
Le «carte romane» di Enrico Bartoletti comprendono riflessioni, appunti, schemi di relazioni, sintesi degli incontri della Presidenza e del Consiglio permanente della CEI, resoconti di colloqui con Paolo VI.
Un materiale di grande interesse che consente di scoprire alcuni tratti della vita umana, cristiana ed ecclesiale di un vescovo, meritevoli di essere valorizzati nell’attuale stagione ecclesiale.
Sommario Presentazione (I. Castellani). Abbreviazioni e sigle. Introduzione (M. Faggioli). Nota del curatore (M. Brunini). Breve cronologia della vita di mons. Enrico Bartoletti (M. Brunini). I. Carte Romane 1972. II. Carte Romane 1973. III. Carte Romane 1974. IV. Carte Romane 1975. V. Carte Romane 1976. Appendice 1. Problematiche concordatarie. Appendice 2. Dal Diario dell’ambasciatore Pompei. Appendice 3. Documenti relativi alla Commissione Donna. Appendice 4. Lettera a mons. G. Benelli. Appendice 5. Riflessioni sull’Anno Santo. Appendice 6. Appunto sul progetto di Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi. Appendice 7. Omelie. Appendice 8. Appunti sulle posizioni di G. Andreotti e F. Piccoli. Appendice 9. Intervista a Bartoletti sul Giubileo da parte di L. Valente. Appendice 10. «In ascolto di Dio e di chi non ha voce». Intervento di mons. E. Bartoletti al Consiglio nazione dell’ACI il 24 ottobre 1975. Appendice 11. Intervista a Bartoletti sulla legalizzazione dell’aborto. Indice dei nomi.
Note sull'autore La biografia di monsignor Enrico Bartoletti (1916-1976) si può suddividere in quattro stagioni. La prima (1916-1939) coincide con il periodo della formazione tra le due guerre mondiali; la seconda (1941-1958) con il ministero presbiterale a Firenze; la terza (1958-1973) con il ministero episcopale a Lucca; la quarta (1972-1976) con il servizio a Roma in qualità di segretario della Conferenza Episcopale Italiana. Gli innumerevoli appunti raccolti in oltre quarant’anni definiscono il profilo di un uomo pubblico dall’intensa vita spirituale e con frequentazioni che comprendono Divo Barsotti, Ernesto Balducci, Davide Maria Turoldo, Lorenzo Milani e Arturo Paoli.
Note sul curatore Marcello Brunini, parroco a Viareggio, è direttore dell’Archivio storico della diocesi di Lucca, iscritto nella Memoria del mondo dell’Unesco. Di mons. Bartoletti ha curato anche In spe fortitudo. Diario spirituale (1933-1975) (22013).
Descrizione dell'opera
Negli anni del concilio la Chiesa ha potuto rendersi sempre più familiare con la propria tradizione patristica, portando a compimento quei movimenti che avevano già preso avvio nei decenni precedenti.
La ricerca punta a ricostruire la coscienza dei padri conciliari intorno alla rilevanza del «ritorno alle fonti» - soprattutto le fonti patristiche, particolarmente presenti nella Lumen gentium - in rapporto tanto all'evento di cui erano protagonisti, quanto ai compiti affidati da Giovanni XXIII al concilio e alla situazione di Chiesa che la vicenda conciliare doveva contrassegnare in modo tanto profondo.
Lo studio prende in esame soprattutto l'elaborazione del de Ecclesia, soffermandosi in specie sul dibattito conciliare, con l'intento di cogliere le linee di sensibilità e di attenzione dell'assemblea a quel ritorno alle fonti al quale avevano lavorato, in un clima a tratti molto difficile, alcune delle figure più significative della teologia europea, che proprio in questo modo avevano contribuito a preparare il terreno all'evento conciliare. «I Padri appartengono anche a un passato dal quale ci separano secoli. [...] Al Vaticano II va riconosciuto, crediamo, di aver evitato ogni tentazione nostalgica, ogni archeologismo indebito, nel richiamarsi alla grande tradizione della Chiesa. [...] Il concilio ha saputo custodire la giusta tensione fra la ritrovata familiarità con i Padri e il riconoscimento dell'alterità» (dalla Conclusione).
