
In breve
E a te, che cosa è successo oggi? Dov’è che hai incontrato qualcosa di importante?
Che valore hanno le esperienze personali? La nostra epoca le umilia in tutti i modi. L’io è tacciato dei peggiori vizi sociali: narcisismo, egoismo, invidia; gli si riserva il ruolo di puro spettatore e commentatore dei media. Eppure, dove altro può accadere qualcosa, se non in noi stessi? Un giorno, l’autore di queste pagine ha deciso di partire: si è inviato da sé nella vita. Per più di un anno ha prestato attenzione a tutti quei momenti in cui l’esperienza personale tocca qualcosa di importante. Un incontro, un viaggio, una malattia, un’opera d’arte, un amore, un sogno. Catturandoli nella scrittura, con non più di mille caratteri, per cogliere l’essenziale.
Indice
1. Io – 2. Tu – 3. Egli – 4. Noi – 5. Voi – 6. Essi
Discendente della dinastia tessile degli Amman, Luisa Casati Stampa (1881-1957) rimase presto orfana e si ritrovò con un enorme patrimonio da dilapidare. Milano, sua città natale, Roma, Venezia, Parigi - dove prese dimora nell'enorme e ingestibile Palais Rose - e infine Londra furono i suoi palcoscenici. Attratta da ogni eccesso, dalle droghe all'occulto, fu modella di tutti i protagonisti delle avanguardie, avendo al suo fianco una corte di iconografi intenti a celebrare le sue gesta in maschera. Leggendaria, sprezzante, chimerica, fu compagna di D'Annunzio e finì i suoi giorni in miseria. Cecil Beaton la inseguì nei suoi ultimi anni per ritrarre la sua decadenza, ma lei si schermì, preferendo affidarsi al ricordo. Una memoria che ha ispirato artisti, scrittori, creatori di moda e performer, affascinati dal suo "vivere inimitabile".
Sin dagli esordi Paolo Poli ha guardato il mondo con lo scarto fantasmagorico di chi sa che per restituire lo spirito delle cose, per disinnescare censure e conformismo, c'è bisogno di ridere e di far ridere. Rileggendo mezzo secolo di interviste (cartacee, radiofoniche e televisive - molte disperse, quasi introvabili), Luca Scarlini ha costruito un sillabario poetico e brillante: una sarabanda di racconti spericolati e divagazioni fulminanti, un "Alfabeto Poli" da decrittare seguendo il filo dell'ironia. La folgore del ricordo a tratti prende la forma esatta di un aforisma, altre volte invece si dispiega in pagine intense, analitiche e narrative, lasciando spazio alla riflessione e alla sensibilità di un artista cosi grande da non essersi preso mai troppo sul serio. Sullo sfondo di un'Italia colta nei suoi aspetti meno prevedibili, sfila una galleria di personaggi indimenticabili, da Longhi a Parise, da Franca Valeri a Pasolini. Il genio radente di Paolo Poli procede spigliato, non senza qualche lampo di malinconia, sino a fondare in qualche modo un'etica della leggerezza. Non c'è niente di più sincero, in fondo, di un libro scritto vivendo.
I grandi autori avvertivano prima di tutto il vuoto - spiega Giuseppe Scaraffia all'inizio di questa traversata a tappe nei costumi di vita dei protagonisti della cultura occidentale. Perciò, tutto quello che facevano, per riuscire a dare diletto a se stessi, era il modo che avevano di "arredare il vuoto"; e quanto più elaborato, eccentrico, sofisticato, maniacale od effimero, questo diletto si mostra ai nostri occhi, tanto maggiore doveva esercitarsi su di loro la pressione diffusa di quel nulla che li minacciava: "ognuno ha la propria ricetta e spesso i più dissipati sono proprio i saggi". Secondo lo stile formatosi in tanti volumi contemporaneamente ironici e colti, Scaraffia conduce il lettore tra le pagine e le vite, con un bagaglio immenso di critica e fatti, e con un tratto di scrittura capace di rappresentare rapidissimo una figura del palcoscenico letterario dei secoli. In questo libro il centro dei suoi interessi sono le attività a cui i grandi si davano per trovare gioia o riposo o oblio o ebbrezza, da cui ricavavano, appunto, piaceri: analizzate e sistemate per ordine. I baci, i cani, i tatuaggi, le valigie, i giardini, le motociclette, e tutto il resto: non suonano come manie di artisti narcisisti ma, nel modo di scandagliarli dell'autore, sono finestre che si aprono sulle anime e sulle poetiche. Ed è come entrare nel salottino di casa dei grandi scrittori e farsi raccontare cosa facevano per dimenticarsi di sé.
