
Attilio Bertolucci raccoglie in un volume un'ampia scelta delle prose non comprese in "Aritmie", intitolandola, quasi confessando un plagio da un autore molto amato, "Ho rubato due versi a Baudelaire". Gli scritti di Bertolucci appartengono a un vasto arco temporale che va dal 1948 al 1996 e abbracciano arte, cinema, tetro e letteratura. Chiude il volume "Viaggio fra gli antiquari" compiuto negli anni Sessanta in alcune località italiane. La curatela del volume è affidato a Gabriella Palli Baroni, profonda conoscitrice dell'opera di Bertolucci.
Il volume riprende l'intero "corpus" poetico di Giudici, costituito dalle dodici raccolte da lui pubblicate, e arricchito dalla riproduzione in appendice alle sue prime "plaquettes", nonché da una cospicua sezione di poesie inedite.
Il volume è suddiviso in due sezioni che restituiscono due esperienze importanti di Ungaretti, quella di viaggiatore e quella di docente universitario e conferenziere, esperienze che, nella vita del poeta, si intersecano e si sovrappongono dall'inizio degli anni '30 agli anni '60. La pubblicazione di questo volume intende fornire, grazie anche all'esaustivo apparato di note, una visione più ricca e approfondita del letterato comunemente noto solo come poeta.
Questo romanzo di Calvino viene ad affiancarsi a 'Il visconte dimezzato' e a 'Il barone rampante', compiendo una trilogia di emblematiche figure, quasi un albero genealogico di antenati dell'uomo contemporaneo. Stavolta Calvino si è spinto più a ritroso nei secoli e il suo romanzo si svolge tra i paladini di Carlomagno, di quel Medioevo fuori d'ogni verosimiglianza storica e geografica che è proprio dei romanzi cavallereschi.