
L'idea di un nuovo inizio per la filosofia è al centro del percorso di questo libro, contrassegnato da tre grandi aree tematiche. Anzitutto il confronto con la scienza a partire da quello che Husserl, al termine della vita, chiamò "un piccolo inizio". Poi l'analisi del potere invisibile delle cose e delle azioni, con il suo intreccio imprevedibile e gli effetti di ritorno sulle metamorfosi dei viventi, sui loro contesti di senso e sui nostri pensieri. Infine il grande tema dei discorsi come luogo primario del processo di ominizzazione e del cammino plurimillenario della cultura, caratterizzata oggi dall'esigenza di una "nuova alleanza" tra sapere filosofico, impresa scientifica e figure culturali operanti in varie forme sul pianeta. Questo chiarimento delle figure del sapere e dello stesso procedere della filosofia in base alla dinamica dei discorsi mira a cancellare quel dualismo cartesiano mente-corpo che ancora domina sottilmente l'organizzazione ideologica della grande impresa della conoscenza. La costruzione della oggettività scientifica in cammino trova qui il suo definitivo chiarimento di senso, grazie all'originale interpretazione del carattere strumentale del lavoro umano e della sua natura originariamente tecnica.
È concepibile che esistano al contempo un soggetto onnipresciente, in grado di conoscere ogni cosa prima che accada, e individui che non siano determinati ad agire solo come questo soggetto vede e vuole? Come conciliare il fatto che un evento accaduto ieri possa, oggi, non essere accaduto ieri? La libertà coincide davvero con l'assoluta apertura del futuro? Se invece il futuro è chiuso dalla prescienza divina, o dai limiti della nostra esistenza, si possono comunque, o forse proprio per questo, aprire spazi di libertà in questo mondo? Ecco alcune delle domande che secoli di tradizioni filosofiche, scientifiche e teologiche hanno raccolto sotto il termine compatibilismo. Vi è stato, e vi è ancora, chi ha sostenuto che siano domande senza risposta, tentativi di metterle brache al mondo. Questo libro tratta di chi ha cercato di fornire una risposta, una soluzione all'interno del proprio modo di pensare - da Severino Boezio ad Anselmo d'Aosta a Tommaso d'Aquino; da Duns Scoto a Ockham sino a Molina e Leibniz. Oppure di chi ritiene utile servirsi del passato come di una serie di soluzioni a domande del presente. Ma racconta anche di chi ha serenamente rinunciato a rispondere, sino a chi intravede nel compatibilismo uno strumento prezioso per il dialogo tra culture e tradizioni religiose.
Ne va della salvezza. Due interlocutori si intrattengono un un giorno d'estate, è un'altra fiction, su ciò che si muove intorno al nome, in particolare intorno al nome del nome e al nome di Dio e a ciò che esso diventa in ciò che si chiama teologia negativa, là dove il SopraNome nomina l'innominabile, e a sua volta ciò che non si può e non si deve nominare, definire o conoscere, perché dal principio ciò che esso soprannomina si sottrae, senza mantenersi, al-di-là dell'essere. Là dove una teologia negativa sembra aprire su una "politica" a venire (oggi e domani), una tale fiction rischia ancora qualche passo come erede sulle tracce o vestigia di un "cherubino errante" (angelus Silesius). Che cosa è un SopraNome, ciò che vale più che il nome, ma anche che viene al posto del nome? E che non si dà mai per la salvezza del nome infine Salvo? Per la salvezza, semplicemente, il buongiorno o l'addio?
Il mondo universitario del XIII secolo, con le sue «libertà» e le sue «costrizioni», è il contesto in cui si è elaborata la teologia di grandi dottori della Chiesa come Alessandro di Hales, Bonaventura e Tommaso d'Aquino. Verger ci introduce a quel mondo, mostrandoci il suo costituirsi e il suo organizzarsi in istituzione, le sue tensioni interne, gli interessi e i controlli politico-religiosi che vi si manifestano, le prassi dell'insegnamento, ma anche i fattori che finirono per garantire ai teologi uno statuto sociale, mezzi concreti di esistenza e di lavoro, libertà di pensiero e di parola. Sarebbe impossibile comprendere lo sviluppo della teologia del XIII secolo se si trascurasse il nuovo quadro istituzionale dell'università, nato dalla convergenza, eccezionale nella storia, della riflessione dei maestri, dell'entusiasmo degli studenti, dell'interesse dei prìncipi e della sollecitudine della Chiesa. Apre il volume un saggio dello stesso autore dedicato alla sociologia della conoscenza teologica nel Medioevo, che ripercorre le tappe di tale appassionante evoluzione.
