
Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita. L'aroma dolce del caffè aleggia nell'aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un'esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l'esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l'unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.
Tokyo, anni Venti. L'euforia della modernità sembra concentrarsi tutta in un solo quartiere: Asakusa. Che Kawabata racconta in un romanzo pieno di ritmo e di mistero. Protagonisti: attori, ballerine, funamboli, geishe, bottegai, vagabondi, prostitute e furfanti di ogni sorta. E fra tutti una donna affascinante che cambia vestiti e personalità a ogni sua apparizione: ispira amore, ma insegue vendetta. Un romanzo finora inedito in Italia, che ci mostra un Kawabata diverso da quello che conosciamo: impegnato a esprimere la sua città attraverso le musiche, i colori, i personaggi più marginali e vitali.
Kawabata Yasunari (1899-1972), uno degli autori giapponesi più noti al lettore occidentale, ha saputo far coincidere nella scrittura l'eredità della grande tradizione estetica giapponese e le più attuali riflessioni sulla letteratura elaborate dai movimenti d'avanguardia europei. La parola come pennellata suggestiva capace di fissare in un tratto di scarna liricità ogni più minuta percezione del mondo era già della letteratura di epoca Heian (VIII-XII sec.), ma Kawabata ne fa il vessillo della nascente "Scuola della nuova sensibilità" e, rompendo con i modi dell'ormai stanco naturalismo autoctono, propugna una scrittura che privilegi la ricerca formale e l'impatto "sensoriale" delle cose.
Le opere di Kawabata, uno dei massimi scrittori giapponesi, sono pubblicate in Italia dal 1959, ma la fama dell'autore crebbe soprattutto dopo il conferimento del premio Nobel. Questo Meridiano, il primo di un autore giapponese, offre una scelta ragionata dei suoi testi, alcuni molto conosciuti altri mai tradotti, che mettono in luce la varietà dei toni della sua narrativa: da un raffinato erotismo alla sperimentazione vicina al dadaismo e al surrealismo.
Il giovane Kikuji ha da poco sposato Yukiko dopo aver rotto con il suo passato peccaminoso. Il sacrificio di Fumiko, la donna che per amor suo ha deciso di sparire dalla sua vita, lo spinge a ricercare l'amore ideale, puro e inconsumabile. Kikuji non vuole fare l'amore con la sua sposa proprio perché la ama e, paradossalmente, nel matrimonio ritrova la propria castità, anche se con non pochi tormenti. Fumiko continua ad amarlo, lontano e irraggiungibile, come appare dalle sue lettere che costituiscono il nucleo centrale di questo poema in prosa di acuta e raffinata sensibilità.
Coppie sul filo del tradimento, matrimoni che non funzionano, vecchi amanti che si ritrovano, grandi amori che sembrano realizzarsi, ma si consumano nella bellezza di un gesto e si sciolgono nel rimpianto, effimeri come la prima neve sul Fuji o le gocce di rugiada sulle foglie di bambú. In questi racconti dell'inquietudine amorosa Kawabata è a un passo dal sentimentalismo: basterebbe una parola in più e saremmo nella letteratura di genere; e invece c'è una parola in meno, quel pizzico di non detto che trasporta la banalità del quotidiano in un'ambiguità rarefatta, in una malinconia assoluta. Dove il dolore, l'arte e la morte sono molto vicini, almeno per un attimo, alla perfezione della natura.
Alphonsine Plessis nasce in Normandia nel 1824. La madre, Marie Plessis, è una donna di umili origini ma dal portamento e l'educazione aristocratici. Il padre, Marin, è un ambulante squattrinato e violento. Quando la madre muore, Alphonsine e la sorella maggiore Delphine vengono separate e accolte in casa di parenti impietositi. A soli dodici anni, Alphonsine impara a procurarsi il cibo da sola, spesso mendicando, e qualche volta vendendosi a contadini e negozianti. Il padre si approfitta della situazione "prestando" la figlia a un losco settantenne che la ricompensa per gli innominati servigi, fin quando la ragazza non fugge a Parigi. Nella capitale Alphonsine abbandona lo status di contadinotta per diventare una grisette, ovvero un'operaia di facili costumi. All'inizio Alphonsine ha un mestiere rispettabile in una stireria industriale; ma presto la sua avvenenza le guadagna molti ammiratori, uno dei quali le offre un appartamento tutto per lei. Ed è cosi che Alphonsine si trasforma in lorette. La lorette è una grisette che non si concede più per puro piacere o in cambio di una bella serata, ma per calcolo. Conti, duchi, uomini potenti e del bel mondo sono ora gli amanti e i protettori di Alphonsine, diventata ormai Marie Duplessis. Introdotta nei circoli intellettuali ed edonisti più esclusivi di Parigi, Marie incanta le migliori menti del secolo, da Gauthier a Dumas padre, dal celebre dandy Nestor Roqueplan al potentissimo Louis Veron, ad Alexandre Dumas figlio a Franz Liszt.
