
Augusto, italiano giramondo, funzionario della Banca Mondiale, era sposato con Michaela, americana dai capelli biondo-rossi. Il loro figlio Lorenzo cresceva bello e intelligente fra l'Africa e gli Stati Uniti, la vita era una cosa meravigliosa. A sei anni però Lorenzo inizia a mostrare degli strani sintomi: è aggressivo con gli altri bambini, non riesce a tenersi in equilibrio sulla bicicletta, non sente bene quando la madre gli legge le favole. La diagnosi dei medici non lascia scampo: "Adrenoleucodistrofia... un disordine neurologico... la progressione è molto rapida... non sopravvivono per più di due anni... mi dispiace, nessuna cura". Ma Augusto e Michaela non si rassegnano, non si arrendono. Decidono di sfidare la medicina ufficiale e il pensiero comune. Lui non sa niente di biologia, ma si inventa ricercatore. Contatta tutti gli esperti mondiali, passa i giorni e le notti in biblioteca a studiare. Poi l'illuminazione, la scoperta: un derivato dell'olio d'oliva in grado di bloccare la malattia del figlio, e di salvare tutti gli altri bambini a cui viene diagnosticata. I giornali di tutto il mondo parlano del miracolo dell'Olio di Lorenzo, e Hollywood gli dedica un grande film con Susan Sarandon e Nick Nolte. Adesso che Michaela è morta, che anche Lorenzo se n'è andato (più di vent'anni dopo la previsione dei medici), Augusto è tornato nella sua Italia e ha deciso di raccontare tutta la sua storia.
Sotto i cieli azzurri di Bahia, tra le pianure bruciate dal sole e dai pesticidi chimici lungo il fiume Sào Francisco e nei grattacieli delle potenti multinazionali di un Brasile inedito, si sta giocando una partita che può segnare il futuro dell'umanità. La lotta per il potere di una delle più ricche e spregiudicate famiglie brasiliane, i Johannsen, si intreccia con gli interessi di uno dei più temibili uomini d'affari dei nostri giorni, il Drago. Un uomo dal passato misterioso che ha costruito il suo impero economico sulla più grande ricchezza del pianeta: l'acqua. E che per tutta la vita è stato tormentato dal sogno proibito di possedere non solo la fonte, il luogo fisico da cui sgorga, ma possedere lei. Tutto rimane nascosto dietro a un velo finché un giovane scienziato di talento, Matheus Braga, e una caparbia attivista di nome Sarah Clarice si trovano di fronte a una serie di fotografie sconvolgenti di corpi che l'acqua ha deformato e reso irriconoscibili. Da quel momento restano intrappolati in un'indagine che li catapulterà nel cuore nero della politica di un paese in vertiginosa ascesa.
In una stanza immersa nella penombra un donna, giunta all'autunno della vita, si muove lentamente appoggiandosi a un bastone. Intorno a lei sculture di ogni tipo. La donna le sfiora e insegue il ricordo di un uomo. Un uomo schivo, selvatico, che però ha saputo rendere eterno nel legno il sentimento che li ha uniti. Ogni statua evoca un episodio della vita avventurosa che quell'uomo ha vissuto e amava condividere con lei, le difficoltà di un'infanzia di povertà e abbandoni, in cui la più grande gioia era stare con i fratelli e i nonni attorno al fuoco, la sera, imparando a intagliare legno, o sentire la vibrante intensità della natura durante una battuta di caccia. Ogni angolo arrotondato delle sculture fa affiorare in maniera dirompente l'orgoglio e la rabbia di quel giovane che, crescendo, aveva voglia di farcela da solo, cancellando le ombre del passato che lo tormentavano. Ma quei profili, quelle figure che ancora profumano di bosco, raccontano anche che l'amore può trovare pieno compimento solamente nella trasfigurazione, nel sogno, perché l'unica via per non rovinare quel sentimento vero e cristallino è allontanarlo dalle mani dell'uomo che, nella sua intrinseca incapacità di essere felice, finirebbe inevitabilmente per sprecarlo. Dai boschi che Mauro Corona ci ha insegnato ad ascoltare e ad amare si leva in questo romanzo una voce nuova, per molti versi inaspettata, a tratti dolente ma non perciò men energica.
Andrea è un giovane avvocato romano che ha cominciato dal basso ma che adesso ha uno studio avviato, una bella moglie e tre figli, la tessera del Circolo Canottieri e quella dello stadio... Quando, per fare un piacere a un amico, sceglie di seguire una causa di divorzio, ancora non sa quanto la sua vita è destinata a cambiare: scavare nell'esistenza di Fiammetta per poterla difendere dalle angherie del marito gli aprirà gli occhi su cose che non aveva mai voluto vedere. E piano piano le certezze che avevano reso solida la sua vita iniziano a sgretolarsi... Elena invece è single: separata, con un bimbo e di fatto dipendente dall'aiuto di sua madre, senza la quale la sua vita quotidiana andrebbe a rotoli. I tribunali, la miseria delle rivendicazioni, i ricordi in frantumi, i figli usati per tristi ricatti; ma anche la dignità di uomini e donne che rivendicano il diritto a essere felici e amati: un romanzo che racconta da dentro l'universo burocratico ed esistenziale del divorzio in Italia.
