
Ad accomunare le persone che incontriamo in questo libro sonol'etica del bene comune, la giustizia, l'uguaglianza, la pace, la solidarietà, la libertà di coscienza, l'obiettivo di una politica rinnovata al servizio delle persone e della comunità. Sono personalità innovatrici, a tratti eroiche o rivoluzionarie come don Tonino Bello, don Puglisi e Oscar Romero; sono compagni di strada di Pierluigi Di Piazza che, come lui, si sono battuti appassionatamente per costruire una Chiesa povera e socialmente impegnata. Sono uomini e donne noti ma anche persone comuni come gli immigrati del Centro Balducci e persone estranee alla Chiesa come Margherita Hack e il Dalai Lama. Da uomo, prete e animatore culturale, Di Piazza intreccia le loro e la sua storia intorno ai temi più controversi dell'essere oggi cristiani e a quelli che uniscono le donne e gli uomini di buona volontà.
"Insomma, sebbene mi trovi, per usare una qualifica ormai desueta, in zona laica, non mi sposto di un capello dal mio asse evangelico. Più che di una transizione alla laicità [...] si tratta di una immersione della laicità nella profezia, di una iscrizione della razionalità comune dentro il cerchio di un orizzonte che ha misure ben più vaste di quello della ragione; è lo stesso orizzonte dell'uomo possibile, su cui batte la stessa luce che, nei momenti di preghiera, illumina il mio occhio contemplativo. La mia è, dunque, per usare l'espressione di un Padre greco, una fuga immobile!" (Padre Ernesto Balducci) La complessità degli avvenimenti che videro padre Balducci fra i protagonisti della seconda metà del Novecento nel nostro Paese non può esaurirsi in una biografia dalle connotazioni di sintesi come l'attuale. Queste note rappresentano piuttosto la testimonianza di chi visse accanto al padre scolopio per lunghi anni, condividendone la quotidianità nell'amicizia e nella collaborazione. Si tratta dunque di uno spaccato biografico per certi versi inusuale, perché teso a valorizzare soprattutto la dimensione amicale e spirituale di padre Balducci.
Il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze dal 3 luglio 1977 al 26 ottobre 1982, è stato una figura di primo piano nella Chiesa del post-Concilio, come emerge dalle testimonianze raccolte da Antonio Lovascio nel trentennale della morte. Considerato 'la mano destra" di Giovanni Battista Montini: suo segretario particolare in Vaticano nel periodo pacelliano; poi, per dieci anni, come Sostituto alla Segreteria di Stato, dove la quasi ventennale esperienza diplomatica nelle Nunziature ha sicuramente contribuito a dare un'impronta di internazionalizzazione al Pontificato di Paolo VI. Protagonista di due Conclavi, Benelli ha servito fedelmente anche Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Coraggiose le sue battaglie contro il divorzio e in difesa della vita. A Firenze ha lasciato il segno la sua Visita Pastorale innovativa.
Un libro-testimonianza, dal linguaggio vero, ricco di provocazioni su quel fenomeno, ormai globalizzato, che è la tratta di donne e minori migranti, nuova forma di schiavitù a scopo di sfruttamento sessuale. Questa grave realtà di violenza mette il lettore di fronte alle scottanti questioni del rispetto della vita umana e della dignità della donna, nel più ampio contesto della migrazione dei popoli, delle ottusità burocratiche, della inadeguatezza delle scelte politiche, della distribuzione iniqua delle risorse e della ricerca faticosa di un'etica responsabile. L'impegno creativo e appassionato di una comunità religiosa, in un territorio particolare come quello casertano, traccia qui un percorso possibile rispetto a quelle angoscianti problematiche. Il contenuto del libro nasce da un concerto di voci: suore, giovani donne vittime di sfruttatori, presenze amiche, giornalisti, scrittrici, rappresentanti di istituzioni ecclesiali e laiche, che si armonizzano e convergono per generare ed esprimere, da una realtà di dolore e schiavitù, cammini di vita e di liberazione. Un libro che racconta gesti di tenerezza che leniscono ferite e infondono fiducia, parole che dicono impegno di vita e pubblica presa di posizione a favore della donna oppressa, sogni condivisi che hanno in sé l'ardire di liberare la speranza. Il volume è introdotto da una testimonianza sulla comunità di Dacia Maraini.
