
Il testo intende essere accessibile a studenti di vario livello, non solo a chi si specializza in filosofia. Oltre a spiegare che cosa sono l'induzione e la probabilità, l'autore affronta argomenti come la teoria della decisione, il bayesianismo e il concetto di frequenza. Hacking illustra tutti gli aspetti della teoria delle probabilità, i rompicapo filosofici che solleva, le soluzioni tradizionali. Prendendo spunto dalla vita di ogni giorno, formula esempi e attualizza l'argomento senza però banalizzarlo. Il testo offre una presentazione sistematica delle idee, riferimenti pratici ed esercizi applicati a psicologia, ecologia, economia, bioetica, ingegneria e scienze politiche.
Tre anni dopo la pubblicazione del "Cigno nero", un "racconto filosofico" acclamato in tutto il mondo, Nassim Nicholas Taleb fa il bilancio della vita del suo libro. L'idea talebiana del Cigno nero ha conquistato milioni di lettori e fecondato la ricerca in campi molto diversi, dalla filosofia alla statistica, dalla sociologia alla psicologia, agli studi sul clima, alla medicina. Meno feconda questa idea si è rivelata invece in economia, l'area più immediatamente vicina agli interessi dell'autore. Sulla crisi del 2008, e sugli economisti che dovrebbero analizzarla e curarla, Taleb si sofferma in questo nuovo libro, con annotazioni che hanno il sapore dell'ironia e dello scetticismo. E, ancora una volta, ribalta i sedicenti "esperti di rischi" che in questi tre anni hanno risposto all'autore con ostilità, dimostrando la loro inguaribile cecità ai Cigni neri. "Robustezza e fragilità" riassume tre anni di vita di un'idea forte, in grado di modificare i nostri paradigmi mentali; tre anni che hanno anche trasformato, in meglio, la vita dell'autore. Taleb ha incontrato filosofi, scrittori, scienziati, uomini di stato, lettori comuni e persino buoni economisti, si è confrontato con loro, ne ha ascoltato conferme e obiezioni, ha visto crescere e svilupparsi la sua idea nel mondo. Da questi incontri è nato "Robustezza e fragilità", il suo nuovo racconto filosofico dove, fornendoci una carta topografica dell'Estremistan, Taleb ci insegna come muoverci in un mondo dominato dal caso e dall'incertezza.
"Aut aut" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche.
Nel novembre 2011, dopo un anno tormentato per l'Italia e per il mondo, Silvio Berlusconi cedeva la leadership politica a Mario Monti, nuovo capo del governo. Una svolta, nel bene e nel male. È stato allora che negli atteggiamenti pubblici e privati degli italiani si è imposta una nuova sobrietà, in opposizione alla consolidata barbarie. In "Un velo di sobrietà", Pier Aldo Rovatti rielabora gli editoriali scritti per "Il Piccolo di Trieste" più di sessanta "scene" suddivise in quattro sezioni tematiche: "La cattiva politica e quella buona", "Capitale umano", "Dentro la vita quotidiana", "Quale cultura". Con l'arma affilata della critica filosofica, Rovatti commenta gli eventi che dal maggio 2011 all'ottobre 2012 hanno segnato la realtà italiana e non solo. Dalla vittoria elettorale di Giuliano Pisapia a Milano alla spending review, al rigore dei ministri-professori; dal caso Lusi al neopopulismo di Beppe Grillo. E ancora, il naufragio della Costa Concordia; il corteo degli indignati a Roma nel 2011, sfociato in guerriglia urbana; i terremoti geologici e quelli finanziari; il limbo dell'università riformata; la medicalizzazione come modello diffuso; le nuove sfide della genitorialità; l'immagine femminile a lungo mercificata e svilita. Affrontando temi come questi, Rovatti promuove un uso non disciplinare della filosofia, che si concretizza in una pratica di lettura e scrittura per frammenti, a creare pause di riflessione nel flusso concitato della cronaca.
Rallentare il ritmo. Ascoltare gli altri, rivolgere maggiore attenzione alle cose che ci circondano. E indulgere, perché no, al dolce far niente. In un mondo dominato dalla fretta (di arrivare primi, di diventare grandi, potenti, ricchi), a volte fa bene resistere all'imperativo della velocità e dell'efficienza È il modo più saggio di stare al mondo, secondo un maestro del saper vivere come Pierre Sansot In questo elogio della lentezza, una voce fuori dal coro ci esorta in maniera divertente e contagiosa a dare al tempo qualche chance in più: aspettare, passeggiare senza meta, sognare, scrivere, gustare la buona tavola e il buon vino. Assaporare ogni giorno e ogni istante, fino in fondo.
In questo libro Harvey offre una panoramica della crisi della modernità vista attraverso l'analisi degli anni Ottanta, del "rampantismo" diffuso. È una indagine serrata, che accosta e attraversa il dibattito culturale, la mutata esperienza dello spazio e del tempo, l'arte e l'architettura postmoderna, le trasformazioni del modello fordista, l'internalizzazione delle attività finanziarie e la nuova stratificazione sociale.
