
"Per mia nonna Carmela il fatto che io mi fossi laureato era una cosa grande, grandissima. Ogni tanto, dopo pranzo, mi diceva che senz'altro sarei andato al Parlamento. Io le dicevo No, nonna, farò dell'altro. Infatti è andata così, ho poi fatto dell'altro".
Questo è il primo romanzo di Paolo Nori, che ha scritto anche
"Bassotuba non c'è" 1999
"Spinoza" 2000
"Diavoli" 2001
"Grandi ustionati" 2001
"si chiama Francesca, questo romanzo" 2002
"Gli scarti" 2003
"Pancetta" 2004
"Storia della Russia e dell'Italia" 2003
Don Fabrizio, principe di Salina, all'arrivo dei Garibaldini sente inevitabile il declino e la rovina della sua classe. Approva il matrimonio del nipote Tancredi, senza più risorse economiche, con la figlia di Calogero Sedara, un astuto borghese. Don Fabrizio rifiuta però il seggio al Senato che gli viene offerto, ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civiltà in decadenza e propone al suo posto proprio il borghese Calogero Sedara.
Luisa è capocontabile in una fabbrica di giocattoli del Nord Italia. E' una donna di sessant'anni, energica e dolce, molto stimata nel lavoro. La sua solitudine è popolata da pensieri semplici e profondi, da ricordi belli e brutti. Nel complesso è convinta di aver avuto una bella vita. All'improvviso accade qualcosa. Oscure presenze invadono la sua casa: il telefono squilla di stupide telefonate anonime, i ragazzi del bar di sotto la torturano con il chiasso e il rombo delle motociclette; il suo corpo perde l'abituale efficienza. Il suo rifiuto delle cure ha motivazioni profonde. Le sembra più facile fare tutto da sola. Succede allora che lo sprofondare nel buio del destino si trasforma in scrittura.
Un prete ragazzo e una regina bambina. Lo scenario solennemente operaio del porto di Genova e quello solennemente primitivo di un'isola sperduta nel Pacifico. Due vite si sfiorano alle miracolose altezze dell'innocenza e della giovinezza sopra i paesaggi del secolo, le ferite della storia, l'invadenza del caso. E a segnare l'umana avventura della moltitudine di personaggi che si muovono intorno, il passo inconfondibile della speranza.
La vicenda è quella di una donna sola, piena di interessi, affetti, curiosità, a tratti appesantita da ricordi e rimpianti per amori passati e perduti. Una donna matura, che si prende cura del vecchio padre così come delle amiche immalinconite da divorzi recenti o prossimi a venire. Si alternano nel romanzo le meditazioni solitarie della protagonista, i ricordi e le nostalgie, i paesaggi urbani deteriorati e le realtà sociali che la feriscono, gli incontri fortuiti con la vita parallela degli extracomunitari, le difficoltà degli anziani e di tutti coloro che vivono condizioni di emarginazione.
Dora Spengel non vuole levare la polvere, quel che rimane di oggetti e persone, di affetti dispersi. Abita in una strada che contiene le vite di tutti i suoi abitanti fino all'ultimo respiro e sembra non finire mai, dove non cessano di andare e venire camion carichi di materiale edile che ricostruiscono le case, i negozi, i traffici, i commerci e le vite. Dora trasloca in continuazione, cambia lavoro, sale e scende le scale, ha una figlia di carne e una figlia di polvere. Ovunque vada, si alza dentro la sua casa un altissimo paravento blu su cui incolla lettere, biglietti di morti e di vivi, fondi di caffè, le ali di un angelo di pietra, rimasugli di zucchero, la foto di un bambino, elenchi del telefono, pagine di libri...
C'è un cane presidenziale e, ovviamente, il Presidente dell'Impero, i primi generali, i re degli affari, le guardie del corpo, tanti divi fasulli, le segretarie di stato e molti, molti spiriti. Sono spiriti attori, spiriti cacciatori, di casa nel fuoco e nei boschi come Kimala o nelle parole come Poros. C'è la strega Zelda e molti demoni minori, bambini del coro, soldati, spettatori... e, naturalmente, tutti i grandi e servili eroi di Usitalia.
Un uomo che ha passato i quaranta viene accolto in una "casa assistita" nel centro di una grande città: dice di chiamarsi Antonio Cane. Le sue cartelle cliniche, false ed esagerate, lo ritraggono come uno psicopatico, ma vero è il suo tormento amoroso per una donna sposata che ricambia il suo amore in modo ambiguo e sfumato. In realtà in questa casa assistita si nasconde un uomo dal passato inquietante e Cane ha il compito di intercettarlo. Orsini, l'uomo che cerca, è una spia come lui, ha un passato feroce che coincide con il passato più oscuro del nostro paese.
Dal volo silenzioso di un barbagianni, scoperto per avventura in una casa diroccata della campagna senese, inizia un cammino di meraviglie: la conoscenza progressiva e profonda degli animali, degli uccelli. Un percorso libero verso un mondo più semplice del nostro. Un ritratto in un esterno con animali, un'autobiografia ricca di ricordi: dall'infanzia, alla vita di coppia, alle relazioni e alle amicizie, il tutto punteggiato da personaggi divertenti e indimenticabili. La storia di una donna, la sua gioiosa conquista del mondo circostante e di se stessa.
"Questi sono racconti scritti nell'arco di vent'anni, poi riscritti a lungo per tenermi occupato e vedere che cosa succede... Sono racconti di studenti e di girovaghi, di qualcuno che vuole diventare santo nel deserto e qualcun altro che si perde correndo dietro alle voci, d'un ragazzo che corteggiava sua mamma e d'un mendicante che diceva di aver parlato con Dio. Poi c'è la storia della prima volta che sono sbarcato in America, la storia di una celebre modella, e infine il racconto di Cevenini e Ridolfi che si perdono in Africa." (G. C.)
Fine anni Sessanta. Toscana. Il pretore Nicolai, poeta in incognito, dopo un timido corteggiamento sposa Giulia, la figlia del presidente del Tribunale di Lucca, ma presto il matrimonio risulta un fallimento: Giulia, che non amava Nicolai, si sente soffocare dal suo affetto e ben presto lo tradisce apertamente. Nicolai, addolorato e disamorato si rinchiude nella poesia e nel suo lavoro, fino a quando, sul suo treno di pendolare da Pescia a Lucca, incontra una donna sposata, Adriana, della quale diventa devoto confidente, pur struggendosi di una passione divorante. Il marito di Adriana morirà, ma non si apriranno speranze per Nicolai. Solo Ilaria, la figlia di Adriana, lo riconcilierà con la vita e lo amerà teneramente.