
Il testo più importante del periodo russo di Nabokov.
Un "romanzo in forma di variazioni" calamitato da un tema: "la lotta dell'uomo contro il potere e la lotta della memoria contro l'oblio".
Constant racconta qui i primi vent'anni della propria vita: la nascita, l'educazione discontinua sotto la guida di un padre vedovo, sino alla fuga in Inghilterra. Il narratore non risparmia il sale dell'ironia neppure alla sua persona e ai suoi amori. Dal suo beffardo umorismo si salva solo l'amica di sempre, cui sono dirette le bellissime lettere dall'Inghilterra che completano il volume.
Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.
Già quando Talleyrand viveva erano leggendari i suoi bons mots - una battuta sussurrata a un'amica con aria noncurante, uno strale lanciato a un avversario politico attraverso una tavola imbandita, una risposta piazzata al momento giusto per togliersi dai piedi un postulante -, destinati a riverberarsi di salotto in salotto e di corte in corte, fino ad assumere lo status di certe sentenze anonime che tutti ricordano ma di cui nessuno saprebbe indicare l'origine. Così accadde che nel 1829 Henri de Latouche, singolare poligrafo di cui spesso scorgiamo la sagoma dietro le quinte del Romanticismo francese, ebbe l'eccellente idea di raccoglierli e di pubblicarli in un delizioso libretto che la finzione letteraria vuole inviato da una misteriosa Madame de *** a un'altrettanto misteriosa Contessa di..., la quale risponderà a sua volta con un florilegio di motti e aneddoti folgoranti significativamente intitolato "Il rovescio della medaglia". Il libretto apparve mentre Talleyrand stava preparando il suo ultimo capolavoro: la sua uscita dalla scena del mondo. Mai riproposto in Francia dopo la prima edizione (che era già assai confidenziale), L'album perduto merita un posto accanto a quei preziosi "libri portatili" in cui lo spirito francese, da La Rochefoucauld a Chamfort, ha cristallizzato il meglio di sé, e al tempo stesso ci introduce al genio di uno dei rari esseri che, nel mondo moderno, hanno capito i segreti - fisici e metafisici - della politica e del potere.
Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null'altro contava per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: "una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione". Tutto converge verso un "duello senza spade" ma ben più crudele. Tra loro, nell'ombra il fantasma di una donna.