Tre donne ordinarie senza nulla in comune: tre diverse età, tre passati diversi alle spalle, tre esistenze estranee l'una all'altra. Una sola cosa in comune: il rosso dei capelli. È il colore che accende la fantasia del loro aguzzino, un mediocre scrittore di gialli che si fa chiamare Lupo Cattivo ispirandosi alla favola di Cappuccetto Rosso, della quale predilige però la versione originale: quella in cui nessuno si salva. Allarmate per la prima volta da lettere minatorie, le tre rosse vengono risucchiate in un vortice di tensione che si fa sempre più soffocante, fino a sfociare in un clima di terrore puro. Guidate dall'abile mano del killer scrittore, che ne studia da vicino le reazioni riportandole nelle sue pagine, sono le protagoniste inconsapevoli del giallo più audace della carriera del loro carnefice. Perché il Lupo non è solo assetato di sangue: il suo principale obiettivo è spingere al massimo la riflessione sulla morte e sul periodo che la precede, investigare la reazione umana di fronte alla minaccia, i diversi gradi della paura. La sfida è cercare di aggirare e superare tutti i mezzi e i modi in cui le tre vittime tenteranno di salvarsi, prevenire le loro mosse mantenendo l'anonimato anche quando le distanze si accorciano. Nessuno ha mai tentato un'operazione simile, ma anche il Lupo Cattivo può sbagliare i propri calcoli e sottovalutare l'intelligenza delle sue prede...
Quando Jon si innamora di Maria non sa ancora di dover fare i conti con un altro spasimante geloso, pronto a mordere pur di difendere l'oggetto del suo amore. Anzi, con una spasimante: Frida, un po' rottweiler e un po' pastore tedesco, così devota alla sua padrona da non consentire a nessuno di avvicinarsi. Jon capisce che la strada per conquistare Maria passa attraverso Frida. Ma non è così semplice, perché la vita non è stata tenera con nessuno di loro: Frida è stata abbandonata, Maria è un'artista in crisi di ispirazione e Jon è uno scrittore in cerca di un senso. Tre anime ferite, diffidenti ma bisognose di affetto, imparano a conoscersi e ad accettarsi. Ed è proprio Frida a insegnare la lezione più importante: l'amore vero va difeso a ogni costo, perché è unico e fragile. Così, 500 dollari di bocconcini di manzo e un lungo apprendistato reciproco dopo, Jon, Maria e Frida sono pronti a unirsi nella buona sorte. Di cattiva ne hanno avuta abbastanza.
È un inverno che non dà scampo quello che avvolge nel gelo e nella neve il piccolo paese di St. Andrew, nel Maine, a pochi chilometri dal confine canadese. È notte e la foresta ghiacciata pare sussurrare nell'oscurità. Luke, giovane medico di turno al pronto soccorso, si ritrova davanti una ragazza dall'apparente età di diciannove anni e dalla bellezza eterea e struggente. È atterrita e chiusa nel silenzio, ma i suoi occhi sembrano gridare. Ha appena ucciso un uomo, abbandonandone il cadavere nel bosco. Si chiama Lanny e, con voce appena udibile, sostiene di aver ucciso quell'uomo perché era stato lui a chiederglielo. Prega Luke di aiutarla a scappare. Quando il dottore rifiuta, Lanny afferra un bisturi e si squarcia il petto nudo. Quello che succede dopo cambierà le loro vite per sempre. Luke, sconvolto, accetta di aiutarla a scappare oltre confine. E durante la fuga, lei gli rivela il proprio passato. Lanny è immortale e ha più di duecento anni. Il suo è il racconto di una donna travolta da un amore torbido, appassionato e mai ricambiato abbastanza. È il racconto di un uomo ossessionato dalla bellezza e dal bisogno oscuro di possederla, un uomo che trasforma la passione fisica in uno strumento di dominio. È il racconto del terribile prezzo da pagare in cambio della vita eterna.
Natalie Hargrove ha tutto quello che una ragazza può desiderare: è bellissima, intelligente, ambiziosa, ha un fidanzato ricco che l'adora - Mike - e vive dalla parte giusta della città. C'è solo una cosa che ancora le manca: il titolo di Principessa della Palmetto High School. Per ottenerlo è disposta a tutto. E ora che lei e Mike, dopo pazienti e subdole manovre, sono a un passo dalla vittoria, nulla deve mettere a rischio la loro incoronazione. Tanto meno Justin Balmer - la cui semplice vista risveglia in Nat ricordi sgraditi e brucianti - e le sue mire allo scettro di Principe della scuola. Ma forse è venuto il momento per l'affascinante e misterioso Justin di saldare i suoi conti in sospeso con Nat. E quale occasione più adatta di una festa ad alto tasso alcolico per mettere in scena la vendetta a lungo attesa? Peccato che qualcosa, nei piani di Natalie, vada storto: quello che doveva essere uno scherzo ai danni del bulletto della scuola assume tutt'a un tratto i contorni della tragedia. Il mondo di Natalie crolla pezzo dopo pezzo, sfuggendo irrimediabilmente alle sue manie di controllo, e i suoi effimeri sogni di gloria di ragazza viziata si trasformano in una questione di vita o di morte.
Luce morirebbe per Daniel: lo ha già fatto decine di volte. Insieme hanno vissuto tante vite, in luoghi e tempi diversi, ma la fine è stata sempre la stessa: lei consumata dalle fiamme e lui con il cuore infranto. Forse però è possibile spezzare la maledizione che li perseguita. Per scoprirlo, Luce viaggia a ritroso nel tempo e ritrova le sue incarnazioni passate: in Inghilterra, in Cina, in Egitto... Daniel la insegue, e non è l'unico a farlo. Perché se Luce riscrivesse la storia, tutto potrebbe cambiare.