Robert W. Coates è un giovane meccanico americano, di buon carattere, religioso, affezionato alla famiglia. Coltiva però pregiudizi razziali e un patriottismo che sconfina nel nazionalismo. Ciò lo induce a diventare un infiltrato, per conto di agenzie specializzate, nei sindacati e nel movimento operaio, con il fine di spezzare gli scioperi e di ricondurre i lavoratori alla disciplina. Attraverso i suoi occhi seguiamo il percorso spesso tragico del sindacalismo americano lungo l'arco di un cinquantennio, con i suoi episodi grandiosi e terribili. Dai grandi scioperi dei ferrovieri di fine Ottocento fino all'epopea degli Wobblies, gli Industrial Workers of the World, nei primi vent'anni del Novecento: l'organizzazione che cercò di unificare gli operai precari e non specializzati di tutte le etnie, usando armi inedite quali i volantini multilingue, la canzone, il fumetto. Un romanzo dalle tinte via via più nere, costellato da figure storiche e memorabili, tra cui lo scrittore Dashiell Hammett. Lo stesso Robert W. Coates fu, negli anni Trenta, tra i protagonisti del processo che svelò la cupa realtà dello spionaggio sindacale negli Stati Uniti.
Questa è la storia di Kate e William, due ragazzi che si sono conosciuti all’università, si sono innamorati, si sono lasciati per poi rimettersi insieme e decidere di sposarsi. All’apparenza una storia d’amore come tante, se non fosse che uno dei due è il futuro re d’Inghilterra e che la loro relazione è stata seguita passo passo da milioni di persone nel mondo, tutte invitate il 29 aprile al loro matrimonio in televisione. Alfonso Signorini, con il suo stile unico e appassionante, ci racconta la storia di William e Kate: il primo incontro, le loro famiglie così diverse, le difficoltà, le litigate, le corse in macchina, le feste, i momenti pubblici e quelli privati. E ce lo racconta come se fosse una favola, una favola d’amore reale.
L'equipe che cura per i Meridiani le opere di Dante tradizionalmente definite "minori" è diretta da Marco Santagata. L'edizione si articola in tre volumi in cui le opere per la prima volta sono disposte in ordine cronologico, superando la consueta divisione fra il Dante latino e quello volgare. Significativa è l'attenzione riservata al pensiero politico di Dante, alla sua speculazione filosofica, alle sue riflessioni sulla lingua, che vengono studiati da esperti dei singoli ambiti. In questo primo volume viene presentata la poesia di Dante e la sua riflessione sulla poesia. Punti di forza sono il ricchissimo e innovativo commento di Claudio Giunta alle Rime; e quello di Mirko Tavoni al De vulgari eloquentia, le cui ricerche modificano in profondità il quadro del pensiero linguistico dantesco. Per la Vita Nova si ripropone, appositamente rivista e aggiornata, l'edizione pubblicata da Einaudi nel 1996 a cura di Guglielmo Gorni. La collocazione cronologica delle Rime prima della Vita Nova consente di seguire lo sperimentalismo di Dante giovane, impegnato su ogni accordo della tastiera lirica contemporanea e capace poi di operare una consapevole scelta critica e interpretativa. Di grande respiro l'Introduzione generale, firmata dallo stesso Santagata, che delinea un panorama originale della poetica e del pensiero di Dante, seguendone l'evoluzione e rintracciandone i motivi ricorrenti all'interno delle opere. Introduzione di Marco Santagata.
Pola 1945. La storia è crudele con gli italiani dell'Istria, della Dalmazia e di Fiume: se nel mondo si festeggia la pace, qui le loro sofferenze non hanno tregua. Il dramma della gente di Pola sconvolge la famiglia del piccolo Sergio, costretta a subire umiliazioni e soprusi da parte dei nuovi occupanti slavi. La mamma di Sergio, Nives, maestra di scuola elementare, si batte con grande coraggio nella difesa dei confini della patria: colta, autorevole, fiera, raccoglie intorno a sé i propri concittadini che non intendono chinare la testa di fronte alle decisioni dei vincitori. Anche Sergio nutre per la madre una vera ammirazione. Ha sei anni, è cresciuto con lei, ha visto il padre per la prima volta soltanto al suo ritorno dalla guerra. Per lui prova soggezione, quasi diffidenza. Intanto l'annessione dell'Italia orientale alla Jugoslavia travolge l'esistenza degli istriani. Nella famiglia di Sergio è tempo di decisioni gravi. Flavio e Sergio, padre e figlio, impareranno a conoscersi, suggellando un'affettuosa dolcissima alleanza, che li aiuterà, dopo imprevedibili avventure e grandi sofferenze, a costruire una nuova vita insieme. Nelle pagine di questo romanzo, la rigorosa ricostruzione di un periodo terribile e ancora poco conosciuto del Novecento si accompagna a una storia intima, delicata, toccante. Stefano Zecchi dà vita a un affresco importante, che illumina il dramma di un popolo e insieme racconta tutta l'emozione di un grande amore tra padre e figlio.
