
"Carissimi genitori, vi racconto una storia succeduta ad un missionario qui. Un nuovo cristiano fu battutto terribilmente dal mandarino per nessun'altra colpa che per essere cristiano. Il missionario andò subito dal mandarino per liberare il cristiano. Il mandarino mandò dei manigoldi che con grandi bastoni hanno battuto quel missionario, l'hanno tirato fuori di casa, gettato a terra, gli hanno lordato la faccia con sporchezze schifosissime e l'hanno strascinato per la città, beffeggiato da una folla grandissima; minacciarono di gettarlo nell'acqua, di ucciderlo e così via. Arrivati fuori città l'hanno gettato legato per terra. Là sdraiato predicò loro per mezz'ora, poi l'hanno lasciato andar via. Non aveva scarpe né cappello, gli fu rubato tutto, il carro fatto in pezzi. Il poveretto se ne andò, camminò qua e là tutta la notte, non sapeva dove andare, la mattina arrivò mezzo morto in un luogo ove erano dei cristiani. Adesso quel missionario è guarito e sta allegro e ringrazia il Signore di averlo degnato di poter patire un po' per amor di Dio e dei cinesi. Questo missionario, che vi saluta di cuore e vi prega delle vostre orazioni, non è nessun altro che Vostro figlio Giuseppe." (Cina, 27 giugno 1889)
L'esperienza della Chiesa d'Algeria negli ultimi cinquant'anni - ovvero dopo l'indipendenza del paese - ha molto da dire, nella sua singolarità, a chiunque si interroghi sulla testimonianza del Vangelo nel mondo contemporaneo, in particolare dove i cristiani si trovano in forte minoranza. La diocesi di Laghouat-Ghardaïa, nel Sahara, misura 2,5 milioni di kmq, ma conta poche decine di cattolici. Abitato come fosse una cattedrale, il deserto, al centro del racconto autobiografico di mons. Rault, diviene luogo santo di preghiera e di incontro spirituale con il fratello musulmano. Era lo stile dei monaci martiri di Tibhirine e del loro priore Christian de Chergé, al quale mons. Rault è stato legato da lunga e intensa amicizia e con il quale ha condiviso dalle origini il progetto della Ribât Essalâm, il "Legame della pace".
"Quando la Chiesa cerca di essere lievito, sale e luce in mezzo a tante tenebre e tanto marciume, viene attaccata nella vita dei suoi sacerdoti". Parlava di sé, monsignor Romero, in questa lettera del novembre 1979, pochi mesi prima di venir assassinato sull'altare, ultima tappa di una vita spesa a favore della giustizia in nome del Dio dell'amore. In queste pagine, tratte dall'epistolario finora mai pubblicato del vescovo salvadoregno, riconosciuto martire dalla Chiesa, affiora la portata della testimonianza di Romero, la sua eccezionale statura di sacerdote, profeta e pastore in mezzo al popolo, in particolare i più poveri e disprezzati. Attraverso le sue stesse parole possiamo entrare nell'intimo di questa grande figura di uomo e di credente, consapevole che il suo impegno per la verità gli sarebbe potuto costare la vita: "La Chiesa è più grande e più santa quando è perseguitata". Una constatazione che vale anche per i nostri giorni, un lascito di Romero alla Chiesa perché sia sempre più fedele alla sua missione: "Non scoraggiatevi per la persecuzione che ci prende di mira, piuttosto vedetela come segno che davvero stiamo cercando di costruire il regno di Dio".
"Una missionaria muore volentieri nella sua terra di missione. E poi a me basta esserci, anche se non potrò fare tante cose". La vita e le opere di tanti missionari e missionarie si possono riassumere in questa frase di Olga Raschietti. Una sorta di testamento scritto pochi giorni prima di venir uccisa con altre due consorelle nella loro abitazione di Kamenge, in Burundi, Paese-simbolo dell'Africa piagata dalla violenza ma anche terra di vitalità e speranza, patria di un popolo indomito in cerca di pace. Esserci prima che fare. Olga, Lucia e Bernardetta sono state annunciatrici di Dio ancor prima di aver fatto del bene in anni di servizio tra popoli diversi: Brasile, Congo, Italia, Burundi, come catechista (Olga), ostetrica (Lucia) e formatrice (Bernardetta). Teresina Caffi racconta i tratti salienti delle loro vite, dà voce ai loro scritti intimi, fa emergere riflessioni spirituali e confidenze con amiche e famigliari. Queste pagine ci restituiscono l'epopea feriale di donne semplici e tenaci, pronte ad affrontare pericoli, rapine, guerre, soprusi e timori per portare a chiunque la materna vicinanza di un Dio che si fa prossimo a ciascuno. "Per la mia vita non temo. Ho già avvisato: se muoio lasciatemi là. Ho sempre desiderato morire in Africa per risorgere il giorno ultimo col popolo africano" (Lucia Pulici).
