
Dal 1997, anno in cui uscirono le "Opere" in due tomi nella NUE, gli studi su Primo Levi hanno permesso di reperire molti materiali prima sconosciuti o dispersi fra le pagine di giornali, riviste e archivi. E dunque la presente edizione, sempre curata da Belpoliti, propone un corpus di opere significativamente superiore. Inoltre il dibattito su Levi, le mostre, gli accertamenti del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, le "Lezioni Primo Levi" pubblicate annualmente dal 2010, e anche la recente edizione americana dei "Complete Works", hanno fatto sì che anche a livello di commento Belpoliti abbia potuto tener conto di molte nuove acquisizioni, che gli hanno permesso di ampliare, modificare e in alcuni casi riformulare completamente le note ai testi. A livello di testi, la nuova edizione si apre con la versione di "Se questo è un uomo" pubblicata da De Silva nel 1947, seguita ovviamente da quella "classica" Einaudi 1958. Nella sezione "Pagine sparse" vengono aggiunti venticinque testi fra racconti, recensioni e testimonianze. E in appendice viene presentata la tesi di laurea di Levi, le versioni radiofoniche di "Se questo è un uomo" e "La tregua", le note di Levi alle edizioni scolastiche dei suoi libri.
Nella Roma del secolo di ferro, a pochi giorni dall'inizio del tredicesimo giubileo, la danza macabra incisa su un opuscolo di contenuto libertino sembra aver ispirato l'omicidio di un membro della Congregazione dell'Indice. Viene chiamato a investigare l'inquisitore foraneo Girolamo Svampa, nominato commissarius dagli alti seggi della curia capitolina. II movente del delitto nasce forse da intrighi politico-religiosi, forse da un complotto della Compagnia di Gesù o di oscuri agenti del Meridione spagnole, o forse affonda le radici nell'instabile rapporto tra la tradizionalista capitale della Chiesa e il Nord Europa progressista. Svampa segue la pista orientandosi tra una scia di libelli anonimi e gli avvistamenti di un uomo mascherato che si fa chiamare Capitan Spavento. Lo aiuteranno nell'indagine padre Francesco Capiferro, segretario della Congregazione dell'Indice con il vezzo dei loci memoriae, e il fedele Cagnolo Alfieri. Ben presto, tuttavia, salterà all'occhio che il segrete più grande si nasconde proprio nel passato travagliato dell'inquisitore.
«Quattro figli, quattro direzioni, quattro vite. Piú la mia, in coda, perché figlio sono stato anch'io». La vita che si ama e Canzoni per i figli: il libro piú intimo e il nuovo cd di Roberto Vecchioni si parlano a ogni riga e a ogni nota. Per questo li abbiamo uniti: perché nascono dallo stesso slancio.
IL LIBRO: La vita che si ama. Storie di felicità è uscito per Einaudi nel 2016, e contiene tredici racconti. «Volete leggere un capolavoro? - ha scritto Antonio D'Orrico, - andate a pagina 121. S'intitola Duplice accoppiata. I romanzi possono essere bellissimi ma, e gli scrittori lo sanno, soltanto i racconti possono essere perfetti. Questo lo è».
IL CD: Nove canzoni che Roberto Vecchioni ha scritto negli anni: otto per i figli, piú una (seguita da un brano inedito) in cui il ruolo di figlio spetta a lui. Nei nuovi arrangiamenti, il tessuto musicale è la sintesi di pochi strumenti per lasciar suonare la voce: pura, calda, assoluta come non mai. Canzoni per i figli è un album inciso in uno stato di grazia. «Un disco sui figli è prima di tutto un disco di parole, e delle intenzioni, delle commozioni, e dei silenzi tra le parole».
Ci sono gialli d'inverno, come la luce dei lampioni in una bufera, ma anche gialli d'estate, come la sabbia nelle scarpe dopo una giornata al mare. Ci sono gialli d'autunno, come le foglie sui viali alla vigilia di Ognissanti, ma anche gialli di primavera, come le primule ai bordi d'un bosco. Perché se è vero che ogni delitto ha la sua stagione, è anche vero che ogni stagione ha il suo delitto: omicidi da camino acceso o rapimenti in giardino, furti su una spiaggia affollata o aggressioni a mano armata d'ombrello, non c'è occasione, non c'è momento che un criminale disdegni per portare a segno il proprio piano. Da gennaio a dicembre, da Capodanno a Natale, dall'Ottocento a oggi, dodici racconti, uno per mese, in un lunario del delitto.
Viverla con coraggio per sconfiggerla, sopravvivere per raccontarla: la malattia non trasforma solamente il corpo, ma spesso costringe a mutare abitudini, priorità, stile di vita, con il rischio costante di perdere parte della propria identità. Da questa idea nasce la medicina narrativa, che ha individuato nello storytelling un utile strumento terapeutico. Vivi due volte è una raccolta che nasce dalla campagna Viverla Tutta promossa dall’azienda farmaceutica Pfizer: per questo volume Scuola Holden ha selezionato 20 racconti autobiografici di persone che hanno sconfitto la malattia, 20 testimonianze che ci restituiscono i sentimenti e i pensieri di chi intraprende la difficile esperienza di un percorso di cura. Un libro che, pur raccontando la malattia, è attraversato dall’energia ostinata della vita.
