
L'opera, forse la più completa ed emblematica di Franz Kafka, narra la drammatica storia di K., accusato ingiustamente e condannato a morte. L'uomo non ha vie d'uscite, non ha scampo, nonostante egli si batta per dimostrare la propria innocenza. Ma se un potere irrazionale, perfino illegale, procede inesorabilmente verso la sua condanna, una parte oscura dello stesso K. giustifica, a dispetto della propria buona coscienza, questa colpa inesistente eppur realissima nella psicologia del giovane e valente impiegato di banca. La resa del protagonista è già nelle premesse, in quel suo difendersi senza passioni e senza speranza, senza momenti di autentica fiducia in se stesso e nella giustizia umana; la sua lotta rassegnata, marchiata da un indistruttibile senso di colpa, anticipa già l'assurda conclusione della vicenda. Introduzione di Casini Leonardo.
"Descrizione di una battaglia" (1905) è il racconto che segna l'esordio letterario di Franz Kafka, anche se la sua pubblicazione avverrà qualche anno più tardi, nel 1909, sulla rivista "Hyperion". È il racconto di una passeggiata notturna per le vie di Praga; i due protagonisti, che si sono incontrati ad un ricevimento, s'incamminano verso il Monte S. Lorenzo e intrecciano una fitta conversazione, che si sottrae sempre più alla contingenza della loro vita quotidiana e diventa invece una sorta di confessione; non a caso, la seconda parte del racconto s'intitola "Divertimenti, ossia dimostrazione che è impossibile vivere". L'atmosfera di questo straordinario racconto, fra ironia e paradosso, entrambi però sentiti come qualcosa di implacabile che regge le sorti della vita umana, ricorda quella del primo grande romanzo, "America"; pagine dunque non cupe come quelle della "Metamorfosi" o de "Il castello", e con qualcosa nella rappresentazione dei personaggi che rimanda ad uno dei maestri del grande scrittore praghese, Charles Dickens.
Fra il settembre 1917 e l'aprile del 1918, Kafka soggiorna a Zürau, un borgo della campagna boema, ospite della sorella Ottla. Il diradarsi della presenza umana che sperimenta in questa situazione, suscita in lui un sentimento di lieve euforia, facendogli apparire quel periodo di tregua come il migliore della sua vita. Mette insieme una sequenza di fogli, ciascuno dei quali contiene un solo frammento numerato, dove ogni ridondanza, ogni accidentalità, ogni insistenza è abolita. Alcuni frammenti sono narrativi, altri consistono in singole immagini, altri ancora sono parabole. Ogni frase presenta un carattere di massima generalità e, al tempo stesso, sembra emergere da un vasto deposito di materia oscura.
"Il messaggio dell'imperatore" è la prima e più celebre raccolta di racconti di Kafka che sia apparsa in Italia. Il volume contiene i seguenti testi: "La condanna"; "La metamorfosi"; "Il nuovo avvocato"; "Un medico condotto"; "In galleria"; "Una vecchia pagina"; "Sciacalli e Arabi"; "Una visita nella miniera"; "Il prossimo villaggio"; "Il cruccio del padre di famiglia"; "Undici figli"; "Un fratricidio"; "Un sogno"; "Una relazione accademica"; "Nella colonia penale"; "Primo dolore"; "Una donnina"; "Un digiunatore"; "Josefine la cantante"; "La costruzione della muraglia cinese"; "Intorno alla questione delle leggi"; "Lo stemma della città"; "Delle allegorie"; "La verità su Sancio Pancia"; "Il silenzio delle sirene"; "Prometeo"; "Il cacciatore Gracco"; "Il colpo contro il portone"; "Un incrocio"; "Il ponte"; "Piccola favola"; "Una confusione che succede ogni giorno"; "Il cavaliere del secchio"; "Una coppia di coniugi"; "Il vicino"; "La tana"; "La talpa gigante"; "Indagini di un cane".
