
Una raccolta di lettere che l'Autrice scrisse a Maria Zambrano tra il 1961 e il 1975 e che costituiscono senza dubbio una chiave d'accesso indispensabile per la conoscenza autentica della vita e dell'opera di due pensatrici tra le più significative del Novecento.
Un incontro casuale in treno si trasforma in una lunga amicizia. Uno scrittore importante, Giovanni Testori, ogni mattina svuota le sue tasche piene di storie davanti a un giovane scrittore condannato a far carriera in pubblicità. Sulle carrozze delle Ferrovie Nord spuntano i fantasmi di Luchino Visconti, Pasolini, Géricault, Alain Delon, Arbasino, Grünewald, Gadda, Rubens, papa Wojtyla, Montale, Tanzio da Varallo, Giulio Einaudi… E poi compaiono folle di poveri disperati e sublimi dementi, boxeur, prostitute, mariuoli, magnaccia, ragazzi sbandati e apocalittici disintegrati, i protagonisti dei primi libri di Testori. Personaggi reali e inventati che hanno popolato una vita piena di eccessi, sregolatezze, passioni assolute, misticismi erotici, bestemmie e preghiere, dannazioni e conversioni… In parallelo alle vicende dello scrittore lombardo emerge la trama di una metropoli in piena mutazione. Si scorge il passaggio dagli anni del terrorismo all’edonismo reaganiano. Ogni mattina una nuova puntata corre sulle linee di una ferrovia che attraversa la vita come una landa senza fine, una transiberiana domestica con moltitudini di pendolari scarrozzati su una città agitata dalla caffeina del profitto.
In queste lettere discrete, complici, appassionate e sofferte, la Storia e la nascente Italia unita appaiono sullo sfondo di un anomalo, estremo romanzo d’amore. Protagonista, nei messaggi che Cavour scrisse all’ultima donna della sua vita, Bianca Ronzani, è la passione sincera di un uomo conscio delle proprie fragilità e dei propri sentimenti. Non c’è spazio per simulazione o compiacimento in questi messaggi spesso frettolosi, scritti tra il 1856 e il 1861. La politica stessa vi si mostra per quel che è, nella sua dimensione meno nobile, e i suoi protagonisti appaiono alla luce di una quotidianità che li rende più umani e ne svela tratti insospettati e inimmaginabili tristezze. In una prosa schietta, ironica e autoironica, Cavour non teme di confrontarsi con il tempo che passa, con l’amore per una donna molto più giovane e con i bilanci di una vita che non lo soddisfa più. Lasciati alle spalle tutti i desideri, la gloria e la vita mondana, uno solo è l’antidoto al peso dei giorni: «la Bian - ca» – con lei, il tepore del suo affetto.
Politico e patriota italiano, Camillo Benso conte di Cavour fu ministro del Regno di Sardegna, capo del governo e, infine, primo presidente del Consiglio del Regno d’Italia. Perseguì una politica liberoscambista e si affermò come leader della destra liberal-moderata. Divenuto presidente del Consiglio, attuò programmi di ammodernamento e di sviluppo economico e civile, affermando la piena laicità dello Stato. Svolse una intensa attività diplomatica e politica verso gli stati italiani e verso le forze liberali e democratiche, convincendo gli altri statisti europei ad affrontare la questione italiana al congresso di Parigi del 1856, dopo la guerra di Crimea. Fu il fautore dell’accordo con la Francia (Plom bières ’58), preludio alla seconda guerra d’Indipendenza. Morì il 6 giugno 1861 poco dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia.
Tre racconti di sottile indagine della psicologia femminile. Hélène, Ornella, Ulde sono personaggi intessuti dei ricordi dell'autrice, che si imprimono nella memoria del lettore recuperando la dimensione del tempo nella brace dei sentimenti. Un capolavoro che riconcilia con la letteratura (pp. 192).
Nell'intreccio di personaggi letterariamente trasfigurati oppure riconoscibili viene tracciato un affresco dell'Italia politica e civile dal dopoguerra agli anni Novanta. Le ragioni dell'impegno dei cattolici, pur nel pluralismo delle scelte, emergono con vivo senso di appartenenza, in un racconto avvincente, destinato a suscitare ampio dibattito (pp. 192).
Le reducciones settecentesce del Paraguay offrono il lussureggiante ma anche drammatico contesto in cui si muove una storia tutta «visiva», costruita secondo i canoni insieme classici e moderni della sceneggiatura cinematografica e misteriosamente ancorata a un'efficacissima regia interiore (pp. 488).
«La vicenda di una bambina vissuta poco più di tre mesi evoca tutto il dolore del mondo e della storia; lo sguardo contemplativo di "mamma e papà" sulla piccola dolce Maria Gabriella si incontra con il travaglio di pensieri, sentimenti, imprecazioni, eroismi e generosità di tutta l'umanità » (dalla Presentazione di Carlo Casini). (pp. 248).
In queste pagine Susanna Tamaro parla di sé offrendo la chiave di lettura per accostarsi al mondo, oltre che ai suoi capolavori. Un libro fondamentale per chi davvero vuole conoscere la più importante autrice italiana vivente (pp. 96).
L'autore del Cavallo rosso e de La terra dell'Indio si confronta con un mito moderno, quel pugno di marinai ribelli della nave inglese Bounty che nel 1789 volle riprodurre il paradiso in terra vivendo «secondo natura» in un'isola tropicale. Corti mette in scena quella vicenda utopistica e tragica rappresentando gli ammutinati e la trama dei loro comportamenti: una storia avvincente e un'impressionante metafora sociale (pp. 336, II ed.).
Pergamo, provincia romana dell'Asia, primo secolo dopo Cristo. In una città che sonnecchia fra i ricordi della gloria passata e la pressione degli «uomini nuovi» ansiosi di arricchirsi, mentre il potere romano sorveglia e a volte impone i suoi voleri, cresce il quindicenne Claudio Galeno, che scoprirà la sua vocazione di medico grazie allo straniero Menòcrito. Il romanzo, che trae libero spunto dai riscontri della storia, si muove a passo serrato fra intrighi e colpi di scena, mettendo a confron-to uomini e donne, amore e odio, lealtà e raggiri, gelosie e vendette, in un contesto che, per densità interiore e complessità sociale, non ha niente da invidiare alla società contemporanea (pp. 296).
II secolo d.C. La grandezza di Roma è all'apice e l'astro del momento è Settimio Severo, «divino Imperatore». Nessuno lo conosce meglio di Claudio Galeno: è il suo medico personale, colui che con la salute del Sovrano può «determinare» la salute stessa di Roma. Ma il Potere, si sa, suscita invidie e il protagonista si trova invischiato in un gioco spietato di intrighi di Palazzo e di repentini colpi di scena, che si scioglieranno solo nelle ultime pagine. Un magma dove Bene e Male comunque si distinguono e si affrontano dando corpo a indimenticabili personificazioni. Come quella del «detective» Epafrodito, capo dei vigili di Ostia, che oppone al genio sinistro e perverso del principe Caracalla, delfino dell'Imperatore, l'intelligenza paziente e razionale di chi sa stare al proprio posto, a remare per la causa ritenuta giusta (pp. 240).