Misteriose presenze che accompagnano il cammino dell'uomo, pietosi messaggeri di una felicità pura e autentica; annunciatori luminosi di pace, gli angeli rappresentano uno degli enigmi più affascinanti delle religioni. Divisi tra il cielo e la terra, tra il silenzio di Dio e il domandare incessante dell'uomo, tra il suo smarrimento e il suo bisogno di fede, incarnano l'amore, la bellezza, la bontà ma soprattutto la tensione verso la verità che appartiene a ogni tempo. In questo libro la poesia di Alda Merini evoca, ancora una volta con una forza visionaria di rara suggestione e intensità, uno dei grandi "miti" delle religioni, "queste forme senza vesti e ornatissime, questi desideri chiari che hanno lingue di solo silenzio, questa pioggia di grazia che piove sulle nostre miserie¿" E lo fa in nome di un anelito intimo ed estremo verso l'infinito - e il nulla -, con parole che risuonano come un'eco santa e insieme maledetta e sembrano provenire da uno spazio cosmico rarefatto, percorso ora da vibrazioni commosse e affettuose ora da lampi di violenta ribellione e angoscia. Quasi a dimostrarci che nessun mistero si può svelare e comprendere se non siamo disposti a offrirgli in cambio la nostra più segreta intimità. Arricchito dalle opere di Mimmo Paladino, un dono prezioso per tutti coloro che amano la poesia e non smettono mai di interrogarsi sul senso della vita e della fede.
Madre di tre figli e maestra elementare a Monza, Laura Tangorra si è ammalata di sclerosi laterale amiotrofica. Qui racconta la storia della sua vita e della malattia che l’ha sconvolta. Momenti di vita quotidiana, la forma dell’amore, i passaggi di sconforto. Tutto con un incredibile coraggio e grande resilienza.
Terzo romanzo della cosiddetta «trilogia di Durtal», L'oblato mette in scena il personaggio che costituisce il doppio letterario dell'autore, convertitosi alla fede cattolica dopo avere accostato gli abissi della magia e del satanismo, come narrati nel romanzo L'abisso. Oblato, come indica il titolo, presso l'abbazia benedettina di Val des Saints – nome di fantasia per descrivere l'abbazia di Ligugé, dove Huysmans visse egli stesso come oblato –, Durtal è l'espediente narrativo attraverso il quale l'autore tesse la storia del rapporto fra il personaggio e la comunità monastica, e mediante il quale Huysmans descrive in memorabili pagine la liturgia cattolica, le sue idee sul cattolicesimo contemporaneo e soprattutto le sue riflessioni sulle questioni centrali della fede, fra cui il tema nodale della sofferenza.
Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni dai soprannomi innocui - Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone -, scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l'unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che "i soldi li ha chi se li prende". E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere. "La paranza dei bambini" narra la controversa ascesa di una paranza - un gruppo di fuoco legato alla Camorra - e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze "ingannate dalla luce", e di morti che producono morti.
Verso la fine del Cinquecento, un giovanotto di provincia si trasferisce a Londra. Non è ricco di famiglia, non ha conoscenze importanti, non ha studiato all'università. Il suo nome è William Shakespeare, e diventerà il drammaturgo più importante di tutti i tempi. Da dove nasce un'opera così stupefacente? Come, insomma, Shakespeare diventa Shakespeare? Ricostruendo la vita del grande scrittore inglese, questo libro prova a svelare il mistero di una forza creativa tanto straordinaria. Ma è insieme anche la storia dell'Inghilterra elisabettiana con le sue feste e le sue drammatiche pestilenze, è la storia di Christopher Marlowe, di Thomas Lodge, di Robert Greene e di un grande teatro dalle pareti in legno. Ed è la storia di un mondo di parole. Parole serie e comiche, poetiche e volgari, che hanno la forza insieme dei libri e della vita.
Nella Vienna di inizio Novecento non c'è appassionato lettore, studioso, esperto bibliofilo che non sappia chi è Jakob Mendel, vero catalogo vivente di tutto ciò che su di un libro sia mai stato stampato. Mendel è il sovrano, monomaniacale e dotato di prodigiosa memoria, di una dimensione parallela, fatta di carta e di pagine, di libri concepiti soltanto come oggetti da collezionare. Nella vita reale egli è solo, completamente incapace di ogni iniziativa concreta e sensata: siede al tavolino di un vecchio caffè, dove ha installato il suo quartier generale e da dove prodiga la propria esperienza a chiunque gli faccia visita. Ma la minaccia della guerra getta la sua ombra spettrale sull'Europa, sull'Austria e su ciò che Mendel ha di più prezioso.
Vienna, ottobre del 1936. Un rigido funzionario ministeriale, assurto ai vertici della burocrazia austriaca grazie alle conoscenze della moglie, riceve una lettera. Il cuore si ferma, dentro di lui, quando sulla sgualcita carta della busta riconosce una scrittura femminile azzurro pallido. Quella grafia gli ricorda l'esistenza di una donna, forse l'unica che abbia mai amato, l'unica che abbia mai dato colore a un'esistenza altrimenti dominata dal grigiore del lavoro e della carriera. In quella lettera, dai toni freddi e distaccati, la donna gli chiede di intervenire in favore di un giovane diciottenne la cui madre è ebrea.