
Clelia e Diego. Lei è la maestrina seria e un po' noiosa, lui è l'esperto di marketing che si accompagna a una donna diversa ogni weekend: basta una strana notte e i due si troveranno uniti a fronteggiare l'inaspettato. Inaspettato è quel bambino che cresce nella pancia di Clelia e che lei non vuole; inaspettato è il mondo di Diego che frana come un castello di carte; inaspettati sono i misteri che la gravidanza scoperchia, tra stramberie e problemi di amici e famigliari. Inaspettata è la vita che cambia senza che tu sia pronto, e chissà che alla fine non abbia ragione lei. Con un intreccio di vicende ad alto contenuto emotivo e di situazioni divertenti, l'esordio di Nicola D'Attilio è un romanzo, leggero e profondo a un tempo, sull'amicizia e la famiglia; un manuale su come stare uniti e costruire la perfetta famiglia imperfetta
Best ha undici anni e vive con lo zio Tomlison ai margini di una grande palude; il padre, che non vede da molto tempo e che vorrebbe incontrare, è il guardiano del faro che si erge sul mare, lontano oltre la palude. Best ha pochi amici e viene preso di mira da un odioso ragazzino che con la complicità di altri lo fa sospendere da scuola: tra i falsi testimoni anche Rosa, la ragazzina di cui Best è segretamente innamorato. Lo zio allora decide di far incontrare Best con le persone che hanno conosciuto suo padre: un assassino amico di gioventù, una donna che lo ha amato, uno scultore che ricorda l'impresa di ricostruzione della segheria, il sindaco affarista della cittadina, un marinaio a cui ha salvato la vita? Ne esce un ritratto del padre che affascina Best e accende ancora di più il suo desiderio di incontrarlo. Fugge di casa per attraversare la palude e, sorprendentemente, Rosa decide di accompagnarlo. Cosa succederà alla fine del viaggio? Età di lettura: da 11 anni.
È l’ultima domenica di novembre e come vuole la tradizione, il vecchio
zio Peppe, napoletano d’altri tempi, si appresta a fare ’O Presepio. Con l’aiuto di Gennarino, un ragazzino di undici anni, e continuamente interrotto dagli inopportuni e divertenti commenti della moglie Luisella, zio Peppe dà via al rito dello scartocciamento, spiegando al ragazzo il significato di ogni statuina e di ogni elemento del presepe.
Nello stile della migliore commedia napoletana, Gennaro Matino ambienta il racconto in un umile basso di un qualunque quartiere popolare e dà
vita – attraverso il dialogo tra i tre personaggi – ai veri protagonisti: le statuine del presepe che nel corso dei secoli hanno narrato il miracolo della Santa notte, fissandola attraverso le immagini nella storia dell’umanità.
Gennaro Matino (Napoli 1956)
è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città. Insegna Storia del cristianesimo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Editorialista de Il Mattino e collaboratore di Avvenire, ha scritto su varie testate e diverse riviste pastorali. Ha vinto il premio Elsa Morante ragazzi 2007 con Angelo per un giorno (Feltrinelli). Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Economia della crisi. Il bene dell’uomo contro la dittatura dello spread (2012); Come Tommaso. Parabole della fede (2012); Seguimi! Il vangelo dell’amore. Anno C (2012); Tenerezza di Parola. Riflessioni per la vita dai libri dei Proverbi, dei Salmi e della Sapienza (2013); Seguimi! Il Vangelo della gioia. Domeniche e feste. Anno A - Matteo (2013). Con Erri De Luca: Mestieri all’aria aperta (2004); Sottosopra (20072); Almeno 5 (2008). Con Blasco Pisapia: Il pastore della meraviglia a fumetti (2011).
Una rilettura della parabola evangelica del padre buono e dei due fratelli: del figlio prodigo e del figlio devoto. Un'analisi profonda della fede, di quel mistero complesso e meraviglioso che è il cuore umano, della profondità del peccato e della scoperta del perdono. Io sono fango porta il lettore a misurarsi con la terra da cui è tratto, terra che diventa fango quando si cede ai compromessi della vita e agli istinti promossi dall'egoismo più bieco. Ma è proprio in quel fango che l'uomo ritrova Dio, quel Dio che si fa carne, lasciandosi plasmare di quella stessa terra da cui il primo uomo è stato tratto.
