
Londra, Charlotte Street. Jason Priestley - ex insegnante, ex fidanzato cronico, aspirante giornalista ed eroe riluttante - ha appena incontrato la sua Cenerentola. Cercava di salire su un taxi tenendo in equilibrio un'incredibile montagna di sacchetti, borse e pacchi, senza riuscirci. Jason è intervenuto in suo aiuto, e i loro sguardi si sono incrociati per un magico istante pieno di promesse. Un attimo dopo, lei se ne è andata. Ma a Jason è rimasto per sbaglio qualcosa in mano, una macchina fotografica usa e getta piena di foto già scattate... Ora si trova di fronte a un dilemma: deve rintracciare la ragazza o rispettare la sua privacy? Cercarla significherebbe seguire il consiglio di Dev, il vulcanico amico con il quale Jason condivide casa, bevute e (dis)avventure. Insieme, dovrebbero imbarcarsi in una rocambolesca caccia al tesoro seguendo gli unici indizi che hanno, ancora gelosamente custoditi nella macchina fotografica. Tra tentennamenti, errori e complicazioni di ogni genere, Jason imparerà una lezione importante, ovvero che, nel tempo di un clic, le cose si possono sviluppare in modo del tutto inaspettato...
"Tom, me ne vado, ma non ti lascio. Tu continua pure come sempre. Con amore, Hayley". È questo il messaggio che Tom, trentenne londinese, trova la sera del 12 giugno, la sera in cui scopre che la sua ragazza non c'è più, ma non lo ha lasciato. Che cosa significa? Hayley se n'è andata oppure no? Tornerà? Quando? E cosa diavolo dovrebbe fare lui nel frattempo? Ansioso di trovare risposte, Tom si mette sulle tracce di Hayley. E nel farlo si imbatte in un eccentrico gruppo di persone che hanno deciso di risolvere i loro problemi esistenziali dedicandosi a un hobby tanto insolito quanto contagioso. Un attimo dopo si accorge di essere pedinato, ma non sa da chi. E poi rischia di perdere il lavoro in radio quando, con tutta Londra in ascolto, dimentica il microfono acceso durante una conversazione privata decisamente imbarazzante. Ma per Tom l'importante è capire cosa sta succedendo alla sua vita e chi sono le persone che gli stanno intorno. Chi è Hayley in realtà? E chi è quella ragazza carina che lo segue al supermercato? E perché, quando si ha un problema, non si può semplicemente trovare qualcuno che l'abbia già risolto e fare un bel copia-e-incolla?
È piena estate in Périgord, nel Sud della Francia, e il villaggio di Saint-Denis è in fermento: a breve avrà inizio il Concours d'Elégance, un raduno di auto d'epoca che sta facendo confluire in zona collezionisti e appassionati da ogni angolo del paese. Molte splendide vetture sono pronte a sfidarsi tra le colline coltivate a vigne per cui la regione è famosa, ma nessuna può competere con la Bugatti Type 57 Atlantic, considerata la macchina più bella e costosa al mondo, prodotta in soli quattro esemplari. Uno è esposto in un museo della California, che l'ha pagato ben 37 milioni di dollari. Un altro fa parte della collezione privata di Ralph Lauren. Un terzo è andato distrutto, e l'ultimo è scomparso in circostanze misteriose alla fine della Seconda guerra mondiale, proprio vicino a Saint-Denis. Due piloti del raduno sono particolarmente interessati alle sorti di questa quarta automobile, ma il commissario Bruno Courrèges, capo della polizia locale, è alle prese con altri pensieri: un uomo è morto, probabilmente non per cause naturali. E, poco dopo il ritrovamento di un secondo cadavere, la pacifica Saint-Denis sembra piombare nel bel mezzo di un'indagine internazionale sul riciclaggio di denaro sporco. A complicare le cose ci si mettono una lite familiare e alcune faccende di cuore, ma il commissario, accompagnato dal fedele basset hound Balzac, troverà il filo con cui cucire insieme queste vicende apparentemente distanti e dare soluzione a ogni mistero.
Il cricket può essere uno sport molto complicato, soprattutto se non ne conosci le regole. I cinque giorni in cui tutto il paese tiene il fiato sospeso davanti a un'interminabile partita tra India e Inghilterra possono essere il momento peggiore per far precipitare una crisi matrimoniale, cercare un sedicenne scappato di casa, o assecondare i desideri di un misterioso amante. Eppure è quello che deve fare la protagonista: tentando, nel frattempo, di imparare le regole. Se non del cricket, almeno della vita.
