
Scritto tra il 1902 e il 1907, pubblicato nel 1908, "Verso la libertà" racconta la storia di Georg von Wergenthin, musicista aristocratico che si innamora di una ragazza piccolo-borghese, la cantante esordiente Anna Rosner, e inizia con lei una relazione. Quando Anna rimane incinta Georg si impegna, senza troppo entusiasmo, a rimanerle accanto, ma quando lei partorisce un figlio morto, inizia quello che lui crede essere la sua fuga "verso la libertà", e la abbandona. Attorno alla storia di Anna e Georg si sviluppano altre vicende parallele che concorrono a descrivere e denunciare la perdita di valori della borghesia nella Vienna inquieta di fine Ottocento e che fanno di questo romanzo - il più amato dallo stesso Schnitzler fra i molti frutti della sua penna - non solo un'opera letteraria, ma anche un documento della situazione della società asburgica al suo declino, incapace di comprendere l'evoluzione dei tempi; un clima storico che l'autore ha saputo cogliere e raccontare con intuito e lucidità.
"Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo..." Il caffè sospeso è un'usanza partenopea, ma anche una filosofia di vita. Questo libro raccoglie il meglio dei suoi articoli usciti su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 e mai pubblicati in libreria. Filosofia greca applicata alla vita quotidiana, aneddoti pieni di senso non comune, l'Italia passata sotto la lente dell'ironia: un pezzo dopo l'altro il libro compone una perfetta summa del pensiero di Luciano De Crescenzo.
Tra i grandi personaggi dell'antica Roma, nessuno è stato più geniale, astuto e controverso di Marco Tullio Cicerone. Eppure ben pochi avrebbero scommesso sul suo futuro quando, all'età di ventisette anni, scelse di lanciarsi nell'infido e violento mondo della politica, deciso a raggiungere con ogni mezzo l'imperium, il sommo potere statale. Cicerone era un avvocato promettente, oltre che un affascinante oratore. Non discendeva da una delle grandi famiglie aristocratiche, non poteva presentare il conto dei favori politici elargiti dai suoi antenati, non disponeva delle enormi ricchezze di Crasso. A raccontare la sua straordinaria vicenda è il fedele Tirone, il segretario particolare sempre al suo fianco nei momenti più radiosi e in quelli più difficili, testimone dei suoi incontri privati e latore dei suoi messaggi segreti. Robert Harris ci consegna un ritratto di Cicerone ben diverso dal personaggio solenne che noi conosciamo. "Imperium" è un romanzo, il primo di una trilogia che svela i retroscena di una realtà fatta di intrighi e di corruzione, singolarmente affine a quella attuale.
Nel 1972, un anno esatto prima della scomparsa, il premio Nobel per la letteratura Pablo Neruda cominciò la redazione definitiva delle sue memorie, che furono pubblicate postume. Composto da dodici quaderni, ciascuno dei quali si riferisce a importanti momenti della vita del poeta, il libro rievoca in un fluire ininterrotto e bizzarro un'esistenza che ha attraversato nel tempo e nello spazio l'intero Novecento. Sulla scena della memoria si affacciano da un lato le donne amate, gli amici, i personaggi comuni, dall'altro i protagonisti della storia - Gandhi, Nehru, Stalin, Castro, il Che, intellettuali e artisti che, da Picasso a Moravia, lottarono per la libertà - e i grandi avvenimenti del secolo breve - la guerra di Spagna, il secondo conflitto mondiale, la lotta di liberazione delle colonie. Neruda si rivela al lettore un osservatore attento, sottile e spiritoso della realtà che lo circonda, ma soprattutto un uomo che ha pienamente vissuto, calcando da protagonista il palcoscenico della storia e dell'arte.
"Tu che mi ascolti" fu il saluto terreno che Alberto Bevilacqua diede alla madre Lisa da poco scomparsa. Ora lo scrittore torna a quell'idelae colloquio certo di poterle confessare i segreti che non ha mai potuto svelare per non turbarla nel suo male depressivo. Protagonista di questa narrazione è un figlio non voluto dal padre, "il Mario", affascinante ufficiale dell'aviazione durante la dittatura, donnaiolo impenitente, che solo nell'umiliazione delle ritorsioni subite dopo la guerra trova la via della propria coscienza. Ed è allora che il figlio, già costretto dall'immaturità del genitore a divenire precocemente adulto, può diventare, standogli accanto, sinceramente il padre del proprio padre.
Pubblicato a puntate su una rivista femminile nipponica nel 1966, "Abito da sera" (Yakailuku) è un'opera atipica nel panorama della produzione dello scrittore giapponese, solitamente incentrata sui temi alti ed eroici. Rimasto finora inedito in Italia, il testo costituisce una feroce, irresistibile satira dell'alta borghesia giapponese nel dopoguerra, prona ai desideri degli occidentali, stregata dal fascino di modelli di vita viziati e dimentica dell'antica, nobile tradizione del paese dei samurai.
