
Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. E' un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l'ebreo e l'altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.
Il romanzo, nato dall'incontro della scrittrice con una Napoli uscita in pezzi dalla guerra, è in realtà la cronaca di uno spaesamento. La città infatti diventa uno schermo sul quale l'autrice proietta ciò che lei stessa definisce la propria nevrosi: una nevrosi metafisica, una impossibilità di accettare il reale, un orrore del tempo che ogni cosa corrode. Tutto il libro è un grido contro questo orrore, da cui lo sguardo vorrebbe potersi distogliere e non può. Questa edizione è accompagnata da due testi scritti dall'autrice, ripensando questo libro edito la prima volta nel 1953.
"La rovina di Kasch tratta di due argomenti: il primo è Talleyrand, il secondo è tutto il resto" (Italo Calvino). L'Età delle Rivoluzioni racconta il suo naufragio.
Una baronessa bramosa, una villa sfarzosa, un'estate siciliana afosissima. E una bambinaccia obesa e caparbia, un ragazzaccio bugiardo e porcello, un'istitutrice gallese delle più frementi, un rozzo precettore disposto a tutto, uno squisito duca dannunziano che è l'epitome d'ogni decadentismo della Belle Epoque... Tutti coinvolti in un folle intreccio di combinazioni erotiche sempre più complicate, con rocamboleschi e acrobatici "teatrini".
A una "prima" della Scala che sarebbe poi diventata storica e mitica ("Medea" con la Callas, nei profondi anni Cinquanta) un giovane studente neoclassico e romantico (come Bellini e Leopardi) incontra di sorpresa l'Amore. E decide subito di viverlo e scriverlo sotto forma di Romanzo. Ma dietro le riverite ombre dell'ingegner Gadda e dell'abate Parini sono in agguato molteplici tentazioni narrative: racconto epistolare, romanzo-saggio, romanzo "del" o "nel" romanzo, melodramma, confessione, opera buffa, un po' di poesia? Grande tradizione europea o avanguardia sperimentale? Iper-letteratura sofisticatissima, o libretto "Kitsch" per cantanti "cult" di scapestrati adolescenti?
Il volume è insieme interpretazione di tutta l'esperienza mistica dell'Occidente e raccolta di testi mirabili e spesso ignoti. E' un percorso dalle sterminate ramificazioni, che va dalle dottrine misteriche pagane sino a quelle dei Padri della Chiesa, dal rigore dei primi ordini monastici fino alla passione francescana e ai grandi mistici dell'età moderna.
Pubblicato per la prima volta nel 1963, questo libro segreto (un diario del periodo 1958-1960) si inoltra nell'intimo della personalità dell'autore, senza celarne paure e ossessioni, ma anche giungendo a sondare lo stupore e l'euforia che accompagnano la nascita di una bambina. Ne risulta uno zibaldone di pensieri, spesso taglienti e sconcertanti, che costituisce l'unico squarcio capricciosamente concesso da Landolfi sulla propria esistenza più nascosta.
Tre donne (e una quarta nell'ombra) sono al centro di questi racconti in vario modo d'amore, usciti per la prima volta nel 1964. Tre destini eccentrici, accomunati dal segno di un'anomalia palese o profonda. La muta, la troppo bella, l'insignificante e opaca, tutte si concedono, senza darsi. Perché? E' in questo mistero e nell'incapacità maschile a penetrarlo, il filo che lega le loro sorti.