
Mario è un beato on the road. Lascia casa, famiglia, amici, lingua, cultura, terra, radici per la missione lontana: sceglie di «andare». Sempre, dovunque e comunque. Incessantemente, con ogni mezzo a disposizione. Fino alle strade, ai sentieri e alle boscaglie del Laos. Anche il suo martirio si consuma on the road. Vengono in mente i versi di Pavese: Traversare una strada per scappare di casa lo fa solo un ragazzo, ma quest'uomo che gira tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo e non scappa di casa. No, Mario non scappa. Semmai, corre incontro. Questo è il suo fascino, questa la sua sfida. Siamo sinceri: parole come santità o martirio, riferite a noi, ci fanno paura. Ci viene difficile collegarle alla felicità. Mario invece, pur avendo piena e lucida coscienza di cosa comportano, scrive con naturalezza nei suoi quaderni: «Questo è il diario di un uomo felice». Come è stato possibile? Scopriamolo insieme.
Antonio Spalatro nasce a Vieste, in provincia di Foggia, il 2 febbraio 1926. Nel 1937, appena terminate le elementari, entra nel Seminario arcivescovile di Manfredonia. Ordinato sacerdote nel 1949, inizia il ministero pastorale nella nascente parrocchia del SS. Sacramento di Vieste. «Vorrei diventare un piccolo Curato d'Ars in miniatura», scrive nel suo Diario. Così, pur nel ritmo frenetico delle sue attività, non abbandona mai l'impegno ascetico e la parrocchia diventa subito un punto di riferimento per tutti: bambini, giovani, adulti, poveri. Ma i sintomi della malattia incominciano a tormentarlo e benché continui, nonostante le sofferenze del male incurabile, a guidare e sostenere la comunità, Antonio chiude la sua breve ma feconda stagione terrena il 27 agosto 1954. I suoi funerali vedono la partecipazione imponente di tutta la città in lacrime. Nel mese di febbraio 2004 viene introdotta la causa di canonizzazione super famam sanctitatis e nel 2005 è avviata la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione.
Il titolo di questo libro rivela l'ostinato amore di una grande donna per il Sacro Cuore di Gesù e per l'Istituto; amore che non si arrende mai: ama e si abbandona fino a dare la vita. Clelia Merloni è una donna che non ha misurato la generosità del dono totale di sé stessa per una causa nobile, come ha scritto nel suo Diario: «Si dà tutto a Lui, per trovare tutto in Lui». Giocarsi la vita per un ideale nobile è la più bella avventura d'amore che un essere umano può vivere su questa terra. Madre Clelia ci ha lasciato un esempio attraente di quest'avventura: guardando alla sua testimonianza di vita tante altre giovani hanno avuto il coraggio di farsi Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Hanno abbandonato ogni progetto umano, ogni affetto, ogni bene materiale, ogni possibilità di vita autonoma, per farsi dono a Dio per il bene degli altri: sulle orme di Madre Clelia, esse seminano amore sulle strade del mondo come hanno fatto gli Apostoli di Gesù.
Carlo e Franca Travaglino hanno vissuto per quasi cinquant'anni (dal 1968) in Eritrea e in Etiopia con malati di lebbra, di Aids, di tubercolosi, impegnandosi in un processo di liberazione della dignità e dell'umanità di ciascuno. Il loro racconto ci aiuta a comprendere quali ricchezze possono scaturire da comunità che sappiano dare vita a esperienze autentiche di condivisione e fraternità.
Il racconto in prima persona di un protagonista che ha vissuto sin dalle origini la riflessione sulla bioetica all’interno della Chiesa cattolica ed è stato interlocutore di tutte le più importanti realtà nazionali e internazionali, confrontandosi con le diverse posizioni culturali ed etiche. Uno sguardo dall’interno ricco di particolari inediti.
Il 21 maggio 2015, Jacques Mourad viene rapito nel suo convento di Mar Elian da due jihadisti dell'organizzazione denominata Stato Islamico. Durante la sua prigionia viene ripetutamente torturato e sfiora più volte la morte, ma proprio in quella drammatica situazione fa un'esperienza ancor più radicale: quella della grazia di Dio e della forza della preghiera, attraverso le quali arriva a gustare una pace e un coraggio fino ad allora sconosciuti. Dopo cinque mesi, aiutato da amici musulmani, riesce miracolosamente a fuggire. Nel corso di questo racconto sconvolgente, padre Mourad ripercorre la sua infanzia, la sua vocazione e la storia della sua comunità impegnata nell'amicizia con i musulmani e a servizio della pace. Infine, invita anche ciascuno di noi a compiere un'irrevocabile scelta di non violenza, di incontro, di perdono, di amore incondizionato e di preghiera, senza la quale il mondo rischia di sprofondare sempre di più nella violenza.
Tra i doni straordinari di cui la Serva di Dio Fortunata Evolo (Natuzza), nata a Paravati (VV) il 23 Agosto 1924 e morta a Paravati il 1° Novembre 2009, fu dotata, vi era quello di vedere il proprio Angelo Custode e gli Angeli Custodi delle persone che si recavano da lei e di potere colloquiare con essi. Grazie a questo dono fu sempre capace di dare eccellenti consigli, nelle varie situazioni della vita. Questo studio presenta un'ampia raccolta di testimonianze e prove di autenticità della visione degli angeli da parte di Natuzza.