Una storia del nostro tempo sullo sfondo di due terre, il Polesine e l'Istria, annodate in un intreccio di radici e sentimenti.
Per Stevie le cose non potrebbero andare peggio. In redazione, dove ogni mattina la scure di Zagor gli ricorda lo squallore filogovernativo del suo tronfio direttore; a casa, dove ad accoglierlo c'è solo la labrador Clarabelle, ghiotta di crocchette all'alchermes; e persino al bar, perché la ragazza bellissima e misteriosa che gli prepara il caffè, Layla, ormai da sei anni lo tormenta con la sua indifferenza. I suoi migliori amici sono un playboy cinico e misogino, un tennista fallito, un cassiere di night vessato dalla moglie e una cavia di prodotti drenanti; e poi c'è Violet dagli occhi tristi, la sua ex, che in qualche modo ce l'ha fatta mentre lui è rimasto in panchina. Tra Stevie e il nonno gourmet Sandro, sosia di Pertini, il più giovane non sembra certo il nipote. In una settimana, però, possono succedere molte cose. La rivoluzione è imprevedibile, e per forza di cose molto veloce se a guidarla sono quattro agguerriti hacker novantenni, più "Amici miei" che Antonio Gramsci, determinati a ribellarsi contro l'ennesima celebrazione farsa del governo: la Cerimonia Solenne del Massone Buono. Al loro fianco, in veste di "staffetta partigiana del XXI secolo", un giovane giornalista che aspettava solo una chiamata alle armi. Forse però anche per Stevie è arrivata l'ora di regolare i conti. Di opporsi. E di scrivere la più lunga e sincera lettera d'amore mai scritta.
Per Stevie le cose non potrebbero andare peggio. In redazione, dove ogni mattina la scure di Zagor gli ricorda lo squallore filogovernativo del suo tronfio direttore; a casa, dove ad accoglierlo c'è solo la labrador Clarabelle, ghiotta di crocchette all'alchermes; e persino al bar, perché la ragazza bellissima e misteriosa che gli prepara il caffè, Layla, ormai da sei anni lo tormenta con la sua indifferenza. I suoi migliori amici sono un playboy cinico e misogino, un tennista fallito, un cassiere di night vessato dalla moglie e una cavia di prodotti drenanti; e poi c'è Violet dagli occhi tristi, la sua ex, che in qualche modo ce l'ha fatta mentre lui è rimasto in panchina. Tra Stevie e il nonno gourmet Sandro, sosia di Pertini, il più giovane non sembra certo il nipote. In una settimana, però, possono succedere molte cose. La rivoluzione è imprevedibile, e per forza di cose molto veloce se a guidarla sono quattro agguerriti hacker novantenni, più "Amici miei" che Antonio Gramsci, determinati a ribellarsi contro l'ennesima celebrazione farsa del governo: la Cerimonia Solenne del Massone Buono. Al loro fianco, in veste di "staffetta partigiana del XXI secolo", un giovane giornalista che aspettava solo una chiamata alle armi. Forse però anche per Stevie è arrivata l'ora di regolare i conti. Di opporsi. E di scrivere la più lunga e sincera lettera d'amore mai scritta.
Fabio non si è mai mosso dalla città in cui è nato, ha un figlio lontano e un lavoro che non è diverso da molti altri. Max è tornato da chissà dove e chissà perché. Non ha niente e nessuno. Eppure, per i due che si rincontrano dopo quasi trent’anni, è come non essersi mai lasciati: le corse notturne in bicicletta, la musica, il vino. I cani, quelli salvati e quelli salvatori. Le promesse. E le risate, appoggiati al banco del solito bar. Certe amicizie rinascono come niente, ma si portano dietro anche quello che si voleva dimenticare: gli strascichi di una partenza improvvisa e dolorosa, il senso di colpa per una brutta storia, un perdono mancato. Tra un amore che nasce e un altro che certo non muore, l’attesa di una diagnosi incerta è il momento perfetto per capire cosa si è preso il tempo. E cosa ha dato. “Perché mi hai lasciato solo per tutti questi anni? Eravamo i migliori. I migliori di noi. Tra fratelli figli unici, non si fa.”Un romanzo folgorante sull’amicizia e sull’amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato.
