
Nota pastorale della Commissione Ecclesiale "Giustizia e Pace" della CEI pubblicata nel 1991. È una proposta offerta ai cristiani e a ogni uomo di buona volontà per una revisione di mentalità e di comportamento all'interno di una società che, smarrendo il senso delle norme che la devono guidare, compromette la giustizia e la pace. Auspica un deciso recupero della moralità e della legalità, con il diverso contributo delle componenti sociali, civili, politiche e religiose, e soprattutto mediante una più convinta e decisa educazione delle coscienze di tutti.
Il documento è stato pubblicato dall'Ufficio Nazionale di Pastorale Scolastica della CEI attorno al 1980. Si rivolge a tutti gli operatori scolastici, in particolare a quelli eletti nei consigli di classe, circoli didattici e d'istituto, ai genitori e agli studenti. Suggerisce degli orientamenti sui criteri, i modi, i mezzi e anche i limiti in cui una corretta educazione sessuale può essere proposta all'interno della scuola, nel rispetto dei ritmi di crescita dell'alunno e delle responsabilità educative delle famiglie.
Giovanni Paolo II riprende il patrimonio delle riflessioni e delle indicazioni che hanno preparato e accompagnato i lavori sinodali. Esamina le sfide della formazione sacerdotale alla fine del secondo millennio, riflette sulla natura e la missione del sacerdozio ministeriale e sulla vita spirituale del sacerdote e delinea degli orientamenti per l'animazione vocazionale e per la formazione dei candidati al sacerdozio, come anche per la formazione permanente dei sacerdoti.
Fin dall'inizio il messaggio cristiano, messaggio di Dio all'uomo, è stato necessariamente anche un programma di rinnovamento sociale. L'insegnamento sociale della Chiesa vuole essere la continuazione storica del messaggio religioso e sociale di Cristo. Quest'antologia, curata da F. Pierini, raccoglie le encicliche papali sui problemi sociali, dalla "Rerum novarum" di Leone XXIII del 1891 alla "Centesimus annus" di Giovanni Paolo II nel 1991.
Lettera pubblicata da Giovanni Paolo II in vista del Giubileo della Redenzione del 2000 e che, prima di tutto, è un invito alla Chiesa a incontrare l'uomo di ogni tempo proprio sulla via della sofferenza. L'esposizione diventa poi riflessione sulla sofferenza umana, che desta compassione, rispetto e a suo modo intimidisce. Nella sofferenza è contenuta la grandezza di uno specifico mistero. Intorno al mistero della sofferenza, i due motivi: "bisogno del cuore" e "imperativo della fede" sembrano avvicinarsi particolarmente tra loro e unirsi nelle parole di San Paolo, quando afferma: "?completo quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa?" (Col 1,24).
Pubblicato dalla CEI nel 1993, il documento vuole essere soprattutto un nuovo punto di riferimento per precisare che cos'è il ministero diaconale, sia nella sua identità teologica, spirituale e pastorale, sia nel suo servizio in comunione con il vescovo e con gli altri ministri impegnati nell'unica missione della chiesa.
L'enciclica affronta alcune questioni fondamentali dell'insegnamento morale della Chiesa, sotto forma di un necessario discernimento su problemi controversi tra gli studiosi dell'etica e della teologia morale. Questo documento intende esporre, sui problemi discussi, le ragioni di un insegnamento morale fondato nella Sacra Scrittura e nella viva Tradizione apostolica mettendo in luce, nello stesso tempo, i presupposti e le conseguenze delle contestazioni di cui tale insegnamento è fatto segno.
Il documento inizia con un rapido sguardo ai mutamenti sopravvenuti negli ambiti che hanno potuto influenzare più da vicino la qualità della vita fraterna e le sue modalità di attuazione nelle varie comunità religiose. Alla luce di queste nuove situazioni offre alcuni criteri di discernimento, in vista di un autentico rinnovamento evangelico. La comunità religiosa viene presentata come dono di Dio che vuole comunicare la sua vita di comunione, come luogo dove si diventa fratelli e come luogo e soggetto della missione.
I caratteri distintivi della civiltà dell'amore, quali: l'alleanza coniugale, l'unità, il dono sincero di sé, la paternità e maternità responsabili, l'educazione, la famiglia, la società. E inoltre la presenza del Signore e della Vergine Maria, come a Cana, nella vita dei credenti, costituiscono il contenuto di questa lettera scritta da Giovanni Paolo II alle famiglie, in occasione dell'anno giubilare del 2000.
In occasione dell'Anno Internazionale della Famiglia la Congregazione per la dottrina della fede delinea alcuni principi pastorali circa la ricezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati.