
Libertà - amore - responsabilità sono i tre plessi tematici che la Chiesa di Palermo sta affrontando in sintonia con gli orientamenti della Cei di questo decennio. Si tratta di temi antropologici di base che tracciano le coordinate fondamentali del diventare uomini. Questo sussidio diocesano, articolato attraverso una forte interconnessione tra temi antropologici e biblici (con accluse alcune schede di filma) e dalla proposta di alcune prospettive pastorali, è testimone di una volontà ecclesiale di fare pastorale dalla Parola di Dio, senza cedere a nessuna dimensione letterale-fondamentalistica. Ne viene fuori un respiro ampio, che permette alle riflessioni ivi contenute di poter essere lette sia da credenti sia da non-credenti. La tensione verso l'educativo e l'esistenziale è così confortata da solide basi antropologico-bibliche che rendono ragione delle scelte pratiche di ogni giorno.
Sono tanti i modi con cui può sorgere la coscienza sociale nelle persone. La Dottrina Sociale della Chiesa è uno strumento prezioso che aiuta ad unire la fede cristiana alla realtà umana, con particolare attenzione ai processi di giustizia e pace nel mondo. Oggi sono diverse le sfide poste alla Dottrina Sociale della Chiesa. Alcuni saggi qui pubblicati, di esperti, per lo più della Pontificia Università Gregoriana, tentano di analizzare i modi con cui formare una coscienza sociale e comprendere le sfide teoriche e pastorali che la realtà umana pone alle comunità cattoliche in questo particolare momento storico.
Dove va la Chiesa oggi in Italia? Ma soprattutto: dove stiamo andando noi, che dentro a questa comunità credente ci sentiamo a casa? È nato da queste domande "Vino Nuovo", un blog collettivo abitato da giornalisti cattolici alla ricerca di uno spazio in cui condividere idee in libertà, fuori dagli schemi degli 'otri vecchi' - come quello che vede contrapporsi conservatori e progressisti - per vincere l'afasia dell'opinione pubblica nella chiesa. Da Vatileaks allo scandalo pedofilia, dalla politica alla piazza passando per i temi della vita ordinaria delle comunità cattoliche, il volume seleziona alcune voci di una riflessione corale attenta alla voce dei pastori ma non per questo costantemente a rimorchio; più impegnata a valorizzare i 'segni dei tempi' che a recriminare sulla società di oggi.
Cosa accade nell’incontro con le vecchie e nuove povertà? Il racconto di esperienze concrete (e 'replicabili' anche in altri contesti) delinea percorsi possibili di condivisione, con un significativo intreccio di intelligenza e amore. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II e nel decennio dedicato dai vescovi italiani all’educare, si testimonia inoltre la valenza formativa di rapporti con i poveri che mettono al centro la relazione, delineando il volto di una Chiesa che fa proprie «gioie e dolori». La documentazione di criteri per l’ascolto e l’accoglienza e la scrittura di Patti educativi e sociali esemplifica quindi le possibili reti che rendono la città degli uomini più attenta e più fraterna.
Le condizioni di natura sociale, politica ed economica che caratterizzano le strutture della nostra convivenza mondiale hanno in vario modo riproposto il tema del bene comune. Il testo propone una ricerca, organizzata dalla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, che attraverso la collaborazione di diversi studiosi e docenti, ha permesso di verificare il riferimento al bene comune e la sua implicazione etica all'interno della complessità pluralistica odierna. La teologia è strettamente legata alla sfida che il bene comune pone come centrale istanza di responsabilità. Essa non può non partecipare alla vita delle società in termini critici nei confronti di ogni riduzione privatistica e individualistica, mentre si occupa del tema nella prospettiva profetica dell'annuncio e del coinvolgimento delle coscienze nell'educazione e nella formazione.