La seconda morte, la seconda vita non è solo la continuazione di "Svegliati Simone", l'intenso esordio autobiografico in cui Gloria Valenti ha raccontato con intensità e sincerità la sua vita con Simone, il figlio adolescente finito nel lungo sonno dello stato vegetativo permanente dopo un devastante arresto cardiaco mentre andava a scuola sul suo motorino. Dopo sette anni della sua vita sospesa, una vita non vita eppure ancora vita, Simone se n'è andato. Il suo cuore si è fermato per la seconda volta, quella definitiva. La sua mamma torna a raccontarlo, a raccontarsi, a dirci la forza inesauribile della vita che continua, nonostante tutto, attraverso il dolore e sempre nuove tappe nella conoscenza di sé e di quelli che ci vogliono bene. Tra l'Argentina e le Mauritius un diario di viaggio dell'anima. Un libro struggente eppure pieno di speranza.
Don Guerrino Zalla, morto a 65 anni nel 2006, soprannominato dagli amici El Guera, ha lasciato un'impronta indelebile di uomo e di sacerdote nei tanti paesi del Trentino (da Roverè della Luna, Lizzana a Folgaria, da Brancolino/Noarna/Sasso a Mollaro) dove ha seminato il Vangelo, il "suo" vangelo esigente e coerente, sperimentato tra gli operai, attento ai poveri della sua terra e del mondo, impegnato per la giustizia sociale e per la pace. E per una Chiesa aperta ai drammi e alle speranze degli uomini. Dall'infanzia nell'alta Val di Sole all'ordinazione sacerdotale nella Trento del pre-Sessantotto, dalle battaglie per la concretizzazione del Concilio Vaticano II al lavoro in fabbrica durante la stagione calda delle lotte sindacali, fino all'esperienza di "cassintegrato parroco" e alla passione generosa nei "Beati i costruttori di pace" e nel "Tam tam per Korogocho" (la baraccopoli dove ha vissuto padre Zanotelli), El Guera è stato un uomo di frontiera e di utopia, "che non è altro, diceva, che il nome laico della speranza". In questo libro il suo ritratto, costruito attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciuto e amato, anche nel suo essere sempre "fuori dalle righe": libero, e ribelle nella fedeltà alla sua missione. Con la prefazione di don Marcello Farina e la postfazione di p. Alex Zanotelli.
In soli ventinove anni di vita, prima di essere inghiottita come Anna Frank dal buio del lager, Etty Hillesum (1914-1943) ci ha lasciato un eccezionale tesoro di pensiero sulla vita offesa, su Dio, sul male e sulla bellezza, sulla speranza che non si rassegna.
Emanuela Miconi, germanista di formazione, rilegge Etty da una prospettiva inedita, sottolineando per esempio i fili che la legano al grande poeta Rainer Maria Rilke, in tre capitoli appassionanti e rivelativi: «Un'anima di fuoco e di cristallo», «I costruttori di Dio», «Sulla soglia: le lettere da Westerbork».
Racconto della sua vita breve ma intensissima, e del suo pensiero folgorante, il libro è una chiave che ci apre i segreti di Etty, quasi inesauribile fonte di illuminazioni e di interrogativi sul Novecento degli orrori e sul nostro presente.