Mary amava i cavalli. E sapeva come trattarli. Nessuno sospetta che la santità vada a cercare, come una strana predatrice, una ragazza in una sperduta regione dell'Australia. Che vada in mezzo alla vita dura di una famiglia dove il padre è un ombra lontana e dove c'è bisogno di tutto, eccetto di una che si mette a insegnare ai piccoli senza distinguere tra nativi e emigrati, tra poveri e ricchi. Dicevano che beveva, conobbe la scomunica, ma Mary non fermò i suoi cavalli e le sue suore e, in una terra abbandonata dagli uomini e da Dio, portò avanti la sua missione. Una grande storia ambientata in un mondo lontano, dove più selvaggio sembra il vento e più intenso il sentimento che agita gli uomini. Lei, Mary discussa e fiera, è diventata la prima santa australiana.
Giulia è bella, colta e raffinata e appartiene a un'antica e nobile famiglia francese. Quando il padre, con il benestare di Napoleone, la invita a sposare un nobiluomo poco più grande di lei, Giulia non batte ciglio. Quell'uomo non è un nobile qualsiasi, ma Carlo Tancredi Falletti, marchese di Barolo e ciambellano di corte, di idee illuministe e dalla condotta integerrima. Un matrimonio combinato quindi, ma un matrimonio fra spiriti affini. Dalla loro residenza torinese passano Silvio Pellico, Cavour - amico di infanzia di Giulia -, Vittorio Alfieri ma soprattutto poveri, mendicanti, orfani e ammalati, ed è la stessa Giulia a servire i pasti caldi nella mensa allestita nell'androne del palazzo nobiliare. Ma non è sufficiente, mentre Carlo si occupa di sanità e istruzione, Giulia si prende cura delle "forzate" prostitute, ladre e assassine - rinchiuse in galera e insegna loro a leggere e scrivere e ottiene dal re l'incarico di sovrintendente alle carceri. Una vita, quella di Giulia, spesa interamente per gli ultimi, sorretta dalla fede e dall'amore di Dio, ma non è solo una donna tutto zelo e carità, insieme al marito si dedica anche alla produzione del miglior vino della regione, il Barolo, e introduce innovazioni che permettono l'incremento della produzione del vino e - con i ricavi - finanziano l'Opera Pia Barolo.
La domanda nasce spontanea: cosa o chi sarà questo "1-? E da lui, cosa comincia? Uno sono tutte le piccole cose che ciascuno di noi può fare per migliorare il mondo. Uno è saper offrire una speranza, uno è saper entrare in sintonia, con semplicità, con il prossimo. Da lì comincia anche Max Laudadio, che non la fa semplice, non nasconde difficoltà e paure, ma che di quell'1 è qui testimone. Si comincia da 1 non è una biografia, non è un romanzo, un diario di viaggio o un noir, e neppure un'inchiesta dell'inviato di Striscia la Notizia. È la storia di persone comuni, libere, di quelle che hanno deciso di crederci. È una storia d'amore che comincia da uno. «Ogni cammino prende il via con un primo, singolo passo. Ed è certo decisivo quel che decidono i governi, le istituzioni nazionali e sovranazionali. Ma è fondamentale anche quel che fanno e possono fare, ogni giorno, i singoli individui, insieme». dalla prefazione di Walter Veltroni «I buoni possono l'impossibile, possono desiderare che finalmente pace e giustizia abitino insieme, cementate dal perdono». dalla postfazione di Ernesto Olivero
Ferruccio Ulivi regala in queste pagine uno sguardo su una vita interiore, quella di Francesco d'Assisi, consumata dapprima in un mediocre ambiente domestico, poi rivoluzionata da una sconvolgente vocazione, nell'ansia di un ideale perseguito come ricerca eroica. Intorno al protagonista si muovono le figure dei discepoli, ora ferventi, ora tormentati; di Chiara, enigmaticamente appassionata; dei familiari, considerati nella sofferente pochezza; dei rappresentanti della Chiesa del tempo; del sultano d'Egitto. Quel che emerge, sullo sfondo dell'antico paese italiano o dell'oltremare, è un grande quadro di cui si ravvisano le affinità con ogni epoca di crisi, minata nelle esigenze fondamentali dell'uomo.