Sommario
Introduzione. Abbreviazioni. I. DALL'APOLOGETICA AL RINNOVAMENTO TEOLOGICO: LO STUDIO DEI PADRI NELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO. 1. Gli studi patristici e l'ecclesiologia nella prima metà del Novecento. 2. Il ritorno alle fonti: un tema controverso. 3. I Padri nel cammino verso il concilio. II. I PADRI DELLA CHIESA NEL DIBATTITO CONCILIARE SUL DE ECCLESIA. 4. Il de Ecclesia: lo schema preparatorio e il dibattito nella Commissione centrale preparatoria. 5. Il de Ecclesia al concilio: il dibattito nel primo periodo. 6. "Chiesa, che dici di te stessa?" L'elaborazione del de Ecclesia nel secondo periodo. 7. Verso la Lumen gentium: l'elaborazione definitiva del de Ecclesia. III. IL VATICANO II E LA CHIESA DEI PADRI: ELEMENTI PER UN BILANCIO. 8. La Lumen gentium come espressione di un'ecclesiologia patristica. 9. I caratteri patristici del concilio Vaticano II: prospettive e limiti. Conclusioni. Appendici. Bibliografia.
Note sull'autore
DANIELE GIANOTTI è presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla. Ha compiuto la formazione teologica a Roma, dove ha studiato filosofia e teologia all'Università Gregoriana (1976-1981) e patristica all'Istituto Patristico «Augustinianum» (1981-1985). Dal 1985 insegna teologia sistematica presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia, di cui è stato direttore dal 2005 al 2010. È docente di teologia sistematica anche alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, dove è coordinatore del Dipartimento di storia della teologia.
Questo volume, che raccoglie gli interventi del convegno «Evangelizzare nelle criticità dell'umano», si inserisce nella traiettoria che la Teologia dell'evangelizzazione ha percorso a Bologna dalla seconda metà degli anni '70 a oggi. I contributi della prima parte offrono una lettura del contesto socio-culturale italiano (e, almeno in parte, europeo), individuando alcuni punti critici, per esempio il lavoro, il digitale e l'immigrazione. Messaggio e stile, di fatto, si intrecciano nelle relazioni della seconda e terza parte. La dimensione relazionale della verità, avvicinata in chiave biblica e filosofica, l'aspetto comunitario dell'evangelizzazione e il vangelo come terapia per un uomo ferito focalizzano alcuni contenuti fondamentali dell'annuncio, che sono al tempo stesso modalità intrinseche del suo darsi. Nella terza e ultima parte, gli ambiti della famiglia e dell'educazione vengono accostati come luoghi critici dell'umano in cui leggere - o immettere - segni di speranza, mentre la categoria di ecologia umana viene considerata una risorsa e un'opportunità per l'evangelizzazione.
I conflitti e le tensioni interni alle comunità e ai gruppi sono una realtà che riguarda tutte quelle convivenze in cui le persone sono animate dallo stesso desiderio di dedicarsi agli altri. Spesso ci si trova infatti di fronte alla contraddizione quotidiana tra l’ideale di altruismo per i lontani e la realtà dei conflitti interpersonali vissuti con coloro che sono nello stesso gruppo di lavoro o addirittura convivono sotto lo stesso tetto.
Il volume nasce da un’esperienza di formazione permanente svolta tra comunità di religiosi e religiose. L’obiettivo è aiutare ad affrontare tale disagio attraverso percorsi pedagogici che lo risolvano tramutandolo in processi di crescita.
Note sull’autore
Giuseppe Crea, psicologo e missionario comboniano, ha conseguito il dottorato in Psicologia presso l’Università Pontificia Salesiana. Ha lavorato nel campo della formazione permanente, interessandosi in particolare del problema dello stress nelle professioni di aiuto. Missionario in Uganda dal 1980 al 1984 e nella Repubblica democratica del Congo dal 1994 al 1998, ha pubblicato uno studio sul burnout negli operatori pastorali, insieme ad alcuni articoli sullo stress nella vita religiosa.
