
Pratica Filosofica è una delle formule per indicare varie, innovative, attività filosofiche per non specialisti (Café Philo, "vacanze" e "ritiri" filosofici, seminari e conversazioni, "consulenza filosofica") che, negli ultimi anni, hanno cercato di rispondere al crescente interesse che la filosofia ha suscitato nell'opinione pubblica. Ma qual è il futuro di queste "pratiche"? Per rispondere è necessario capire quale sia, parafrasando Nietzsche, l'utilità e il danno della filosofia per la vita, ma anche in che misura la filosofia, proprio per la sua inattualità, si faccia sempre più necessaria nel mondo di oggi. Temi che vengono qui affrontati, con leggerezza e ironia, in due saggi e un divertito dialogo, nei quali vengono descritti alcuni dei tratti meno ovvi della filosofia ed è messa in luce la sua spesso trascurata importanza per la vita quotidiana degli uomini. Di tutti gli uomini, anche e soprattutto di quelli "non specialisti" in filosofia ai quali la Pratica Filosofica e questo stesso libro si rivolgono.
Da venticinque anni, a partire dalla Germania, si è diffusa nel mondo la phìlosophische praxis: un tentativo di valorizzare, con modalità nuove, la dimensione pratica che ogni filosofia ha da sempre implicato. Il movimento ha aperto prospettive, suscitato polemiche, prodotto iniziative. In occasione del III convegno mondiale, a Firenze nell'estate del 2008, alcuni dei maggiori protagonisti italiani hanno raccolto in questo volume collettivo la sintesi dei loro contributi di ricerca e di esperienza: per raccontare con chiarezza e concretezza (anche, in lingua inglese , ai colleghi stranieri) come da alcuni di loro sono state, negli ultimi dieci anni, capite e sperimentate la consulenza filosofìca e altre pratiche fìlosofiche.
Da circa trent'anni, a partire dalla Philosophische Praxis del tedesco Gerd Achenbach, si va diffondendo nel mondo la professione del filosofo 'pratico'. In cosa consiste questa professione? Perché qualcuno potrebbe bussare allo studio di un filosofo e chiederne la consulenza? Quali gli elementi di continuità e le novità rispetto alla millenaria tradizione filosofica occidentale? Che caratteristiche differenziano le pratiche filosofiche rispetto all'insegnamento della filosofia, alle psicoterapie e alla assistenza spirituale di tipo religioso?A queste domande risponde uno dei pionieri della "filosofia-in-pratica" con una trattazione che, per la prima volta nella letteratura internazionale sull'argomento, offre un quadro completo della tematica: ad uso soprattutto degli aspiranti filosofi professionisti, ma anche dei potenziali 'visitatori'.
Uno dei maggiori esperti italiani della nonviolenza sintetizza, per un primo approccio propedeutico, i luoghi comuni più erronei sul tema e, dopo aver analizzato i tre ambiti in cui sperimentiamo la violenza (nella comunicazione sociale, negli scontri istituzionali e nei rapporti interpersonali quotidiani), l'autore illustra i principi essenziali della nonviolenza (da Gandhi a Galtung), le sue tecniche, le sue regole etiche, i suoi campi d'applicazione (dalla mediazione familiare all'opposizione alle guerre fra Stati). L'agile volumetto è completato con delle schede bio-bibliografiche su alcuni dei maggiori protagonisti della storia della nonviolenza nel mondo e con delle indicazioni pratiche per collegarsi con le 2 maggiori associazioni nonviolente in Italia.
