
Per molti Antigua è soltanto un'isola di spiagge bianchissime accarezzate dagli alisei, una per ciascun giorno dell'anno. Jamaica Kincaid, che ci è nata, ce ne mostra una faccia diversa. E d'improvviso, è come se nello smalto verde-azzurro dei Caraibi si scoprisse una ferita in supporazione, prodotta da politici predatori, interessati solo a perpetuare lo sfruttamento di chi, tanto tempo fa, colonizzò l'isola. Nulla riesce a contenere gli insulti che l'autrice, pur con grande sofferenza, riversa su tutti, turisti compresi. Che il turista sprovveduto sfogli pure le pagine patinate delle solite guide: chi metterà in valigia questo scarno libretto, scorgerà un'altra Antigua.
Mario Jiménez, un giovane pescatore, decide di abbandonare il proprio lavoro per diventare il postino della Isla Negra, nella quale l'unica persona che riceve e invia corrispondenza è il grande poeta Pablo Neruda. Mario ammira Neruda e vorrebbe che il poeta gli dedicasse un libro e che la loro relazione fosse qualcosa di più di un educato scambio di battute con mancia finale. Quando il suo desiderio diventa realtà, tra i due nasce un'amicizia che conduce Neruda a strane, e apparentemente poco poetiche, avventure. Nel frattempo, il clima politico del Cile di quegli anni fa precipitare gli eventi...
Nel gennaio del 1933, in un lussuoso hotel delle Alpi Svizzere, trascorre qualche settimana di riposo il più popolare attore di lingua tedesca. Dopo il sensazionale successo dell'esordio quando ha già trentacinque anni, in un film muto con un'attrice sconosciuta che si farà strada, Marlene Dietrich, è diventato un idolo, un seduttore, un sogno, e non solo in Germania. Adesso, in quei giorni invernali, protetto dal personale e dai proprietari dell'albergo che sorvegliano con discrezione le sue ore di tranquillità, Lionel Kupfer sembra godersi la villeggiatura e concentrarsi sul prossimo ruolo cinematografico. La sua presenza, nonostante le attenzioni, non passa inosservata. Nell'ufficio postale del paese lavora il giovane Walter, fervente e rispettoso ammiratore dell'attore, che una sera va all'albergo per vederlo da vicino. E di lì a poco arriverà anche Eduard Steinbrecher, un mercante d'arte viennese a cui Kupfer è da tempo legato. Si va preparando, in quel luogo di cosi ordinata apparenza, remoto rifugio di un'Europa inquieta, un futuro inaspettato. L'uomo e l'intero continente sono sul punto di scivolare in un baratro senza ritorno. Kupfer è ebreo, e neppure la fama può proteggerlo dalla ferocia dell'odio antisemita. Di colpo il divo dagli occhi azzurro acqua non è più il benvenuto in Germania. Davanti a lui, nella quiete improvvisamente crudele di un accogliente soggiorno, si delinea la definitiva conclusione della sua carriera. E la necessità di scelte senza ritorno.
Un giovane medico al capezzale del suo padre spirituale, ormai in fin di vita. Di fronte alle finestre dell'ospedale si distende il campo profughi di Shatila, in Libano. Il vecchio militante in coma sognava di scrivere una storia senza inizio né fine, la storia del popolo palestinese. Una storia che ora, in una sorta di terapia, gli viene raccontata dal suo discepolo: la guerra civile in Libano, gli episodi significativi della sua vita e gli itinerari di un pugno di uomini e donne accerchiati dalla storia, a partire dall'espulsione dalla Galilea nel 1948. Attraverso il furore affabulante messo in atto per rianimare un corpo allo stato vegetativo, il narratore dà vita a un intero popolo, al suo esodo, a cinquant'anni di guerre.
Helen Lardahl Bentley è il primo presidente donna degli Stati Uniti. Ha prestato giuramento da soli quattro mesi, e ha deciso che la sua prima visita di Stato sarà in Norvegia, il suo paese d'origine. Ma appena arrivata a Oslo, sparisce senza lasciare tracce. A indagare sul suo probabile rapimento le menti migliori della polizia norvegese e dell'FBI americano. Arriva cosi anche Warren Scifford, il responsabile dell'unità di scienze comportamentali con il quale Johanne Vik ha avuto una contrastata storia d'amore. La sua presenza rischia di compromettere il delicato equilibrio di coppia di Johanne e Ingvar Stubø, ma la posta in gioco è troppo alta per tirarsi indietro. Ma ben presto si scopre che nel passato della Presidente esiste un'immensa zona d'ombra capace forse di spiegare il motivo della sua scomparsa.
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredàs, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell'alone di mistero che ne circonda l'esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell'anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.
Due donne che tutto separa, due vite diverse che si scontrano. Magda Szabò descrive la strana relazione che per vent'anni è intercorsa tra lei e la sua donna di servizio. Una donna ruvida, senza età, con i suoi principi e bizzarrie, riservata, e con dei segreti nascosti gelosamente dietro la "porta" eternamente chiusa. Se tra il marito di Magda e la donna c'è subito simpatia, viceversa tra le due donne la relazione è imprevedibile, fatta di litigi, riconciliazioni, di non detto. Poco a poco il loro rapporto si distende, Emerence si vota alla narratrice, il loro legame diventa esclusivo, esigente...
