
Remotti indirizza questo libro esplicitamente al papa. Spiega e argomenta perché il relativismo culturale, presente nello stesso cristianesimo, sia preferibile a ogni tipo di approccio dogmatico. In particolar modo quando sono in ballo i cosiddetti temi etici, dai quali dipende la qualità della convivenza ma anche della nostra stessa vita.
Corrado Augias, “il Venerdì di Repubblica”
Non so quante lettere ricevano il Papa e i suoi collaboratori. Di certo, non molte coraggiose e decise come questa che Francesco Remotti indirizza al Pontefice. L’antropologo propone una profonda riflessione sull’idea di natura che caratterizza molti discorsi di Benedetto XVI, ma soprattutto sulla quantità di cultura che impregna le nostre umane esistenze. Marco Aime, “La Stampa”
Per la Chiesa cattolica la natura umana è una, stabile e permanente. Ma esiste una norma e chi la stabilisce? Francesco Remotti affronta e discute una concezione univoca, rocciosa, imperiosa dell’essere uomini.
Indice
Lettera al Papa (parte prima) - Parte prima: Stabilità 1. Un’aspirazione condivisa - 2. Il potere dei costumi - 3. Chi si accontenta del relativo... - 4. ...e chi vuole l’assoluto - 5. In nome della naturalità - Parte seconda: Forme di famiglia - 6. Avrai un’unica famiglia - 7. Tante famiglie, ma una soprattutto - 8. Somiglianze di famiglia - 9. Quanti coniugi? - 10. Ma la famiglia dov’è? - Parte terza: Chi contro natura? 11. Una saggezza perduta - 12. Un’altra natura - 13. Al di là della natura e della cultura - Lettera al Papa (parte seconda) - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi
In che modo si può contrastare la crescente indistinzione con cui i media mescolano realtà e spettacolo, fatti reali e simulazioni elettroniche?
Pietro Montani dimostra che è possibile farlo solo attraverso un confronto critico tra i diversi formati tecnici dell'immagine e i differenti linguaggi della comunicazione audiovisiva. Un confronto 'intermediale', dunque, di cui il cinema contemporaneo ci offre gli esempi più convincenti.
Cosa significa far finta? Esistono davvero Anna Karenina e Gatto Silvestro? Una guida alla finzione, come concetto e come pratica. Un'indagine sul far finta e i suoi oggetti e su chi fa finta per piacere o per mestiere.
Ogni volume di questa collana costituisce un ampio capitolo di storia della filosofia, dedicato a un autore o a una corrente di pensiero. Le singole Introduzioni offrono gli strumenti critici essenziali per intendere l'opera dei filosofi alla luce delle più recenti prospettive storiografiche.
Benessere, capacità, diritti, pluralismo e giustizia globale. Una guida alla filosofia politica contemporanea, in questa edizione con un nuovo approfondimento sulla legittimità e l'autorità delle istituzioni internazionali.
«Indagare l'origine del linguaggio in un'ottica evoluzionistica significa analizzare l'avvento delle capacità verbali nei termini delle abilità, più semplici e di base, già presenti in altri animali o nelle altre specie di ominidi che hanno segnato il percorso evolutivo dell'Homo sapiens.»
Francesco Ferretti spiega perché le teorie di Darwin applicate alla filosofia del linguaggio sono l'unica via per comprendere natura e origine del nostro parlare.
«Questo libro nasce da un'idea semplice, condivisa da molti: Norberto Bobbio manca alla cultura e alla vita civile del nostro presente. Manca la sua proverbiale chiarezza, che non è soltanto uno stile, una dote di nitore nella scrittura: è un modo di pensare, di affrontare i problemi andandovi al cuore, superando equivoci e confusioni, involontarie o interessate. Tuttavia – anche questa è un'idea condivisa – l'opera sterminata che Bobbio ci ha lasciato è in grado, per la sua misura 'classica', di offrire orientamenti per la comprensione della nostra realtà, in parte già mutata rispetto al tempo, anzi ai diversi tempi, in cui è stata elaborata.»
Michelangelo Bovero muove da queste considerazioni per riflettere su molte grandi questioni del nostro tempo insieme ad altri studiosi partecipanti a un convegno internazionale in occasione del centenario della nascita di Norberto Bobbio. In discussione sono le condizioni presenti della democrazia, dei diritti umani, della pace; il destino del diritto, dello stato di diritto e della Costituzione in tempi di globalizzazione; le sorti delle grandi correnti politiche del Novecento, come il liberalismo e il socialismo, e il rapporto tra politica e cultura nel nuovo secolo.
Come possono gli stati mentali essere cause di stati fisici? Qual è il posto della mente nell'ordine naturale? Che cos'è l'intenzionalità? È possibile spiegare la coscienza? Queste alcune delle questioni che hanno segnato il dibattito recente in filosofia della mente, oggi reso ancor più animato dalle scoperte empiriche della psicologia cognitiva e delle neuroscienze. In questa edizione, le teorie e le argomentazioni filosofiche sulla mente, nei loro nessi con i risultati della ricerca scientifica.