Autentico caso letterario in Inghilterra, 24 per 3 è stato accolto come una gemma di raffinata intelligenza, ironia e sottile erotismo.
In terra c’è una borsa aperta, contiene già alcuni indumenti da notte, dei documenti, un tubetto di dentifricio. Manca solo un libro, e poi può essere chiusa. Sul vialetto davanti a casa è parcheggiata l’auto di un’amica, la persona che accompagnerà Brenda in ospedale.
Il libro che verrà infilato proprio sotto la zip è la prima cosa che lei prenderà in mano, quando si ritroverà in una stanza vuota, in un luogo che nemmeno riesce a immaginare. È una scelta importante, dev’essere il libro giusto, e Brenda Walker, scrittrice e docente di letteratura, è sempre vissuta di libri.
Ora che è diventata anche altro – una paziente – non può abbandonare la narrazione.
La diagnosi di tumore al seno è stata come una vertigine, la sensazione di precipitare in caduta libera. La paura per sé, per quel figlio che ancora deve finire di crescere, e poi la consapevolezza dei passi da compiere: leggeri ma decisi, via dalla morte, verso uno scopo. Verso la speranza. Sono cinque le fasi di questo pericoloso viaggio e i titoli hanno un suono netto, inequivocabile: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, ricostruzione, sopravvivenza.
Viaggio scandito dai libri giusti, quelli che offrono sostegno ma non per forza consolazione, perché se uno scrittore può portarci in luoghi strani, difficili, le sue sono mani fidate. Quei libri che ci fanno vivere altre vite, altri amori, altre paure che la nostra singola esistenza non può contenere. Il percorso tumultuoso di Brenda verso la guarigione, grazie ai libri, è diventato denso di bagliori, rivelazioni che hanno tenuto a bada la paura. Così ha riletto – e noi con lei – da Don DeLillo a Dante, da Beckett a Karen Blixen, da Nabokov a Dickens, da Tolstoj a Cunningham, da Remarque a Coetzee.
Non vuole fuggire dalla realtà, Brenda, vuole acquisire una più profonda consapevolezza dell’amore di madre, della somiglianza tra fratelli, della meraviglia del corpo, della dolcezza di un’amicizia, di tutto ciò che la possibilità della nostra morte rende essenziale comprendere.
"Ci vuole un poeta per rompere il silenzio e la disperazione, per dire l'indicibile verità. La Walker annuncia ciò che non ci è più concesso fare, ciò che non permetterà più che succeda". Howard Zinn. L'autrice de "Il colore viola" (1984), militante per i diritti civili, ci offre una testimonianza dai territori dell'orrore mo-derno, Ruanda, Congo Orientale e Striscia di Gaza, perché la carneficina abbia fine e la voce della libertà trovi ascolto.
Maine, 2012. Jack Wiseman sta morendo di cancro, e sua nipote arriva da New York per assisterlo durante le ultime settimane di vita. Trent'anni, una massa di riccioli ramati e un'indole impulsiva, Natalie sembra aver perso la bussola dopo il divorzio dal marito Daniel, fino a licenziarsi dallo studio legale in cui lavorava. Qualche giorno prima di morire, però, il nonno le affida un incarico che sembra risvegliare in lei il desiderio di mettersi in gioco: riconsegnare al legittimo proprietario un ciondolo di cui era entrato in possesso alla fine della Seconda guerra mondiale. Quando, giovane tenente dell'esercito americano a Salisburgo, aveva ricevuto mandato di proteggere un treno carico di beni degli ebrei ungheresi sottratti dai nazisti durante l'Olocausto. Comincia così un viaggio tra presente e passato fatto di segreti, inganni e amori, nel quale sfilano un'impetuosa ragazza sopravvissuta ad Auschwitz, la figlia di una ricca famiglia di Budapest impegnata nella lotta per il diritto di voto alle donne, una suffragetta minuscola di statura e grande di spirito, l'epopea tragica e piena di speranza degli ebrei tra l'Europa centrale e la Palestina.