«Nella parabola del seminatore vi invito a cogliere la bellezza dell'immagine iniziale, quella del gesto ampio, temerario e scandaloso del seminatore. Un gesto contrario a una sana economia contadina, quasi un gesto pazzo. Un seme gettato dappertutto. Il sospetto di un inutile sperpero. È meraviglioso che sia così!
C'è un verbo della Scrittura, appunto il verbo "sperperare", che nella parabola del figliol prodigo ha un significato negativo, indica un dono sciupato, una ricchezza inutilmente dilapidata. Ma lo stesso verbo compare in un antico salmo, il 111 (112). Vi si legge che l'uomo di Dio "dona largamente ai poveri": letteralmente suonerebbe "sperperò, diede ai poveri...". È lo sperpero di Dio, la sua sovrabbondanza. Ognuno di noi e ogni nostra comunità hanno nel cuore la meraviglia per la sproporzione inevitabile tra il sovrabbondante dono di Dio e la mediocrità della nostra risposta».
Dalle brevi meditazioni di don Nicolini emerge l'invito a costruire percorsi di incontro e di condivisione coi poveri che aiutino ad allargare lo sguardo. Con grande talento comunicativo egli offre pagine agili, vive e penetranti.
Sommario
Presentazione (V. Nozza). 1. Lo sperpero di Dio, carità donata che ci giudica. 2. Nella vigna del Signore un compito per ogni uomo. 3. Dio e il mio prossimo, incontro e comandamento. 4. Cristiani, via di salvezza per quello che sanno ricevere. 5. Adorare e dubitare, l'icona veicolo del Mistero. 6. La prepotenza d'amore che rinnova tutta una vita. 7. I mercanti scacciati dalla malattia dell'amore. 8. Ha lottato con Dio, Gesù ci rende «datori di vita». 9. Offrire se stessi, l'arma che vince l'inimicizia. 10. La nobiltà del dubbio nella traversata della vita. 11. Le ferie dei discepoli rovinate dal Vangelo. 12. L'invasione della storia che ci procura la salvezza. 13. Latristezza dell'avere e le agili tende della fede. 14. La strana matematica che apre le porte dell'amore. 15. L'enigma della speranza per le famiglie nella prova. 16. La «violenza» della mitezza, nuova sapienza dell'umanità. 17. Comunità più allegre, proposito per la Quaresima. 18. Una pesca senza frutto e la potenza dei suoi regali. 19. Raggiunti dalla Parola oltre le porte delle regole. 20. Lacrime di pentimento per una liturgia della vita. 21. La solitudine di Marta, la parte migliore di Maria. 22. Incoscienti banchetti, ci accorgiamo degli altri? 23. Il dramma del fariseo, la salvezza è per il povero. 24. La regalità che agonizza e conquista i curi lontani. 25. La stella che previene i viaggiatori della notte. 26. Femminile centrale, l'umanità ha sete del Signore. 27. La vertigine e la corsa, appuntamento al sepolcro. 28. Il recinto della legge, il pastore che si fa salvezza. 29. La Chiesa crocifissa, giudizio che salva il mondo. 30. La casa dove tutti cominciano una vita nuova. 31. Il grido di fede e dolore che ci rende figli e fratelli. 32. Quelli dell'ultima ora e il posto nella grande vigna. 33. L'azione dell'amore, comandamento per tutti. 34. Ci ha affidato la storia perché operiamo «dentro i doni». 35. Divina abitazione, siamo una piccola tenda.