Sono possibili i viaggi nel tempo? Molti libri e molti film ci raccontano di storie in cui personaggi dal futuro giungono nel passato con l'intenzione di cambiarlo o, viceversa, di avventurieri che attraversano i secoli verso futuri sconosciuti. Ma se il futuro non è già determinato, e ci sono tante possibili continuazioni del presente, in quale di esse finirà il viaggiatore? D'altro canto, se il passato è chiuso e dato una volta per tutte, è davvero possibile che il viaggiatore possa tornare ad alterarlo? Che conseguenze ci sarebbero allora sul presente?
Il libro mira a fornire gli strumenti concettuali necessari per affrontare la sfida, difficile ma emozionante, lanciata da tali questioni. Le teorie, i rompicapi e gli esperimenti mentali elaborati dalla filosofia a partire da interrogativi come questi, infatti, si rivelano essenziali per capire cosa la scienza, e in particolare la fisica, ci può dire sulla possibilità di viaggiare nel tempo.
Ci sono molti libri che parlano di filosofia, questo si differenzia da parecchi di loro perché, fra l’altro, ci dice che la filosofia è un’arte che permette di negoziare con i concetti, e mostra come la nostra vita ne sia intessuta. Quest’arte si può imparare, e anzi si deve imparare, perché mille circostanze del quotidiano ci impongono di ripensare a quello che stiamo facendo per capire se farlo e come farlo meglio. Per esempio, eravamo sudditi, siamo diventati cittadini: come sono cambiati i nostri diritti e doveri? Oppure: la Terra non è più al centro dell’universo, quale posto per un’umanità periferica nel cosmo? Oppure ancora: come definiamo l’inizio e la fine della vita? Il lettore incontra dapprima alcuni esempi sorprendenti di filosofia annidata nella vita quotidiana: il processo dello scultore Brancusi contro il governo degli Stati Uniti che aiuta a definire l’arte contemporanea; le discussioni appassionate sulla famiglia all’Assemblea Costituente che lasciano ancora oggi una eco nel modo in cui si può, o non si può, metter su famiglia in Italia; l’immaginifico sogno di Keplero che aiuta a ripensare la Terra non più al centro dell’universo. Da questi esempi Roberto Casati passa a esaminare alcune grandi questioni filosofiche tradizionali, per capire come lavorano i filosofi che se ne occupano, ma soprattutto per mostrare quanto sia diffusa la filosofia e quanto sia importante l’impegno intellettuale in un’epoca in cui si chiede insistentemente di non pensare.
Virginio Marzocchi ripercorre il pensiero politico dei maggiori filosofi, da Platone a oggi, mettendo in luce i concetti di fondo, attraverso cui l'ambito del politico viene ritagliato e illuminato. Al contempo questa tradizione di pensiero è posta in relazione ai contesti geo-storici (dal mondo mediterraneo prima e cristiano-europeo poi a quello globalizzato), giuridico-istituzionali (dal diritto romano e medioevale alle Costituzioni degli Stati nazionali verso un ordine internazionale) e culturali, a loro volta connessi con l'affermarsi di nuovi saperi (la teologia sistematica, le scienze esatte della natura, l'economia politica, la sociologia) e di differenti forme di trasmissione di questi saperi (dalle accademie alle università).
Dedicato al senso che ci mette in contatto con gli alimenti facendocene conoscere il sapore, il volume mette in discussione uno dei più radicati luoghi comuni della riflessione filosofica che ha considerato il gusto (al pari dell’olfatto) un senso inferiore, il più carnale e il più viscerale, il più arbitrario e perciò il più distante dalla conoscenza. Rosalia Cavalieri elegge a oggetto d’interesse filosofico il gusto materiale, e tutte le attività che lo riguardano (mangiare, bere, degustare), avvalendosi del contributo di diversi saperi (biologia, psicologia, neuroscienze, antropologia, etologia, scienze gastronomiche e scienze sensoriali), con l’obiettivo di mostrare il valore intellettuale e culturale di un senso che solo nell’animale umano ha raggiunto la sua forma più raffinata. Siamo, infatti, i soli animali capaci di cucinare, di concepire un piatto, di apprezzarlo e di condividerne il consumo, e di descrivere un vino o una vivanda. Articolato in cinque capitoli il libro offre un’ampia e informata panoramica sul gusto come sapere, come intelligenza del corpo e, nel contempo, come fonte di piacere raffinata e propriamente umana, non mancando di sottolinearne l’intrinseca attitudine conviviale e linguistica, e rivela come approfondire la conoscenza e l’uso consapevole e avvertito di un senso sopraffatto da una mentalità prevalentemente visivo-acustica possa allargare la nostra maniera di stare al mondo.