A due anni di distanza dall'11 settembre 2001, gli effetti dell'attentato ancora incombono sulla vita di tanti americani, impegnati a tentare di immaginare un futuro di guarigione e ritrovata serenità. Questo sforzo, individuale e collettivo insieme, ha bisogno di un simbolo, di un faro, di qualcosa che renda tangibile ciò che solo le parole - e a volte neppure quelle - riescono a evocare. Il monumento che dovrà assolvere il compito sarà un luogo di pace, un documento storico, una nuova partenza. Viene così indetto un concorso anonimo e aperto a tutti per scegliere il progetto che meglio rappresenterà questa voglia di memoria e rinascita. Ma per quello che sembra in tutto e per tutto uno scherzo del destino, il progetto prescelto - il Giardino - risulta essere opera di un bravissimo architetto, referenziato e stimato. E musulmano. Per un attimo sembra che quel nome, Mohammad Khan, arrivato in modo cosi inatteso al tavolo della giuria, sia una sorta di déjà-vu: una nuova esplosione, un altro attacco kamikaze, quasi un nuovo attentato alla società americana. Le reazioni dell'opinione pubblica alla notizia sono prevedibilmente di shock e incredulità. L'architetto vincitore si vedrà costretto a ripensare il suo modo di essere americano e musulmano, di essere figlio e compagno, e finirà con l'abbandonare la battaglia per rivendicare quegli stessi diritti che gli hanno permesso di diventare ciò che è, un onesto e produttivo cittadino americano.
"Prima luce" è un libro sulla morte, sulla morte della madre, anzitutto, e su quella di ciò che trascorre investendoci con un lascito di ardente e melanconica nostalgia. Un libro sul morire che s'insinua nella giornata di ciascuono di noi, e di riflesso un libro che canta la gratitudine per il dono della "luce silenziosa del mattino su steli d'erba lucente", inimitabile come sa esserlo la collera di un dio o un miracolo che si rinnova. Testo originale a fronte.
Omeros, aedo del tempo presente, racconta la storia di due pescatori, Ettore e Achille, innamorati della stessa donna, Elena, sensuale cameriera di un hotel di Santa Lucia, piccola isola sovrastata da due coni vulcanici, al centro del Mar dei Caraibi. E ogni personaggio, anche quelli di contorno, è come incastonato in un'aura luminosa, che scaturisce sia dalla felice irruenza del magma metaforico di Walcott, sia dal carisma di nomi, gesti e pensieri che riecheggiano, non senza venature ironiche, quelli dei corrispettivi eroi omerici. Ma il poema racconta anche la storia di un tradimento: l'isola, a lungo contesa dagli imperi rivali di Francia e Gran Bretagna, è stata infine consegnata ai turisti.
"C'è un'esultanza fortissima, una celebrazione della fortuna, quando uno scrittore è testimone degli albori di una cultura che si definisce da sé, ramo dopo ramo, foglia dopo foglia..." scrive Walcott parlando dei Caraibi, e di uomini e donne che "non leggono ma sono lì per essere letti, e se vengono letti nel modo giusto creano la propria letteratura". Non stupisce allora che egli consideri scrittori fratelli Saint-John Perse, Aimé Césaire e Patrick Chamoiseau. Ma il suo sguardo valica i confini dei Caraibi, per abbracciare un orizzonte ben più ampio: da Philip Larkin, che "ha inventato una musa, il cui nome era Mediocrità", a Ted Hughes, che con la sua poesia "ringhia come una bestia braccata", a Robert Frost, dalla "saggezza invernale", a Les Murray, che in virtù della sua "forza irsuta" sembra uscito da "una scena di Mad Max", a Iosif Brodskij, immerso nel "caos" della trasformazione che ogni poeta attraversa quando traduce se stesso. E a dispetto dell'eterogeneità degli oggetti su cui Walcott si sofferma, questa raccolta si fissa nella nostra mente come un'unica, folgorante immagine: merito, certamente, di una scrittura così intensa da rischiare a ogni riga di frammentarsi in lirica.
Egrette bianche, la quattordicesima raccolta di poesie di Derek Walcott, fonde elegia e rapsodia, sul ritmo di temi ricorrenti come l'eredità coloniale e lo spettro dell'impero, l'approssimarsi della morte e la scomparsa degli affetti, l'insofferenza per il turismo («una schiavitù senza catene, senza sangue sparso») e un amore per il viaggio vissuto nella consapevolezza – per citare Orazio – che «chi va per mare cambia cielo, non animo». Iosif Brodskij ha paragonato la poesia di Walcott alle onde di marea, a frangenti che montano, si ritirano e tornano a lambire la costa, mentre la magnificenza del suo linguaggio e la profusione di immagini evocano la lussureggiante natura delle Indie Occidentali. E il lettore non potrà che restare abbacinato a osservare «queste egrette / che incedono sul prato in truppe scomposte, bianche insegne / che arrancano derelitte; sono i rimpianti / scoloriti delle memorie di un vecchio, le loro strofe mai scritte. / Pagine che svolazzano come ali sul prato, segreti svelati».