In quest’opera, che può essere considerata la sua summa teorica, Gilson ripercorre la rivoluzione che ha posto le basi del pensiero occidentale. Il suo mirabile racconto restituisce la vivacità culturale – nata dall’incontro tra mondo greco, rivelazione cristiana e influenze arabe ed ebraiche – che ha formato gli intellettuali più importanti del Medioevo: da Ambrogio a Boezio, da Tommaso d’Aquino ad Alberto Magno, da Giovanni Duns Scoto a Guglielmo d’Ockham. Pensatori di cui, con una freschezza espositiva senza pari, il grande studioso illumina ed esplora le riflessioni profondamente moderne. Nasce così il ritratto di un periodo ingiustamente definito “buio”, ricco invece di fermenti e umanità: quattordici secoli di idee che hanno fatto il mondo.
Étienne Gilson (1884-1978), filosofo e storico della filosofia, è stato uno dei più importanti studiosi del pensiero medievale. Fondatore dell’Istituto di studi medievali di Toronto, ha insegnato, tra l’altro, all’Università di Strasburgo, alla Sorbona, al Collège de France e ad Harvard.
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Non è più tempo di certezze. Nel Pleistocene i maschi facevano i maschi e le femmine facevano le femmine, o almeno così ci hanno raccontato. Adesso è tutto più complicato e si affaccia il sospetto che, in natura, il sesso debole sia quello maschile. In alcuni pesci, i maschi sono diventati "nani parassiti": la loro funzione è solo quella di contribuire alla fecondazione in cambio di cibo. In altri, il maschio si è trasformato in un'appendice penzolante dal corpaccione della femmina: un mero serbatoio di spermatozoi. Neanche in un fanta-horror femminista si sarebbero spinti a tanto. In altri casi ancora, le femmine fanno tutto da sole o cambiano sesso all'occorrenza. I maschi, dal canto loro, si ammazzano di fatica per farsi scegliere dalle femmine. Non va tanto bene nemmeno per noi mammiferi: il sesso è costoso, anche se ci regala piacere e sempre nuova diversità. Pare addirittura che i cromosomi maschili siano più instabili, in decadimento. Il maschio si sta estinguendo e fra non molto persino le femmine di primati troveranno soluzioni alternative per far proseguire comunque l'evoluzione. Forse anche per questo il maschio è sempre più nervoso: sente che gli manca il terreno sotto i piedi. La natura ci sta dicendo qualcosa che riguarda anche noi, e poco male: il mondo trabocca di inutilità e gli uomini rientreranno a buon titolo nella categoria del superfluo. A meno che non smettano di fare i maschi da cartolina, come gli uomini teneri e sorprendenti raccontati qui...
"Vivere senza paura nell'età dell'incertezza significa poter fare esperienza di una speranza senza 'sconti', una speranza 'tangibile' anche nell'abisso della paura." Un intenso dialogo fra tre grandi personalità religiose e filosofiche - Julián Carrón, Charles Taylor e Rowan Williams - è l'occasione preziosa per tornare a parlare del nostro presente, un periodo storico caratterizzato da profondi mutamenti che generano in tutti noi timori e riflessioni. Dal momento che il mondo in cui viviamo ci pone quotidianamente di fronte all'incertezza, è doveroso provare a trovare delle risposte e chiedersi come si possa vivere con pienezza nell'età secolare. Questo dialogo propone quindi un percorso in grado di fornire punti di vista e prospettive differenti, una riflessione sui valori umani e sullo spazio che possono avere nella realtà attuale, sul senso della fede nella contemporaneità, sul desiderio, sulla libertà e il modo di viverla, sull'amicizia, per trovare infine un cammino comune, qualificato dall'incontro con l'altro pur nelle divergenze. Un'appassionata riflessione sul senso della vita, un messaggio per tutti coloro che intendono restituire valore alle relazioni umane, per provare a vivere il reale senza paura.
