
IV secolo d.C. Il giovane aristocratico romano Quinto Varrone è in fuga dal massacro di tutta la sua famiglia. È riuscito a salvare solo uno zio dalla furia degli assassini e intende scoprire chi ha ordito il complotto per avere la sua vendetta. Così, incerto su chi sia meritevole di fiducia, decide di rifugiarsi nella remota Londinium, in Britannia. Teme per la sua vita e il dolore per la perdita dei suoi cari lo tormenta. Quando incontra una giovane donna irlandese di nome Lydia, le loro vite si intrecciano e il padre della ragazza si offre di trovargli un lavoro come fabbro. La copertura perfetta per pianificare la vendetta. Ma gli assassini non hanno dimenticato Quinto e sono sulle tracce del giovane per completare, una volta per tutte, lo sterminio della sua famiglia. È un uomo di nome Rufo Catone a salvargli la vita e a conquistarsi la sua fiducia: anche lui, infatti, ha un conto in sospeso con chi si nasconde dietro la cospirazione. Quinto non sa che la verità che cerca potrebbe essere molto più sconvolgente di quanto immagina.
Gaio Publio Varro, veterano delle legioni africane, al termine di una lunga carriera militare toma nella sua terra natale: la Britannia. È l'anno del Signore 369 quando lascia l'esercito romano e decide di riprendere l'attività che fu dei suoi avi: il fabbro. Anni prima, suo nonno, con il ferro estratto da una pietra "caduta dal cielo", aveva creato armi che si conservano affilate e lucenti come nessun altra. Combattente, politico, uomo di grande fascino, Publio Varro affronta mille vicissitudini, giungendo a prosciugare un intero lago per ritrovare quelle pietre misteriose e forgiare una spada leggendaria: Excalibur. Lui ancora non sa che quella spada segnerà il destino di un suo diretto discendente, il futuro re di tutta la Britannia, Artù.
Britannia, V secolo. Nel fortino di Camelot la civiltà romana resiste agli attacchi delle tribù barbare. Il nuovo comandante dell'insediamento è Merlino, un capo giusto e capace, in cui tutti, celti e romani, confidano. Merlino è la guida, il sottile stratega. Suo cugino, Uther Pendragon, futuro padre di Artù, è il guerriero instancabile. Sono nati lo stesso giorno, sono come le due facce di un'unica moneta. Se qualcuno vuole impadronirsi della colonia, deve riuscire a separarli.
Quando Clothar il Franco era giunto in Britannia, quattro anni prima, non pensava che Artù, il guerriero con cui aveva duellato ferocemente, sarebbe diventato il suo re, il suo migliore amico, il fedele compagno di mille battaglie. Invece da quel lontano giorno d'estate non si era mai separato da lui, se non per affrontare i nemici del regno di Camelot. Insieme, i due guerrieri avevano realizzato un sogno, avevano costituito un ordine, i cavalieri della Tavola Rotonda, uomini d'arme addestrati non a combattere per se stessi e per il proprio esercito, ma a morire per l'ideale di pace della loro terra. Ora, però, un nuovo imminente pericolo minaccia l'unità del regno: un feroce condottiero sta guidando le tribù dei Sassoni verso le terre di Connlyn, devastando tutto ciò che trova. Spetta a Clothar, che, grazie alla sua abilità con la lancia, ha ormai preso il nome di Lancillotto, raggiungere le desolate regioni del nord e sbaragliare il nemico con un pugno di uomini ben armati. Ma dopo questa vittoria dovrà lasciare la Britannia; partire per dimenticare la bella Elaine, il suo primo amore, e per compiere il suo destino di cavaliere. Perché questo viaggio lo condurrà in Bretagna, sulla strada verso casa, quella casa che non ha mai visto, quel regno che gli è stato strappato quando era ancora in fasce, e che gli spetta di diritto. E questa volta Lancillotto si troverà da solo ad affrontare i fantasmi del suo passato e a realizzare la vendetta che attende da sempre.
Gerusalemme, 1099 Ugo di Payens si aggira tra montagne di cadaveri, grida di dolore, edifici distrutti. I suoi piedi affondano nel sangue, che scorre lungo le strade della Città Santa. Non per questo aveva lasciato la Francia, non per questo si era unito alla crociata, tre anni prima, come gli avevano chiesto i capi della congregazione segreta cui apparteneva, l'Ordine della Rinascita di Sion. Non per assistere a questo orrore, ma perché l'Ordine della Rinascita potesse tornare a Gerusalemme, nella città dove era rimasta sepolta per secoli la verità sulla vita, e sulla morte, di Gesù. Dopo aver assistito a quell'inutile massacro, Ugo è sconvolto e sfiduciato, ma decide di restare in Terra Santa, e attendere indicazioni dall'Ordine della Rinascita di Sion. E proprio quando, passati ormai vent'anni, si convince che queste non arriveranno mai, ecco la svolta improvvisa, un comando tanto assurdo quanto perentorio. Formare un nuovo ordine di monaci cavalieri, che dovranno alloggiare nelle grotte sotto il Monte del Tempio di Gerusalemme. Una richiesta all'apparenza irrealizzabile, ma Ugo, con l'aiuto del vecchio amico Goffredo Saint-Omer, del giovane Stefano Saint-Clair, e di altri pochi fidati cavalieri, riuscirà a fondare l'Ordine dei "Poveri compagni soldati di Cristo e del Tempio di Salomone". I Templari. E mentre il Regno crociato di Gerusalemme affonda tra gli intrighi, le congiure e la lussuria, i monaci guerrieri finalmente capiranno il motivo della loro esistenza.
Nessuno lo avrebbe mai più dimenticato, quel venerdì. Venerdì 13 ottobre 1307, a Parigi. Il giorno del tradimento e dell’infamia, il giorno della fine dei Templari.
Certo non lo avrebbe mai dimenticato Sir William Sinclair, discendente di messer Stefano Saint-Clair, che due secoli prima, a Gerusalemme, aveva fondato l’Ordine insieme ad altri monaci.
Sir William sedeva nel consiglio dei Templari, era il custode del misterioso tesoro che era rimasto sepolto per secoli sotto le macerie del Tempio di Salomone e che aveva fatto la fortuna dell’Ordine. Per questo, il giorno in cui Filippo il Bello, re di Francia, e papa Clemente V scatenano la caccia ai Templari, Sir William non può far altro che fuggire. Con lui, pochi fedeli sopravvissuti e una donna, Lady Jessica Randolph baronessa di St. Valery. Sarà proprio lei a far comprendere a Sir William che è giunto il momento di lasciarsi alle spalle la fedeltà e i voti fatti a una Chiesa che lo ha tradito e ha messo in pericolo la sua vita.
Il suo destino è quello di raggiungere la terra di cui parla la tradizione templare, al di là del Grande Mare d’Occidente, l’unico luogo in cui potrà custodire il tesoro dell’Ordine e trovare finalmente la pace.