
È l'alba del XVI secolo.L'Italia è divisa in una miriade di regni litigiosi e incapaci di opporsi alle mire delle grandi potenze. Tra quelle corti soggette ai capricci della guerra si aggira un personaggio bizzarro e affascinante, che sembra uscito dalla penna di uno scrittore. È un pittore e scultore che come nessun altro riesce a catturare l'anima di ciò che raffigura. È un inventore in grado di concepire monumenti di prodigiosa bellezza, architetture così ardite da superare ogni immaginazione, macchine belliche che sembrano provenire da un futuro lontano. È uno scienziato che di ogni fenomeno dell'universo vuole indagare i meccanismi profondi: il moto dei pianeti, dell'aria e dell'acqua, il volo degli uccelli, il corpo umano. Quasi non esiste disciplina in cui non dimostri una maestria senza pari. Si chiama Leonardo da Vinci. Intorno al suo nome fioriranno leggende, miti, storie fantastiche. Eppure, sono ancora molti gli enigmi e le zone d'ombra nella sua biografia. Servirebbe una macchina del tempo o lo sguardo di un testimone oculare, per poter finalmente risolvere il rompicapo di colui che da secoli rappresenta, nell'immaginario comune dell'umanità, l'incarnazione del Rinascimento. Il libro che avete in mano è esattamente questo. Attraverso le memorie - immaginarie, ma scrupolosamente documentate - di Francesco Melzi, che del maestro fu per anni amico e allievo prediletto, Massimo Polidoro ci conduce in un incredibile viaggio nella turbolenta Europa di cinquecento anni fa. Cammineremo accanto a Leonardo, seguiremo gli stupefacenti sviluppi del suo ingegno, lo ammireremo nell'attimo irripetibile della creazione delle sue opere immortali, e ascolteremo dalla sua viva voce i pensieri e le intuizioni del più grande talento universale della storia. Prefazione di Piero Angela.
Un antico mulino del 1200 ricoperto dalla vegetazione nel silenzio di una splendida vallata a Formello, nella campagna romana, rivela un sorprendente intreccio di storie. Dai ricordi dell'ultimo mugnaio e da preziose carte d'archivio emerge la vita quotidiana del lavoro nei campi e il desiderio di evasione di una civiltà contadina che sulle sponde del torrente Crèmera trascorreva momenti di riposo e di allegria. Ma dalle acque del torrente affiorano anche i racconti sui briganti, le acerrime contese sulla macerazione della canapa, le lotte per la terra, le soste dei pellegrini della via Francigena diretti a Roma, la gara del solco dritto e un tragico evento che un giorno fece fermare le pesanti macine di pietra.
Ognuno di noi ha un brano letterario a cui è particolarmente affezionato. Esistono brani che toccano un po' tutti, sia perché collegati a ricordi indelebili del proprio percorso scolastico, a passaggi di vita significativi, o anche solo perché famosissimi. La proposta che l'autrice fa a ogni lettore in questo libro è quella di trovare in questi testi - antichi e moderni - qualcosa che può essere di ispirazione, aiuto, consolazione e sostegno per il nostro quotidiano. Da S. Francesco a Carducci, da Dante a D'Annunzio, da Boccaccio a Foscolo, da Petrarca a Leopardi per finire con Pirandello, Ungaretti e Deledda, undici autori e undici testi per scoprire qualcosa che la letteratura può insegnarci ancora oggi: a stare con le persone, a gestire le nostre emozioni, a comprendere il mondo che ci circonda.
Una grande famiglia milanese raccontata attraverso il corso del Novecento: dal glorioso laboratorio di "confezione tomaje" a Porta Cicca (oggi Porta Ticinese) che dava lavoro a tutti gli innumerevoli figli, fino agli anni del Fascismo, alla guerra, alle cadute e alle rivoluzioni della seconda metà del secolo. Genitori, figlie e figli accomunati dalla forza di mestieri e valori tramandati di generazione in generazione, da una fede cristiana più forte di ogni avversità. E dalla straordinaria volontà - e capacità - di cambiare le cose, con la consapevolezza e l'orgoglio di chi ha radici forti in un passato di operoso coraggio. Una galleria di personaggi semplici e profondamente autentici nelle loro emozioni, nelle speranze, nel dialetto milanese che è quello delle parole più intime. E, sullo sfondo, Milano. Che guarda, accoglie, lascia fare. Milano che culla e incoraggia, Milano che è madre e padre. Con la passione di chi evoca il passato per affrontare con maggior energia il presente e il futuro, attraverso pagine che restituiscono la vibrante suggestione di gesti, volti, parole dimenticate, Marco Pogliani ci offre un romanzo che è la storia della sua famiglia e insieme la celebrazione di quella forza "naturale", inarrestabile e straordinaria, generata dalla continuità tra padri e figli.
