
Asier e Joseba sono due giovani baschi che, imbevuti di ideologia nazionalista, decidono di lasciare tutto per entrare nell'ETA. Fernando Aramburu torna al mondo di "Patria" e questa volta racconta, con umorismo caustico e irriverente, stile veloce e lampi di virtuosismo, l'addestramento alle armi di due ragazzi spediti nella parte basca della Francia, e più precisamente in una fattoria di allevatori di galline: Asier, rigido e disciplinato, e Joseba, timido e impacciato, si sottopongono con spirito all'inquadramento e attendono ordini, sospinti dalla forza cieca delle loro convinzioni. Proprio quando si sentono pronti all'azione (e sono maledettamente stufi di mangiare sempre pollo) l'ETA annuncia in tv la fine della lotta armata e lo scioglimento delle cellule. Che fare? Ventenni e sprovveduti, senza il becco di un quattrino e travolti da eventi più grandi di loro, i due decidono di fondare una nuova organizzazione di cui sono gli unici membri. Sotto una pioggia implacabile, tra furtarelli, sequestri, soldi sottratti impunemente e amicizie inaspettate, i due si trovano ad affrontare un'avventura rocambolesca tra il drammatico e il comico, mentre gli ideali si scontrano sempre più ferocemente con la nostalgia di casa...
Ha perso la gloria e la fama, che sono andate tutte a lui, l'amico fraterno. Il premio Nobel per la fisica. L'inventore dell'energia atomica. Enrico Fermi. Forse sarebbe bastato poco per condividerle. Ha perso anche l'amore, quello per lei. L'unica ricercatrice del gruppo di via Panisperna. La donna che saliva e scendeva dagli aerei come dalla sua bicicletta. Nella Mortara. Forse sarebbe bastato un attimo per averlo. È il giugno del 1969 quando dal suo letto d'ospedale Enrico Persico ripercorre il tracciato della sua esistenza vissuta all'ombra del genio. Schiacciato dal peso del genio. Non si può competere con il più grande scienziato del Novecento quando si ha la sventura di fare lo stesso mestiere e, ironia del destino, di averne pure lo stesso nome. Da quel letto vediamo Persico inseguire la speranza e l'ambizione, e sentiamo il destarsi di una voce, di segrete accensioni, di timidi stupori, di malcelati rimpianti: la sua è la storia di un eterno secondo, sullo sfondo di un teatro umano irrimediabilmente più grande di lui. Col passo del romanzo, in un frenetico andare e venire del tempo, Alessandra Arachi ci racconta i coriandoli della vita di un uomo.
Non è facile comprendere il sacro furore che ha preso di mira le mamme. Le mamme delle ragazze anoressiche, per essere precisi. A loro, negli ultimi decenni, è stata data addirittura la colpa di essere la causa di questa malattia che, tra i disturbi della psiche, è quella con il più alto tasso di mortalità. A loro la croce del dramma. A loro il senso di impotenza. A loro. Ma non a Marta. Marta De Bellis non ci sta. Ha una figlia di sedici anni, Loredana, che un giorno decide di lasciare a metà il suo piatto di spaghetti e si infila dentro quel tunnel che ha un nome ben definito ma un'origine ancora oggi enigmatica: l'anoressia. Marta si trova a combattere. Contro la malattia di Loredana, ovviamente. Ma anche contro una montagna di stereotipi che le crollano letteralmente addosso, giorno dopo giorno. Medico dopo medico. Stereotipi che vogliono la mamma colpevole dell'anoressia della figlia. Stereotipi che Marta respinge puntualmente al mittente, come in una partita di tennis. Una partita mortale. Non c'è tempo da perdere. Perché il peso di Loredana scivola fino a raggiungere i trentuno chili. E l'ago della bilancia non accenna a fermarsi... Continuazione ideale di "Briciole", primo romanzo italiano a portare l'anoressia all'attenzione del grande pubblico, "Non più briciole" torna a raccontare quel dramma scegliendo questa volta il punto di vista di una madre che, mentre lotta ogni giorno per salvare la propria figlia, lotta anche contro una terribile condanna...
