
Il 2 marzo 2011 veniva ucciso Shahbaz Bhatti, Ministro pakistano per le minoranze religiose, figura fondamentale per il dialogo interreligioso mondiale. Il fratello Paul, che da anni aveva abbandonato il Pakistan e aveva sempre cercato di convincere Shahbaz a cercare una vita più tranquilla e senza pericoli, decide di proseguire la sua missione ritornando in patria. Prendendo il posto di Shahbaz, Paul si ritrova a conoscere aspetti della vita del fratello che prima ignorava: entra emotivamente in quella missione che, precedentemente, non aveva capito fino in fondo e che diventerà anche la sua missione. Le vite di due fratelli raccontate non dal punto di vista pubblico ma privato. La missione sincera di chi ha dato voce ad un ideale di giustizia.
«Dobbiamo onorare Gesù Cristo servendolo corporalmente e spiritualmente nella persona dei poveri, sia malati, sia bambini, sia carcerati o altri, che per vergogna non osino far trasparire il loro bisogno». Così scriveva il sacerdote Vincenzo de Paoli. E a quattrocento anni di distanza dalla nascita del carisma delle sue fondazioni, che ebbe inizio il 25 gennaio 1617 a Folleville in occasione della "prima predica della Missione" e con la realizzazione - il medesimo anno - delle "Carità", si propone questa nuova e appassionata biografia del santo dei poveri, da parte di don Luigi Mezzadri, a sua volta sacerdote vincenziano. Non si tratta, qui, di una semplice agiografia ma di una riflessione che prende spunto dalle intuizioni e dalla vicenda di un gigante della spiritualità, per riflettere ancora oggi sulla carità e sui poveri, che egli definì essere i suoi veri maestri, insieme a Cristo. Un omaggio a una figura che continua a irradiare il proprio carisma nel mondo e di cui dovremmo tornare a conoscere le radici. La biografia è ampiamente corredata di citazioni che portano il lettore ad ascoltare la voce viva di san Vincenzo.
«Lei mi guardava e io comprendevo, in una comunicazione che non so descrivere, che quello che vedevo era il volto della pienezza umana, il mio volto, il volto di ogni essere umano, l'umanità realizzata nel compimento delle sue infinite possibilità, il divino nell'umano, la gioia del creatore. Poi lei cominciò a parlare e mi disse: Sono venuta ad insegnarvi la via della felicità sulla terra». Il 4 giugno 1947 avvenne la prima delle ottanta apparizioni che cambiarono la vita di Angela Volpini, allora bambina e oggi donna e guida di molti: in quelle visioni, l'idea classica di un Dio onnipotente che dall'alto distribuisce gioie e dolori agli uomini viene ribaltata. Nell'esperienza di Angela, Maria annuncia che la storia dell'uomo è cambiata: Dio ci ha dato tutto, spetta a noi portare a compimento il dono della vita e dell'amore. In questo libro, il vaticanista di Repubblica Paolo Rodari rivive con Angela Volpini i nove anni delle apparizioni, e riassume il messaggio in sei semplici passi che ognuno può percorrere per essere felice.
Chi è la donna che accompagna Abramo durante il cammino che egli conduce fidandosi della promessa del Signore? Perché quando entra nel racconto viene chiamata Sarai, se – come Dio rivelerà – «Il suo nome è Sara» (Gen 17,15)? E che cosa si può dire, a partire dal racconto del libro della Genesi, del cammino di fede di questa donna? Chi è per lei Dio? Che volto ha? Camminare accanto ad Abramo le è sufficiente per condividere la sua stessa esperienza di fede e di abbandono? E quale sarà la parte di questa donna nella vocazione del marito? Sarà un aiuto? Sarà un ostacolo?
A Sara la Bibbia ebraica dedica più spazio che ad altre donne, ma la sua storia emerge solo in frammenti della storia di Abramo. Non si sa da dove venga questa donna, non si sa di chi sia figlia: oltre a ciò che altri dicono di lei, saranno le sue azioni e le sue parole a rivelarne l’identità nel corso del racconto, mentre i particolari espressi, mancanti o ripetuti, diventano indizi che guidano l’interpretazione. Questo volume intende accompagnare il lettore alla scoperta del modo in cui la Bibbia racconta Sara e la sua fede.
Il volume fa parte della serie "Madri della fede", diretta da Cristina Simonelli e Rita Torti.