Carlo e Roberto: due giovani molto diversi uniti da una straordinaria amicizia e da una vita vissuta a cento all'ora, che scelgono la via del "farsi santi insieme". Nell'entusiasmo e nella freschezza dei loro vent'anni, la radicale profondità dell'amore evangelico si fa cammino esemplare che ha per meta - dalla cima di una montagna o dal letto di un ospedale - un gioioso "tuffo in Dio".
La vicenda personale di Antonino Celona e quella fondazionale della Congregazione delle Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore.
Il 31 ottobre 1517 sul portone della chiesa del castello di Wittenberg, che è anche la chiesa dell'università, viene affissa una pergamena con 95 Tesi. Le propone alla discussione accademica frate Martin Lutero, dottore in teologia. Le Tesi contengono la proposta di un ritorno alla fede cristiana autentica, scandita in affermazioni audaci, dalla critica alle indulgenze o alla potestà del papa, fino alle necessità dei poveri. Nessuno lo immagina, nemmeno Lutero, ma è l'inizio della rivoluzione. Queste pagine la raccontano seguendo i passi della vita di un uomo dalla personalità complessa e contraddittoria, pienamente immerso nel suo tempo. Inquieto, impulsivo, intelligente, socievole, dedito con passione alla ricerca di Dio, Lutero segna il passaggio della storia europea dal Medioevo all'età moderna e continua ancora oggi a interrogarci.
Jean Guitton incontrò Marthe Robin per caso, accompagnando da lei il suo amico ateo, il medico e filosofo Couchoud. Rimase folgorato dal genio di questa umile contadina, che, dal suo letto di dolore e di malattia, illuminava e consigliava le migliaia di persone che venivano a lei attratte dalla sua testimonianza. L'amicizia tra Marthe Robin e Jean Guitton durerà venticinque anni, fino alla morte di Marthe. Ed è proprio questa amicizia che dà autorevolezza alla biografia attraverso la quale l'autore evidenzia e guida a comprendere l'esperienza mistica di Marthe e le sue manifestazioni fisiche collocate all'interno di un orizzonte storico, filosofico, evolutivo e spirituale.
Il volume Maestra Vincenti racconta la vita di suor Maria Vincenti, una Figlia di San Paolo. Maria Vincenti è nata a Santa Restituta (frazione del comune di Avigliano Umbro - Terni), un paesino delle montagne umbre il 28 aprile 1913 ed è morta a Langley (Inghilterra) il 15 ottobre 1967. È essenzialmente la storia di un'anima timida e riservata, forte e umile insieme, molto intelligente e dal portamento e dai gesti signorili; una "donna di stile", come qualcuna l'ha definita. Fu una paolina scrittrice, redattrice e pubblicò libri con buon gusto e raffinatezza. Ha insegnato Teologia dogmatica e Storia dell'arte per lunghi anni ed è stata molto amata e rispettata dalle sue consorelle.
Il libro presenta la forte personalità e l’intenso cammino spirituale di sr.Maria Teresa dell’Eucarestia,protagonista del famoso documentario Clausura(vincitore nel 1958 del Premio Italia).Un cammino che portò sr.Maria Teresafuori dal Carmelo, per condividere con i fratelli la sua esperienza di Dio edar vita al carisma delle Piccole sorelle di Maria, caratterizzato da una felicesintesi di contemplazione e accoglienza, ascolto, dialogo con tutti: credenti,atei,appartenenti ad altre confessioni,persone con ogni tipo di sofferenza.
VIVERE DONANDOCI,PERDUTI A NOI E AI NOSTRI INTERESSI. DIO IN OGNI FRATELLO. LASCIAMOCI PENETRARE SOLTANTO DAL PRESENTE E… SE OGNI ISTANTE CI DEVE MUTARE SIA PER UN SEMPRE MAGGIOR SPROFONDARE NELLA SUA STABILITÀ.
AUTORI Sergio Zavoli,giornalista e scrittore di grande successo,con libri che hanno rappresentato il secolo scorso.Tra questi, Socialista di Dio, Mondadori,Milano 1981e La notte della repubblica, Mondadori,Milano 1995.
Eliana Pasini, responsabile delle «Piccole sorelle di Maria», la comunità dell’Eremo di Collepino di Spello.
Enrico Garlaschelli, docente di filosofia e giornalista;collabora con varie riviste e ha già pubblicato per l’Editrice Berti Cercatori di Dio (2007) e Passaggio a Oriente(2008).