Note sull'autore
Giovanni Nicolini è nato a Mantova (1940); ha studiato filosofia alla Cattolica di Milano e teologia alla Gregoriana (Roma). Ha vissuto a Bologna gli orientamenti ideali di don Giuseppe Dossetti, che gli chiese di esercitare per alcuni anni il ministero di diacono, così che questo ministero fosse testimoniato nella Chiesa, dopo che il Vaticano II ne aveva chiesto il ripristino. È stato ordinato presbitero nel 1972. È stato direttore della Caritas diocesana e ora è parroco a S. Antonio da Padova alla Dozza, alla periferia di Bologna. Per le EDB ha pubblicato Cose di questo mondo (2004).
Il piacere, che è proprio dell'amore, dovrebbe entrare a fare parte del modo di vivere la fede. Eppure si dice che viviamo oggi un cristianesimo senza eros e senza passione, troppo fondato sul dovere e sulla paura: sul dovere di obbedire alle leggi e alle regole e sulla paura di Dio e del suo giudizio. Papa Francesco ci provoca tenacemente: è arrivato il tempo per intuire che il Vangelo è la chiamata a essere più uomini, più donne, e a vivere la felicità già nell'al di qua. Il papa ci ricorda che «un amore senza piacere, né passione, non è sufficiente a simboleggiare l'unione del cuore umano con Dio» (Amoris laetitia n. 142).
Descrizione dell'opera
L'evento del concilio Vaticano II ha segnato profondamente la generazione dei ragazzi che in quegli anni procedevano alla propria formazione: «Personalmente, senza di esso non starei a insegnare teologia» annota l'autrice. Lasciando ad altri contesti un intervento più scientifico sul percorso conciliare, le sue parole si lasciano condurre, sull'onda personalissima dell'emozione, dalla valenza testimoniale del proprio vissuto: «Il detto del concilio ci metteva già dinanzi a un oltre, a un qualcosa che spostava in avanti l'ottimizzazione sperata, il sogno elaborato. E d'altra parte, come dinanzi a ogni meta, la si poteva raggiungere e superare o mancare. È la domanda che ci faremo. Cosa ne è stato dell'utopia conciliare? E, ancora andando più avanti, quale modello proporre, quale progetto elaborare a più di quarant'anni dalla conclusione del Vaticano II?».
Il testo costituisce un invito a 'sognare' ancora, accompagnati dal soffio dello Spirito e dall'eredità del concilio, una Chiesa attiva e impegnata nella concretezza delle donne e degli uomini di oggi.
Sommario
Presentazione. 1. Il sogno del Vaticano II. 2. Cosa ne è stato dell'utopia conciliare? 3. La Chiesa che vorrei. La Chiesa un soggetto concelebrante. Una Chiesa consapevole del suo statuto. Una Chiesa in ascolto della Parola. Una Chiesa in dialogo con il mondo. Un nuovo modello di Chiesa?
Note sull'autrice
Cettina Militello,laureata in filosofia e in teologia, è una delle prime laiche impegnate nel lavoro teologico; si è dedicata soprattutto a ecclesiologia, mariologia, ecumenismo, questione femminile, rapporto tra architettura e liturgia. Ha insegnato ecclesiologia e mariologia presso l'Istituto S. Giovanni Evangelista per la Sicilia occidentale (1975-1981) e presso la Facoltà teologica di Sicilia (1981-1989); dal 1990 insegna a Roma al Marianum, al Teresianum, al Pontificio Ateneo S. Anselmo e al Claretianum. È presidente della SIRT, direttore dell'Istituto "Costanza Scelfo" per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa, membro del direttivo della Pontificia accademia mariologica internazionale. La sua collaborazione a volumi e riviste assomma a più di 100 titoli. Con EDB ha pubblicato: La Chiesa «il corpo crismato». Trattato di ecclesiologia (2003), La casa del popolo di Dio. Modelli ecclesiologici modelli architettonici (2006) e ha curato: Donna e teologia. Bilancio di un secolo (2004), Chiesa di santi. Modelli e forme di santità laicale (2005), Il Vaticano II e la sua ricezione al femminile (2007) e, con C. Dotolo, Concepito di Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria (2006).
