
Questo libro narra una storia d'amore. L'amore di un giovane per il suo lavoro di ?sioterapista, il suo amore per le persone che si trova a curare. Un amore straordinario che si riversa in quel contenitore che troppo spesso, e ingustamente, è dipinto di grigio e dentro cui si svolge la vita di anziani, disabili, malati. Un amore che genera allegria, condivisione, un affetto mai melenso, anzi schietto. Il protagonista del romanzo si innamora così tanto che con tenerezza ci accompagna a conoscere dei personaggi un po' speciali. Franco, Giovanni, Mario...
Il dolore provoca e interroga da sempre l'essere umano. Interessa dimensioni intime, le relazioni, il corpo, l'anima, la psiche, la medicina, nei suoi diversi aspetti, l'etica, la politica, l'economia, la legislazione, la spiritualità. Il ?ne è di ridurre il più possibile il dolore, di favorire la serenità nelle persone perché la vita sia la più umana possibile. Due medici e un prete propongono una ri?essione sui diversi aspetti, attingendo alle loro esperienze e competenze. In calce al libro, un approfondimento in presa diretta durante e dopo l'esperienza del lockdown dovuto all'emergenza del Coronavirus, offre uno spaccato quanto mai attuale del tema.
Quella della solitudine è una delle paure più sentite da ognuno di noi. Non è solo il timore di perdere chi più ci è vicino, piuttosto, in generale, il timore di essere soli al mondo rispetto al resto degli uomini. E la disabilità è un ottimo "monitor" sociale e antropologico rispetto a questa angoscia diffusa. Infatti una delle cose che impedisce un rapporto paritario tra persone disabili e normodotati è proprio l'immagine intimorita, diffidente che questi ultimi hanno della condizione di disabilità come condizione di solitudine irreversibile.Questa immagine rispecchia perfettamente le altre circolanti sull'handicap, come quella che associa disabilità a sofferenza, o ad assistenza. È come se il rapporto tra disabilità e "normalità" riflettesse la paura diffusa della solitudine, restituendocela in maniera più nitida. Insomma, la disabilità ci spaventa anche perché pensiamo che, semmai ci trovassimo in quella situazione, saremmo "condannati" ad una vita solitaria ed isolata dalle altre persone. È come se, temendo la solitudine, avessimo paura di chi ci sembra vivere appieno quella condizione di totale distacco. Questo libro è un viaggio nel mondo della diversità, un intenso confronto tra Claudio Imprudente e i suoi lettori, il tentativo di arrivare, attraverso questo dialogo, ad una definizione più completa e consapevole del nostro rapporto con le diverse abilità e con la realtà.
Ad oltre vent'anni dalla diffusione sempre più capillare di sostanze stupefacenti tra i giovani, il fenomeno si presenta più esteso e complesso. "Nuove" sostanze sono state introdotte ed affiancano le "vecchie". Nuovi e diversi sembrano essere i luoghi e le forme dello spaccio e del consumo. I metodi per prevenire, per il trattamento, per il reinserimento sono messi in crisi. Che fare? Gli Enti Ausiliari lombardi sono stati e sono portatori di un sapere da riascoltare e comprendere per poter progettare il nuovo. Sono isole di un arcipelago lambite, erose, modificate dalla corrente del tempo e del mutare degli eventi. L'Area Dipendenze di Caritas Ambrosiana le ha intervistate e con alcune ha promosso uno spazio di riflessione che potesse produrre una "nuova conoscenza" della realtà indagata insieme. Questo libro ha l'ambizione di proporre un percorso di pensiero: attraverso una rivisitazione della storia, dei percorsi di alcune realtà significative presenti in questi ultimi trent'anni, giungere a comprendere l'hic et nunc per orientare le scelte future.
Gianni è affetto fin dalla nascita da tetraparesi spastica. Nonostante la sua disabilità, che lo costringe a muoversi su una sedia a rotelle, ama la vita e l'amicizia, ed è proprio dall'incontro con l'amico Luigi Falco che è nata l'idea di mettere per iscritto la sua storia personale. Attraverso una narrazione mai pesante, anzi condotta sempre sul filo della levità, il testo costituisce un'occasione per riflettere sulla dimensione troppo spesso ignorata ed emarginata della diversabilità. Il problema dell'handicap oggi non è solo di carattere terminologico, ma è soprattutto una questione culturale. Nel testo, argomenti come l'infanzia di Gianni, la sua fede, il valore dell'amicizia, l'integrazione scolastica, l'inclusione sociale fanno da cornice a una condizione umana sospesa tra un passato faticoso da superare e un futuro difficile da intravedere.