Un esperimento di magia finito male, un giovane imprudente trasformato in asino, una sequenza di traversie (e di racconti), fino al provvidenziale intervento di una dea: Iside. Ma cosa sono davvero le Metamorfosi? Solo un racconto divertente o un percorso iniziatico? Il lettore sarà tentato di scoprire indizi di un senso più profondo in una novella diventata famosa nella letteratura europea, la favola di Amore e Psiche, che rispecchia emblematicamente la trama principale in cui è contenuta.
Con il crollo del muro di Berlino, cadono le visioni millenaristiche dell'umanità, che dopo tanti secoli si erano ridotte a due, divise da quel muro. Aloisio Lepirro aveva un amore, un gemello, un'idea per un mondo migliore e un lavoro molto importante per cercare di costruirlo. Quando trova il fratello con la sua donna e lo vede morire, la sua idea di un mondo migliore finisce sotto le macerie del muro e il suo lavoro si riduce solo a molti soldi, comprende che è il momento di andare. Per questo decide di sparire, con un nuovo nome, U' Tis, e con un ritorno, non programmato, alle origini della sua famiglia, dove la terra finisce, nel golfo di Leuca. E in quel posto dove non accade nulla, succederà di tutto (delitti, incontri con i padroni della Terra, una donna con uno strano potere, un amore e il passato che riappare e, finalmente, svela la verità). Finché, con una barca a vela, U' Tis, per far tacere un grido interiore o avere una risposta, andrà incontro alla tempesta peggiore di sempre, che nasce dallo scontro fra lo Jonio e l'Adriatico. Solo lui potrà decidere se far vincere il mare, se vivere o morire, artefice fino all'ultimo del proprio destino. Un romanzo intenso e febbrile che ci ricorda, in un mondo dominato dall'inganno di poter essere tutti vincitori, il valore e il potere dei vinti.
Chiara è stata un’attrice, bellissima e spregiudicata. Ha avuto tutto dalla vita. Tranne l’amore di sua figlia Sofia. Quella che ha più amato, il frutto della sua passione più sofferta. Ma Sofia l’amore non sa cosa sia. Forte e ambiziosa, ha un aspetto insignificante e un carattere d’acciaio. Odia sua madre e la vuole distruggere con un libro. Si chiama Diario straordinario, ed è un assoluto bestseller. Nelle sue pagine, dure come pietre, Sofia ha messo alla berlina le scelte di Chiara, accusandola di essere un’arrivista, un’arrampicatrice senza scrupoli, una donna che ha pensato sempre e solo a sé stessa. L’ha fatta a brandelli. Si è vendicata.
Ma i sentimenti non hanno una sola faccia. Lo sanno bene le sorelle di Sofia: Benedetta, dolce e concreta, e la piccola Emma, il folletto di casa.
Per Chiara è venuto il momento di fare i conti con i segreti e le bugie della sua vita. Non le resta altro che imboccare quella strada di verità che non ha mai avuto il coraggio di percorrere. Perché adesso la realtà non è più un palcoscenico. Ora Chiara non può più recitare.
Dalla vincitrice del Premio Bancarella 2003, un romanzo che tocca il cuore della vita di ogni donna: il rapporto tra madre e figlia. Solo attraverso gli sguardi incrociati di Chiara, Sofia, Benedetta ed Emma riusciremo a capire quanto sono complessi e ricchi i rapporti familiari. Solo attraverso il confronto tra le loro storie, così magicamente intrecciate, l’amore sospeso che c’è tra loro potrà finalmente trovare pace.