In Italia e nel mondo tutti conoscono don Oreste Benzi, il presidente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, l’«infaticabile apostolo della carità», come lo ha descritto papa Benedetto XVI nel messaggio in occasione del suo ritorno alla casa del Padre.Tutti conoscono il padre dei poveri, dei diseredati, degli emarginati, di chi non ha voce. Ma non tutti sanno che don Benzi, per ben trentadue anni, dal 1968 al 2000, è stato anche parroco della Resurrezione, al quartiere grotta Rossa di Rimini, comunità parrocchiale che lui stesso ha fondato, insieme ad altri sacerdoti.
Si può affermare che don Oreste Benzi è diventato quella figura di sacerdote che tutti conoscono anche grazie all’esperienza di parroco. E certamente in tale esperienza ha comunicato e alimentato il suo carisma, così da imprimere un marchio inconfondibile alla sua parrocchia.
Questo volume cercherà di raccontare nei dettagli lo spirito, le tappe, gli avvenimenti di questa originale avventura pastorale. Sarà un racconto costruito con le parole e le riflessioni dello stesso don Oreste, e anche con le testimonianze dei suoi parrocchiani, di chi si è lasciato coinvolgere e trascinare dal suo carisma.
Punti Forti
Don Oreste Benzi dal 1968 al 2000 è stato parroco alla Resurrezione, nel quartiere grotta Rossa di Rimini. Questo aspetto, ignorato dai più, è stato ricostruito attraverso le parole dello stesso don Benzi e le interviste rivolte ai suoi parrocchiani.
Prefazione di mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini.
Un intenso inserto fotografico.
destinatari
Per chi desidera approfondire la conoscenza di un aspetto inedito di don Oreste Benzi.
Autore
Valerio lessi è giornalista e consulente di web marketing.Vive e lavora a Rimini. Su don Benzi per San Paolo ha pubblicato il libro intervista Con questa tonaca lisa (2001) e la biografia Don Oreste Benzi. Un infaticabile apostolo della carità (2008); per Paoline ha pubblicato, tra l’altro, la biografia Enrico Bartoletti. Vescovo del Concilio Testimone di speranza (2009). Francesco Lambiasi è stato rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni dal ’93 al ’99. Dal 2001 al 2007 è stato assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, a cui ha dato vigoroso impulso. Dal 2007 è vescovo di Rimini.
L’autore è il postulatore della causa di beatificazione di don Pino Puglisi.
La beatificazione di don Pino è sempre stata rimandata perché la sua uccisione era letta come motivata dal suo aver agito contro la mafia. E quindi la sua morte non sarebbe stato martirio.
Proprio gli approfondimenti di Bertolone hanno permesso il cambio di angolatura. E in questo testo l’autore dimostra, attraverso la vita, gli insegnamenti, l’agire tutto di don Puglisi, come egli sia stato ucciso “in odio alla fede” perché proprio il suo essere sacerdote e pastore fino in fondo, fedele al Vangelo che viveva e annunciava, nell’amore ai fratelli che il Signore gli aveva affidato, specialmente i più piccoli, proprio questo l’ha messo in rotta di collisione con la mafia. È la sua fede - vissuta nel concreto nel quartiere di Brancaccio - che ha “disturbato” i mafiosi. «Don Puglisi venne ucciso a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale nel quartiere Brancaccio di Palermo, controllato dalla criminalità».
Dopo un primo capitolo sul valore del martirio, l’autore narra l’ultimo giorno di vita di don Pino, ne presenta un profilo biografico, evidenzia i tentativi di depistaggio sulla sua morte, quindi analizza i perché della sua condanna a morte da parte della mafia e insieme evidenzia la sua consapevolezza e accettazione libera e responsabile della probabile morte violenta.
Viene quindi fatto emergere lo stile del ministero sacerdotale di don Pino Puglisi e il messaggio che ci ha lasciato: un invito a guardare oltre.
Il tutto sempre attraverso le parole di don Puglisi e le molteplici testimonianze da parte di esponenti di diverse categorie di persone e istituzioni.
Autore
Vincenzo Bertolone (1946), della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri, è attualmente arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace. Ordinato sacerdote, ha ottenuto successivamente la laurea in Pedagogia all’università di Palermo e il dottorato in Diritto Canonico all’Angelicum. È autore di molte pubblicazioni in ambito agiografico e di spiritualità. Il suo programma: da attuare «prima in me, poi nei sacerdoti, poi nel popolo e tra le istituzioni» Ampia scheda nel risvolto della IV di copertina.