La rappresentazione sociale delle emozioni che attraversano un gruppo umano è la chiave interpretativa per cercare di comprendere le dinamiche più profonde. Nella società liquida del mercato globale dilaga la paura di massa, l'altra faccia della corsa sfrenata verso il godimento ed il consumo compulsivo di merci. Se si va più a fondo, oltre il velo della paura, si scopre che l'umanità è attraversata da una diffusa angoscia di morte, determinata da uno sviluppo economico che priva il mondo della sua realtà.
La dissoluzione della realtà e lo scioglimento di ogni vincolo affettivo sono il "lutto" negato dalla paura di superficie, che può essere ritrovato indagando per riscoprire le dinamiche profonde della psiche umana, la cui rimozione ha spento la speranza che consentiva la trasformazione dalla crisi alla progettazione di un nuovo futuro.
Si è cancellato il nesso crisi-speranza perché di è cancellata ogni idea di trascendenza.
Affinché emerga la speranza è necessaria un'elaborazione del dolore, in una ricerca di alternative al presente, che ricostruiscano un legame tra persona, mondo e trascendenza.
Enrico Medi (1911-1974), laureatosi con Fermi a Roma nel 1932, docente di geofisica a Palermo e a Roma, deputato al Parlamento italiano, è stato presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e, dal 1958 al 1965, vicepresidente dell’Euratom. Ricercatore assai noto, divulgatore e apprezzato conferenziere, fu profondo testimone di vita cristiana e di impegno sociale. Il 26 maggio 1996 è stata introdotta la sua causa di Beatificazione. Il volume raccoglie un ciclo di lezioni di aggiornamento scientifico tenute presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino in Roma (Angelicum). L’Autore offre, insieme a una visione scientifica del cosmo proposta ad un livello accessibile all’uditorio, la sua visione sapienziale di scienziato credente che rilegge “teologicamente” la natura con le sue leggi, accostando anche certi aspetti ontologici che sono propriamente filosofici più che teologici. Nell’ultimo testo di congedo, con il quale il libro si chiude, egli riporta la sua personale testimonianza di uomo messo alla prova da una malattia vissuta nella luce della fede.
La prima parte di questo libro sviluppa quanto il suo titolo annuncia, sostenendo la possibilità di un universalismo come pluralità di percorsi paralleli che giungono alla stessa meta. La seconda parte del libro riguarda il tema del profetismo con i saggi su Gesù profeta, su monachesimo e profetismo e sul movimento quacchero delle origini. La profezia, secondo l’autore non è in conflitto con la prospettiva sapienziale e da ultimo razionale, costituisce invece un linguaggio alla fine reversibile con quest’ultimo. La terza parte contiene due saggi accomunati dal tema della teologia politica, e illustra il nesso particolare tra i monoteismi profetici e le concezioni politiche rispettivamente dell’islâm e dei moderni diritti dell’uomo. Il quarto gruppo di saggi concerne la condizione carceraria, in relazione all’opera che l’autore va svolgendo in quel contesto: un impegno sociale con gli stranieri, e i più marginali, in continuità con le premesse teoriche enunciate in precedenza. Infatti, pur nella verità dei temi affrontati, il libro trova la sua unità nella sua ispirazione centrale, quella appunto universalistica, intesa non solo come idea, ma come vocazione, compito, prassi.
GLI AUTORI
Pier Cesare Bori, insegna alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna. Ha pubblicato fra l’altro Il vitello d'oro (Boringhieri, 1983); Gandhi-Tolstoj (Il Mulino, 1985), con G. Sofri; L'interpretazione infinita (Il Mulino, 1987), L'altro Tolstoj (Il Mulino, 1995). Si occupa del rapporto tra culture: Per un consenso etico tra culture, 2a ediz., Genova, Marietti, 1995, Per un percorso etico tra culture , 2a ediz., Carocci 2003, e , in relazione a questo, ha studiato anche l’umanesimo religioso: Pluralità delle vie, Milano 2000, dedicato a Pico della Mirandola.

