
Da dove arriva la voce di Zeta? Apparentemente dal luogo più inabitabile e muto: la malattia, in quel punto estremo che toglie possibilità, respiro, futuro. Ma è solo apparenza: questa voce proviene dal nucleo più irriducibile e infuocato della vita. Che non tace, non cessa di guardare e amare. E anzi, comincia qualcosa: a scrivere. È fragile l'equilibrio che genera queste pagine. Per Zeta qualsiasi gesto ora è enorme, la fatica non solo fisica è in ogni momento fatale. E i ricordi sono uno squarcio lacerante nella memoria di una vita tenacemente irregolare: la nascita fuori dal matrimonio della "bambina più amata del mondo", l'infanzia sotto le bombe, Venezia splendida e meschina, il primo disastro sentimentale e poi Roma becera e vitale, l'esperienza della psicanalisi, l'avventura del femminismo, il cammino della malattia. E sempre la coriacea e gentile difesa della propria individualità, l'irrisione delle tribù e delle cliniche cui ha rifiutato di appartenere. Così la storia della sua vita scorre laterale, vissuta intensamente ma mai accettata, come non fosse mai meritevole di piena identificazione. Con una lingua nitida, feroce, mai retorica, attraversata da una vena di sarcasmo che non concede nulla alla pietas, questo romanzo d'esordio scritto a settant'anni affronta il più evitato degli argomenti: la sofferenza. Mai, lungo queste pagine, si può dimenticare che l'autrice è malata, gravemente. Però basta uno spiraglio della finestra in cucina a far entrare un platano o un merlo.
E' l'alba del 4 agosto 1962. La famiglia Picouly è in Algeria, a Fort de l'Eau, a pochi chilometri dalla capitale. Madre, padre, due sorelline e il fratello Serge. Daniel ha quattordici anni, ma in giro dice di averne solo dodici. Sul giornale di Algeri ha letto che "il sole sorgerà per l'ultima volta", e vuole vivere questa giornata sin dall'alba. Per l'Algeria è il momento di proclamare la propria indipendenza: questo grande evento storico, questa lunga giornata, segneranno per il protagonista un virtuale spartiacque tra i paradisi dell'infanzia e le fredde terre del ritrovarsi adulti.
In questo, che è il primo romanzo della serie, due ragazze a Oxford attendono alla fermata l'ultimo autobus per Woodstock. Il bus è in ritardo e le due ragazze si incamminano a piedi sperando di trovare un passaggio. E lo trovano perché dopo un po' una macchina si ferma e le fa salire a bordo. Passaggio fatale per una delle due, che verrà ritrovata assassinata poche ore dopo. L'ispettore Morse inizia l'indagine con l'aiuto del sergente Lewis, suo aiutante (in questa e in tutte le avventure che seguiranno). La verità si fa strada con difficoltà e non sarà una scoperta facile né felice.
Un uomo, senza identità e senza coscienza della Storia, si immerge in un archivio condominiale vecchio di settant'anni e rimane catturato da quel formicolare di vite, quasi cercasse le radici e le ragioni di un'esistenza senza scopo. Nella sua quotidianità entrano come ventate le liti domestiche di un passato remoto, i drammi delle persone vicine ma anche i grandi drammi delle guerre di ieri e di oggi, storie che hanno composto il passato comune e che ora compongono le sue giornate.
Veronica Miller, che tutti chiamano Ronnie, ha diciassette anni, vive a New York, frequenta i club più trendy della città ed è convinta di essere una ragazza indipendente. Fino a quando si ritrova a passare l'estate a Wilmington, nel North Carolina, con il padre Steve, ex insegnante di pianoforte e concertista, che ha abbandonato la famiglia ormai da tempo. È questa la ragione per cui Ronnie lo detesta, al punto da non voler più avere niente a che fare con lui. Sono passati tre anni dall'ultima volta che gli ha rivolto la parola e non avrebbe alcuna intenzione di ricominciare proprio adesso. Ma a organizzare la sua vita non è lei, non ancora. Sua madre ha preso una decisione irrevocabile: spedirla insieme al fratellino Jonah tra le braccia di quel padre quasi sconosciuto, che si è autoesiliato in uno sperduto paesino della costa orientale. Dove il massimo divertimento è pescare e fare surf. A Ronnie sembra di essere finita in un incubo, e ormai è convinta che quella sarà la peggiore estate della sua vita.
Eppure...
Eppure, Steve è sempre il padre che le ha insegnato ad amare la musica, e che ha scritto per lei le canzoni più belle.
Eppure, conoscere Will, l'ultima persona da cui credeva di poter essere attratta, significa vedere il mondo con occhi nuovi. Con lui, Ronnie vive esperienze che a New York non aveva mai nemmeno immaginato, come sorvegliare per tutta la notte un nido di tartarughe marine e contemplare in silenzio il calare del sole sulla linea dell'orizzonte. Così, quasi senza rendersene conto, si ritrova perdutamente innamorata, per la prima volta nella sua vita. Una manciata di giorni, e quella breve estate diventa la più struggente delle stagioni. Indimenticabile, come il primo amore.
L'ultima canzone racconta, come solo Nicholas Sparks riesce a fare, tutti i modi in cui l'amore ci ferisce. E poi ci guarisce.
Da questo commovente e intenso romanzo sarà tratto un film interpretato da Miley Cyrus, alias Hannah Montana, idolo delle adolescenti di tutto il mondo.
L'io narrante è Mao, una ragazza che vive con la madre in una comunità religiosa sorta attorno alla carismatica figura della nonna, guaritrice e veggente. La setta, dopo la morte della fondatrice, ha cominciato a tradirne gli insegnamenti e si è trasformata in impresa a scopo di lucro. Mao se ne allontana sempre più e in occasione di una delle sue fughe incontra una coppia di motociclisti. Chiama lei "mamma"; lui invece si chiama Hachi, è stato abbandonato da piccolo dai genitori hippies giapponesi in India e ai religiosi genitori adottivi ha fatto voto di ritirarsi su una montagna per dedicarsi a una vita ascetica. Con i due Mao instaura una relazione d'amore.
I miti sono le favole degli adulti, le grandi storie con le quali l’uomo si è raccontato a se stesso, ha provato a rispondere alle domande fondamentali. Nelle vicende di Ulisse e di Prometeo, negli amori fra Arianna e Teseo o fra Didone ed Enea, nelle peripezie della guerra di Troia, nei divini difetti di Zeus e Afrodite si possono leggere altrettanti insegnamenti su quello che siamo, e che dovremmo essere. Luciano De Crescenzo, dopo il successo di “Socrate e compagnia bella”, consegna al nipote Michelangelo, e con lui a tutte le nuove generazioni, dieci lezioni di vita profonde e affascinanti come solo i grandi miti sanno essere. E lo fa ovviamente con il suo spirito irresistibile, con la sua impareggiabile capacità di rendere i classici così magicamente familiari.
Le storie degli eroi e degli dèi dell’Olimpo sono piene di colpi di scena, di amori, tradimenti, viaggi da sogno e vendette alla Rambo. De Crescenzo dedica al nipote e a tutte le nuove generazioni questo atto d’amore per Ulisse e tutti i miti greci, nella speranza, pagina dopo pagina, di trasmettere, come un contagio, la sua passione.