
Ci sono storie incredibili da ascoltare contemplando il cielo notturno, storie che sembrano fatte apposta per arrivare diritto al cuore. Come quella della stella marina che ai tempi di Noè scampò al diluvio ma perse la sua dolce compagna: ora brilla felice nella volta celeste, assieme ad altre mille, e chissà che non sia proprio lei la famosa stella cometa della Natività, faro per i pastori, i Re magi e le genti tutte. Ma grande parte in questa meraviglia hanno anche le anonime 'creature di terra', che nella loro semplicità ci insegnano tanto. Bambarén tesse nuove trame di sogno, ricche del tocco vibrante della vita, e riprende episodi di Storia sacra, trattenendo sulla Terra l'incantesimo di una notte stellata.
In una terra meravigliosa, che prima della crisi era la più ricca del subcontinente americano e ora è dilaniata dalla corruzione, dalla criminalità e dalla repressione politica, Adelaida cerca solo di sopravvivere. Ma un giorno, tornando a casa, scopre che la chiave nella serratura non gira più: il suo appartamento è stato sequestrato e devastato da una banda di donne legate al regime. Senza un posto in cui andare, cerca rifugio dalla vicina, la cui porta è stranamente aperta, ma la trova stesa a terra, morta. Ogni speranza sembrerebbe svanita, invece quell'ennesimo evento tragico potrebbe rivelarsi la sua unica occasione di salvezza.
San Pietroburgo, 31 dicembre 1899. Nella sua camera in affitto il giovane Rubasov riceve una visita da lui spesso sollecitata: quella del Demonio, pronto a fargli sottoscrivere il classico contratto per la cessione dell'anima. Però l'unico desiderio di Rubasov, giocatore incallito, è fare una partita a carte con il signore delle tenebre. Il brivido del rischio sarà la sua ricompensa. Lui perde e il Diavolo se ne va, ma l'alba del nuovo secolo ha in serbo una sorpresa per l'ancora confuso protagonista: il foglio firmato la sera precedente si rivela indistruttibile. Ha inizio così una serie di eventi che portano Rubasov all'apice del successo e poi, inevitabilmente, in rovina... ma senza poter morire.
San Pietroburgo, 31 dicembre 1899. Nella sua camera in affitto il giovane Rubasov riceve una visita da lui spesso sollecitata: quella del Demonio, pronto a fargli sottoscrivere il classico contratto per la cessione dell'anima. Però l'unico desiderio di Rubasov, giocatore incallito, è fare una partita a carte con il signore delle tenebre. Il brivido del rischio sarà la sua ricompensa. Lui perde e il Diavolo se ne va, ma l'alba del nuovo secolo ha in serbo una sorpresa per l'ancora confuso protagonista: il foglio firmato la sera precedente si rivela indistruttibile. Ha inizio così una serie di eventi che portano Rubasov all'apice del successo e poi, inevitabilmente, in rovina... ma senza poter morire.
Un marito tradito che scopre che l'amante della moglie è un suo vecchio compagno di scuola; una ragazza che frequenta una sala da ballo in provincia alla ricerca dell'anima gemella; l'irrompere della tragedia in una famiglia di contadini e il loro impatto con i media; i viaggi d'affari a Dublino di un marito e padre apparentemente inappuntabile, su cui un figlio adolescente dovrà far luce; un prete di campagna alle prese con l'insensatezza delle nuove generazioni...Tredici racconti ambientati in un'Irlanda per lo più rurale, ritratta con partecipazione e meticolosità, e animati da una straordinaria tensione, che ne fa spesso delle "suspense stories" benché non siano nati con tale intento.