Un ragazzo di sedici anni, una vita in balia della legge dei più forti. A cavallo della sua vespa Luigi ritira soldi in ogni parte di Napoli, come un postino, come un esattore. Vomero, Ferrovia, Tribunali, fino a Posillipo, "un posto dove c'era troppo silenzio e anche se era bello, perché bello lo era veramente, non faceva stare bene". Luigi parla poco ma tiene gli occhi spalancati. Ha il cuore in subbuglio, nessuno lo accompagna nel suo vagabondare alla ricerca di quello che è l'unico oggetto del suo desiderio, Ninetta. Una ragazzina di sedici anni, fidanzata di Gaetano, il nuovo capozona appena uscito dal carcere di Poggioreale, il nuovo camorrista senza pietà, dal destino ineluttabilmente segnato dalla violenza. Attorno a Luigi è un mondo sfasciato, nero, ma colmo di malinconia e di rimpianti. Chi sono i suoi amici? Vittorio, il suo vecchio capozona a cui consegnava le mesate e che ha strangolato un cucciolo di boxer solo perché lo guardava fisso. Pasqualino, il fratello piccolo e malaticcio, che nel sonno recita i nomi delle antiche divinità studiate a scuola: Ermes, il messaggero degli dèi, Giove che scaglia fulmini dall'Olimpo, Nettuno che governa le forze del mare e il canto delle sirene. E sua madre, una vedova che vive chiusa nella guardiola di un palazzo antico e fatiscente e che gli appare simile a una madonna colma di lacrime. Luigi vive già di ricordi, di una speranza muta. Non è uomo né dio, e porta in giro per Napoli, e sempre con sé, il tormento di un desiderio di felicità.
Due organismi viventi, un cuore e un gatto, vengono occultati, creduti morti; ma nella loro tragica vitalità, entrambi danno segnali della loro esistenza. Un cuore batte sotto un tappeto, e la sua eco rimbomba terribile nelle orecchie di chi vi cammina. Soffocata tra la calce di una parete, la carogna di un gatto lancia i suoi temibili anatemi. La fervida, cupa fantasia di Poe concepisce per entrambi i racconti un identico dispositivo letterario, per cui è il segnale di sopravvivenza lanciato dai supposti organismi soppressi, la leva che non soltanto smaschera gli artefici dell'occultamento, ma anche scardina la facciata della storia, mettendo a nudo la natura violenta nascosta dietro le apparenze. Nel CD la voce narrante è di Marco Baliani.
Tutti i racconti dell'incubo, del mistero e del terrore nella straordinaria versione di Giorgio Manganelli. Inventore del racconto poliziesco e del thriller psicologico, nella sua sterminata produzione Edgar Allan Poe ha affrontato atmosfere torbide e terrificanti, trame allucinanti e bizzarre, intrecci misteriosi decifrabili solo con l'utilizzo di una lucida logica, mondi inquietanti e anche grotteschi, riuscendo sempre a penetrare a fondo nell'anima delle situazioni fino alle più estreme conseguenze. Questo volume che raccoglie i suoi racconti restituisce tutta la sua suprema intelligenza, la sua visionaria lucidità, la sua acuta percezione della realtà. Il lungo saggio introduttivo di Julio Cortázar aiuta a leggere la vita e l'opera di Poe sotto una luce spogliata di quei riflessi che a partire dalla sua morte hanno così spesso fuorviato i lettori di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. (Introduzione di Julio Cortázar)
Maestro del genere gotico, Poe fece della paura il suo tema per eccellenza, nonché lo strumento principe per la comprensione delle dinamiche psicologiche. Caratterizzati da un'inconfondibile atmosfera onirica e visionaria, i racconti di Poe racchiudono verità che risiedono oltre l'apparire: la visione non è reale, ma nonostante ciò è vera.
Celebre per le sue storie poliziesche e dell'orrore, Poe si cimentò anche in racconti satirici e umoristici. In queste novelle, dove si riscontra il grande potere della sua creativa immaginazione, lo scrittore americano si fa beffe della vanità dei suoi contemporanei aristocratici, dei filosofi da strapazzo, della credulità dei lettori di riviste e dei loro direttori, con i quali dovette a lungo fare i conti nelle sue molteplici esperienze di giornalista. L'umorismo è presente anche nel modo in cui interpreta alcune moderne invenzioni, come nel divertente "1002° racconto di Sheherazade", che si propone come il seguito sconosciuto della raccolta araba "Le mille e una notte".
Pubblicato nel 1838, "Le avventure di Gordon Pym"(titolo originale: The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket) è l'unico romanzo di Edgar Allan Poe. L'opera è considerata un manifesto del genere horror psicologico, di cui l'autore è uno dei massimi esponenti. Gordon Pym è un giovane americano che s'imbarca come clandestino sulla baleniera Grampus e che racconterà in prima persona le sue inquietanti e misteriose avventure. Dopo una serie di vicissitudini - ammutinamenti, rivolte, tempeste e galeoni abbandonati - lui e il marinaio Peters scamperanno ad un naufragio e verranno salvati dalla goletta Jane Guy diretta verso i mari del Sud, non prima di approdare sulle coste di un'isola sconosciuta abitata da indigeni ostili... Prefazione di Charles Baudelaire.
L'enigmaticità perturbante di Edgar Allan Poe, maestro assoluto del thriller psicologico. Il magnetismo straniarne di Harry Clarke, tra i maggiori illustratori del primo Novecento. Da II gatto nero a Berenice, da II crollo della casa degli Usher a I delitti della rue Morgue, le atmosfere allucinate dei Racconti del mistero si materializzano nelle tavole ipnotiche e sospese sul filo dell'irrealtà dell'artista irlandese. Con la sua paradossale capacità di invenzione, Poe indaga le zone d'ombra nascoste dietro la normalità apparente delle nostre esistenze e dà vita a inquietanti discese nei recessi più bui dell'animo umano. E mentre episodi misteriosi, indizi fuorvianti e dettagli sinistri si intrecciano in un inesorabile meccanismo narrativo, l'autore ci spinge con lucida sottigliezza fino al limite che separa ragione e follia, lasciandoci in bilico - esattamente come le figure avvolte dall'oscurità di Clarke - tra il fascino e l'orrore di una realtà costruita sulla soglia dell'incubo.