Si tratta di una sorta di vademecum per chi convive con persone anziane la cui salute pone problemi pratici urgenti. Il rapporto quotidiano con un familiare può risultare irrimediabilmente modificato dopo che l'anziano ha subìto un trauma cranico, un ictus cerebrale, un intervento chirurgico all'encefalo, o in seguito alle manifestazioni di una forma di demenza. Lungi dall'avere pretese di sistematicità (esistono articoli e manuali di psicogeriatria per chi cercasse un diverso livello di approccio al problema), "questo scritto", scrive l'Autrice, "si propone di "rispecchiare" e comprendere i vissuti di familiari in difficoltà, e fornire loro alcuni spunti di riflessione e d'intervento", in modo che essi possano prestare assistenza senza il logorante alternarsi di aspettative illusorie e delusione, ma anche evitando decisioni precipitose. Sono perciò evitate classificazioni dettagliate di sintomi, definizioni puntigliose, espressioni del gergo medico (il Glossario finale potrà fugare eventuali dubbi o soddisfare alcune curiosità scientifiche). Facendo propri i sentimenti di incertezza, di incapacità, e le oscillazioni emotive molte volte vissute dai familiari, l'autrice fornisce loro informazioni e suggerimenti concreti: da come reagire a comportamenti che appaiono "insensati" a come cercare un aiuto valido che permetta di non lasciarsi travolgere dall'emergenza e di mantenere vivi i propri interessi.
Come tutte le età della vita, anche la vecchiaia rappresenta una svolta decisiva nell'esistenza di una persona: un periodo critico ma anche, come le pagine di questo libro dimostrano, una grande opportunità, se illuminata dalla fede cristiana.
L'autore invita a vivere in pienezza la terza e quarta età, cercando di mantenere una buona forma fisica e mentale e dando respiro a quell'interiorità forse rimasta troppe volte soffocata dagli impegni quotidiani.
Posso vivere la sera della mia esistenza come il tempo di una grande speranza, della speranza nella vita piena? Sì, ho tutta la Vita davanti a me!
Henri Bissonnier (1911-2004), sacerdote francese, è stato un pioniere nella pastorale degli ammalati e dei portatori di handicap, di cui fu cappellano. Professore in varie università europee e americane, ha ricoperto anche importanti incarichi internazionali. Tra le altre iniziative, ha sostenuto Marie-Hélène Mathieu nella fondazione dell'Office Chrétien des personnes Handicapées e della rivista «Ombres et Lumière». È autore di numerose opere, dedicate in particolare all'educazione cristiana delle persone colpite da handicap fisico, mentale o psichico.
La malattia è un'esperienza profondamente personale e mai del tutto condivisibile. Ma tra il malato e chi lo assiste si instaura necessariamente una relazione che accompagna entrambi in una sorta di viaggio "rivelatore". Durante tale viaggio possono venire allo scoperto dubbi, timori, insicurezze, ma anche risorse insospettate. Si trovano spesso nuovi significati per vivere, e soprattutto si riscopre il valore terapeutico della speranza. Il libro di Luciano Sandrin vuole dare una mano a chi sta accanto al malato, perché, mettendo in gioco il proprio sapere non solo tecnico ma anche relazionale, non si limiti a "guarire", ma si "prenda cura" di chi vive in prima persona l'esperienza della malattia. Soltanto così dal "deserto" della sofferenza può nascere il desiderio di un futuro e la voglia di lottare.
L'autore, psicoanalista puro, si dedica da anni alla pratica con soggetti tossicodipendenti trattati in istituzione. Le terapie proposte si dividono tra modelli comunitari fondati sul lavoro pratico-manuale e percorsi misti, dove accanto alla disciplina del lavoro viene offerto un aiuto psicologico attraverso equipe di orientamento eterogeneo, formate da educatori e psicologi.