
Florindo Flores ha abbandonato per qualche giorno il suo amato orticello e il suo giardino sassarese, e si trova a Torino per questioni personali. Non immagina certo che sarà costretto, suo malgrado, a riprendere le tradizionali attività investigative. Tutto comincia con la scomparsa di un paio di occhiali, che si ritiene fossero appartenuti a Cavour. Il Bensi, proprietario di un ristorante, che ne ha denunciato la sparizione, non lo convince affatto, sembra una caricatura del Conte, con quel panciotto e i modi cerimoniosi e sfuggenti... Pare una faccenda trascurabile e Flores non vede l'ora di liquidarla per rifugiarsi nel calore dell'atmosfera famigliare, tra gli aromi della saporita cucina della moglie, ma sono invece le nebbie del Po a catturarlo: dalle acque torbide emergono indizi che potrebbero rivelare vicende sinistre: il vestito e la parrucca di una certa Loredana, ben conosciuta da Bensi. Tra i dipendenti del Ricetto del Conte, il locale che esibiva in una vetrinetta gli occhiali e altri cimeli del grande piemontese, manca all'appello Evaristo da Rio, un cameriere che serviva i clienti a passo di samba. Svaniti gli occhiali di Cavour, sparito l'ambiguo brasiliano, scompare anche il signor Bensi: dal suo armadio mancano solo la vestaglia, le pantofole e... una bombetta. Bisogna dipanare la matassa e forse il bandolo potrebbe essere nelle mani della signora Bensi...
Il sogno di Crimilde è rilettura di un antichissimo mito germanico accolto nei Nibelunghi, poema anonimo composto per le corti nobiliari tra xii e xiii secolo. La scrittrice si rifà alla tradizione del mondo germanico meridionale, in cui una Crimilde ingenua e innamorata, dopo l'uccisione del suo Sigfrido, per vendicare il perduto amore provoca la distruzione di due interi popoli. La presenza dell'incombente tragedia non toglie nulla al fascino del racconto, anzi lo accresce.
La seconda storia, I tre volti di Isotta, è un'interpretazione del più affascinante e misterioso poema del Medioevo europeo: il Tristano, composto da Gottfried von Strassburg all'inizio del xiii secolo e rimasto incompiuto. Le figure delle tre Isotte, la Bionda, la Madre e la Bianca Mano, erano già presenti, con i loro significati simbolici, nella tradizione celtica, e a quella versione precristiana si attiene la scrittrice, prendendo le distanze dalla sovrapposizione religiosa di Gottfried. Le contrastate vicende di Isotta la Bionda e dell'eroico Tristano si intrecciano con la sanguinosa contesa tra Cornovaglia e Irlanda, tra sfide, congiure, brevi giorni felici e inganni. Avvalendosi della libertà concessa ai narratori di miti celebri, la Mancinelli attribuisce un ruolo insolito e centrale a re Marke, e al suo rapporto con i due amanti infelici.
Due storie immortali che la medievista e appassionata affabulatrice rievoca con rigore e leggerezza aprendo vividi squarci sul colorato mondo cortese.
Certe scelte possono macchiare il destino di innocenti. È quello che accade ai figli del principe di Aquitania: dopo la morte dei genitori, fratello e sorella crescono in un'ambigua simbiosi che, con la pubertà, si trasforma in incesto. Quando la fanciulla si scopre incinta, il tutore dei ragazzi decide di separare i due giovani, nascondere la gravidanza e affidare il neonato al fiume, come Mose. Gregorio (questo è il nome del bambino) cresce ignaro di tutto con la famiglia del pescatore che lo ha salvato, fino a quando gli viene rivelato il segreto della sua nascita e decide di partire in cerca della madre. Affronta con coraggio e saggezza i pericoli del mondo, sempre illuminato dalla fede e dalla speranza di conoscere colei che gli ha dato la vita e della quale vuole alleviare la pena per la colpa commessa. Ma la sua vita è segnata dal peccato: lo aspetterà un altro tragico errore, un nuovo incesto, cui seguiranno un folle viaggio e una lunga penitenza (diciassette anni incatenato su uno scoglio, cibandosi solo di rugiada) che lo condurrà infine al soglio di san Pietro. Reinterpretando il "Gregorius" di Hartmann von Aue, Laura Mancinelli continua a raccontarci con passione il Medioevo. Storie di amori, cadute e redenzioni: sentimenti universali che attraversano le epoche ammaliando ogni volta i lettori.
