
Viverla con coraggio per sconfiggerla, sopravvivere per raccontarla: la malattia non trasforma solamente il corpo, ma spesso costringe a mutare abitudini, priorità, stile di vita, con il rischio costante di perdere parte della propria identità. Da questa idea nasce la medicina narrativa, che ha individuato nello storytelling un utile strumento terapeutico. Vivi due volte è una raccolta che nasce dalla campagna Viverla Tutta promossa dall’azienda farmaceutica Pfizer: per questo volume Scuola Holden ha selezionato 20 racconti autobiografici di persone che hanno sconfitto la malattia, 20 testimonianze che ci restituiscono i sentimenti e i pensieri di chi intraprende la difficile esperienza di un percorso di cura. Un libro che, pur raccontando la malattia, è attraversato dall’energia ostinata della vita.
Romanzo avvincente ambientato nel medioevo.
Narra il viaggio difficoltoso che ha percorso il chierico Reginaldo partendo dall’Abbazia di Novacella (Bressanone) per arrivare in Umbria e conoscere S. Francesco d’Assisi.
Il viaggio intrapreso è anche percorso interiore volto alla ricerca di Dio e del vero cristianesimo. Sulla strada per Assisi, Reginaldo diventa protagonista e testimone di moltissime avventure fino ad incontrare il suo "ultimo nemico", un sicario, che lo consegnerà alla morte. Moribondo, farà comunque in tempo a vedere S. Francesco e a comprendere la vera natura di Dio.
Questo libro è frutto dell'incontro fra due scrittori di razza (l'autore e Gold, al secolo Luca Goldoni, amico di sempre), si incontrano e decidono di scrivere un libro a due mani. Sono scintille. Di ricordi, di passioni, di amicizia. Un collage di fatti e volti incastonati nella memoria dei due protagonisti che nella circumnavigazione della vita hanno spesso incrociato le loro orbite per seguire la curiosità dell’uomo e quella del giornalista vero. Due amici a colloquio con se stessi in un dialogo sincero e a tratti intimo, che affidano all’amico libro le confidenze di tutta una vita.
Margherita da Cortona nasce nel 1247 a Laviano, un paesino a mezza strada fra Montepulciano e Cortona e viene proclamata santa nel 1728 da Benedetto XIII. La vita di questa donna è stata particolarmente avventurosa e travagliata e l’autrice con competenza e stile narrativo ricostruisce il susseguirsi degli eventi. La fuga d’amore a soli 16 anni per congiungersi in matrimonio con il nobile Arsenio Del Pecora, Signore di Montepulciano, con cui vivrà nell’agiatezza per meno di un decennio e avendo da lui un figlio. In seguito alla tragica morte del suo compagno, viene scacciata dai parenti e sceglie di diventare terziaria francescana, finisce per stabilirsi in eremitaggio alla Rocca sopra Cortona, fino alla morte che la raggiunge nel 1297. Curzia Ferrari attinge nella sua ricostruzione oltre che dalle notizie storiche, dalla “legenda” ecclesiastica ufficiale, scritta da Fra Giunta Bevegnati, confessore di Margherita e sua guida spirituale, da queste informazioni cerca di delineare il carattere, la figura, la psicologia di Margherita, inserendola nel contesto storico-sociale in cui è vissuta.
Primi del Novecento, quartiere dell'Isola a Milano: una famiglia arriva dalla Lomellina, con un bambino piccolo. È Memore, che crescerà milanese fra il fumo dei treni e gli ideali di un'anarchia antica. Da Bolvedro sul lago di Como arriva invece Francesco, che diventerà frate Giulio. Due percorsi opposti, un legame che diventa indissolubile per via di un drammatico evento. La loro amicizia si dipana negli anni, sullo sfondo dell'Italia fascista, delle leggi razziali, della guerra e del fumo delle vecchie "bestie": le locomotive a vapore. Un giorno un nipote di Memore, nato a Buenos Aires, è a Milano alla ricerca di luoghi e storie della sua famiglia, e sbarca all'Isola. Il vecchio quartiere popolare, un tempo abitato da ex contadini della Lomellina, operai, ferrovieri, oggi la nuova "Manhattan" milanese coi grattacieli che svettano. Ma che al centro ha sempre la vecchia trattoria da Tomaso. La storia di un'amicizia milanese, il racconto pieno di saudade di una Milano che sembra non esserci più ma che invece semplicemente si trasforma, ricorda con affetto il passato e guarda con ottimismo al futuro.
Il libro contiene 52 brevi apologhi attraverso i quali l'autore stimola il lettore a guardare dentro e fuori di sé, riscoprendo il gusto poetico della fiaba, alla ricerca di scintille di spiritualità evangelica.
Il romanzo è ambientato in Toscana, negli scavi di una misteriosa città etrusca e di una strada selciata portate alla luce lungo la via commerciale che anticamente univa il Tirreno e l'Adriatico. La protagonista è una giovane e appassionata archeologa di origini etrusche, Aura Seianti, che nel sonno "vive" frammenti di storie passate che la catapultano nell'era etrusca e la guidano a straordinarie e gratificanti scoperte. Scene di vita attuale si intrecciano così a lucidi flash-back storici attraverso i quali il lettore può rivivere i drammatici conflitti tra la popolazione etrusca, costretta a migrare dalla propria terra sotto le incursioni delle truppe nemiche, e la dominante civiltà romana. Tra avvincenti e continui colpi di scena, la storia si tinge di giallo, con tanto di vittima e sospetti colpevoli, in un crescendo di tensione che terrà il lettore con il fiato sospeso fino alla soluzione del caso. Un romanzo storico dove passato e presente si fondono idealmente sulle tracce della via etrusca.