La luce dell'alba trafigge le finestre socchiuse. È tutta la notte che Alice non dorme, continua a leggere i fogli sparsi di fronte a sé. Due buste, una rossa e una bianca, sono le uniche cose che la sua migliore amica, Camilla, le ha affidato prima di sparire senza lasciare alcuna traccia. Camilla, donna di spettacolo e sceneggiatrice di successo, è sempre stata il punto di riferimento di Alice dal giorno in cui si sono conosciute, ancora ragazzine, sulla battigia dorata di una spiaggia versiliana. Cieli stellati, confidenze sussurrate, risate liberatorie, lacrime asciugate da dolci consigli le hanno accompagnate in tutti questi anni insieme. E ora Alice, madre single che non ha mai avuto il coraggio di vivere e scoprire l'amore, si sente impaurita dal mare di solitudine che l'assenza di Camilla le spalanca di fronte agli occhi. Ma l'amica non l'ha lasciata completamente sola, perché nelle buste si nascondono piccoli indizi che svelano la verità sulla sua scomparsa. Indizi che la conducono a ripercorrere a ritroso tutte le storie passate di Camilla. Uomo dopo uomo, Alice mette insieme le tessere del mosaico del cuore di Camilla. Fino all'ultimo uomo, colui che, forse, le può svelare la verità. perché Camilla le vuole regalare il dono più grande che un'amica può fare: due ali per volare verso il sole della libertà.
La guerra è in corso quando Hugo compie undici anni e il ghetto della città ucraina in cui vive insieme alla madre è diventato un luogo ancora più insicuro. Dalla finestra dell'appartamento dove è rimasto solo con lei - il padre è stato spedito in un campo di lavoro - assiste alle deportazioni di uomini, donne, ragazzini come lui. Osserva quello che gli accade intorno, senza trovare un senso, e impara a non chiedere, ma ad ascoltare il silenzio tra le parole. E sarà proprio questa durissima educazione a permettergli di sopravvivere nell'unico rifugio che la madre, per disperazione, è riuscita a procurargli: lo sgabuzzino di un bordello, dove a occuparsi di lui è una prostituta, Mariana. Nascosto dietro la porta, in perenne attesa che si apra e arrivino un po' di cibo e di calore umano, Hugo sente quello che un ragazzino non dovrebbe sentire. Ma nelle tenebre giorno dopo giorno si fa largo la luce di Mariana, radiosa pur nelle sue intemperanze e nelle sue improvvise tristezze, focosa, seduttiva, profumata, irresistibilmente bella. Una magnifica, tragica creatura che gli insegna non soltanto i segreti del corpo e i turbamenti dell'amore, ma che cosa significa essere, fino in fondo e nel modo più importante, un uomo.
Ucraina, ultimo anno di guerra. Sfuggito per un soffio alla deportazione, Edmond a diciassette anni è entrato in una banda di partigiani ebrei capeggiata dal carismatico Kamil. Gli addestramenti quotidiani, la vita comunitaria, le incursioni per procurarsi viveri e armi lo hanno irrobustito nella mente e nel corpo, facendo del liceale di buona famiglia, scombussolato dai primi turbamenti amorosi, un uomo pronto a fronteggiare la morte e - quel che per certi versi sembra ancora più difficile - le proprie radici e i ricordi: la fede degli avi, il distacco dai genitori e la distanza emotiva, l'indifferenza nei loro confronti nell'ultimo periodo trascorso insieme, che ora gli appare imperdonabile. Stare con i partigiani di Kamil - fra i quali spiccano per la luminosa umanità il vicecomandante Felix, nonna Tsirel, la cuoca Tsila, il gigante Danzig, che si occupa con infinita tenerezza di un trovatello, e tanti altri - significa riscattarsi, riguadagnare uno scopo che renda la vita sopportabile e degna di essere vissuta: proteggere i più deboli, salvarli, votarsi a loro con dedizione assoluta, dissipare almeno un poco la tenebra in cui il mondo sembra immerso. Dopo essersi temprato nella terra dell'acqua, una regione paludosa perfetta per la guerriglia contro gli occupanti tedeschi, il gruppo intraprende infine la lunga ascesa verso la vetta, il luogo ideale per mettersi in sicurezza e realizzare l'obiettivo più ardito: far deragliare i treni destinati ai lager, in attesa di poter tornare a casa.