
La scienza sta rapidamente riducendo gli spazi della filosofia pensata. Considerando che la scienza è filosofia sperimentale, proviamo a viaggiare per qualche pagina nella terra dei neuroni a specchio e dell'epigenetica, guidati dalle storie di chi è vissuto prima di noi.
L’autrice presenta dapprima il contesto storico, biografico, filosofico e spirituale che porta la Stein alla scoperta della dimensione religiosa e alla conversione alla fede cattolica.
In un secondo momento, esamina gli scritti della Stein per far emergere la sua comprensione della natura propriamente teologica della fede.
Questo testo, infuocato e veemente “libello” composto nel vivo degli eventi della Rivoluzione d’ottobre, è certamente una delle opere più discusse di Berdjaev, e costituisce un deciso richiamo anche per l’uomo contemporaneo, invischiato nella crisi e propenso a vedere nella politica l’unica via d’uscita dai mali presenti.
Nell’opporsi ai rivoluzionari che tentano di riorganizzare la società con un’azione dall’alto, che esaltano il valore dell’uguaglianza come antidoto all’ingiustizia sociale e sperano così di fondare il paradiso sulla terra, Berdjaev ci ricorda che nessun sistema politico, per quanto giusto, è in grado di esaurire la domanda di significato dell’uomo, e che l’origine e il fondamento della vera politica non stanno in un progetto ma nella persona, nella sua “disuguale” unicità, nella libera risposta della creatura all’amore del proprio Creatore, unico motore in grado di trasfigurare veramente la società.
L’AUTORE
Nikolaj Berdjaev (1874-1948), filosofo religioso russo. Dopo un’iniziale fase marxista si riavvicinò all’esperienza ecclesiale ortodossa. Espulso dalla Russia nel ‘22, si stabilì a Parigi, dove diede forma ad un suo originale personalismo esistenziale cristiano. Tra le sue opere: Il senso della creazione (1916), La concezione di Dostoevskij (1924), Spirito e libertà (1927), L’io e il mondo (1932), Schiavitù e libertà dell’uomo (1939), Autobiografia spirituale (1948).
Michel Foucault non è stato soltanto un lettore esigente e uno scrittore il cui stile era riconosciuto e ammirato all'uscita di ogni suo libro. Il suo rapporto con la letteratura è sempre stato complesso, critico, strategico. I testi che compongono il presente volume - trascrizioni inedite di lezioni, conferenze, trasmissioni radiofoniche - ne danno un'ampia e rilevante testimonianza. Shakespeare, Cervantes, Diderot, Sade, Artaud, Leiris... Come poche altre volte ha fatto, Michel Foucault offre una descrizione della sua biblioteca di testi letterari.
Il volume raccoglie una serie di saggi di estetica dei media e di filosofia della tecnica, ciascuno dedicato ad una specifica questione ma tutti legati dal filo conduttore della nozione della impersonalità del sentire. Il libro lega tale nozione all'avvento delle neo-tecnologie della comunicazione in rete. In conformità a tale finalità critica, nei diversi saggi si discute delle poetiche del corpo elettro-luminoso nell'ambito delle teorie e della pratica del teatro degli inizi del Novecento; si affrontano, inoltre, le aporie in cui si dibatte l'operare dei poeti elettroacustici; si delinea una fenomenologia del tempo radiofonico; si studiano, infine, le nozioni di tele-presenza e di "stordimento estetico".
Da qualche tempo si registrano frequentazioni della filosofia differenti rispetto al passato. Non è la filosofia che cambia, ma la richiesta dell'uomo nei suoi confronti. Oggi si chiede alla filosofia di tornare ad essere "pratica sociale", cioè attività pubblica, collegiale e democratica. Centrale in questo volume è la nozione di "comunità di ricerca", che si pone come luogo privilegiato di mediazione fra la filosofia e la politica, attraverso l'argomentazione etica, da un lato, e l'indagine esplorativo-conoscitiva, dall'altro. L'idea di base è che la pratica della filosofia in società possa condurre a stabilire un nesso indissolubile tra pensiero critico, condivisione di valori, costruzione dì conoscenza e attitudine democratica, libertaria e tollerante.
Kuhn utilizza il termine "paradigma", per analizzare alcune peculiari caratteristiche dello sviluppo storico delle scienze ed in particolare quel fenomeno tipico che sono le rivoluzioni scientifiche. Il testo raccoglie alcuni saggi intorno allo sviluppo del concetto di "paradigma" di natura sia squisitamente epistemologica che storica. In un saggio viene esaminato il problema dell'ampiezza dei significati attribuiti ed attribuibili al concetto di "paradigma", la sua origine e quale è la soluzione proposta da Kuhn. Ma anche i saggi più esplicitamente storici mettono in evidenza la complessità e la varietà di aspetti delle scienze che uno stereotipo molto diffuso ha sovente trascurato o distorto.