È Venezia il teatro straordinario di questo romanzo che vede il ritorno del viceispettore Giovanni Zanca, già protagonista de "L'Osteria senza oste", opera prima dello scrittore Alberto Raffaelli. Proprio quell'inchiesta gli è costata il trasferimento in laguna e ancora una volta per lui, ormai prossimo alla pensione, si apre un nuovo capitolo. Due sono le indagini affidate al poliziotto: una vicenda di corruzione nei palazzi di Venezia e l'omicidio di una prostituta albanese consumato nell'ambiente dell'immigrazione clandestina. Il cadavere viene ritrovato nella zona industriale di Marghera, nei pressi della vecchia fornace dove Benedetto Zaccaria, figlio dell'ultimo maestro vetraio di San Marco, sta fondendo i dodici quadri che comporranno una maestosa vetrata artistica: dodici pezzi di vita quotidiana in cui trovano posto personaggi feriti e disperati, in una sorta di moderno e inquietante Giudizio Universale. Il laboratorio del vetraio diviene così il palcoscenico in cui tutte le storie si incrociano e trovano un epilogo del tutto imprevisto.
Giugno 1930, Parigi. Nei giardini dell'hotel particulier della contessa Anna Letizia Pecci Blunr, si svolge il ballo più elegante della stagione. In quella serata un po' magica, tra principi, artisti e dame dell'alta società, un ragazzo di diciassette anni, arrivato da Londra per studiare all'Ecole des Beaux-Arts, incontra Lee Miller. Sottile, slanciata, gli splendidi capelli biondi tagliati alla garsonne, Lee ha solo due anni più di lui, ma è già un'inafferrabile icona di fascino e bellezza. Ed è una donna soprattutto emancipata, uno spinto libero che suscita irrefrenabili passioni nei molti uomini che entrano nella sua vita. È arrivata dagli Stati Uniti un anno prima, dopo essere diventata la modella preferita di Condé Nast, il fondatore dì Vogue...
«L'unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti e cercare la distanza giusta, che è lo stile dell'unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all'apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l'aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l'ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell'unicità di questo libro non stanno nell'impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l'amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all'ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell'ozioso infame, non ci mette lo zampino».
Carlo è un ex sessantottino. Pochi anni dopo il matrimonio, Maria, la moglie, gli rivela di appartenere, fin dall'inizio degli anni '70, a una organizzazione terroristica. Non si tratta delle Brigate Rosse ma, sostiene la donna, di un'organizzazione internazionale che usa e manipola le organizzazioni italiane e agisce col loro nome. Il romanzo, che nasce da fatti realmente accaduti, è sia opera narrativa che reportage, il racconto di una fetta di storia italiana vista allo stesso tempo dall'interno e dall'esterno. Dall'interno, perché le tensioni che Maria vive (come il suo sforzo per uscire dall'organizzazione e la sua adesione alle lotte femministe) si riflettono sul suo matrimonio, costringendo il marito a un ruolo di testimone muto di una vicenda a cui, per amore, non può ribellarsi. E dall'esterno, perché Maria racconta al marito molto poco della sua doppia vita. La vicenda si conclude, all'inizio degli anni '80, con il suicidio di Maria che lascia dietro di sé i quaderni in cui, per anni, ha scritto il proprio diario. Ed è naturalmente grazie a questi quaderni che Carlo cercherà di conoscere ciò che non ha mai saputo di sua moglie.
Sabato primo agosto, l’Italia si mette in coda per le vacanze. Le strade sono una fila unica di lamiere colorate. In una vecchia familiare stipata all’inverosimile, Chiara, trent’anni, con il marito Marcello e la figlia Emma di tredici mesi, viaggia verso la grigia distesa di sabbia del litorale romano dove, un’estate dopo l’altra, è diventata grande. A Fregene, la casa è rimasta vuota per molti anni, ma non è cambiata. Anche all’Ancora, lo stabilimento simbolo del luogo, corpi e volti, anche se ritoccati, tirati, gonfiati, sono quelli di sempre. La comparsa in spiaggia di Valeria, bella, sfacciata e arrogante, improvvisamente sovverte ogni cosa. C’è un segreto nel passato del padre di Chiara, e Valeria, determinata a conquistare Marcello, sembra esserne la chiave. In un mese allucinato, davanti a un mare torbido, su quel che resta delle dune di un luogo trasformato dal tempo, si disegnano domande, tradimenti, delusioni, abbagli. Tra castelli di sabbia e apparenze da salvare, muscoli da esibire e mediocrità da ostentare, ragazzine precoci ed eterni adolescenti, i ricordi mostrano un volto nuovo per confondersi con un presente a un tratto incerto. Alla ricerca di un nuovo equilibrio, Chiara sarà costretta a rischiare. Oltrepassato il sottile e doloroso confine tra ricordo e finzione, apparenza e realtà, niente è come sembrava e nell’orizzonte degli eventi, si cela la sorpresa di scoprirsi diversi.