Gli abitanti di Pompei rivivono con i loro vizi e le loro abitudini quotidiane alla vigilia della distruzione della città (79 d.C.), in un intreccio originale dove finzione e realtà storica si fondono. Ispirandosi agli affreschi e ai graffiti famosi in tutto il mondo, Maja Lundgren ritrae una Pompei reale e affascinante: sono veri la struttura e la decorazione delle case in cui ci fa entrare, i nomi delle strade, dei magistrati e dei commercianti, la collocazione delle botteghe e dei bordelli, le abitudini alimentari e le ricette culinarie, l'abbigliamento, le acconciature e le pratiche sessuali.
Uno scrittore, reduce da un periodo di crisi, s'incammina per la città dopo un pomeriggio di lavoro. Attraversa strade e piazze, giunge alla periferia e rientra a casa quando l'oscurità è già calata. Che accada poco, in queste pagine, è pura apparenza: si tratta del resoconto di un viaggio attraverso il mondo intero. Lo scrittore racconta del suo scrivere e del prezzo che per questo deve pagare, della sua vita e del poco tempo che gli rimane dopo i momenti di più intenso lavoro: una leggera pigrizia, il piacere di girovagare, la distaccata percezione delle cose quotidiane e dei particolari più insignificanti. E tutto rientra nello scrivere: assieme a un dubbio costante, nei confronti di se stesso e degli altri. Sotto il sole pomeridiano, alla luce del crepuscolo e poi dell'oscurità notturna, Peter Handke percorre una lunga strada attraverso la città e attraverso se stesso, offrendo al lettore una profonda riflessione su una letteratura che si alimenta nel concreto rapporto con la realtà.
Pechino, estate 1983. Ma Jian, pittore e poeta sulla soglia dei trent'anni, lavora come fotografo presso il Dipartimento di propaganda della Federazione dei sindacati cinesi. Da poco gli hanno assegnato una casa che è diventata il suo prezioso rifugio, lo spazio franco dove poter scrivere, dipingere e incontrare amici, artisti e intellettuali liberi e scanzonati. La sua vita, tuttavia, è giunta in realtà a un punto di non ritorno. Separato dalla moglie, ballerina del corpo di ballo del Dipartimento, e padre di una bambina, Ma Jian ha visto spegnersi nel tradimento la storia con Xi Pong, la sua seconda compagna, e accrescersi invece di giorno in giorno la stupida arroganza della burocrazia del Dipartimento, che non ha mai smesso di prenderlo di mira chiedendogli pubbliche e insensate autocritiche. Dopo essere stato rilasciato dall'Ufficio di pubblica sicurezza, Ma Jian decide allora di dare una svolta radicale alla sua esistenza: abbandona il lavoro, mette insieme un cambio di vestiti, un quaderno, un rotolo di buoni per il riso, una copia di Foglie d'erba di Walt Whitman, e sale su un treno a vapore diretto a Urumqi, la regione più occidentale della Cina. Seduto nel suo scompartimento, col cuore che galoppa all'unisono col treno e in testa un unico pensiero - lasciarsi alle spalle il passato e andare il più lontano possibile, alla ricerca di sé e di un qualche senso del mondo - Ma Jian dà inizio alla sua straordinaria avventura: tre lunghi anni trascorsi sulle strade della Cina, nei grandi deserti dove la luce abbacinante e il calore cancellano i contorni del paesaggio e del corpo; sulle sponde dei laghi e degli immensi fiumi dove si avventurano i cercatori d'oro, e i pescatori di notte se ne stanno a parlare e a bere insieme attorno a un fuoco; sulle montagne sacre ai confini col Tibet, dove l'aria è così rarefatta che la voce scompare insieme con la lucidità dei pensieri, e dove le donne hanno guance e bluse intensamente rosse; sui grandi pascoli solcati da immensi greggi e mandrie; nei templi, nelle città, nei villaggi delle più svariate ed esotiche etnie del mondo.
Queste storie nascono dall'esperienza diretta di Silvia Metzeltin e spaziano dalla Patagonia argentina a quella cilena, dalla costa dell'Atlantico a quella del Pacifico. Un territorio immenso dove si può camminare per giorni interi, accompagnati dal volo di un condor e dal movimento rapido dei cirri bianchi, prima di incontrare una fattoria, di scorgere un gregge, di parlare con qualcuno. E' in questo luogo che l'autrice ha raccolto le sue storie, diverse fra loro, ma legate da un filo conduttore, ovvero, le voci del paesaggio e dei suoi abitanti che descrivono e interpretano un paese in continuo cambiamento storico, sociale ed economico.
Il corpo massacrato di un poliziotto è ritrovato alle porte della capitale norvegese, sulla scena di un crimine rimasto irrisolto e su cui lui stesso aveva indagato. Qualche tempo dopo viene scoperto il cadavere di un suo collega: stesse modalità di esecuzione, stesse coincidenze. A questo punto non può essere un caso. I delitti sono tanto feroci quanto perfetti, ed è chiaro a tutti che l'assassino ha appena cominciato. Fermarlo è un lavoro per Harry Hole. Ma di Harry Hole non c'è traccia.