
In questo mondo, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all'impegno serio per una vita più dignitosa. Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti. I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri. Abbiamo bisogno di comporre le differenze attraverso forme di dialogo che ci permettano di crescere nella comprensione e nel rispetto. La cultura dell'incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri. I media possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio.
"Cari giovani, è impresso nella mia memoria lo straordinario incontro che abbiamo vissuto a Rio de Janeiro, nella XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù: una grande festa della fede e della fraternità! (...) La prossima tappa del pellegrinaggio intercontinentale dei giovani sarà a Cracovia, nel 2016. Per scandire il nostro cammino, nei prossimi tre anni vorrei riflettere insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di san Matteo (5,1-12). Quest'anno inizieremo meditando sulla prima: 'Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli' (Mt 5,3); per il 2015 propongo 'Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio' (Mt 5,8); e infine, nel 2016, il tema sarà 'Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia' (Mt 5,7)."
Papa Francesco ha composto una preghiera particolare "per il prossimo Sinodo dei vescovi che affronterà il tema della famiglia". È questa: "Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell'amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen".
La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.
Il volume ripropone i discorsi pronunciati dal Pontefice al Parlamento europeo e al Consiglio d'Europa, nel corso della sua visita a Strasburgo il 25 novembre 2014 e si conclude con la conferenza stampa tenuta sul volo di ritorno a Roma con le cinque risposte date ai giornalisti del volo papale.
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Città del Vaticano, 12 marzo 2015 – Esce oggi per i tipi della Libreria Editrice Vaticana il primo volume degli Insegnamenti di Francesco, che riunisce tutti gli interventi tenuti dal Pontefice nel periodo che va dal 13 marzo al 30 giugno 2013, cioè dalla prima benedizione Urbi et Orbi seguita alla sua elezione al soglio di Pietro il 13 marzo di due anni fa, alla recita dell’Angelus del successivo 30 giugno. Gli interventi riportati nelle quasi 600 pagine del volume sono 118 e comprendono omelie, catechesi, discorsi, messaggi, lettere, telegrammi.
Il volume è corredato da una serie di Indici: l’indice degli atti pontifici, l’indice analitico (suddiviso in persone, materie e argomenti, luoghi), l’indice dei riferimenti (Sacra Scrittura, documenti della Chiesa e insegnamenti pontifici, altri autori ed opere).
Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, "ricco di misericordia" (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come "Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà" (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella "pienezza del tempo" (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.