Questo libro raccoglie l'opera narrativa di uno tra i maggiori scrittori del Novecento, colui che più di ogni altro ha dato voce alle inquietudini dell'uomo moderno. America (iniziato nel 1910 e pubblicato nel 1927), Il processo (scritto tra il 1914 e il 1915, pubblicato nel 1924), e Il castello (scritto nel 1922 e pubblicato nel 1926) sono ormai tra i più celebri romanzi della letteratura moderna, in cui ritorna, pur sotto differenti trame, il tema dell'angoscia per una persecuzione assurda e incomprensibile. Lo sguardo appassionato e acuto e l'intelligenza profonda del giovane Franz svelano e rendono altissima letteratura le contraddizioni, i drammi, la violenza e la stupidità nascosti sotto le apparenze del reale. Un posto di rilievo nell'opera di Kafka spetta anche ai racconti, molti dei quali, come La metamorfosi, Nella colonia penale, Il messaggio imperiale, sono veri capolavori. Completano il volume le raccolte di aforismi, pensieri, appunti, alcune pubblicate nella forma voluta dall'autore (come le Considerazioni), altre curate dopo la sua morte dall'amico Max Brod.
Le storie d'amore non sono così frequenti nell'opera di Kadaré, e questo romanzo ne cela una delle più belle e delle più tragiche. Lul Mazrek, giovane aspirante attore, Vjollcia Morina, bella ragazza impiegata alla banca di Stato, il ministro a capo della polizia segreta dell'Albania comunista, più molti altri personaggi insoliti, si trovano coinvolti in questa vicenda singolare dagli sviluppi enigmatici, ambientata in una stazione balneare del sud del Paese, prima e dopo la caduta della dittatura. I crimini perpetrati nell'ex impero comunista non sempre si manifestano sotto le loro vere spoglie. In quelli - basati su fatti veri - narrati in questo romanzo, l'orrore si traveste pubblicamente da spettacolo teatrale: all'autore provare a svelare come attori e spettatori siano potuti soggiacere insieme alla stessa suggestione quasi ipnotica.
Una storia avvincente e indimenticabile sulla crudeltà del potere e il prezzo che l'individuo è costretto a pagare. Sfilata del primo maggio a Tirana: in una delle tribune delle autorità un invitato, l'anonimo io narrante, ha all'improvviso l'impressione di scorgere, tra gagliardetti e ritratti di alti dirigenti, il volto dell'antico comandante greco Agamennone. Allucinazione? O piuttosto effetto del dolore di un uomo appena abbandonato dalla donna amata, Suzanna, figlia di un alto dirigente di partito destinato a succedere al capo assoluto? La figura mitologica del comandante disposto a sacrificare gli affetti familiari per la ragion di stato è la chiave lettura di una sconvolgente storia d'amore distrutta dalla crudele macchina del potere.
Una notte banale, una strada deserta, un giovane uomo, Maks, che esce di casa per comprare un pacchetto di sigarette: ma poi inciampa. E il suo incubo comincia. Perché un semplice ruzzolone si trasforma in un precipitare senza fine, un abisso in cui Maks perde e riprende i sensi a fasi alterne, scivolando nel vuoto fino a trovarsi in un altro luogo insieme ad altri "decaduti" come lui: una sorta di paese fantasma in cui il silenzio e la reticenza sembrano leggi da non infrangere mai. Un luogo di esilio, forse politico, una specie di prigione all'aperto da cui soltanto si sa che sarà impossibile evadere o fuggire. Ossessionato dal ricordo della fidanzata Anna, Maks cerca un senso nella nuova realtà: lo aiutano i discorsi di un barista, l'incontro con l'ingegner Dede Halo e soprattutto l'amore di un'altra Anna, che forse potrebbe assisterlo nel trovare una via di uscita. E poi c'è il misterioso zoo del paese: con il lupo, gli orsi, il ricordo del coccodrillo morto, e specialmente l'aquila, l'uccello che sempre più occupa le fantasie morbose e deliranti del protagonista. Il romanzo di Kadaré racconta una storia angosciante e onirica con una scrittura fulmineamente tesa, sino a far diventare il giovane Maks quasi il simbolo di qualcosa di molto più grande di lui, l'emblema di una condizione di prigionia metafisica ed esistenziale; mentre il suo incubo assume i contorni sempre più nitidi di un luogo noto, non dissimile da un esilio, o un carcere, in cui tutti potremmo precipitare.
