riferimento a Dio, destinata ad essere fallimentare, e quella cristiana, che crea condizioni di alta umanizzazione civile, grazie proprio al suo radicamento in Dio, Mistero di Amore Trinitario, Creatore dell'universo e Salvatore dell'umanità peccatrice. Delle due culture, dette città, l'una terrena e l'altra celeste, il Vescovo di Ippona traccia il profilo genetico, lo sviluppo storico e l'approdo oltre il tempo. Per i cittadini della Città di Dio l'approdo coincide con la beatitudine nel Bene sommo che è Dio; per i cittadini della città terrena con l'infelicità eterna. Ne La Città di Dio, Agostino ci dà il quadro della teologia della storia, spaziando dalla terra al cielo, dai valori civili umani a quelli eminentemente cristiani escatologici: la pace, la giustizia, la socialità, la felicità, la bellezza, la Provvidenza, l'uomo creato ad immagine di Dio, il sacerdozio battesimale, il peccato originale e i peccati personali, la misericordia di Dio, la libertà umana, la prescienza divina, l'approdo oltre il tempo. La Città di Dio appartiene al patrimonio dell'umanità, del cui travaglio, anche attuale, si fa interprete. Tutta la sua trama è tesa tra fedeltà a Dio e narcisistica autoreferenzialità. Con le connaturali conseguenze.
Agostino viveva il momento delle Omelie come un incontro desiderato con la sua gente, un atto di intensa pastorale. Parlava con la sovrabbondanza rigurgitante della mente e del cuore. Con una voce un po' flebile, ma con una potenza espressiva eccezionale e con un cuore vulcanico. Con i suoi Discorsi, per quarant'anni Agostino ha educato i fedeli a coniugare Parola di Dio e vita, facendoli entrare nel dinamismo proprio della lectio divina: quello di assumere la Parola di Dio come luce che rischiara la quotidianità della vita, di cui offre uno spaccato interessante e avvincente, persino attuale. E a tal fine, con squisita sensibilità pastorale, Agostino mirava a coinvolgere il pubblico, sollecitandolo a bussare con lui alla Roccia della Sacra Scrittura, da cui far scaturire l'acqua viva, cioè i misteri abissali di salvezza, di cui nutrirsi insieme.
Dopo la morte di Gesù ha inizio un lungo periodo di elaborazione teorica e pratica del suo insegnamento. A partire dalle prime iniziative degli Apostoli, la buona novella si diffonde rapidamente conquistando nuovi fedeli e i cristiani, da setta minoritaria, diventano un fastidioso elemento che mina la stabilità di alcune aree dell'Impero e sono pertanto fatti oggetto di persecuzione. Solo con Teodosio, alla fine del IV secolo, il cristianesimo verrà riconosciuto come religione ufficiale dello Stato. Attraverso l'analisi dei libri del Nuovo Testamento, come le Epistole paoline e gli Atti degli Apostoli, dei testi apocrifi e delle opere degli scrittori romani e dei Padri della Chiesa, Daniélou ricostruisce per il lettore un prezioso quadro d'insieme del cristianesimo delle origini che, sullo sfondo delle vicende dell'Impero, mostra la nascita e lo sviluppo dei tanti movimenti religiosi che si richiamano a Cristo (giudeo-cristianesimo, gnosticismo, marcio-nismo, scuole di Alessandria ecc.), mentre a Roma vengono poste le fondamenta dell'istituzione a cui ancora oggi guarda la maggior parte dei fedeli.
Perché il cristianesimo è stato in grado di affermarsi con tanto successo nell'impero romano? Perché poté sopravvivere al mondo antico e tardoantico e si diffuse soppiantando i culti concorrenti? Sono queste le domande a cui Christoph Markschies risponde sulla base di un esame approfondito e puntuale, e per più di un aspetto anche inedito, di ogni fonte disponibile, cristiana e pagana, scritta o materiale. Situando il cristianesimo nel contesto della storia delle religioni e delle culture antiche, l'autore descrive la vita quotidiana e le pratiche religiose dei cristiani dei primi secoli, dalla nascita - passando per la conversione e il battesimo - alla morte, illustrando le strutture sociali in cui il cristianesimo venne a incarnarsi e le caratteristiche che fecero la peculiarità delle comunità cristiane delle origini.