"Aeroromanzo" scritto netl'odiata-amata Venezia nel 1944, durante l'ultimo periodo di vita di Marinetti, Venezianella e Studentaccio arricchisce l'illustre tradizione delle rappresentazioni letterarie della città lagunare con nuove immagini, a metà tra un'incredibile ricchezza di dettagli e una delirante vena surrealista, e trasfigura nell'arte la drammatica vicenda di quegli anni. Nella trama si intrecciano due temi, la città e la donna, entrambi identificati nel personaggio principale, la bella crocerossina Venezianella, donna sensuale, enigmatica e vitale, ma anche intensamente spirituale, musa ispiratrice e novella Angelica in fuga perenne. Di lei si innamora Studentaccio, volontario in licenza medica dal fronte, impegnato in un'utopica impresa architettonica: la costruzione, sulla Riva degli Schiavoni, della Nuova Venezia futurista. Un romanzo gioioso e giocoso, eversivo e irriverente, che rende un omaggio innovativo e sorridente al mito veneziano.
Nell'aprile 2006 il mondo editoriale italiano è stato sconvolto da un bestseller clamoroso e inaspettato, trasformatosi in poco tempo in un terremoto culturale, sociale e civile: "Gomorra". Un libro anomalo in cui Roberto Saviano racconta la camorra come nessuno aveva mai fatto prima, unendo il rigore del ricercatore, il coraggio del giornalista d'inchiesta, la passione dello scrittore e, soprattutto, l'amore doloroso per una città da parte di chi vi è nato e cresciuto. Per scriverlo si è immerso nel "Sistema" e ha così svelato come, tra racket di quartiere e finanza internazionale, un'organizzazione criminale possa tenere in pugno un'intera regione, legando firme del lusso, narcotraffico, smaltimento dei rifiuti e mercato delle armi. "Gomorra" è un libro potente, appassionato e brutale che afferra il lettore alla gola e lo trascina in un abisso dove nessuna immaginazione è in grado di arrivare.
Talos, un ragazzino spartano nato storpio, abbandonato dai genitori e destinato a un futuro inglorioso, riesce a diventare comandante e a salvare la sua città dai Persiani. Diomede, l'ultimo guerriero omerico a fare ritorno a casa dopo la guerra di Troia, tradito e odiato dalla moglie, deve fuggire da Argo e cercare nelle inospitali regioni di Hesperia una nuova patria. Xeno, un giovane ateniese arruolatosi nell'esercito di diecimila mercenari greci al soldo di Ciro di Persia, si trova quasi suo malgrado alla testa dei reduci, pronto a tutto pur di riportarli vivi a casa. Sono tre grandi eroi dei tempi antichi che la prosa vivace di Valerio Massimo Manfredi ha fatto rivivere sulla pagina scritta.
Un baba, un sadhu, è un uomo che ha rinunciato: la sua città è la giungla, il suo tetto è una grotta, il suo letto la terra, la sua acqua quella del fiume, il suo cibo le offerte spontanee. Il sadhu non vuole possedere niente, tiene acceso il fuoco, si dedica all'esecuzione dei riti che scandiscono la giornata in accordo con i ritmi della natura. A volte si illumina in un sorriso: e comunica con il divino. Baba Cesare - l'asceta italiano protagonista di questo libro -, dopo essersi ribellato a un'esistenza ordinaria, si è avvicinato al mondo dei sadhu indiani. Il suo percorso è molto diverso da quello che potremmo immaginare noi occidentali, abituati ai "processi di beatificazione" con i quali si cercano tracce di ascesi nelle vite di chi sfiora la santità. Dal mondo senza frontiere degli anni Settanta, attraversato dai magic bus che portavano in India passando per la Turchia, l'Iran, l'Afghanistan, il Pakistan, il suo cammino di uomo avventuroso e assetato di vita ci conduce fino a oggi, alle nazioni chiuse e blindate dei nostri tempi. L'incontro tra Folco Terzani e Baba Cesare dà vita a un libro unico - romanzo di avventure, viaggio spirituale, inchiesta su un mondo svelato nel suo fascino controverso, dialogo sul senso ultimo della vita -, le cui pagine possono essere lette come un imprevedibile mémoire, un postumo romanzo di formazione e insieme come un testo sapienziale dal passo umile ma rivoluzionario, in grado di cambiare il nostro modo di camminare per le strade del mondo.