
Pubblicato a puntate nel 1868 sulla rivista moscovita "Russkij vestnik", L'idiota fu scritto freneticamente da un Dostoevskij incalzato dai debiti, tormentato dagli attacchi di epilessia, attratto dal canto di sirena della roulette. Eppure, nell'abisso della sua disperazione, il grande scrittore russo ha saputo dare un'opera di grande luminosità, uno di quei libri il cui valore artistico va oltre la qualità letteraria. "L'idiota" è infatti il romanzo in cui il realismo fantastico di Dostoevskij si misura con l'altissimo obiettivo di dare una rappresentazione artistica dell'uomo assolutamente buono. Un uomo, frammento del Cristo, attorno a cui prende vita quel mondo di tragedie e macchiette che è la Russia dell'Ottocento
Sono passati cinque secoli da quando una catastrofica guerra scatenata dai demoni ha distrutto il mondo e sterminato quasi completamente il genere umano, avvelenando anche gran parte delle terre un tempo fertili e rigogliose. Da allora i sopravvissuti - umani, Elfi e le nuove razze mutanti - si sono rifugiati in una valle remota, protetta da una magia impenetrabile. Per cinquecento anni hanno goduto di una lunga pace, ma l'incantesimo che li isolava ha cominciato a svanire esponendo migliaia di vite alla minaccia delle forze barbariche che hanno seminato il caos nel resto del mondo. Sider Ament, l'ultimo dei Cavalieri del Verbo, in possesso del bastone nero - un potentissimo talismano tramandatosi per secoli che proteggeva la valle -, è stato ucciso dai Troll, e il suo successore, Panterra Qu, il giovane cercatore di piste al quale in punto di morte ha affidato il bastone, è ancora troppo inesperto per affrontare le forze nemiche provenienti dall'esterno della valle. Nuovi grandi pericoli si profilano infatti all'orizzonte: un agguerrito esercito di Troll vuole impadronirsi della valle segreta e vi ha già inviato le sue spie, mentre Phryne, la figlia del re degli Elfi Oparion Amarantyne, è sotto accusa per l'omicidio del padre e una tremenda congiura mira a usurpare il trono. Ma nessuno di questi rischi è paragonabile alla minaccia più tremenda, con la quale Panterra sarà destinato a misurarsi.
La figura di Wilhelm Meister accompagnò Goethe per buona parte della sua vita, fin dalla giovinezza: è infatti il protagonista del suo secondo romanzo, "La vocazione teatrale" di Wilhelm Meister, composto tra 1777 e 1785. Una decina d'anni dopo Goethe tornò sul personaggio, forte di una moltitudine di esperienze (il viaggio in Italia, la Rivoluzione francese, l'amicizia con Schiller) che lo avevano portato a una maturazione intellettuale, politica e umana. Smorzato dunque lo slancio esasperi ratamente romantico delle prime opere, diede vita a "Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister", pubblicato tra 1795 e 1796 e considerato il capostipite del "Bildungsroman": in queste pagine la formazione di un artista diventa la formazione tout court di un uomo, nella quale il teatro non è che una tappa, destinata a essere superata. Come ebbe a dire un Goethe ultrasettantenne rileggendo la propria opera, "Wilhelm è di certo un 'povero diavolo', ma è solo in tali individui, non già in caratteri solidi e conchiusi, che è possibile mostrare con grande evidenza il gioco alterno della vita e i suoi mille compiti diversi".
Il diavolo, certamente è una raccolta di 33 racconti di 3 pagine ognuno, che mostrano come a guidare da vita, a volte, siano eventi imprevisti dal carattere apparentemente diabolico. I protagonisti dei diversi racconti sono uomini e donne comuni, con i loro vizi, desideri, gli slanci e le loro bassezze.
È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Per sua madre, però, il fatto che si sia laureata conta ben poco: l'unica cosa che vuole per la figlia è un buon matrimonio. Ma Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. L'unica persona che potrebbe comprenderla è l'amatissima Constantine, la governante che l'ha cresciuta, ma la donna sembra svanita nel nulla e i tentativi di Skeet er di scoprire dove sia finita si infrangono contro un muro di silenzi imbarazzati. Come Constantine, anche Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha un candore e una pulizia interiore che abbagliano: per un tozzo di pane ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio, morto in un incidente sul lavoro tra l'indifferenza generale. Da allora in Aibileen qualcosa si è spezzato, e nulla sarà più come prima. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo per le sue intemperanze, fino a quando è assunta da una signora nuova del posto, che per la sua bellezza vistosa e le origini modeste è messa al bando dalla buona società bianca. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Perché lo fanno? Perché i rigidi confini che delimitano la loro esistenza le soffocano. Perché il vento della libertà inizia a soffiare.
Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa folgorante opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Con la sensibilità che solo i grandi narratori hanno, Kathryn Stockett racconta le vite delle sue indimenticabili protagoniste, personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore
Uno dei casi della vita, un momento triste, diventa l'occasione forse a lungo cercata per ricucire un filo che si era spezzato: Amanda, che ha amato perdutamente Tommaso e lo ha lasciato senza spiegazioni da dodici anni, scrive una mail di condoglianze che è anche un messaggio nella bottiglia - come stai, dove sei, chi sei diventato? E, soprattutto: l'hai trovata, tu, mio antico grande amore, la Ricetta per la Felicità?
Tommaso risponde, prima cauto, poi incapace di resistere alla voce di un passato bruciante che si fa viva e presente domanda. Tommaso è sposato, ha due splendidi bimbi e un equilibrio che pare felicità. Amanda no, lei vive sola e alla perpetua ricerca di una compiutezza senza rimpianti: quell'alchimia misteriosa che solo gli altri, accanto a noi, sembrano trovare, ma che a noi è quasi sempre preclusa. Ai suoi alunni di scuola Amanda affida un tema sulla felicità, e le risposte sono tanto semplici e autentiche da lasciarla incerta sulla soglia di se stessa.
Forse solo l'antico amore, oggi ritrovato, può offrire la chiave della gioia senza compromessi. O, invece, sono i compromessi la sola chiave della gioia possibile?
Con coraggio Amanda rivela a Tommaso la sua risposta a questa domanda che tutti, prima o poi, ci poniamo. Come una mail inattesa, come un sms che giunge nella notte, come un tema scritto da ragazzi e ritrovato per caso: così la pienezza di un amore passato ci ritorna addosso all'improvviso, quasi a tradimento, con il rischio che tutto, al confronto, impallidisca. E allora bisogna decidere se guardare avanti - dove nulla è certo, ma tutto possibile - o indietro, dove la sirena confortante di una pienezza perduta ci chiama con il suo canto...
Manca solo un mese a Pesach, la Pasqua ebraica, e quest'anno tocca a Vittoria occuparsi della grande cena, il séder. La preparazione meticolosa della tavola, dei pani azzimi, delle erbe amare e dei dolci è una responsabilità, ma se non altro aiuterà Vittoria a distrarsi dal pensiero dell'uomo che, dopo tanti anni di matrimonio felice con Giacomo, le fa battere il cuore. Dalla storia dell'amore perduto e mai dimenticato della novantenne zia Angelina che ha attraversato con coraggio gli anni della guerra e delle persecuzioni razziali - fino agli intrecci non facili delle famiglie che nascono nel millennio della precarietà globale, tre generazioni si confrontano sulle comuni radici ebraiche e sul senso dell'esistenza nel corso di una serata destinata a cambiare la vita di ciascuno dei commensali. Alla grande tavolata, oltre a celebrare la liberazione degli ebrei dalla schiavitù d'Egitto, ciascuno porta infatti con sé la propria storia, i propri pensieri nascosti, i propri desideri... Ci sono Edoardo e Ruth, cattolica convertita all'ebraismo, Daniele e Sofia, preoccupati per la ribelle figlia Micòl, Leone che si è riavvicinato alla propria gente dopo esserne stato a lungo lontano, sino ad arrivare a Beniamino, il figlio di Vittoria, adolescente che mal sopporta i limiti imposti dalla tradizione. Su tutto, su tutti, i retaggi, i comportamenti, le ricette di una cena che da rito antichissimo si tramuta in terreno di incontro, confronto e inevitabile scontro umano.
