
Trascinato per l'Europa dai suoi genitori, tra il lusso e l'indigenza, un ragazzo americano si consola sognando di essere il Principe Marco Giovanni Lorenzo Alessandro Ippolito Borghese, in attesa che la sua vera famiglia arrivi a salvarlo dalla miseria. A quattordici anni decide però di smetterla con i sogni a occhi aperti e si impegna con ardore nella ricerca di una nave affondata con un favoloso tesoro, di cui ha letto in un vecchio libro. La sua determinazione a diventare un milionario, "senza fare del male a nessuno, se non ai pesci", lo porta a un'isola delle Bahama e all'incontro con la moglie trascurata di un marito geloso, con cui inizia un'appassionata relazione.
Nella Russia della metà del Quattrocento, il piccolo Arsenio, rimasto orfano, vive con il nonno e un lupo in un'izba in prossimità di un bosco e di un cimitero. Lì apprende dal vecchio i segreti delle erbe e di altri preparati medicinali, una conoscenza che ne farà in futuro un medico leggendario. Una volta adulto, però, viene segnato drammaticamente dalla morte per parto della donna amata, Ustina, alla quale non riesce a portare nessun aiuto. Disperato e in cerca di redenzione, il protagonista parte per un viaggio fatto di privazioni e sofferenze, durante il quale subisce numerose metamorfosi, cambia nome e si mette al servizio del popolo flagellato dalla grande peste, lasciando dietro di sé numerosi episodi di guarigioni miracolose. Ormai vecchio, riverito dalla gente e dalla Chiesa, ritorna nel suo villaggio con l'appellativo di Lauro, il "giusto", per affrontare quella che si rivelerà la sfida più difficile della sua esistenza.
Anni '30: in un villaggio di pescatori della Costa Azzurra arriva dall'Austria una coppia di giovani sposi: belli, spensierati, si abbandonano volentieri al clima dolce della riviera, entrando in relazione con gli abitanti del luogo e con altri turisti. Senza mai rinunciare del tutto ad un loro senso di superiorità ironica e di distacco rispetto al nuovo mondo che li circonda, se ne sentono tuttavia pian piano risucchiare, come se la sensualità del posto si insinuasse lentamente nei loro corpi e nei loro sogni, fino all'imprevedibile esito finale. Ma non si deve pensare a un aspetto 'morale' della narrazione: a Vogel non interessa affatto giudicare i suoi protagonisti, censurarne una certa leggerezza o liberalità di costumi. Quello che è straordinario in questo breve romanzo è semmai proprio l'opposto, l'osservazione quasi distaccata di come piccoli e a prima vista insignificanti particolari arrivino ad incidere sul destino delle persone; e solo allora queste potranno rendersi conto dell'enorme, spaventoso vuoto che le contraddistingue e che non attende che di essere colmato, in un modo o nell'altro. Come scrive Alessandro Guetta nella postfazione al volume: "La piccola pensione della riviera è un laboratorio delle passioni in cui la soluzione è distillata lentamente, quasi inavvertitamente".
È passato più di mezzo secolo da quando il nonno di Jadran è giunto in Istria e ha costruito la sua famiglia. Ora è morto e anche il padre di Jadran li ha lasciati dopo lo scoppio della guerra in Bosnia. La ricerca della propria identità da parte del giovane inizia con una visita alla casa del nonno e lo conduce inevitabilmente nel tumulto dei Balcani. Il crollo dello Stato e i suoi nuovi confini hanno reciso anche i legami famigliari. Solo il fico nel giardino del nonno sembra essere sopravvissuto indenne a tutte le tempeste. Una splendida saga famigliare multigenerazionale, un tour de force che abbraccia tre generazioni dalla metà del XX secolo attraverso le guerre balcaniche degli anni Novanta fino ai giorni nostri. Vojnović è un narratore dotato e, nonostante le scelte fatali compiute dai suoi personaggi siano spesso dettate dalla grande Storia e dai tempi in cui vivono, riesce a condurre il lettore anche in un piano diverso e intimo tra famiglia, relazioni, amore, libertà e le scelte che ci rendono quello che siamo.
Protagonista del romanzo è Efim Rachlin, scrittore specializzato in epopee e romanzi edificanti di puro realismo socialista. A Efim non manca nulla: ha una bella casa, una moglie ricca e piacente, un figlio universitario, insomma, un rispettabile status sociale. Ma al suo sogno di alti riconoscimenti qualcosa manca: la suprema sanzione del Potere, incarnata simbolicamente da un colbacco che il Litfond dona ai suoi adepti in base al rango riconosciuto a ciascuno: agli scrittori insigni cerbiatto delle nevi, a quelli molto popolari topo muschiato, a quelli in ascesa marmotta... Ad Efim però toccherà soltanto un morbido, soffice copricapo di "gatto domestico". Partirà da questo bruciante affronto la crociata di Efim per difendere diritto e onore perduti.