Somma voce poetica della lirica italiana - e non solo - nel Novecento, Eugenio Montale è stato anche un prosatore raffinato ed elegante. In questo volume sono raccolti i suoi scritti narrativi, quelli che egli stesso chiamava i libri di "fantasia e d'invenzione", dai quali emerge l'immagine di un Montale viaggiatore, elzevirista e ritrattista, osservatore sempre acuto e curioso della realtà che lo circondava. Le "Prose narrative" ci permettono quindi di cogliere un aspetto meno noto del grande scrittore, componendo di lui un'immagine più sfaccettata e completa e conoscendo meglio il suo mondo. Il volume contiene anche un saggio di Cesare Segre e uno scritto di Emilio Cecchi.
I bambini che sono convinti dell'esistenza di polli a sei cosce, le stagioni che non esistono più, l'importanza delle code negli uffici pubblici, il Babbo Natale che va scomparendo nell'era di Internet: sono alcuni dei temi di questi ventun racconti quotidiani. La festa delle donne e quella dei morti, il "debito" con Simenon e alcuni segreti riguardanti il commissario Montalbano, la storia del catanonno contrabbandiere e la Sicilia con i suoi drammi e le sue speranze: Andrea Camilleri racconta e si racconta in queste pagine scritte fra il 1997 e il 1999 per i quotidiani "Il Messaggero", "la Repubblica" e "La Stampa".
Max Padovani, ex pop star italiana che ha mollato tutto da anni per ritirarsi in California, viene in Italia ogni anno per una piccola tournée dedicata allo zoccolo duro dei suoi fan. Il giorno prima di tornare negli USA, Max la combina grossa: perde il suo passaporto americano. È quindi costretto a un periodo imprevisto di vacanza forzata a Roma - la sua città natale, da cui manca da venticinque anni - mentre aspetta dall'ambasciata un passaporto nuovo. Max si ritrova a frequentare le stesse stradine di Trastevere in cui bazzicava prima di diventare una star della musica e il suo passato, anarchico e paradossale, riemerge prepotentemente. Parte della responsabilità è del suo agente, che gli procura stranissimi ingaggi da star in declino, e di Nick, equivoco personaggio specializzato in gossip, che lo convince a offrire il volto a finti scoop da rivendere ai giornali-spazzatura. Max si lasciare guidare dagli amici e viene travolto dagli eventi. Nella sua parentesi romana accumula un fardello di problemi che si ritroverà ad affrontare così come ha affrontato tutta la sua vita: disperatamente, e in ritardo cane.
Anno del Signore 1403. Tre cavalieri - un nobiluomo fiorentino, un guerriero ghibellino fattosi frate minore e un anziano gentiluomo spagnolo - intrecciano i propri destini tra le incantate isole del Mediterraneo e poi in un'estenuante cavalcata lungo le piste carovaniere della Via della Seta, alla volta della magica Samarcanda del Signore della Paura, il potente e feroce Tamerlano, che a sua volta sta ormai cullando il suo sogno più folle, la conquista del Celeste Impero. Franco Cardini trascina il lettore in un'avventura che procede con il ritmo della fuga nella quale inseguitori e inseguiti si scambiano a vicenda i ruoli e ci regala un romanzo fedele alla storia. Al centro di tutto sta per i tre protagonisti la scommessa più grande, l'unica che conti: la ricerca di se stessi, la sfida ad affrontare il senso profondo della vita.
È il 1327. Il giorno di Ognissanti quattro bambini si allontanano di nascosto dal priorato di Kingsbridge e assistono per caso nella foresta all'omicidio di due uomini. Da allora le vite di questi ragazzi saranno indissolubilmente legate tra loro e, una volta adulti, conosceranno amore, avidità, ambizione e vendetta. Vivranno momenti di prosperità e carestia, malattia e guerra. Ma su ciascuno resterà l'ombra di quell'inspiegabile delitto di cui furono testimoni in quel fatidico giorno della loro infanzia. Ken Follett ritorna al Medioevo ambientando "Mondo senza fine" due secoli dopo la costruzione della cattedrale gotica di Kingsbridge, sullo sfondo di un lento ma inesorabile mutamento - che rivoluzionerà tanto le arti quanto le scienze - in cui ci si lascia alle spalle il buio e si cominciano a intravedere i primi bagliori di una nuova epoca.
Margaret Lea è una giovane libraia antiquaria che negli anni trascorsi con il padre tra pagine immortali e volumi sepolti dall'oblio, ha coltivato una quieta passione per le biografie letterarie in cui di tanto in tanto si cimenta. La sua prevedibile esistenza viene sconvolta il giorno in cui Vida Winter, sfuggente e carismatica scrittrice alla fine dei suoi giorni, la incarica di scrivere la sua biografia ufficiale. Margaret parte alla volta dell'isolata magione dell'anziana autrice, nelle campagne dello Yorkshire, e rimane immediatamente stregata dalle vicende della singolare famiglia Angelfield e dalla sorte di un misterioso racconto che Vida Winter non ha mai voluto pubblicare... "La tredicesima storia" dipana così davanti agli occhi del lettore non solo il tempestoso trascorrere di esistenze avvolte dal segreto, ma anche la complessa, intensissima amicizia tra due donne di differenti generazioni che, dietro la magica finzione del narrare, troveranno l'una nell'altra verità su se stesse a cui mai sarebbero potute arrivare da sole.