
Curata da uno dei maggiori studiosi di Shakespeare, Giorgio Melchiori, l'edizione presenta il testo critico inglese a fronte delle traduzioni eseguite da scrittori come Montale, Luzi, Quasimodo, Wilcock o da insigni specialisti. Un ricco apparato di note accompagna ogni volume. Le commedie romantiche comprendono tutte le opere appartenenti al genere, da Il mercante di Venezia a Le allegre comari di Windsor.
Una commedia brillante (anche se nel corso della narrazione emergono tradimenti, bassezze, vigliaccherie) che parla di amore per i libri, di editori, scrittori e lettori, e poi di coraggio di fronte al male, di lealtà e amicizia, e di come i libri ti possano salvare la vita.
È il 1946 e Juliet Ashton, giovane giornalista londinese di successo, è in cerca di un libro da scrivere. All'improvviso riceve una lettera da Dawsey Adams, che per caso ha comprato un volume che una volta le era appartenuto e, animati dal comune amore per la lettura, cominciano a scriversi. Quando Dawsey le rivela di essere membro del Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, in Juliet si scatena la curiosità di saperne di più e inizia un'intensa corrispondenza con gli altri membri del circolo. Mentre le lettere volano avanti e indietro attraverso la Manica con storie della vita a Guernsey sotto l'occupazione tedesca, Juliet scopre che il club è straordinario e bizzarro come il nome che porta.
A bordo del Gypsy Steamboat, il battello che attraversa il Bosforo danzando come uno zingaro, una scrittrice incontra lo sguardo della donna che le siede accanto: giovane ma con il viso segnato, due bambini chiassosi a cui badare e un terzo che cresce dentro di lei. Una madre: tutto quello che la scrittrice non sarà mai. O almeno così crede. Perché anche a Elif Shafak, autrice di romanzi tradotti in tutto il mondo, toccherà l'esperienza più emozionante e com plicata che una donna possa affrontare: la maternità. Elif ci accompagna in un viaggio pieno di storie, poesia e colori, dentro le emozioni contrastanti che l'hanno attraversata dopo la nascita della sua bambina. Nel tentativo di conciliare le tante versioni di sé che la abitano: il "piccolo harem" che è in ogni donna. Shafak ci conduce nel luogo magico in cui maternità e letteratura si incontrano, regalandoci una storia sofferta eppure luminosa, scritta con "latte nero e inchiostro bianco".
Dicono che i gemelli siano inseparabili, due corpi per un'anima sola. Pembe e Jamila sono nate a tre minuti di distanza, nel piccolo villaggio curdo della Casa dei quattro venti. Jamila ha occhi verdi come l'edera, sogna di girare il mondo come i marinai e di svegliarsi ogni giorno in un porto diverso. Pembe è seria, posata, la sua risata è il rumore di due bicchieri che si toccano e le sue mani conoscono i segreti della vita e della morte. Da grande sarà una levatrice: quasi sacra, vivrà sospesa tra il mondo invisibile e quello visibile come la trama sottile di una ragnatela. E se Pembe resterà fino all'ultimo legata al villaggio e alla sua gente, Jamila andrà a Istanbul e poi a Londra, conoscerà l'amore e il tradimento, farà tre figli e troppi sbagli e alla fine tornerà nel luogo da cui era partita. Perché i destini di Pembe e Jamila si chiamano e si intrecciano fino a confondersi in quel disegno fragile e intricato che è la vita. Dopo "La bastarda di Istanbul", Elif Shafak ritorna con un nuovo romanzo ricco di magia e di sentimenti, d storie e di personaggi in bilico fra tradizione e modernità, tra la paura e una fortissima voglia di libertà.
Nella Istanbul del XVI secolo, in un caleidoscopio di personaggi storici e immaginari, Jahan è un mahout bugiardo e opportunista, un ragazzino scaltro di origini oscure. Arrivato via nave nella città delle sette colline per accompagnare Chota, l'elefante bianco che lo Scià dell'Hindustan ha mandato in dono al Sultano Suleiman, la sua vita dovrebbe restare confinata nel serraglio, fra tigri, leoni, gazzelle e giraffe. Jahan dovrebbe rimanere per sempre relegato al rango di servitore privilegiato, dedito alle cure di Chota, il pachiderma che adorna con la sua stravaganza lo zoo privato del palazzo reale. E invece il caso lo conduce ad attirare l'attenzione di Sinan, il Capo architetto reale, che ne fa uno dei suoi apprendisti. Sinan è un uomo saggio, pacato, sensibile; Jahan non potrebbe trovare maestro più attento e appassionato, e sotto la sua guida si guadagna un lavoro di prestigio, abbandona l'abitudine al furto, cresce. La sua è la storia di un successo edificato con pazienza e devozione, proprio come le moschee e i ponti del maestro Sinan. Ma la vita non accetta di essere disegnata e progettata: prende il suo corso, semplicemente. E per Jahan ruoterà attorno a due centri, due amori: quello impossibile per la principessa Mihrimah, la figlia del Sultano. E quello saldo e semplice di Chota, che sarà sempre lì ad aspettarlo e a consolarlo nei momenti più bui, gigantesco, fedele, forte.
La storia si svolge a Tel Aviv e ha inizio, come altre opere di Shabtai, con una morte. Il primo di aprile muore il padre di Goldman, uno dei protagonisti, e l'intera vicenda occupa un tempo breve, dalla morte del padre di Goldman al suicidio di quest'ultimo, il primo di gennaio: da un torrido inizio estate a un fangoso inverno. Gli altri due protagonisti, lsrael e Cesar, compaiono all'inizio dell'opera, in pagine grottesche e surreali: inseguono di cimitero in cimitero, alveari brulicanti di folla, il funerale del padre di Goldman e intanto, nella luce accecante, nell'aria arida, sotto il sole cocente di quell'inizio di aprile, pensano al defunto. Perché, per esempio, uccise all'improvviso il cane "Nuit sombre", il cane nero della Kaminskaia?
In Friuli, durante l'ultima guerra, si insedia un'armata cosacca proveniente dalla Russia: uomini, donne, vecchi e bambini ai quali le autorità tedesche hanno promesso una patria. È un fatto storico che nella narrazione di Sgorlon diventa la tragica odissea di un popolo predestinato allo sterminio. Stretti in un lembo di terra, i cosacchi invasori e i friulani invasi sono ugualmente vittime di una diversa, ma speculare, oppressione. In questo scenario drammatico di guerra e sofferenza, tuttavia, un raggio di speranza è portato dall'indimenticabile figura di Marta, con il suo immenso bisogno d'amore e con la sua tenace convinzione che nel mondo ci sia un'armonia segreta capace di dare un senso all'esistenza.