«In un tempo come il nostro, in cui la cultura dell'apparenza pare avere il sopravvento, giova a noi cristiani di riappropriarci dell'identità della Chiesa, per poter proseguire, con la grazia che viene dall'alto, il servizio a Dio e al mondo. È la conoscenza della Chiesa nel suo mistero più profondo che qualifica la nostra appartenenza e rende solida la nostra esperienza ecclesiale». Il volume propone la prima lettera pastorale di mons. Fontana alla Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, la quale sollecita a riscoprire le fondamenta che sostengono l'intero edificio dell'appartenenza cristiana.
Sommario
Proemio. I. LA CHIESA, MISTERO DI COMUNIONE. 1. Contemplare il dono del Signore. 2. Edificare il Regno di Dio fedeli a un'identità che ci è stata donata. II IMPARARE DAL PASSATO, PER COSTRUIRE IL FUTURO. 1. Farci consapevoli del profilo spirituale della nostra Chiesa. 2. Raccogliere le sfide del tempo presente. III. LA NOSTRA CHIESA PARTICOLARE ALL'INIZIO DEL TERZO MILLENNIO. 1. Dall'annunzio all'aggregazione. 2. Alcune esperienze di ecclesiologia di comunione.
Note sull'autore
RICCARDO FONTANA (Forte dei Marmi, 1947), arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dal 2009,è membro della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e della Presidenza della Caritas Italiana. Ordinato presbitero nel 1972, è stato eletto alla sede arcivescovile di Spoleto-Norcia nel 1995 e ordinato vescovo nel 1996.
Da tempo la Chiesa italiana ribadisce la necessità di un adeguato recupero dei documenti del Vaticano II, affinché diventino la bussola del cammino pastorale nel nuovo millennio: esorta dunque a riprendere in mano il Concilio per riscoprirne la grandezza di stimoli dottrinali e pastorali. Non si può fare a meno di constatare che dopo 50 anni il Concilio resta un evento ancora da conoscere appieno per molti. In occasione del 50° anniversario dell'apertura del concilio Vaticano II, il volume viene riproposto in una nuova edizione: l'intento è presentare la storia e la teologia del Vaticano II in modo scientificamente documentato, ma anche non specialistico, accessibile a tutti, riducendo al minimo i termini tecnici ed evitando l'appesantimento delle citazioni. Il testo si rivolge quindi principalmente a studenti, sacerdoti impegnati nell'apostolato, laici animati dalla volontà di vivere responsabilmente nella Chiesa.
Il volumetto propone la prolusione d'apertura al Convegno internazionale «Il concilio ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei padri conciliari» (3-5.10.2012), promosso dal Pontificio comitato di scienze storiche in collaborazione col Centro studi e ricerche «Concilio Vaticano II» della Pontificia università lateranense.
Il contributo si sofferma su tre nodi ermeneutici emergenti dai principali fatti e documenti del periodo di cui il Congresso si occupa: il rapporto tra l'elemento teologico e quello storico, e di conseguenza la definizione del «soggetto» dell'ermeneutica conciliare; la questione dell'«indole pastorale del Vaticano II»; e l'intreccio tra «evento» e «corpus dottrinale».
L'intenzione dichiarata, «offrire qualche pista per un'adeguata ermeneutica conciliare necessaria per comprendere il processo di recezione», trova nell'idea di riforma nella continuità, proposta da Benedetto XVI, la categoria che sembra «più conveniente per leggere la natura dell'evento conciliare e per un'adeguata ermeneutica del suo corpus nell'ottica della pastoralità».
Sommario
Avvicinarsi oggi al concilio. I. Il soggetto dell'ermeneutica conciliare. II. L'indole pastorale del concilio. III. Evento e corpus dottrinale. IV. «La Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio».
Note sull'autore
ANGELO SCOLA, cardinale, è arcivescovo di Milano. Ha insegnato Antropologia teologica al Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia della Pontificia Università Lateranense, della quale è stato rettore magnifico. Nel 2002 è stato nominato patriarca di Venezia e nel 2005 è stato relatore generale della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata a «L'eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa».
Presentazione di mons. Mariano Crociata.