"Sei Shonagon scrisse le 'Note del guanciale' alla fine del X secolo: aveva circa trent'anni ed era dama di corte dell'imperatore Sadako. Fu quello il periodo di maggior fulgore per i Fujiwara, l'apogeo dell'epoca Heian, e Sei Shonagon, protetta dall'Imperatrice, potè manifestare il suo genio, gareggiando in talento, intelligenza, sensibilità e cultura con numerose altre argute, belle e sapienti dame, tra cui Izumi Shikibu e Akazome Emon. [...] Nei trecentodiciassette capitoli delle 'Note del guanciale', lunghe descrizioni sulla vita di corte si alternano a rappresentazioni di persone e di luoghi, a rievocazioni di amori appassionati, a celebrazioni della bellezza di eventi e di fenomeni naturali, e tutto viene filtrato dal vaglio dell'eccezionale sensibilità di Sei Shonagon. Le 'Note del guanciale' iniziano con un capitolo così famoso che le sue prime righe potrebbero essere citate a memoria da ogni giapponese: 'L'aurora a primavera: si rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere. D'estate, la notte: naturalmente con il chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde'. È una pagina perfetta e ancora una volta, rievocandola, mi stupisco della sua concisione. Ciò che più mi affascina è la prodigiosa scelta dei particolari che così vivamente cristallizzano la bellezza del mutare delle stagioni..." (Yukio Mishima)
Le tribolate vicende di questo romanzo, ambientato tra il Pakistan e l'Afghanistan invaso dagli americani dopo l'11 settembre, si snodano sullo sfondo di un giardino incantato, come ad assorbire la violenza di ciò che accade intorno, contrapponendo l'innocenza della natura alla crudeltà degli uomini e alle loro guerre insensate. Il giardino appartiene al vecchio Rohan, saggio e devoto musulmano che ha costruito un'oasi di pace nella città pachistana di Heer - una scuola aperta ad allievi di ogni credo religioso nel tentativo di allargare gli orizzonti di giovani altrimenti facili prede del fondamentalismo islamico nelle madrasse. Ma le speranze di Rohan di porre un freno alle violenze della guerra che infuria oltreconfine saranno tragicamente deluse: i suoi stessi figli, Jeo e Mikal - partiti in segreto per l'Afghanistan per contribuire alla liberazione del paese dalla tirannia talebana -, vengono rapiti dai fondamentalisti e costretti a partecipare alla jihad, a combattere contro il popolo che avrebbero voluto difendere. Mentre Rohan pota le rose del giardino, Jeo viene ucciso e Mikal è venduto agli americani dal signore della guerra che lo ha catturato. Dopo essere stato internato in un campo di prigionia americano, il giovane cercherà di fuggire attraverso il deserto afghano.
Arrivano a bordo di portentose Range Rover, Mercedes e jeep militari, arrivano la domenica pomeriggio, a ottobre, arrivano al liceo Nostra Signora del Nilo che svetta nel cielo in tutta la sua fierezza, non lontano dalla sorgente del Grande fiume dove si erge la statua della Madonna nera. Ad accoglierle ci sono le suore, la madre superiora, il cappellano, le guardie comunali e il sindaco, e un immancabile stuolo di curiosi. Siamo a Nyaminombe, Ruanda, nei primi anni Settanta, e ad arrivare sono le allieve, figlie di ministri, uomini d'affari e ricchi commercianti - Gloriosa, Frida, Goretti, Godelive, Immaculée e tante altre, le ragazze destinate a diventare un modello per tutte le donne del paese. Ma ci sono anche Veronica e Virginia, due delle giovani tutsi ammesse in virtù della quota etnica, un misero dieci percento, un'elemosina degli hutu. Inizia così un nuovo anno scolastico, scandito da lezioni e pasti in comune, da pene e momenti di buonumore, e da preghiere, canti e pellegrinaggi alla statua di Nostra Signora del Nilo. Ma l'atmosfera di virginale ordine cela crepe minacciose, occulta la fosca lussuria del cappellano e l'astiosa impudenza di alcune allieve che sfocia in odio razziale, e niente rimarrà intatto di quel breve anno segnato dalla pioggia incessante. Con una scrittura avvolgente e ingannevolmente semplice, Mukasonga delinea un microcosmo femminile al tempo stesso puro e velenoso, in cui si riflettono le tensioni che agitano un paese nel suo desolante cammino verso il genocidio del 1994.
Un tempo campo di transito per i nuovi immigrati dal Kurdistan, Maoz Tzion, detto il Castel per via di un fortino in cima a una collina, è ora un insieme indistinto di villette e baracche, di case e macerie, strade linde e vicoli fatiscenti. Dopo tante catapecchie condivise, i litigi per i conti e i turni per la doccia, Amir, studente di psicologia a Tel Aviv, e Noa, studentessa di fotografia a Gerusalemme, hanno preso casa al Castel. L'appartamento trovato non è, certo, quanto di meglio si possa desiderare. Un bilocale con un salotto grande quanto una cucina, una cucina grande quanto un vano doccia e un vano doccia con la spatola per tirare via l'acqua quando si allaga. Ma per Amir e Noa è un palazzo dove possono vivere come un re e una regina, girare per il salotto in mutande e fare l'amore dappertutto, a qualunque ora, senza temere che il coinquilino rientri in anticipo. Dietro il muro del loro appartamento abita il padrone di casa, Moshe Zakian. Moshe ha soltanto due anni più di Amir, anche se è già marito di Sima e padre di due bambini. Non parla granché, preferisce fare, aggiustando qualunque cosa: serrature, elettricità, tubature otturate. E sua moglie Sima, che al contrario parla sempre e ha la battuta pronta, è il suo grande amore. Si vede a chilometri di distanza. Nell'appartamento di fronte vive il piccolo Yotam che si sente trascurato da quando Ghidi, il fratello grande, è morto soldato in Libano. Sua madre, infatti, non fa altro che singhiozzare e mormorare "Ghidi, oh Ghidi"...
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.