Il passato è presente parla a ognuno di noi attraverso il dialogo che la scrittrice immagina con il compagno di tutta una vita, l'ispanista Cesare Acutis, che troppo presto l'ha lasciata sola. Fu un grande amore, burrascoso e complice. Ma il discorso intellettuale e sentimentale non si è mai interrotto e le consente di disegnare a tratti ora più leggeri ora più incisi momenti e tappe di una vita anche attraverso piccole vicende, "emozioni trascurate, sensazioni appena sfiorate", che adesso emergono suscitando riflessioni. Le tante persone e cose amate: i genitori, gli amici, le opere degli artisti e i capolavori della natura. Ma anche la passione per la scrittura e per la parola che può illuminare il vuoto delle assenze, "ombra del sole, refrigerio e conforto" anche nel momento della prova più difficile: una malattia che imprigiona nei movimenti, che priva della libertà. Perché "di tutti i nostri atti, consapevoli o meno, nessuno va perduto". Ed è nell'insperata influenza di un nostro gesto sulle vite degli altri che continuiamo - laicamente - a sopravvivere.
Presi a uno a uno, gli anarchici del gruppo NADA non hanno niente di eccezionale, vivono le loro giornate come meglio possono, chi insegnando filosofia, chi lavorando in un bistrot, chi rincorrendo i propri sogni. Se si trovano insieme è perché perseguono un unico obiettivo: dare vita a un processo rivoluzionario in grado di spazzare dalla faccia della terra ogni ipocrisia. C'è un'unica strada che sembra in grado di condurre dritta all'obiettivo, si chiama rivoluzione e, se non ci si fa spaventare dal nome altisonante, può rivelarsi una del tutto percorribile. Gli anarchici del gruppo NADA pensano che la mossa giusta per iniziare la rivoluzione sia rapire l'ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi.
La vita di Martin Terrier è segnata dalla perfezione. Nessuno sa uccidere meglio di lui. È il più qualificato e il più richiesto dei sicari internazionali. La sua esperienza è di garanzia per qualsiasi committente. Ma proprio quando ha deciso di ritirarsi a vita privata, l'organizzazione spionistica per cui lavora gli impedisce di sottrarsi al proprio destino di assassino a pagamento e gli impone un ultimo incarico particolarmente difficile. La vita e le speranze covate in segreto dietro una cortina di freddezza glaciale si dissolvono in un vortice di sangue e morte. E di delitto in delitto, in un vuoto esistenziale quasi assoluto, Terrier scopre che ogni sua mossa rientra in un piano molto più grande di lui, tramato in oscure stanze del potere. Postfazione di Doug Headline.
1978, Isola di Cavallo: un ragazzo viene colpito dallo sparo di un fucile. 1981, Vermicino: un bimbo sparisce in un pozzo. 1992, Lecco: una giovane donna sbanda con la macchina e cade in coma irreversibile.
1996, San Giuseppe Jato: un adolescente viene giustiziato e sciolto nell'acido per vendetta. 2005, Ferrara: un diciottenne viene pestato dalla polizia.
Sono storie italiane. Fatti nudi, «in apparenza minori, che finiscono spesso per graffiare, come un pennello troppo duro, la coscienza di un paese».
Ma sono anche attimi che la cronaca ha reso per sempre immobili, e la letteratura può invece ripensare, rianimare, riattivare. Nascono così i cinque movimenti di questo libro.
Una fiaba contemporanea che racconta di vittime giovani e svolte inattese, di meraviglia, riti di passaggio ed epifanie luminose.
Nella luce di una primavera argentata, nella baia di un'isola, sbarca un regista inquieto e ossessionato dallo sparo che risuonò, sulla stessa spiaggia, in una notte lontana del 1978.
È l'inizio di un intreccio che lega casi di cronaca famosi - che hanno traumatizzato e commosso la nostra coscienza e che il lettore non stenterà a riconoscere - a vicende insospettate e meravigliose.
Più a nord, in una pianura immersa nell'inverno, una indimenticabile sedicenne si specchia teneramente nel destino di una donna in coma. Il piccolo caduto in un pozzo, quello per cui un intero paese di madri, padri, bambini rimane col fiato sospeso, inizia un viaggio alla scoperta di un regno sotterraneo. E ancora, il ragazzino al centro di un terrificante caso di mafia e il diciottenne vittima di un pestaggio della polizia vedono la propria storia aprirsi su scenari straordinari, che illuminano di nuova luce i fatti.
In un tempo come il nostro, pare difficile superare la cronaca, la crudeltà degli eventi, venire a capo del nodo in gola e della cicatrice che certe vicende hanno lasciato.
Se esistono modi di andare oltre, la scrittura è uno di questi. Proprio come accade in questo libro. Una scrittura che ci fa sfiorare un luogo lontano, in una sorta di rito catartico. Perché se la realtà è irreversibile, la letteratura può ridare un senso alle cose.