Salito a bordo del leggendario Orient Express, l'impareggiabile investigatore Hercule Poirot è costretto a occuparsi di un efferato delitto. Mentre il treno è bloccato nella neve, infatti, qualcuno tra i passeggeri pugnala a morte il ricco signor Ratchett. Evidentemente l'assassino deve nascondersi fra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra avere motivo per commettere il crimine. Un'indagine complicata attende l'infallibile detective. Età di lettura: da 11 anni.
Questa è la storia di un coccodrillo, un giullare, una scimmia, una principessa e un principe: i burattini che Mika, un giovane ebreo confinato nel ghetto di Varsavia, trova nel cappotto ereditato dal nonno, un cappotto che si rivela magico, pieno di tasche e nascondigli, in cui potranno essere celati molti altri segreti. Questa è anche la storia di Max, un soldato tedesco in servizio in Polonia, e del suo incontro con un ragazzo con un cappotto troppo grande e misterioso, incontro destinato a cambiare le loro vite per sempre. Nei momenti più estremi la speranza può celarsi ovunque, anche in un piccolo battaglione di burattini colorati. Un romanzo che ci parla di coraggio e redenzione, oblio e memoria, una storia capace di toccare nel profondo come "Il bambino con il pigiama a righe" e "La vita è bella". Età di lettura: da 12 anni.
Il giovane e magro Said, nomade della savana africana, per sfuggire alla siccità e alla fame si adatta alla vita da pescatore sulle coste dell'Oceano Indiano. Ma dovrà dimostrare molto coraggio e vincere la paura del mare aperto. Mizuki, dell'antica comunità Ama, in Giappone, per vivere si tuffa nell'abisso, raccogliendo madreperle. Ragazzina coraggiosa e generosa comprenderà che le onde offrono i loro doni solo in cambio del nostro rispetto. E la tradizionale celebrazione del matrimonio fra il mare e la terraferma avrà per lei un significato tutto particolare... Dove vanno a finire i pescatori dispersi in alto mare? Se lo chiede Cosme, un allegro ragazzino brasiliano, il cui padre un giorno non è più tornato dalla pesca. Ma lui non è triste perché sa che Iemangià, la dolce dea Sirena, accoglie nel suo splendido palazzo in fondo al mare tutti coloro che amiamo e che l'Oceano ha preso con sé. Tre storie di amicizia, solidarietà e rispetto per la natura, in cui l'Oceano fa emergere dalle sue acque generose personaggi indimenticabili. Età di lettura: da 9 anni.
Il "giornale" comincia nel 1936, con l'ingresso del piccolo Mario Morrone al ginnasio, e, con una scansione in capitoli che raccontano un anno dopo l'altro, arriva fino al 1940. Sono anni cruciali per l'Italia e per Mario, che vive la sua adolescenza sullo sfondo di un fascismo che passa dalla grottesca simulazione della guerra all'improvvisa realtà dello scontro. In un condominio della piccola borghesia napoletana degli anni Trenta, tra vicine di casa pettegole, serve procaci, vecchi professori, signore inquiete e bellimbusti, Striano ritrae un'umanità vivacissima in tutti i suo riti e in ogni dettaglio.
"Un secolo e mezzo dopo la sua pubblicazione, 'Walden' è diventato un totem indiscusso della mentalità improntata al ritorno alla natura, alla tutela ambientale, all'anticonsumismo e alla disobbedienza civile... Nella fitta messe di classici americani della metà del XIX secolo, 'Walden' è quello che più ha contribuito a costruire l'odierna percezione che l'America ha di se stessa." Così si esprime John Updike sul capolavoro di Thoreau pubblicato nel 1854. L'autore vi descrive la sua "fuga" nei boschi del New England e i due anni trascorsi sulle sponde del lago Walden in una capanna. Mentre conduceva il suo esperimento di vita nella natura selvaggia, venne arrestato per non aver pagato la poll-tax, destinata a finanziare la guerra contro il Messico e la conservazione dello schiavismo. All'episodio è dedicato l'altro scritto qui raccolto, "La disobbedienza civile" (1849), che, trascendendo le ragioni contingenti, offre riflessioni di estrema attualità sulla natura della democrazia e sul rapporto tra individuo e collettività. Amati da schiere di letterati e attivisti, da Hawthorne a Eliot a Martin Luther King, questi due celeberrimi scritti di Thoreau sono vivificati da una scrittura tanto immediata e semplice quanto meditata e ricca di fascino.