Attraverso tutto il pensiero occidentale dai dialoghi di Platone e dall'"Organon" di Aristotele fino alle opere più sovversive di Feyerabend, David Oldroyd analizza gli esponenti, le scuole, i temi che hanno caratterizzato la riflessione epistemologica. Viene così fornita un'introduzione alle principali idee sulla natura della conoscenza scientifica e sui modi in cui può essere acquisita. Grazie a un simile approccio storico ed espositivo a quella che può definirsi metascienza, il lettore e lo studioso potranno conoscere gli strumenti interpretativi del mondo che la civiltà occidentale ha sviluppato dalle origini ai giorni nostri.
«Il potere può essere accresciuto congiuntamente a un aumento delle libertà da parte di coloro che sono sottoposti all’esercizio del potere.» Cos’è e come si esercita il potere? Partendo dal rifiuto delle concezioni classiche di tipo liberaldemocratico e marxista, secondo le quali esso è un attributo di determinati soggetti o l’applicazione della forza fisica, Luhmann ritiene che il potere non sia altro che un «mezzo di comunicazione» generato attraverso simboli. Solo questo modello può spiegare i fenomeni di produzione, circolazione e consumo del potere nelle moderne società informatizzate e multimediali. La teoria del potere nella concezione di Luhmann diventa quindi parte integrante di una teoria della società. Più che mai attuale, a oltre trent’anni dalla sua prima pubblicazione, Potere e complessità sociale è una riflessione su chi e come governa le nostre esistenze.
Il cibo come chiave di benessere integrale e connessione, il suo potere nel coltivare relazioni, tradizioni e identità, contrastando l'individualismo e la frenesia della vita moderna. Quando mangiamo ci nutriamo di alimenti, ma anche di simboli, di miti, di credenze, di ideali, di storia e di tradizioni, quindi di tutti gli ingredienti che sostengono la ricerca del senso della vita, l'importanza delle relazioni e la consapevolezza dell'interdipendenza che lega tutte le persone tra loro, con gli altri esseri viventi e con il pianeta. Da questo presupposto Rossella Semplici, psicologa, inizia il suo viaggio «nelle dimensioni dell'essere umano attraverso il cibo», portandoci a scoprire quanto l'alimentazione sia connessa alle relazioni con sé stessi e con gli altri. Un itinerario affascinante, che ci interroga e ci sprona a considerare il cibo e la tavola come uno spazio e un tempo per riscoprire il valore e l'importanza del prendersi cura di sé, inteso come ricerca del ben-essere integrale, da perseguire in armonia con il divenire della persona e della realtà di cui è parte.
Agli "ideali ascetici" Friedrich Nietzsche ha notoriamente dedicato una durissima requisitoria nella terza dissertazione della sua Genealogia della morale. Eppure, ad un'analisi più dettagliata, non è possibile ritrovare, in questo testo, neanche una singola occorrenza della parola "ascesi". È davvero possibile che il filosofo (e filologo classico) di Röcken abbia omesso casualmente una parola come askesis, tanto centrale per il pensiero filosofico greco, dal suo scritto polemico? Oppure il concetto di ascesi va interpretato in maniera differente rispetto a quello di "ideale ascetico", andando così a creare una costellazione teorica più complessa rispetto a quella che sembra configurarsi in un primo momento? Il presente lavoro si ripropone di effettuare una ricostruzione e discussione critica delle molte declinazioni dell'ascetismo presenti nel pensiero di Friedrich Nietzsche, tanto nelle opere a stampa quanto nei frammenti postumi: dall'ascesi greca di Pitagora e Orfeo, passando per quella (talvolta valorizzata, talvolta criticata) di Schopenhauer, fino ad arrivare alla decostruzione dell'ideale ascetico nella Genealogia della morale verranno prese in considerazione quelle che andranno a configurarsi come le molte ascesi di Nietzsche.
«Questo foglio, questa penna, questa stanza, questi colori, suoni e sfumature e ombre delle cose e dell'animo sono eterni». Questa affermazione del filosofo Emanuele Severino si fonda sulla pura ragione, libera dall'ottundimento nichilistico in cui versa l'Occidente. Il tentativo di questo libro è di illustrare quanto possa essere affascinante pensare ciò che nessuno mai oserebbe pensare, e cioè che ciascuna cosa è connessa a tutte le altre, e che proprio grazie a tale intreccio è possibile trovare un nuovo significato del tempo e dell'eternità. È appunto in questa tesi dell'eternità di tutte le cose, dell'impossibilità di ogni cosa di venire dal nulla e finire nel nulla - perché semplicemente il nulla non è - il fascino inconfondibile dell'opera di Severino. Questo libro cerca di restituirlo, pur tenendo vivo il vaglio critico che temi di così alta levatura filosofica, e di grande bellezza, necessariamente richiedono.
"Con simili strategie, infatti, si pensa ancora che ci sia qualcosa da fare, che il pensiero debba aprirsi strenuamente un cammino, che vi sia magari qualcosa contro cui esso urta e che perciò dia a pensare. Si dà forza al pensiero rendendo ardua la sua meta, perché - si dice - «come potrebbe accadere che la salvezza fosse trascurata quasi da tutti se fosse a portata di mano e la si potesse trovare senza grande fatica»? Se ciò non può accadere, tuttavia, è forse perché questo è veramente il più difficile da dire e pensare: che la salvezza stia qui, semplicemente accanto: a portata di mano."

