
In questa nuova avventura, seguito del libro "La gatta che vedeva le streghe", Ada Savorgnan ha smesso i panni di psicologa forense e, nella bottega ricevuta in eredità dalla zia Alice, diventa una valente pasticciera. È affiancata dagli amici di sempre, dai genitori ritornati dai loro viaggi intorno al mondo e da nuovi e particolari personaggi. Vive sempre con lei la straordinaria gatta Zoe, diventata nel frattempo mamma di due gattini, uno dei quali è Mia, una micia colorata che possiede la speciale dote di vedere gli esseri fantastici del Mondo di Mezzo. È questa gattina che scorge in giardino, tra le farfalle nate a primavera, alcune farfalle uscite dalla tela di un quadro. In paese, dove sono instabili gli equilibri tra i cattivi e i buoni, arriva un pittore talentuoso con la figlia Amina, una bambina italo-inglese venuta da Kensington, che nasconde un triste segreto. Sarà lei, con l'aiuto di Mia, a catalizzare attorno a sé gli effetti positivi di una magia scaturita dalle farfalle e della bontà degli uomini.
Nel corso di una ricerca d'archivio Sandro, giornalista, s'imbatte nello scarno resoconto di un episodio dell'occupazione nazista di Roma: la fucilazione di dieci donne che avevano dato l'assalto a un forno. Il fatto, realmente accaduto ma dimenticato dalla storia "ufficiale", a poco a poco diventa un'ossessione per il protagonista che - a cinquant'anni di distanza decide di investigare, parlando coi testimoni, cercando le prove, interrogando i documenti.
Il capitano di lungo corso Luan Qylafku e il medico Roque de Silva viaggiano sulla stessa nave. Entrambi sono diretti verso luoghi misteriosi, gli approdi di due vite che sentono naufragare nel dolore. E mentre la nave solca le acque, si dipana davanti agli occhi del lettore il ricordo delle esistenze dei due protagonisti. Nella mente di Roque la sua infanzia a Lisbona e poi l'incontro con Pedra Mendez, donna bellissima e sensuale, che ha vissuto accanto a lui per sette anni e poi è fuggita. Nel racconto di Luan un altro volto femminile, quello di Edda. Cuore del romanzo, la malinconica storia della vita di Pedra, fino alla sua scomparsa. Roque la cerca, e alla fine la ritroverà in costanze misteriose che coinvolgeranno anche l'amico Luan.
La storia inizia a Rafiah, al confine tra Israele ed Egitto nel 1967 durante la Guerra dei Sei giorni. L'ebreo Shlomo Ben Elkana va alla ricerca della tomba dell'ebreo Kabr Yehud insieme a un vecchio beduino di nome Ahmed Hag. L'arabo lo conduce in un'oasi dove c'è un'unica palma. Sotto quell'albero si nasconde un segreto: l'arabo e l'ebreo scoprono il cadavere di un uomo vestito da beduino che ha in tasca tre datteri dai quali è nato l'albero. E' il corpo di Absalom Feinberg, poeta e agronomo ebreo. La narrazione scorre indietro nel tempo e torna al 1914 nel villaggio di Zikhron Ya'acov in Galilea dove vivono i futuri componenti di Nili, il gruppo clandestino ebreo.
L'esercito regolare, i banditi karimojong, i ribelli del Lord's Resistance Army, le bande dei bambini soldato, la guerra, i campi profughi. È l'Uganda dove si muove Pietro, un volontario italiano il cui destino incrocia quello dei fratelli Oboke Owen, Charlie e Lester. Una storia africana raccontata all'ombra dell'albero dei piedi alti.
La vecchia mamma con l'Alzheimer vede un angelo sopra la credenza, il papà ipocondriaco ingurgita pastiglie mentre ricorda la guerra di Russia, la zia ultranovantenne, pasticciona e iperattiva, tiranneggia tutti. In mezzo alle tre "vecchie canaglie" c'è lui: figlio e nipote sessantenne alle prese con la stralunata famiglia, dove i guai dell'età si trasformano ogni giorno in commedia dell'assurdo e i dialoghi in aforismi fulminanti. Storie di ordinaria vecchiaia raccontate con umorismo, che nasce da un grande amore filiale e dal rispetto profondo dell'antico comandamento "onora il padre e la madre". E ovviamente anche la zia, perché anche lei fa parte della famiglia e della catena solidale che lega una generazione all'altra.