La scoperta del dono, nelle nostre esistenze, è anche la scoperta di un particolare valore. Al di là delle classiche nozioni di valore di scambio e di valore d'uso, attraverso il dono e la sua circolazione facciamo i conti con il cosiddetto valore di legame. Oltre il valore monetario emergente dallo scambio, ed il valore rappresentante l'utilità di un bene, infatti, il valore di un dono si arricchisce della relazione entro cui si manifesta e che, simbolicamente, serve a rilanciare. Compito di queste pagine è comprendere a fondo il significato di tale valore, nonché di interrogarsi sulla possibilità e opportunità di una sua misurabilità e calcolabilità, cogliendolo nella concreta realtà delle relazioni umane. Il metodo interdisciplinare permette di analizzare a fondo i paradossi e le ambivalenze della realtà del dono, fino a comprendere le forme dell'esperienza umana del valore, nei suoi risvolti esistenziali, cognitivi, estetici, etici, politici, economici. Sembra qui in gioco, tra l'altro, la nozione stessa di "realtà", colta nella sua stratificazione in fatti, eventi, significati, soggetti, oggetti, relazioni e, appunto, valori. Non a caso la cognizione prevalente del valore e del disvalore orienta di fatto la società intera e conferisce un indirizzo di fondo alle culture.
In fondo, non si può dire nulla della sensazione, se non che colma. Ma quale vuoto riempie? In una serie di digressioni apparentemente capricciose, creando una fitta rete di rimandi fra un tema e l'altro, la narrazione di Clair si muove fra la statua di marmo di Condillac e le cere della Specola di Firenze, il clavicembalo di Diderot e un sexy shop della rue Saint-Denis, un'incisione di Rembrandt e un dipinto di Vermeer. Un libro che segue le tracce del sapere fondato sui sensi.
Metafora che allude all'intenzione di superare il vuoto del nichilismo, "Oltre Saturno" sviluppa riflessioni che recuperano la dimensione utopica, in quanto progetto di apertura alla speranza e alla serietà della responsabilità. L'obiettivo è un incontro dialogico tra una pluralità di prospettive dal cui confronto deve risultare la possibilità di interpretare il presente, in modo da aprire vie d'uscita alle strettoie dell'oggi. I capitoli del volume investono tematiche attuali (etiche, politiche e religiose) strettamente intrecciate fra loro e articolate in una sequenza dialogica continua: ermeneutica del presente, filosofia e fede di fronte al nichilismo, pluralità prospettica, globalizzazione come spazio conflittuale, convergenza etica interculturale, riorganizzazione cosmopolitica, dialogo interreligioso, riabilitazione dell'utopia e della speranza.
Quasi completamente sconosciuti, gli scritti sull'amore di Margarete Susman, tra cui questo libro del 1912, hanno esercitato un forte influsso, sotterraneo, su poeti e pensatori del Novecento. L'amore è la relazione fondamentale, l'unica che all'uomo disgregato e distratto nel nostro mondo permetta il costituirsi del suo rapporto con l'essenza e, per suo tramite, con la comunità. Muovendosi dalla dimensione pulsionale fino a quella metafisica, unendo l'affettività con la concettualità, mettendo a fruttuoso colloquio i contenuti culturali dell'ebraismo e del cristianesimo, il libro costruisce uno straordinario "programma" interculturale e interreligioso per il nostro tempo.
Le relazioni pericolose tra uomo e donna di cui parla questo libro toccano l'esistenza nella sua ineludibile dimensione di scelta: quella tra una vita che asseconda la fluida e ingovernabile logica del desiderio e un'altra più rassicurante e continua, presieduta da una logica degli affetti. Logiche tra loro eterogenee che appaiono inconciliabili ai protagonisti della storia qui ricostruita (Kierkegaard e Kafka) e che talvolta inducono a un esito tragico (Kleist). In palese conflitto con la scelta della solitudine al fine di tutelare la propria singolarità, gli autori - in qualche modo personaggi concettuali o eteronimi di chi ha scritto questo libro - avvertono l'esigenza (per lo più disattesa) di una palpitante condivisione del loro universo interiore, mediante la presenza (non troppo invadente, s'intende) di una donna che appaia loro come vocativo o dedicataria di esclusive trame concettuali e di avventure esistenziali. Un saggio filosofico dai toni talvolta narrativi che ci pone al cospetto dei desideri e delle inquietudini che accompagnano ogni vicenda erotica e affettiva, orientata verso l'esperienza effimera della seduzione oppure consolidata nella forma del matrimonio.

