
Dal ritrovamento di un diario, scritto dal padre a matita in campo di concentramento, è venuta a Franco Buffoni la prima idea di comporre, passo dopo passo, un libro monotematico sulla guerra, una sorta di poema per episodi autonomi e al tempo stesso indissolubilmente connessi. Ne è venuta quest'opera, caratterizzata da una strenua, violenta energia, da una viva tensione morale e dalla esemplare nitidezza di un linguaggio dai contorni netti e forti, felicemente comunicativo.
Il Meridiano offre al lettore tutte le poesie di Yeats, dalla prima produzione, che include liriche suggestive e di grande incanto, spesso legate a temi e leggende irlandesi, a prove più mature che rivelano una capacità visionaria nutrita, oltre che dal grande esempio di Blake, dagli studi occultistici, per arrivare alle ultime raccolte della fine degli anni Trenta. William Butler Yeats (1865-1939), premio Nobel nel 1923, oltre che poeta, fu narratore, drammaturgo e critico. Il Meridiano presenta le traduzioni di Ariodante Marianni, che per questo volume ha rivisto le proprie traduzioni di quattro raccolte già pubblicate nella BUR e ha realizzato appositamente quelle delle altre dieci.
In una semplice e raffinata confezione, con testo tedesco a fronte interposti a leggeri disegni al tratto, viene proposta questa inedita ed originale traduzione delle poesie di Rilke dedicate al tema a lui più caro: l’angelo.
Un filo conduttore che attraversa tutta la poetica rilkiana e che questo piccolo volume vuole raccogliere seguendo i passi della sua produzione poetica.
Il titolo, Engellieder, è l’inizio di questo percorso, è tratto infatti dalla raccolta giovanile, scritta a soli 23 anni dal poeta, nella quale per la prima volta s’incontra il tema dell’angelo, seguono poi tutte le versioni successive di questa figura celeste, sino a quella "terribile e spaventevole" delle mature Elegie Duinesi.
La poesia di Marco Massimiliano Lenzi rappresenta una doppia rivelazione: in primo luogo quella di un poeta importante, di valore indiscutibile, giunto alla prima pubblicazione di peso in età non giovanissima. La seconda rivelazione è forse ancora più significativa, perché il libro di Lenzi (fusione di canzoniere e poema, frutto di scaldica conoscenza del libro attesta l'esistenza di una linea etrusca della poesia italiana maturata negli ultimi lustri del Novecento, sotto i fari di Luzi, Bigongiari, peraltro diversissimi fra loro, con le opere di Ceni, Carifi, anch'essi lontanissimi l'uno dall'altro per cifra e stile, ma affini in una particolare tensione morale.
Che cosa vale la pena cercare nella vita? Che sia essenziale, davvero importante? Da un trapezista finito nella solitudine, distaccato dalla sua compagnia di giochi, obliato, ai margini di un credibile vissuto, incontrato per caso, viene la proposta di una poeticità che non è racchiusa dentro una grande idea, un grande nome, un progetto ambizioso, ma una parola significativa e bella, forse la primavera, l'incontro, una parola che interpreti la tua solitudine creatrice e ti faccia godere.
Un'appassionata meditazione sulla storia: può così definirsi "La Riviera del sangue", libro d'esordio di Alessandro Rivali, che dalle suggestioni del secondo conflitto mondiale si sviluppa fino alle inquietudini contemporanee, in particolare approfondendo il tema assoluto della guerra. Nelle pagine dell'autore rivivono le opere e i giorni degli uomini alla luce frontale di un destino individuale e collettivo, consapevole che gesta e pensieri echeggeranno nell'eternità. Nel percorso ossessionato dalla memoria Rivali torna a visitare il fluire del tempo, in cui non vede vuoti o il succedersi di eventi privi di senso, ma l'insieme degli anelli che ci chiamano dall'abisso alla superficie.