"Da sempre, da quando l'uomo ha preso coscienza della sua esistenza, si è chiesto: "Qual è il valore ed il senso della mia esistenza? La mia vita ha un senso? Cioè: lo ha da prima, glielo do io, lo danno gli altri? Qual è il senso, eventualmente, di questa vita?". In fondo la maniera migliore per dimenticare le nostre preoccupazioni consiste nel darsi agli altri. La forma più sicura per ottenere la gioia e la pace, è quella di fare qualcosa per gli altri. E questo può deciderlo solo il singolo. L'uomo è libero di costruirsi il proprio futuro. Sta a lui arricchirlo o deformarlo. La gioia proviene dal dare e condividere, non già dall'accumulare e sfruttare. Non è in fondo l'avere, il possedere, il successo, che dà felicità all'uomo, senso e pienezza di vita all'uomo. È invece l'essere... Tutto quello che, invece, quando noi lo diamo agli altri, diminuisce per noi, allora non merita che noi lo facciamo diventare oggetto principale delle nostre preoccupazioni: il denaro, le ricchezze, il successo, se noi li diamo agli altri diminuiscono per noi. Mentre l'amore, la fede, tutte quelle cose che invece appartengono all'ordine spirituale, quanto più ne diamo agli altri, tanto più amiamo gli altri, tanto più cresciamo noi nell'amore, cresce l'amore dentro di noi" .
Consapevole fin dall'adolescenza della propria responsabilità morale e storica, Alberto si formò culturalmente e religiosamente nella Firenze di La Pira, ricca di fermenti, e nel clima ecumenico di due collegi svizzeri. Allontanatosi dalla Chiesa cattolica nel 1961, s'impegnò con passione in un progetto politico che fosse all'altezza del "crinale apocalittico" degli anni Sessanta, rispondendo all'esigenza di portare a compimento la giovane e incerta democrazia italiana. Dalla fondazione di "Nuova Resistenza", all'azione svolta come dirigente della Federazione giovanile socialista (1964-66), dalla poliedrica attività pubblicistica su Astrolabio, Rinascita, l'Unità e sul quotidiano palermitano L'Ora, no alla sua adesione al PCI (1968) e all'intenso lavoro svolto a Botteghe Oscure, si articola un percorso in cui l'attenzione per il mondo cattolico e l'interesse per la ricerca teologica non vennero mai meno. L'audace progetto politico del "compromesso storico" berlingueriano cui diede il suo creativo contributo e l'inquieta e onesta ricerca interiore, testimoniano quella "volontà di futuro" che farà approdare la sua breve ma intensa esistenza a una lucida resa all'amabile azione della Grazia.
Il 2 aprile 2020, dopo alcuni giorni di malessere, il vescovo di Caltagirone viene ricoverato in ospedale. Il tampone conferma la diagnosi: si tratta del Covid-19. Inizia così un lungo calvario unito ad una profonda solitudine in cui, nudo di fronte al creatore, il vescovo inizia un dialogo a tu per tu con un piccolo crocifisso attaccato alla parete. Il volume raccoglie un'intervista di Lilli Genco in cui mons. Peri racconta la sua esperienza di malato e guarito dal Covid-19 e le lettere e gli esercizi spirituali che ha donato alla sua diocesi durante il periodo di ricovero e isolamento.
Un anno con l’apostola della divina misericordia.
Contiene le preghiere alla Divina Misericordia scritte da Santa Faustina; la Coroncina alla Divina Misericordia; la Novena alla Divina Misericordia; la Via Crucis basata sui testi del Vangelo e del Diario di Santa Faustina; le litanie alla divina Misericordia.
Leggendo la biografia di Edvige Carboni ci si rende davvero conto che Dio è meraviglioso nei suoi Santi e che il muro che sembra separare la nostra città terrena da quella eterna, è fragile. Nei mistici Dio lo vuole abbattere e dare una risposta a tante tesi che oggi lo negano o a quanti vogliono metterlo a tacere sulla bocca di chi, al suo posto, sa di dover parlare. La vita di Edvige Carboni fu una vera teofania.