«Alcune regioni del mondo producono storia più delle altre. Una di queste è l'Europa centro-orientale». E allora come raccontare una realtà così complessa come quella oltrecortina? Nell'introduzione, Demetrio Volcic fa un divertentissimo elenco dei mancati scoop della sua vita professionale: notizie rivoluzionarie bucate perché in casa non c'era un telefono, messaggi transcontinentali di superpotenze il cui prezioso sottinteso non veniva afferrato. La stessa ironia, lo stesso understatement unito però alla presenza «sul pezzo», adorna queste cronache degli anni da inviato nell'Est europeo prima e subito dopo la fine della cortina di ferro. L'angolo di inquadratura è sempre sommesso: ai giardinetti, dove la fine del regime l'ha relegato, il segretario del capo supremo dell'Ungheria comunista ricorda il «terribile '56» e i retroscena; un Dubcek dalla triste figura guida la rassegna dei fantasmi e delle ombre del passato in una Praga malinconica; la Guerra Fredda e gli ultimi scampoli nei dilemmi dei leader, dal generale polacco Jaruzelski a Gorbacëv; «l'eleganza» della censura nell'Europa dell'Est; e le tre grandi giornaliste sue vittime mettono a fuoco il ritratto di Putin prima dell'Ucraina. Formano il diario di viaggio di un disincantato osservatore nel continente della grande storia geopolitica, solo che ciò che ne profila le tappe è prima di tutto l'aneddoto, il paradosso, spesso il grottesco: la scenografia che dà il tono a volte al colpo di scena del potente, a volte alle sue stanze di vita quotidiana, è sempre in primo piano. Ed è sorprendente come lo stesso effetto autorevole, bonario, sorridente di se stesso prima che degli altri, che Demetrio Volcic trasmetteva dallo schermo televisivo, lo restituisca in queste pagine di prosa suadentissima, poco appariscente, intrise di un umorismo che realizza nel minimo il massimo di iconicità e di eleganza.
Unione Sovietica e Germania: le due grandi dittature totalitarie del XX secolo in guerra tra loro, raccontate attraverso piccole grandi storie personali. Una rassegna terribile e inedita delle azioni umane in tempo di guerra basata su figure storiche realmente esistite: due generali che una volta catturati hanno collaborato con il nemico; un pianista e un direttore d'orchestra mondialmente rinomati e molto diversi tra loro; una partigiana russa icona della resistenza russa e un protestante tedesco che si guadagnò immeritatamente la fama postuma di criminale di guerra.
Il percorso di Francesco è quello di molti ragazzi d'oggi, che si accorgono di esistere senza vivere davvero, come se mancasse loro qualcosa, e un giorno decidono che così non va. Ha un lavoro stressante, amche se remunerativo, che fa per comprarsi cose che gli riducano lo stress. Ha storie con tipe tanto diverse tra loro. Sente il bisogno di star solo ma ha paura di essere "tagliato fuori", adora i genitori ma non è mai riuscito a comunicare con il padre, si fa le canne ma vuole smettere di fumare...
Michele ha un amico, Federico; uno di quegli amici con i quali dividi tutto: l'appartamento, la pizza e la birra, ma anche i sogni e le frustrazioni, le gioie e i dolori, e qualche volta le donne; un giorno Federico decide di mollare tutto e partire. Stanco della vita monotona di provincia, se ne va alla ricerca dell'altra metà di sé. Michele invece resta. Quando torna, dopo cinque anni, Federico è cambiato. Ora è sereno, innamorato di una donna (Sophie) e della vita. Sembra una storia a lieto fine, ma non e così. Federico all'improvviso riparte, stavolta per un viaggio molto più lungo. Ritornerà (a sorpresa) nascosto dietro gli occhi di una bambina, Angelica.
Lui sta cercando se stesso, ma trova lei. La incontra su un tram, per caso come succedono certe cose. Lei scivola via alla fermata, ma lui sente che deve fare di tutto per ritrovarla. Allora si trasforma in un investigatore privatissimo e scopre che la sorgente della sua tempesta emotiva e ormonale è partita per New York. Non gli resta che salire su un aereo diretto alla Grande Mela e fare di tutto per incrociare di nuovo quello sguardo.
Lui sta cercando se stesso, ma trova lei. La incontra su un tram, per caso come succedono certe cose. Lei scivola via alla fermata, ma lui sente che deve fare di tutto per ritrovarla. Allora si trasforma in un investigatore privatissimo e scopre che la sorgente della sua tempesta emotiva e ormonale è partita per New York. Non gli resta che salire su un aereo diretto alla Grande Mela e fare di tutto per incrociare di nuovo quello sguardo.