
«L'opera che ci viene restituita è un'opera aurorale di Zambrano, che si affaccia alla vita. E anche se ci appare, per taluni aspetti, ingenua, fors'anche naive, essa di fatto anticipa temi cruciali di Zambrano matura. Per Zambrano è sempre importante mettersi a nudo senza remore. E in questo testo, appartenente alla fase giovanile, lo fa con particolare trasparenza. Il rilievo di questo epistolario è la confessione di un trauma. La perdita di un figlio appena nato. María Zambrano e Hannah Arendt, le due grandi filosofe della nascita, che hanno imposto tale tematica alla riflessione filosofica nel Novecento, lo fecero pur senza essere madri. Ora sappiamo che, per María Zambrano, non fu così. E la sua maternità fu un'esperienza davvero drammatica. E, in tal modo, si spiegano molte cose. Soprattutto la lettura dialettica, che Zambrano propone tra disperazione e speranza in rapporto alla nascita. In tal modo certe pagine trovano una nuova luce e una nuova possibilità di comprensione. Sappiamo (e ora grazie a questo testo ne intuiamo meglio le ragioni) che - per Zambrano - la nascita, la "prima nascita", che apre alla vita e alle successive nuove nascite o rinascite, rappresenta un evento segnato da una cifra di drammaticità. Essa è infatti crudele nudità, abbandono del calore placentare, esposizione totale e radicale». Dalla Prefazione di Silvano Zucal.
Un nuovo genere di romanzo 'giallo-storico' ambientato nel Friuli del 1500. Degli omicidi misteriosi trascinano nelle indagini un prete di campagna e uno speziale. La storia prende le mosse da un fatto reale che vede protagonista il Pordenone, celebre pittore impegnato nella realizzazione di una pala d'altare.
Sulle placide e lussureggianti colline udinesi sorge villa Cavour, un edificio dall'architettura eccentrica progettato e costruito nel 1940. La villa viene affittata a un prezzo di gran lunga inferiore a quelli imposti dal mercato, tanto che il nuovo inquilino, reduce da un doloroso divorzio, si considera fortunato almeno in questo. Durante i lavori di restauro della villa, però, in seguito all'intonacatura delle pareti viene riportato alla luce un'inquietante quanto enigmatica rappresentazione composta da diverse macabre scene. Interpretando grazie a un sogno alcuni particolari dell'affresco, l'inquilino scopre, con orrore, che sotto il terreno su cui cresce un antico vigneto sono sepolti i cadaveri di quattro esseri umani. Durante i rilievi condotti dalla Polizia, il fotografo incaricato di realizzare gli scatti fotografici ai poveri resti della famiglia massacrata, scopre, durante lo sviluppo della pellicola, che i cadaveri emettono ancora un'aura, nonostante siano passati anni dall'accaduto. L'ispettore di polizia incaricato delle indagini chiede allora la consulenza di un professore di semiotica dell'Università di Udine; questi, dopo le prime sconcertanti scoperte sull'affresco e su una serie di reperti scovati nel parco della villa, chiederà a sua volta l'aiuto di un esperto di demonologia. La villa si dimostrerà essere la custode di un antico demone, citato nel Libro di Enoc, testo apocrifo dell'Antico Testamento.
E' un avvincente romanzo giallo-storico ambientato nel 1500. Un alchimista e un prete di campagna investigano su alcuni delitti, incontrando nella loro ricerca del misterioso calice di San Giovanni i cavalieri giovanniti e gli sciamani conosciuti come benandanti. Il tutto tra antichi riti di guarigione ed esorcismi.
Ritornano in una nuova avventura l'alchimista Martino da Madrisio e il pievano pre' Michele Soravìto, la sagace coppia che investiga su crimini e misteri al limite del fantastico. Questa volta sono interpellati per indagare su alcuni efferati delitti, in apparenza privi di movente, e sul rapimento di alcuni neonati. Le indagini li avvicinano alla magia nera e alle pratiche di stregoneria, proprio quando sulla scena italiana si affaccia la Santa Inquisizione, il temibile strumento della Controriforma, nata per sopprimere le idee riformiste scese in Italia da Oltralpe. In una città di grande apertura intellettuale, attratta e intrisa dall'umanesimo rinascimentale, Martino e Michele vedranno il volto degli adepti del Diavolo.
In questa nuova avventura, seguito del libro "La gatta che vedeva le streghe", Ada Savorgnan ha smesso i panni di psicologa forense e, nella bottega ricevuta in eredità dalla zia Alice, diventa una valente pasticciera. È affiancata dagli amici di sempre, dai genitori ritornati dai loro viaggi intorno al mondo e da nuovi e particolari personaggi. Vive sempre con lei la straordinaria gatta Zoe, diventata nel frattempo mamma di due gattini, uno dei quali è Mia, una micia colorata che possiede la speciale dote di vedere gli esseri fantastici del Mondo di Mezzo. È questa gattina che scorge in giardino, tra le farfalle nate a primavera, alcune farfalle uscite dalla tela di un quadro. In paese, dove sono instabili gli equilibri tra i cattivi e i buoni, arriva un pittore talentuoso con la figlia Amina, una bambina italo-inglese venuta da Kensington, che nasconde un triste segreto. Sarà lei, con l'aiuto di Mia, a catalizzare attorno a sé gli effetti positivi di una magia scaturita dalle farfalle e della bontà degli uomini.
Uomovivo, qui presentato nella una nuova traduzione di Paolo Morganti, è uno dei più complessi e affascinanti romanzi della letteratura inglese. Scritto da Gilbert Keith Chesterton nel 1912, narra la storia del fantastico Innocent Smith, il debordante e incredibile protagonista che in un caldo pomeriggio estivo irrompe nel giardino del piccolo cottage, che è casa Beacon, sospinto da un vento turbinoso. Annunciato da un panama bianco e da un ombrello verde sospinti con le foglie nel giardino della pensione della taciturna signora Duke, Innocent plana col suo vestito verde da vacanziere al cospetto di tre giovani uomini, il dr. Warner, l'irlandese Michael Moon e Artur Inglewood, impegnati in una discussione su un bizzarro e delirante telegramma. L'omone esordisce e persevera in comportamenti inconsueti, irrazionali e incomprensibili, che lo trasformano agli occhi dei villeggianti in un pericoloso individuo. Subirà quindi un bizzarro "processo casalingo", dove le orribili accuse che gli verranno pregiudizialmente mosse, sono quelle di tentato omicidio, omicidio, furto con scasso e bigamia. Nelle vesti di mite imputato, Innocent si lascia docilmente processare. Alla fine, l'avvocato difensore smonterà tutte le accuse, svelando ai presenti il senso stesso del nome del suo straordinario cliente: Uomovivo.