Un profilo del cardinale Giovanni Canestri (1918-2015) delineato attraverso le tappe della sua vita di sacerdote e di vescovo (a Tortona, a Cagliari e quindi a Genova), creato cardinale da san Giovanni Paolo II nel 1988. Una ricca collezione di testimonianze di chi lo ha conosciuto e ne ha apprezzato le grandi e preziose doti umane e spirituali.
Suor Leonella Sgorbati, nata nel 1940 a Rezzanello di Gazzola (PC), nel 1963 entra nell'Istituto delle Suore Missionarie della Consolata e due anni dopo emette la prima professione religiosa. Nel 1993 viene scelta dalle sorelle del Kenya come Superiora regionale. A loro scrive: "..Consolare significa accogliere che il Figlio sia libero in ciascuna di noi, in me, di perdonare a chi mi reca offesa, libero di farmi percorrere l'itinerario che il Padre ha fatto fare a Lui... libero di amare attraverso di me con l'Amore più grande, rAmore che va fino alia fine...".
I1 S.O.S., Kinderdorf International, ente che opera a favore di bambini in difficolta, richiede all'Istituto una sorella per dare inizio a una scuola per infermieri in Somalia. Suor Leonella si rende disponibile e nel 2000 arriva in quella terra ormai stremata da dieci anni di guerra.
In un ambiente in cui predomina l'islamismo fondamentalista le suore sanno di essere a rischio ma, pur consapevoli del pericolo, in fedeltà alla missione, decidono di rimanere. Domenica 17 settembre 2006 suor Leonella si avvia verso casa. Dopo pochi passi si odono degli spari: uno, due, sette proiettili raggiungono la sorella che si accascia. Raccolta da terra, è portata all'interno dell'ospedale e stesa su un lettuccio, serena ma con troppo poco ossigeno per i suoi polmoni crivellati. Riesce però ancora a sussurrare le ultime parole che, come quelle di Gesù, sigillano la sua vita: "Perdono, perdono, perdono". Papa Francesco ha riconosciuto il suo martirio l'8 novembre 2017 ed è stata beatificata a Piacenza il 26 maggio 2018.
La Chiesa ha riconosciuto suor Leonella Sgorbati come martire di Cristo, che ha coronato il servizio missionario col sacrificio della vita. Ripercorrendo i suoi scritti siamo invitati a rintracciare il filo rosso che ha segnato la sua esistenza.
Il genere letterario di queste pagine è decisamente articolato: si tratta di narrazioni sotto forma di intervista, inserite in un contesto quasi da racconto deduttivo, con una trama che si svela alla fine e lascia il lettore interpellato nel profondo, come se avesse letto un saggio sulle questioni importanti della vita. Una parola descrive in modo efficace l'intento dell'autore: squadernare, cioè tirare fuori dal quaderno i sentimenti, i dolori e i tabù che altrimenti non avrebbero uno spazio dove poter respirare. Squadernare significa anche accettare il fatto di non risolvere alcuna questione, ma tentare di stimolare il pensiero con paradossi e situazioni surreali che evidenzino e amplifichino le tematiche messe sul tappeto, cioè le notti che improvvisamente assalgono la nostra vita: un lutto, un tradimento, una malattia o un amore che finisce... notti dolorose che però ci hanno forgiato e riuscire ad abbracciarle, ad amarle e a perdonarle è la condizione per riprendere possesso di un pezzo di noi stessi che ci hanno portato via. «Scrivere questo libro non è stato semplice. Ho dovuto vincere il mio perfezionismo e accettare di condividere un lavoro che, qualora lo rileggessi venti volte, lo modificherei altre trenta. Infatti, sono tante le cose che avrei voluto dire e tante le cose che non sono riuscito a scrivere come avrei desiderato. Raccontare la vita è arduo. Perché la vita non è mai neutra, ha sempre mille implicazioni che richiedono attenzione, delicatezza e rispetto. Questo è un viaggio oltre i confini del dolore». (l'autore)
Un filosofo che fu vescovo anche se non credeva alla risurrezione ed era sposato; un papa professore di teologia che non riuscì a riformare la Chiesa; una donna che diventò diacono di Costantinopoli; un dottore della Chiesa «saraceno di testa»; un monaco che spiegò come l’irascibilità sia un dono; un affarista senza scrupoli cui dobbiamo la riscoperta patristica; un mistico che non riusciva ad aver paura dell’inferno; una donna che con una sola frase cancellò una dottrina secolare: sono solo alcuni degli esempi delle storie della Chiesa che possono avere ancora molto da dire.
Persone che hanno retto il peso e la bellezza dell’essere uomini e donne del proprio tempo, restando fedeli al Vangelo. Possiamo farcela anche noi, oggi.
Tante storie di vita, in cui la musica porta speranza ai bambini più disagiati; costruisce pace nei contesti più difficili; loda Dio coinvolgendo la sete di infinito degli esseri umani; afferma la dignità e il diritto alla vita di ogni persona; crea, consolida e costruisce relazioni profonde e vere. Da esse nasce un trascinante inno alla gioia.

