
Questo terzo volume delle opere di Cesare Zavattini contiene "Una, cento, mille lettere" (1988), curato da Silvana Cirillo, e "Cinquant'anni e più. Lettere 1933-1989" (1995), curato da Valentina Fortichiari. Il primo raccoglie 300 lettere a Bertolucci, Bernari, Falqui, De Sica, Bompiani ecc. e ricostruisce gli anni dell'attività editoriale e quelli del neorealismo. Il secondo raccoglie le migliori lettere che "Za" e Valentino Bompiani si scambiarono fra il 1933 e il 1989. Biglietti privati, lettere-manifesto, piani ragionati ed entusiasti, piccoli racconti: tutto insieme, all'insegna di un pathos primigenio che resta la caratteristica essenziale del carattere di quell'uomo geniale di cinema e letteratura che fu, appunto, Cesare Zavattini.
Selezionate e introdotte da Claudio Magris, quattordici storie, istantanee epifanie del quotidiano, nelle quali si mescolano sapientemente realismo sanguigno, pietas, umorismo e slanci visionari. Sulla scia di Svevo, Saba e Scipio Slapater, Roveredo sviluppa l'antiletterarietà propria della narrativa triestina in cinque racconti dove l'esperienza vissuta infrange le regole del galateo narrativo. Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani. Dopo varie esperienze di vita disordinata, ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Scrittore e giornalista, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate.
Il libro si compone di cinque racconti, compiuti e perfetti in se stessi. I primi quattro si svolgono a Roma tra il 1940 e il 1945; l'ultimo è un breve e coinvolgente giallo. In tutti scorre l'amara coscienza di quanto sia "sporca" la guerra, che oggi come ieri degrada noi umani a bestie senza sentimento né ratio, sradicandoci dalla nostra umanità. La scrittura di Luca Canali, limpida e intensa, trepidante e dura, è come il riflettore di un set cinematografico: illumina e segue i suoi personaggi, i loro destini e quelli di noi lettori.
Con abili esercizi di stile Lauzi crea un giallo surreale e pieno di brio, per quanto venato da un malinconico sense of humour. Aboliti tempo e spazio, gli strambi e simpatici personaggi si rendono conto che chi li ha inventati, il Narratore, non ha la più pallida idea del loro destino, e decidono così di entrare d'autorità nella trama, nel tentativo di darle una forma. Bruno Lauzi, nato all'Asmara nel '37 ma cresciuto a Genova, è ritenuto con Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta "Scuola genovese".
Due di due. Due ragazzi, due modi di essere, la storia dell'amicizia che li unisce e cambia per sempre le loro vite. Pubblicato per la prima volta nel 1989, è diventato un vero e proprio "cult", in cui lettori sempre nuovi continuano a identificarsi con passione. Introduzione dell'autore.
Macno ha saputo farsi strada nella vita e conquistarsi il potere: si è servito della televisione come mezzo privilegiato di persuasione; ha costruito, in un Paese che ricorda molto l'Italia di oggi, una insensibile dittatura; ha scelto di circondarsi di una folla di fedeli e adulatori. Ma qualcosa nel suo potere si sta incrinando: quando Liza sbarca alla sua corte per intervistarlo, nel palazzo si respira un'aria da ultimi giorni di regime. Eppure un sussulto di verità sta per scuotere Macno: il dittatore potrebbe perdere ciò che ha raggiunto, ma anche intrecciare la sua vita a quella di Liza.
Un uomo apparentemente soddisfatto della sua vita cade da cavallo, e scopre di essere "perfettamente infelice". Una storia d'amore e di smarrimento, un convulso viaggio alla scoperta di se stessi.
Rievocando la passione giovanile per il dialetto che, benché tabù nel contesto scolastico, gli era indispensabile per assicurarsi il rispetto dei coetanei e cogliere le sfumature di certe sere, di personaggi bizzarri e di odori e sapori di campagna, Diego Marani comincia il racconto del proprio approccio alle lingue, un lungo apprendistato che culmina nell'incarico di interprete al Consiglio europeo. Un tirocinio costellato di esperienze spassose, viaggi rocamboleschi e incontri personali.
Pietro Paladini è un uomo apparentemente realizzato, con un ottimo lavoro, una donna che lo ama, una figlia di dieci anni. Ma un giorno, mentre salva la vita a una sconosciuta, accade l'imprevedibile, e tutto cambia. Pietro si rifugia nella sua auto, parcheggiata davanti alla scuola della figlia, e per lui comincia l'epoca del risveglio, tanto folle nella premessa quanto produttiva nei risultati. Osservando il mondo dal punto in cui s'è inchiodato, scopre a poco a poco il lato oscuro degli altri, di quei capi, di quei colleghi, di quei parenti e di tutti quegli sconosciuti che accorrono a lui e soccombono davanti alla sua incomprensibile calma. Così la sua storia si fa immensa, e li contiene tutti, li ispira fino a un finale inaudito eppure del tutto naturale.
"Chi dice che solo la storia, i romanzi, la poesia o i saggi ci fanno vedere la realtà-irrealtà della cosa uomo o delle cose dell'uomo? Altre zone, altri strati, quindi non solo lo stato delle cose o le cose in un certo stato. Un testo contenente un detesto perché quello che mi piace è solo surreale, voglia di metafisica e trascendenza del pensiero volatile fermo solo a certe stazioni mentali, "Nessun dogma!" liricamente né aforismi, né enigmismi..." (Alessandro Bergonzoni)
Nel primo volume di questa nuova edizione rilegata delle opere complete di Alberto Moravia troviamo innanzitutto i due romanzi giovanili fondamentali, "Gli indifferenti" e "Le ambizioni sbagliate". Per quanto riguarda i racconti, i criteri editoriali seguiti prevedono il ripristino delle raccolte originali. Ecco allora le novelle di "La bella vita", "L'imbroglio" e "I sogni del pigro". Conclude l'opera una serie ragionata di racconti dispersi.
Pubblicate per la prima volta nel 1983, queste venti "favole erotiche" si configurano come una delle opere più sorprendenti e coraggiose di Moravia. Attraverso una fenomenologia redatta con una pazienza da entomologo, l'autore de "Gli indifferenti" racconta un'idea di sesso liberata da ogni vincolo morale e psicologico, ma proprio per questo indifferente all'erotismo, avventurandosi in spazi iperrealisti nei quali l'amore si impone sul dolore e su ogni forma di lutto. La stessa scrittura diventa uno strumento di conoscenza che tenta di aprire uno spiraglio di autenticità nel confuso agitarsi dell'esistenza: è solo là dove gli uomini e le donne tendono a confondersi che è possibile cogliere la verità umana celata nel segreto della persona.