Che cosa è successo la notte del 13 dicembre nella camera da letto del "successore" - l'uomo designato a prendere il posto del tiranno del popolo albanese -, il cui cadavere è stato scoperto all'alba colpito da una pallottola in pieno petto? Questo romanzo di Kadaré è ispirato al più tenebroso enigma della storia dell'Albania contemporanea: la morte misteriosa del delfino del dittatore comunista, trasparente allusione a Enver Hoxha. Chi ha ucciso il successore e perché? Partendo da un avvenimento reale al quale conferisce dimensione universale, l'autore mette a nudo la psicologia del tiranno e le trame dei regimi totalitari attraverso una vicenda ora paradossale, ora cupamente quotidiana.
IL LIBRO
All’alba di un 17 ottobre, al chilometro 17 di una strada che conduce a un aeroporto austriaco, un taxi esce di strada e precipita in un burrone. I due passeggeri, un uomo e una giovane donna, entrambi di nazionalità albanese, muoiono sul colpo. Il tassista, sopravvissuto, non riesce a spiegarsi le cause dell’incidente: l’unico particolare che ricorda (o crede di ricordare) è di aver notato qualcosa nello specchietto retrovisore, ma non è in grado di precisare cosa fosse, né di dire chi fossero i due passeggeri, dove andassero e perché, tutto essendo in loro indecifrabile.
Dalle indagini emerge che le vittime erano amanti. Il caso, dapprima archiviato come «incidente atipico», viene riesaminato dai servizi segreti serbi e albanesi, che però non approdano a nulla. Si è trattato davvero di un incidente, oppure di un omicidio a sfondo sentimentale o di un assassinio politico? Sovrapponendo la dimensione affettiva a quella storica e politica, la narrazione lascia aperto fino all’ultimo il dubbio sulla soluzione del mistero. Ciò che Ismail Kadaré, al di là dei fatti, esplora in queste pagine è una storia d’amore, una storia con molte derive. Al punto da indurre il lettore a chiedersi se l’amore esiste veramente o è solo un’illusione, una maschera...
UN BRANO
"Quando gli fu chiesto per l’ennesima volta che cosa avesse visto di preciso, il tassista non seppe rispondere. Gli interventi del medico, che aveva raccomandato di non stancare il paziente, non dissuasero il giudice dal continuare. Quale spettacolo si era offerto ai suoi occhi nello specchietto retrovisore interno... in altri termini, che cosa era successo sul sedile posteriore del taxi di così strano da farlo distrarre? Una lite tra i due passeggeri? O forse effusioni e carezze particolarmente spinte?
Il ferito fece cenno di no con la testa: nulla di tutto ciò.
E allora? quasi gli urlò l’altro. Perché hai perso la testa? Che diavolo hai visto?
Il medico stava per intervenire di nuovo quando il paziente, sempre in un tono strascicato, cominciò a raccontare. Alla fine del suo discorso, che era sembrato interminabile, il giudice e il medico si scambiarono uno sguardo perplesso. Secondo il ferito, i due passeggeri sul sedile posteriore del taxi... avevano solo... solo... cercato in tutti i modi di... baciarsi!"
L'AUTORE
Ismail Kadaré, nato nel 1936, poeta, saggista e romanziere, è il più grande autore albanese contemporaneo e uno dei più noti scrittori europei. Nel 2005 è stato il primo vincitore del Man Booker International Prize per la sua opera, spesso pervasa da un fantastico «assurdo» che evoca la solitudine disperante degli eroi di Kafka.