
Giappone, primi anni Sessanta. La vita tranquilla, discreta, regolare della famiglia Òsugi viene sconvolta da eventi meravigliosi: uno a uno, padre, madre, figlio e figlia avvistano misteriosi chiarori e ricevono messaggi telepatici da creature di un pianeta lontano. E, attraverso il contatto con gli alieni, fra timore e stupore scoprono un segreto sepolto nella loro memoria... "Stella meravigliosa", che pure svela la passione del grande scrittore giapponese per l'ufologia e le possibilità di vita extraterrestre, non è un romanzo fantascientifico in senso stretto: fantasia e realtà si intrecciano per immergerci in un mondo portatore di fondamentali interrogativi universali.
Una valigia contenente un ordigno esplosivo viene trovata nel giardino di un asilo nido in un tranquillo sobborgo di Tel Aviv. Una voce femminile al telefono dice che "questo è solo l'inizio"; apparentemente il bersaglio è la proprietaria della scuola. Ma la polizia non può permettersi di sbagliare, specie considerato che sono in gioco delle vite innocenti. L'ispettore Avraham Avraham è appena rientrato in Israele dopo una lunga vacanza a Bruxelles insieme alla compagna Marianke, che presto lascerà il lavoro per andare a vivere con lui: una vacanza necessaria anche per riprendersi dal trauma di un caso irrisolto. Mentre aspetta la sua donna per cominciare con lei una nuova vita, Avi vuole dimostrare a se stesso di poter condurre un'indagine senza farsi influenzare dalle sue sensazioni: l'antipatia per un indiziato dall'atteggiamento sprezzante; la diffidenza verso una maestra reticente, accusata di aver maltrattato i bambini; la pietà per un padre laconico e un po' avanti con gli anni che si occupa da solo dei suoi due figli... Raccontato da punti di vista diversi, "Un'ipotesi di violenza" è un giallo sfaccettato, segnato da drammatici cambiamenti di prospettiva e di direzione. Ancora una volta l'ispettore Avraham deve confrontarsi con le infinite sfumature dell'animo umano, ma anche con la propria voglia di riscatto, che rischia di essere il più temibile degli avversari.
La madre di Tzippy Goldman ha progettato il matrimonio della figlia prima ancora che nascesse. Ma Tzippy, considerata già zitella a ventidue anni, ha altri programmi. Non vede l'ora di fare nuove esperienze e rifugge le prospettive soffocanti dei moniti religiosi e dei convenevoli romantici. Il suo futuro marito, Bryan Miller, vive con la famiglia in una comunità ebraica del New Jersey. Come tutti gli ebrei ortodossi del mondo trascorrono i sabati nelle sinagoghe e la domenica vanno con i figli al campionato di baseball. Ma Bryan è stanco di questi compromessi, lui crede con convinzione e anela a un conforto divino. Il corteggiamento tra i due ragazzi rappresenta il momento di incontro e scontro tra antico e moderno.
Questa storia comincia una sera d'inverno, il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d'arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo. Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli. Ma troppe cose non tornano... Questa storia senza fine ricomincia - una volta ancora - un pomeriggio di giugno del 2021. Due donne si incontrano sotto il cielo di Roma. Rossella ha sessant'anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina, di anni, ne ha trenta, è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, in passato ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle frequentazioni. "Dalla stessa parte mi troverai" è il racconto di un amore vissuto a mille nei giorni in cui tutto era ancora possibile e di una vita spezzata al tempo del disincanto collettivo, prima di essere consegnata all'oblio. Con un rigore che non ammette sconti, Valentina Mira fa luce sul vittimismo osceno dei carnefici, demolendo retoriche, alibi, miti di quella destra che si è presa l'Italia.
È un giorno come tanti altri, per il vicequestore Michele Arlia, napoletano trapiantato nella capitale e, soprattutto, decisamente lontano dallo stereotipo del poliziotto giovane e atletico. Come ogni mattina è alla sua scrivania, con la pipa in bocca, spenta purtroppo, la giacca già macchiata nonostante siano solo le dieci e il cigolio della sedia a ricordargli che è ora di perdere almeno uno dei suoi centoquaranta chili, quando arriva quella maledetta telefonata: alla basilica di San Clemente una turista americana ha denunciato la scomparsa del marito durante una visita guidata e il caso ricade sotto la sua giurisdizione. Più seccato all’idea di dover lasciare le comodità dell’ufficio che preoccupato dal caso, in fondo si tratta di ordinaria amministrazione, il vicequestore raggiunge il luogo della sparizione.
Ad attenderlo, un’atroce scoperta: all’interno della nicchia ricavata in una parete giace l’uomo scomparso. Il corpo pare essere stato oggetto di un sadico rituale: evirato, con una ferita profonda sotto la scapola destra, le narici completamente ustionate. Per Arlia sarà il primo di una serie di omicidi eseguiti secondo la stessa procedura.
Solo la sua passione per la storia dell’arte e per l’archeologia lo porterà a capire che i delitti sono legati a un antico culto e che i luoghi in cui vengono lasciati i cadaveri non sono affatto casuali. Lottando contro il tempo e contro un assassino che vuole coinvolgerlo in un gioco perverso, Arlia si troverà solo e capirà di dover trasgredire alle regole per poter vincere la partita e salvarsi la vita.