Il Dio dei viventi racconta le vicende della famiglia Barcai, in un intrico di personaggi che seduce il lettore mentre sullo sfondo respira una Sardegna contadina, cupa e indimenticabile. Basilio muore improvvisamente, lasciando un'amante mai sposata, Lia, e il loro giovane figlio illegittimo. Suo fratello minore, Zebedeo, ne eredita beni e denari, ma è ossessionato dalle voci di un testamento a favore della donna, che sarebbe svanito nel nulla, e dalla stregoneria che, si dice, Lia eserciterebbe. Roso dal dubbio, dalla paura, preso in un dilemma che si svela a poco a poco in tutte le sue profondità, Zebedeo scoprirà presto che «il nemico è dentro di te mentre lo credi dietro la siepe; e tutto questo perché ti sei dimenticato che Dio vuole si viva giorno per giorno come gli uccelli dell'aria e gli steli dei campi».
Una mattina come tante altre, la gente in parrocchia si accorge che don Giustino è improvvisamente cupo, prima della messa. Di fatto, egli sale all’altare e fa un’omelia durissima, accusatoria...
Le voci si diffondono, la gente comincia a discutere, si scatena una “caccia” senza tregua, che coinvolgerà, in un crescendo di pathos e ironia, tutto il paese e non solo.
Un libro che, partendo da un’occasione dai toni di commedia, diviene una riflessione sul tema dell’accoglienza, delle parrocchie e della condivisione secondo il Vangelo. Non manca nessuno: dalla sindaca leghista al vescovo preoccupato di non finire sui giornali, da un europeo di calcio all’intrattenimento televisivo, dal pettegolezzo di paese alla globalità della “rete”. Ma soprattutto non manca un piccolo animale che diventa la vera cartina di tornasole di tante chiacchiere vane e di tanti discorsi che val la pena affrontare.
15 dicembre 1824, nei pressi di Graz, Stiria. Un amore folle e impossibile si accende tra il conte Janos e Denise, figlia dell'anziano marchese di Saint-Fleury, sfuggito agli orrori della Rivoluzione Francese, volterriano acceso, stanco della Chiesa, chiuso alla Grazia e ripiegato su un passato perduto per sempre. Denise si è votata a Dio per la salvezza del padre. Janos, venuto a conoscenza di quella ''decisione folle'', tenta dapprima di far recedere la fanciulla dai suoi propositi; poi, di fronte alla fermezza di lei, decide di assecondarla e di andarsene per sempre. Ed è proprio allora che la vicenda assume i toni più tragici e sfolgoranti. Romanzo d'esordio di Italo Alighiero Chiusano, La prova dei sentimenti è stato definito ''il vero capolavoro assoluto dello scrittore biellese...Una storia davvero inaudita e di sorprendente perfezione formale'' (Guido Sommavilla).
Pubblicato a puntate nel 1887 e in volume nel 1888, "Il cappello del prete" è stato il romanzo più famoso di Emilio De Marchi, subito tradotto anche all'estero. Ambientato a Napoli, narra le vicende del nobile squattrinato Carlo Coriolano, barone di Santafusca che, ridotto alla rovina dai debiti di gioco e da una vita oziosa e dissipata, uccide il ricco prete usuraio don Cirillo per impossessarsi dei suoi soldi. Ma al suo "delitto perfetto" manca un dettaglio chiave: l'occultamento del cappello del prete. Diventato un indizio pericoloso, il tricorno tormenterà il barone come una sorta di allucinazione ricorrente, fino ad arrivare, dopo una serie di peripezie, davanti al banco del tribunale per inchiodarlo alla sua colpa. Romanzo originale, definibile un "giallo psicologico", "Il cappello del prete" resta ancora oggi un esempio di letteratura d'intrattenimento di alto livello, in cui De Marchi riprende la lezione della grande narrativa europea - da Dostoevskij a Poe, da Manzoni al verismo - alternando con maestria il tono leggero del bozzetto ottocentesco con il registro cupo del romanzo gotico.