Sul calendario cattolico dei santi la sua memoria cade il 23 settembre, lo stesso giorno di San Pio da Pietrelcina, Padre Pio, che la supera per fama. Eppure Tecla di Iconio, protagonista degli Atti di Paolo e Tecla (II secolo), sarebbe la prima donna martire cristiana, il corrispondente femminile di Santo Stefano: come mai la storia non le ha dato lo stesso rilievo? Era troppo ribelle per la parte maschile e potente della Chiesa? O troppo angelicata e banale per attirare l’attenzione femminile? Lungo i secoli è stata entrambe le cose: la paladina del riscatto sociale delle donne e l’esempio morale di verginità, la “madre della fede” degenere e quella bigotta. Da che parte stia davvero, lo si può dire soltanto tornando a leggere la sua vicenda di discepola, di cristiana… di “figlia” prima che di “madre”.
Alice Bianchi, attraverso la ricostruzione e l’analisi attenta degli Atti, racconto di un cammino, ci aiuta a tornare in ascolto della Tecla “originaria”, che parla a noi, uomini e donne, di ciò che è più importante: la serietà e il coraggio della fede e delle sue conseguenze.
Il volume fa parte della serie "Madri della fede", diretta da Cristina Simonelli e Rita Torti.
Nell’ora più calda del giorno, mentre è in preghiera nella solitudine del deserto, l’integerrimo monaco asceta Zosima intravede qualcosa. Non è una bestia o un dèmone, ma una donna di cui scoprirà gradatamente la vicenda rocambolesca. Si chiama Maria, aveva condotto una vita dissoluta nella città di Alessandria e poi si era unita per caso a un gruppo di pellegrini in viaggio verso Gerusalemme. Convertitasi davanti al Santo Sepolcro, aveva deciso di vivere il resto della sua esistenza nel deserto come penitente. L’incontro con Maria trasforma Zosima, dando avvio a un paradossale cammino a ritroso nella sua via di perfezione e a una conversione che, scombinando i confini tra modelli maschili e femminili, gli permetterà l’accesso alla vera santità. Maria Egiziaca forse non è mai concretamente esistita, ma nella sua storia, che aveva evidentemente bisogno di essere raccontata, si sono riconosciute a partire dal VI secolo schiere di monaci e monache. Attraverso di essa scorgiamo il complesso mondo dei movimenti ascetici del primo millennio e le simbologie spirituali che hanno disegnato l’interiorità degli uomini e delle donne orientandone il cammino cristiano.
Nel tardo IV secolo, a Costantinopoli, Olimpia è una donna famosa e stimata dai contemporanei, tanto che Gregorio di Nissa dedica a lei il suo commento al Cantico dei Cantici. Oggi però la sua figura si impone per un altro motivo: Olimpia è diacona, ordinata dal patriarca Nettario e poi preziosa collaboratrice del successore, Giovanni Crisostomo. Nella tanto dibattuta questione "donne e diaconato-, liberato il campo da ingombranti pregiudizi, il racconto della vita di Olimpia fa riscoprire come abbia esercitato il suo ministero per l'edificazione di una Chiesa a misura di Vangelo. Ampliando la prospettiva, le pagine del libro presentano una donna dai molti volti - sposa, asceta, vergine, diacona -, indagano l'emergere della sua personalità, mostrano le tappe della sua fede, seguono lo sviluppo del suo rapporto con la Scrittura e attraversano le lotte pubbliche e interiori che dovette affrontare, fino ad approdare al riconoscimento della santità di Olimpia come "pietra- che edifica la Chiesa. E a suggerire che la liturgia trovi modi più appropriati per farne memoria.
Il 15 settembre 2020 don Roberto Malgesini, 51 anni, viene ucciso a Como da una delle moltissime persone cui forniva aiuto ogni giorno. La sua morte ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica ed è stata ricordata con intensa partecipazione da papa Francesco. Questo libro ricostruisce il percorso di un sacerdote umile e concreto che ha offerto le sue risorse, le sue intuizioni e il suo sorriso perché tutti i dimenticati e scartati dalla società potessero trovare accoglienza, ascolto e aiuto. L'autore ha intervistato i famigliari, gli amici, i confratelli e i fedeli, tra i quali molti volontari che oggi stanno continuando l'opera del loro "don". Passi che consolano, accanto a una figura riservata e solida: un prete con il sorriso che ha vissuto secondo il cuore di Cristo e si è guadagnato la riconoscenza di tutta la città in cui ha operato.