Nell'incanto del mare della Grecia, la storia di due uomini separati da un'antica colpa che ha trasformato la loro amicizia in un rancore senza tempo. Tarzan, il vulcanico pescatore che vuole diventare armatore, e Jani, il suo rivale, eterno sconfitto dalla vita che vive di illusioni e di rimpianti. Uomini diversi come le facce di una stessa medaglia, ma uniti da un comune destino e da un segreto, un segreto inconfessabile. Tra loro, un altro legame, più forte di quanto entrambi vogliano immaginare: il giovane Elias, l'unico figlio di Jani, stregato dall'esuberante personalità di Tarzan e dalla sua incontenibile energia. Chi racconta è Francesco, un merchant banker italiano amico e confidente di Tarzan e Jani che, cercando di mettere ordine nella propria esistenza, sempre in bilico tra il bisogno di certezze e le passioni che scardinano ogni cosa, assume di volta in volta il ruolo di testimone, di consigliere, di "deus ex machina". Dal magico Egeo alla New York ferita di Ground Zero, dalle sedi delle grandi banche ai parchi incontaminati d'Africa, il romanzo mette in scena l'eterna lotta umana per la felicità e si cala nel mare insondabile dei sentimenti - amori trascorsi, amori stanchi, amori nuovi - sui quali, inesorabile come in una tragedia greca, incombe l'ombra del Fato.
Chi sono il Veltro, il Messo, Matelda? Perché i Golosi sono bagnati dalla pioggia, gli alchimisti sono coperti di lebbra e i ladri si trasformano in serpenti? Che nesso lega ermetismo e filosofia, fede e astrologia nel Medioevo dantesco? Il filo che collega le parole enigmatiche della Commedia traccia anche un percorso del tutto nuovo attraverso la cultura dantesca. Questo Dizionarietto fornisce le chiavi interpretative di figure misteriose, parole e passi opachi o ambigui della Commedia, ricostruendo l'ambiente in cui l'opera maturò, i sistemi di pensiero che definivano i settori delle singole scienze in base a collegamenti e corrispondenze oggi del tutto impensabili e mettendo in luce un ambito di conoscenze e una concezione della realtà così intrinseca alla cultura di Dante che ignorarla significa precludere la comprensione del poema e dell'intera opera del poeta.
All'inizio del VI secolo d.C. Milano è per popolazione e ricchezza la seconda città d'occidente dopo Roma. Il paese prospera, e i due popoli convivono senza problemi malgrado le differenze religiose. Nel 535 d.C. l’Imperatore Giustiniano, che mira alla riconquista dei territori perduti in occidente, muove guerra contro i successori di Teodorico. In due anni di guerra l'esercito imperiale comandato da Belisario conquista la Sicilia, l’Italia meridionale e Roma. Milano, che vuole schierarsi con gli Imperiali, invia a Roma una missione a chiedere aiuto militare. Belisario, che ha vinto la battaglia per Roma, invia nella primavera del 538 d.C. un distaccamento in appoggio agli insorti Milanesi. Questi compiono ogni sforzo per mettere la città in condizione di sostenere un assedio. Formano una milizia volontaria e combattono insieme agli Imperiali. La punizione per il tradimento non si fa attendere: nell’estate del 538 d.C. un esercito di Ostrogoti e Burgundi, comandato da Uraia nipote di re Vitige, cinge d’assedio la città, bloccando ogni possibilità di rifornimento. Inizia così un'agonia di molti mesi. Infine, nel marzo 539 d.C. Uraia impone la resa senza condizioni; la città viene distrutta, la popolazione maschile massacrata, e le donne vengono cedute in schiavitù. Milano viene rasa al suolo, e quando nel 568 d.C. i Longobardi conquisteranno la regione sceglieranno come capitali Pavia e Monza. Il romanzo ha per sfondo storico i tre anni, dal 537 al 539, in cui si consuma la tragedia di Milano.
La statale 18 è una delle tante arterie stradali del sud. Strada mortale, disseminata di curve, gallerie, incantevoli scorci, ma anche brutture vergognose. Il dissennato abusivismo, la gestione sconsiderata delle coste cementificate, ma anche le contraddizioni di località sul mare che uniscono ai loro panorami mozzafiato, un’inquietudine nascosta. A pochi chilometri dalla più famosa e famigerata Salerno-Reggio Calabria questo lembo di asfalto, che unisce le località tirreniche della Calabria, è lo specchio più fedele di una regione e di un paese. Mauro Francesco Minervino, antropologo e scrittore tra invettiva e poesia racconta ed emoziona come i narratori ottocenteschi del gran tour. La Statale è un pretesto per descrivere un’Italia ancora pasolinianamente impossibilitata alla modernizzazione, tra degrado ambientale e la natura che resiste. Con la stessa efficacia e la malinconia di George Gissing, Minervino affronta la Statale 18 come se fosse il percorso di un intellettuale in mezzo alle macerie in cui si gioca una partita tra conservazione e ricostruzione, paese legale e paese nascosto, cosche e istituzioni, la continua dialettica di un sud che va narrato.
"A Bari con Lolita Lobosco" di Alessandra Minervini è una raccolta di passeggiate tracciate dalla forza dei cinque sensi: ognuna di questi aiuta il lettore a scoprire la Bari di ieri e di oggi prediligendo l'istinto alla ragione, il sentimento alla logica. A queste si aggiunge un sesto percorso, sul mare, a San Vito, nei pressi di Polignano, luogo iconico per Lolita e i baresi. Il sesto senso guida è l'amore, quello in cui Lolita crede. Il racconto è in prima persona, segue i codici dell'autofiction: i fatti sono veri ma l'ordine di tempo e di spazio no. I percorsi scelti dall'autrice sono anche un breve viaggio tra voci letterarie femminili riconducibili alla scrittura e alla flânerie, soprattutto raccontate nell'infanzia.