Lo sapevate che il Destino ha un tatuaggio sulle mani? Che l’Umiltà abita in un castello in cima a una strada impervia? La superbia vende scarpe con il tacco, la Coscienza ti può sorprendere anche mentre ti fai la barba e l’Ortodossia ha uno strano tic che le prende di tanto in tanto. Max Minimum, giornalista del Cretino, ha incontrato questi e altri personaggi per fare loro le domande che nessuno ha mai osato porre.
Venti interviste imperdibili per conoscere i loro segreti e quindi affrontarli senza perdere il controllo
L’autore
Tommaso Scandroglio si è sempre occupato di una strana cosa chiamata bioetica, ha pubblicato libri su questo tema e l’ha anche insegnata in università. Ora Max Minimum lo ha convinto, una volta tanto, ad occuparsi di altro
Andrea Grammonte è un predestinato, come rivela «quella linea dritta che lo rendeva inconfondibile: non era una ruga - infatti era comparsa che era ancora bambino - ma un segno, una sorta di marchio che spartiva in due la fronte larga da animale sacro, custode di enigmi». Orfano di padre, eredita dal nonno nel 1946 la piú grande industria siderurgica italiana, e con una condotta abile e spregiudicata ne espande le attività fino a farla diventare un colosso anche nella chimica e nella produzione di energia elettrica. Ma se la vita pubblica di Andrea è un seguito di successi, un angoscioso senso di vuoto segna la sua vita interiore, non medicato dagli affetti familiari e non colmato dai piaceri a cui Andrea non sa e non vuole rinunciare. Un romanzo che racconta un secolo di storia italiana attraverso gli occhi, le azioni e le avventure di un protagonista d'eccezione.
Le passioni, i rimpianti, gli slanci di uno degli uomini che con più lucidità e sapienza ci hanno raccontato il nostro tempo.
«Vivetela bene la vostra piccola vita perché è la sola e quindi immensa ricchezza di cui disponete. Non dilapidatela, non difendetela con avarizia, non gettatela via oltre l'ostacolo. Vivetela con intensa passione, con speranza e allegria».
Scuote l'anima mia Eros nasce così, dalla passione, sotto il segno di una mercurialità creativa che rincorre l'intensità folgorante e variabile dei pensieri. Eugenio Scalfari ha sempre cercato di farsi attraversare dalla luce della razionalità, senza tuttavia nascondersi che la conoscenza e il sapere hanno il loro fondo oscuro nella malinconia («Io sono stato un mercuriale che sognava d'essere un saturnino»). Oggi sente di aver raggiunto quello spazio immobile, quel tempo sospeso che gli permette di accogliere dentro di sé le cose del mondo «invece di invaderle e possederle». Sa di potersi abbandonare liberamente alla propria vita emotiva senza rischiare di cedere alla tristezza e alla solitudine: la malinconia sarà pure un bagno di luce crepuscolare che accompagna ogni percezione, ma è anche una consolazione dell'esistenza che può permettersi solo chi ha vissuto e vive ogni momento «con intensa passione, con speranza e allegria».Compralo su LibreriaColetti.it
«Questo libro è il racconto di uno scontro che avviene in ogni attimo della nostra vita tra le passioni e la ragione; il racconto dell'innocenza perduta, delle trasgressioni, della brama egoistica del potere e la generosità verso gli altri, dell'amore romantico e di quello libertino.
Il protagonista di questa storia fatta di cadute e di vittorie è Eros, signore degli uomini e degli dèi, fonte inesausta di tutti i desideri».
Eugenio Scalfari (1924), dopo aver collaborato al «Mondo» di Pannunzio, è stato, nel 1955, tra i fondatori dell'«Espresso» che ha diretto dal 1963 al 1968. Nel 1976 ha fondato il quotidiano «la Repubblica», che ha diretto fino al 1996 e di cui oggi è editorialista. Tra i suoi libri ricordiamo La sera andavamo in via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla «Repubblica» (Mondadori 1986, Einaudi 2009), Incontro con io (Rizzoli 1994), Alla ricerca della morale perduta (Rizzoli 1995), Il labirinto (Rizzoli 1998), La ruga sulla fronte (Rizzoli 2001, Einaudi 2010) e, con Giuseppe Turani, Razza padrona (Feltrinelli 1974, Baldini Castoldi Dalai 1998), L'uomo che non credeva in Dio (Einaudi 2008), Per l'alto mare aperto (Einaudi 2010), Incontro con Io (Einaudi 2011) e Scuote l'anima mia Eros (Einaudi 2011). Con il Gruppo editoriale L'Espresso ha pubblicato, raccolti in cinque volumi, gli articoli scritti tra il 1955 e il 2004.