Sulle remote colline della costa californiana, vive una singolare comunità di monaci: il luogo adatto per ritrovare se stessi. Così almeno si illude il narratore. L'oceano, la contemplazione, il riparo dal mondo, non era questo il suo obiettivo? E invece dall'Italia arriva l'amico Danilo, un comico senza successo sfuggito da un mondo dello spettacolo senza prospettive. Tanto depresso quanto vitale, provocatore, insofferente, sognatore senza sogni, Danilo ha un altro obiettivo, che non può essere conquistato in solitudine: da qualche parte nell'entroterra, nel profondo del deserto, sta un misterioso guaritore che bisogna raggiungere. Comincia così un viaggio dentro il viaggio, dentro un deserto pieno di sorprese, di emozioni ventose, di paesaggi infuocati, alla rincorsa avventurosa di un senso dell'esistenza. Se mai è veramente possibile trovarlo.
A Berlino per un'indagine, un poliziotto torna al collegio in cui ha passato l'adolescenza. Qui si è formato il gruppo di amici che, una volta tornati in Italia, hanno dato origine alla lotta armata. Lui vuole capire come è successo, da quale male privato è nato il male pubblico. E ricostruisce la vicenda di due fratelli, del loro sodalizio e della loro competizione, e la storia delle loro donne tra Berlino, una livida Roma e una piccola isola persa in un lago. Il tutto in uno scenario dominato dalle milizie di un regime autoritario che si è istaurato in conseguenza della contestazione e del terrorismo. Un romanzo radicato nella concretezza dei luoghi ma fantastico quanto alla dimensione storica. La realtà non è andata così, ma così poteva forse andare a finire.
"'Diario arabo' è stato dettato dal contingente, giorno per giorno, ma l'interesse dei lettori è continuato anche dopo la guerra del Golfo. Evidentemente sono riuscito ad andare "dentro la notizia" sì da collocare i vari capitoli del diario in una dimensione non effimera. E ciò nel tentativo di spiegare "l'alterità, la mobilità del diverso". La crisi, annosa e amara, del Medio Oriente che coinvolge due grandi popoli di Dio (il palestinese, l'israeliano), ansiosi di vivere sereni in una stessa piccola terra, non è più reclusa nella geografia politica. Si è mondializzata. E i segni imperiosi della Cultura che nel Corano sono profondi ci suggeriscono la necessità di una metamorfosi disperatamente difficile." (Igor Man)
Durante la sua permanenza a Ravenna il Sommo Poeta visitò certamente le splendide basiliche bizantine traendo ispirazione dai loro mosaici.
Fu Giovanni Pascoli a suggerire la rilevanza dell’arte di Ravenna come fonte ispiratrice dell’ultima cantica della Commedia.
Dante è un attento osservatore di ogni forma d’arte, disegnatore lui stesso e necessariamente sensibile rispetto a quel ricco repertorio di immagini fortemente evocative, che per lui ebbero la medesima influenza di una fonte scritta. A Ravenna il poeta esule non trovò soltanto un rifugio tranquillo. Nelle basiliche del V e VI secolo, che si elevavano ancora nobili e preziose, splendevano mosaici dal forte contenuto simbolico. Erano immagini concise e luminose, smaterializzate e prive di tutti quegli elementi sensuali che potevano in qualche maniera ostacolare l’espressione della trascendenza e della spiritualità.
Questa mostra aiuta a comprendere come quell’universo di simboli e trionfi, occultato dall’umile mattone dei monumenti di Ravenna, occupi un ruolo non episodico ma sostanziale nella Commedia come fonte ispiratrice di immagini sublimi dal Paradiso terrestre sino all’Empireo.
Tina - una giovane donna di Milano, medico di successo con un'appagante vita sociale e affettiva - resta vittima di un grave incidente e va in coma. Nel lungo periodo di incoscienza vive un'esperienza straordinaria: ripercorre in un lampo tutta la propria vita fino al periodo pre-natale. Uscita dal buio, non è più la stessa. Cade in depressione e durante la convalescenza si scopre scettica nei confronti della medicina tradizionale, che non riesce a guarirla dal suo profondo disagio psichico. Una sera, per curiosità, si reca a una conferenza di medicina alternativa e conosce Atao, un curandero indio peruviano, uomo non bello ma affascinante e dallo sguardo magnetico. Appena lo vede ha l'inquietante impressione di conoscerlo da sempre, e se ne innamora. Follemente. Al punto che Tina decide di seguire Atao in Perù. Comincia così un viaggio attraverso gli antichi centri di spiritualità inca - Cuzco, Machu Picchu, il lago Tìticaca -, un'avventura densa di cerimonie mistiche e di fenomeni paranormali. Tina incontrerà lo spirito governatore della Madre Terra, la Pachamama, visiterà con Atao il Tempio del Sesso, monumento dell'energia generatrice, conoscerà gli Adoratori dell'Acqua e gli spiriti Guardiani delle Ombre. Il suo nuovo compagno la inizierà a un affascinante percorso di rinascita fisica, psichica e spirituale. Atao è infatti l'ultimo discendente di una dinastia di guaritori che conosce i segreti delle profezie inca e dell'Era dell'Acquario, un tempo nuovo di ritrovata energia sessuale.