In un mondo senza punti di riferimento, in cui sembrano mancare grandi donne e grandi uomini da cui trarre ispirazione, padre Pedro è una luminosa eccezione. Da quasi trent'anni Padre Pedro porta avanti la sua personale lotta contro la povertà in Madagascar attraverso l'associazione Akamasoa. Chi ha lavorato con lui o lo ha incrociato nel suo cammino, ne ha conosciuto la gentilezza, la generosità, l'amore per il prossimo, ma anche il carattere vulcanico, la schiettezza, la sua santa rabbia. Questo libro, scritto a quattro mani con Pierre Lunel, è una raccolta di riflessioni sui grandi temi dell'oggi e - allo stesso tempo - un manifesto programmatico, un invito a ribellarsi alle ingiustizie che si consumano sulla pelle degli ultimi. Il diritto a una vita degna, la lotta alla povertà, la necessità di fornire istruzione e futuro ai bambini, l'accoglienza ai rifugiati, la guerra santa e la morte, il declino della politica, il ruolo delle donne, la democrazia...un solo grido RIBELLATEVI! per un futuro migliore.
Nata in Messico nel 1648, Juana Inés de la Cruz, al secolo Juana Ramírez de Asbaje, riunisce in sé vari mondi che si intrecciano nelle sue opere poetiche, composte anche su incarico dei regnanti novoispanici. Affamata di sapere fin da piccolissima, diventa ben presto famosa per l’ampiezza e la profondità delle sue conoscenze in molti campi e affermata esponente del barocco ispano-americano. Non vuole sposarsi, e sceglie la consacrazione religiosa come quella più compatibile con il desiderio di studiare la teologia e le sacre Scritture. In convento sperimenta importanti e intime relazioni fra donne e compone le appassionate liriche per la contessa Maria Luisa de Paredes, ma deve anche scontrarsi con l’invadenza dei direttori spirituali che premono perché, in considerazione del suo sesso, rinunci al sapere, alla poesia, alle scienze sacre. A questo patriarcato camuffato da spiritualità Juana oppone la libertà che le viene da Dio, la genealogia delle donne bibliche e una domanda ancora attualissima: «Quale rivelazione divina, quale decisione della Chiesa, quale regola dell’intelletto avrebbe creato una legge così severa per noi?».
''Ecco dunque il senso di questo libro piccolo ma prezioso, che non parla di teologia complessa, di conoscenza astratta, ma è denso di vita vissuta, di esperienza concreta con Dio, di relazione che passa attraverso la vita vera dell'autore e la testimonianza di tanti giovani che hanno fatto esperienza di Dio attraverso un contatto profondo con l'Eucaristia. Giovani come tanti altri che hanno avuto il coraggio di provare ad aprire lo scrigno del loro cuore a colui che dà senso e pienezza alla vita. La storia di ciascuno può essere la più difficile, devastata, debole, insignificante, piena di prove e dolore, ma diviene pesante e invivibile solo quando è priva di senso. Solo chi ha una meta cammina, solo chi è spinto da una passione è disposto a soffrire per portarla a compimento''. (dalla Presentazione). A fare da commento e quasi da preziosa guida per il lettore sono disseminate lungo il testo alcune significative parole del beato Carlo Acutis.
Padre Ernesto Balducci (1922-1992), con la sua personale vicenda di prete e di pensatore, attraversa tutta la storia del cattolicesimo italiano pre e post conciliare, con una crescente lucidità e capacità di rispondere alle stimolanti domande che quell'epoca pose, che ancora oggi non è stata completamente recepita. Il presente libro si propone di ripercorrere la vicenda umana e cristiana del grande scolopio, non tanto nella ricostruzione del classico racconto biografico, ma mettendo a tema quella ben più essenziale "biografia dell'anima e del pensiero- che rivela il vero quid esistenziale balducciano: dalla vocazione iniziale al sacerdozio, fino alla scoperta di appartenere, proprio come credente, al mondo e di dover rispondere, per ciò, alle istanze di tutti, credenti e non, per un ecumenismo ecclesiale e sociale. Il lettore si troverà di fronte a una vera e propria profezia in itinere, che non può che provocare, ancora oggi, in un'epoca di profonda transizione, le coscienze di ciascuno.

