
"Dalla prima pagina il romanzo di Vincenzo Cerami ti prende obbligandoti a fissare uno sguardo spietato su un campione di società italiana quanto mai rappresentativo: il mondo di un impiegato di ministero, che passa la vita a mandare avanti pratiche di pensione attendendo di andare in pensione lui stesso e di portare suo figlio a occupare un posto nello stesso ministero, a un grado superiore al suo. Una storia di impiegati ce la aspetteremmo grigia e povera di fatti e previdibilmente caricaturale; invece qui di fatti ne succedono parecchi e dei più romanzeschi: una incongrua cerimonia di iniziazione massonica a una cruenta irruzione nella cronaca nera quotidiana, a una allucinata, truce vendetta" (Italo Calvino).
Ombre di una troupe cinematografica aprono visivamente questo libro dietro il quale vi è, costante, l'ombra del cinema. In questi trentatre racconti nati da spunti per film non realizzati, da nuclei narrativi rimasti aprti, le immagini e le emozioni del mondo di Antonioni vengono espresse con tutta la loro intensità. Dai racconti "La ragazza , il delitto", "Cronaca di un amore mai esistito", "Questo corpo di fango", "Non mi cercare" è stato tratto il film "Al di là delle nuvole" di Antonioni-Wenders. Il volume è completato da un testo di Wenders e dalla filmografia completa dei due registi.
"Appena arrivato a Puerto Plata scendi dall'aereo senti il caldo tropicale ventilato tu stai bene. Hai lasciato dietro di te l'Italia il lavoro quella concezione del lavoro che ti svuota la vita la tele ti porta a sognare le palme l'oceano le spiagge che vedi dall'alto atterrando e sei qui". Sbarcato nei Caraibi, un turista in cerca di sesso e di divertimento sfrenato si trova a percorrere i supermercati di Santo Domingo accorgendosi che il mondo è uno solo e che Santo Domingo è, in fondo, del tutto uguale a qualsiasi paese della Brianza.
In questo romanzo l'autrice prosegue le avventure del capitano di polizia Florindo Flores, ormai felicemente in pensione. Ma il suo riposo dura poco, perché viene subito richiamato per collaborare alle indagini su una serie di insoluti delitti avvenuti in Sardegna. Così il capitano, con il suo consueto spirito indagatore e metodico, e con la curiosità che lo contraddistingue, si metterà sulle tracce dell'assassino, penetrando a poco a poco in un caso che più sembra intricarsi e più lo appassiona e sollecita le doti della sua intelligenza deduttiva. E infatti scopre che...
Il perseguitato è il grande semiologo senza nome: il Maestro. Ma la persecuzione infernale in cui si dibatte non è rappresentata da cadaveri clonati galleggianti sul Po o da cecchini annidati in Sardegna, come nei precedenti romanzi della serie, ma dall'aglio! E' proprio questo nobilissimo e saporito bulbo a rendere impossibile la vita dell'illustre professore. E chi sarà il mandante di questo vile attentato?
Una cronaca che, di fatto, è già storia: Tangentopoli, l'interminabile eutanasia della cosiddetta Prima Repubblica (morta per Via Giudiziaria) e lo stentato parto-aborto della Seconda (nata per Taglio Maggioritario e già finita in metastasi). Tra governi tecnici a base allargata e "discese in campo", pressati dal nuovo che avanza e da tutto il vecchio che è avanzato, e che perciò torna alla carica, Michele Serra presenta una galleria di macchiette e di eroi di giornata; nomi nuovi, curricula seminuovi e facce decisamente già usate: Il Sempreduro Bossi, il Minaccioso Pannella, il Miliardario Ridens... Ma nei testi di Serra non c'è solo politica, ma anche i suoi grotteschi copioni e i suoi stralunati figuranti.
Nel cuore della foresta di una piccola cittadina polacca viene trovato il corpo di un ragazzo. Chi l'ha ucciso? L'indagine condotta in modo dilettantesco, da un giovane agricoltore, porterà alla luce non solo la rete di corruzione creatasi nei paesi dell'Europa centrale, ma anche misteri ben più antichi, che risalgono ai tempi dell'ultima guerra mondiale e allo sterminio degli Ebrei. Romanzo della memoria che intreccia con forza le devastazioni dello sterminio nazista con le incongruenze del presente, la volontà di dimenticare con quella, ancora più tenace, di onorare le vittime di un tragico passato.
Yukio Mishima è un personaggio complesso. Ultranazionalista, devoto all'imperatore, tetragono difensore delle tradizioni marziali, esteta del sangue e del corpo, eccentrico ed esaltato, è già uno scrittore famoso quando Ideo Kobayashi, importante critico letterario, lo avvicina per una conversazione. Kobayashi è di destra, come lo scrittore. Anni dopo, poco prima del suo suicidio plateale, è invece un critico marxista ad avvicinarlo, Takashi Furubayashi. Due interviste, due toni differenti, due prospettive che lasciano emergere aspetti importanti della biografia, dell'ideologia e della poetica di Mishima.
Oliviero Toscani non è solo un famoso fotografo. Gli piace polemizzare e ama castigare i costumi del tempo in cui si trova a vivere. Con questo spirito tiene una rubrica ("Natura morta") sul quotidiano "Il Tirreno". Montando i suoi articoli ha realizzato un volume scandito in dodici sezioni, in cui se la prende con il consumismo becero, l'ansia accumulativa dei nuovi ricchi, il degrado ambientale e morale, le donne che non fanno le donne e gli uomini che non fanno gli uomini, Berlusconi e la Lega, tutte le forme di ottusità, fanatismo, oscurantismo e intolleranza che avvelenano la convivenza civile.