Il dialogo tra culture e religioni nello spazio pubblico può ridare spessore al valore della legalità. A Palermo e in Sicilia il Cortile dei Gentili - di cui questo volume raccoglie gli atti delle due intense giornate di dibattiti e momenti artistici e culturali - ha focalizzato e connesso in un unicum il tema della giustizia, nel suo snodo tra moralità e legalità, con la tradizione multiculturale e multireligiosa che ha contraddistinto la storia dell'isola, da sempre "casa" e crocevie di culture. Diritto divino e giustizia umana, giustizia e libertà, legalità e diritti umani, pluralismo, religioni e spazio pubblico sono divenuti frame di un'unica conversazione che accomunando diverse sensibilità, culture ed estrazioni geografiche, ha confermato l'esistenza di un'ampia piattaforma comune. Con questa è possibile cercare insieme soluzioni alle sfide emergenti che appaiono mettere a rischio il futuro dell'umanità, sapendo che la bellezza e il bene s'intrecciano nella storia con l'oscurità del male e del brutto. Perché - come ha detto il card. Ravasi in apertura dell'incontro nella Cattedrale di Monreale - "la bellezza è deposta ininterrottamente in grembi oscuri ma appunto per questo non dobbiamo farla morire, anzi occorre farla fiorire, perché riesce anche a dominare il tremendo".
Il Concilio Vaticano II ci ha riportato alla grande Tradizione della trasmissione del Vangelo, affidata - nella Chiesa nascente e nella storia della santità umile e nasconsta - in primo luogo alla testimonianza, allo stile, al racconto. Oggi, a cinquant'anni dal Concilio, ci sono ipotesi e prassi diverse rispetto a quelle che privilegiano la fede e restano radicate nel Vangelo: c'è chi si affida al ritorno del sacro o alla funzione sociale della Chiesa; c'è tanto attivismo spesso privo di pensiero; c'è una ricerca di presenza e di consenso molto diversa dalle logiche evangeliche del seme e del lievito. La memoria del Concilio - arricchita dall'esperienza di un Sinodo diocesano che ne ha riproposto e attualizzato messaggi e stili - permette di continuare a pensare con semplicità che invece il Vangelo lo trasmettiamo anzitutto con la vita e con ciò che lo Spirito ci ispira nelle "piccole vie" della vita di ogni giorno. Tale è la materia di questo libro: i giorni concreti della vita, guardati e sentiti nella loro incidenza, nella loro forza, nella loro gioia, nel loro dolore anche. Con la sola preoccupazione di mantenere vivo il filo (e la domanda) su che cosa abbia rappresentato il Concilio nell'esistenza cristiana, su quello che soprattutto può e deve essere per il futuro che ci attende. Nella gioia di sintonie inaspettate con le parole, i gesti e gli stili del nuovo Vescovo di Roma Francesco, potendo con lui "sognare" una Chiesa povera e per i poveri.
Parte cospicua del volume è uno studio sulla formazione morale nell'enciclica Veritatis splendor (D. Abignente). Nella prospettiva della formazione, sono ripresi alcuni punti nodali dell'enciclica stessa, unificati su tre temi: l'autonomia morale compresa alla luce della creazione e della rivelazione, il carattere storico e l'universalità della legge morale naturale, la retta formazione della coscienza. Questo studio è preceduto da due interventi sulla responsabilità della formazione morale e sul discernimento in rapporto ad essa (S. Bastianel), avendo attenzione alla dimensione di fede dell'esperienza morale cristiana, che la fa essere esperienza di conversione e di sequela del Signore.
«La sapienza greca ha convertito il cristianesimo alla dottrina. L’impero romano ha convertito il cristianesimo al potere. Il capitalismo occidentale ha convertito il cristianesimo all’uso spregiudicato della ricchezza. Il mondo virtuale ha convertito il cristianesimo alla spettacolarità. [...]. Per annunciare il Vangelo occorre la libertà della missione. I testimoni di Cristo del nostro tempo non possono essere più i consacrati da una Chiesa, costituiti quali amministratori del sacro e funzionari in carriera. Sono bensì i “chiamati” come Pietro: “Tu seguimi” (Gv 21,2) e che amano talmente il Cristo Gesù, fino a donare, come Lui, la propria vita per fratelli. Solo i testimoni (martiri) di Gesù salvano l’umanità» (R. Nogaro).
In questo libro il vescovo Raffaele Nogaro offre al lettore una densa e originale meditazione sul profilo del testimone, una meditazione che smaschera i ritualismi religiosi e restituisce al cristianesimo l’autentico scandalo della testimonianza di Gesù Cristo.
Lettera dei Vescovi di Sicilia a venticinque anni dall’appello di san Giovanni Paolo II (Agrigento, 9 maggio 1993 - 9 maggio 2018)