
Floriano di Santaflora, giovane ufficiale della Marina del Regno di Sardegna, ha sedotto la sorella Margherita. Per sfuggire in qualche modo al senso di colpa che lo perseguita, i primi giorni di maggio del 1789 s'imbarca nel porto di Nantes sul Sant'Anna, un mercantile che deve far scalo sulla costa africana del golfo di Guinea per imbarcare degli schiavi da condurre in America. Ma in Guinea salirà a bordo anche un losco individuo, amante segreto della bella ma infida Caterina, moglie del comandante del Sant'Anna. Per Floriano ha inizio un lungo viaggio che lo porterà a riscattare il proprio angoscioso passato attraverso l'amore, un sentimento per lui sconosciuto e di cui ignora la forza dirompente.
Il nostro tempo è caratterizzato dall'apatia, dalla disgregazione sociale, da una sorta di individualismo autistico, che determina enormi difficoltà, se non un vero e proprio senso di disagio. Ci muoviamo nel nostro piccolo e insignificante giardino, che a noi sembra invece necessario e sufficiente, almeno per contenere il nostro ego. Basta avere gli occhi fissi al nostro smartphone e il gioco è fatto: l'automa che è in noi ha il suo bel campo d'azione e non ha bisogno di altro. Cos'è la vita? Quali origini ha? In essa prevale il bene o il male? Possiamo essere felici o la nostra essenza è ineluttabilmente segnata dall'inquietudine e dal vuoto esistenziale? Le riflessioni si intersecano con la storia di tre donne, tre amiche che dall'infanzia alla maturità si confrontano costantemente alla ricerca, instancabile, del proprio equilibrio. Dai dialoghi dei protagonisti emerge tutta l'essenza della loro esistenza, trascorsa nel tentativo di sconfiggere il degrado psicologico che vive l'essere umano nell'epoca postmoderna.
Come i suoi maestri Vittorini e Sciascia, Consolo si è dedicato a un'instancabile attività militante, su quotidiani e periodici. Questo volume raccoglie cinquantadue brevi scritti, tra cui alcuni preziosi inediti, racconti - come li definiva l'autore - che coprono un arco di più di cinquant'anni, ripercorrendo il suo itinerario di scrittore e toccando tutti i temi a lui più cari. In un'intensa galleria sfilano davanti ai nostri occhi vividi quadri dell'infanzia in Sicilia e della giovinezza a Milano, ritratti ironici o feroci della società e del mondo culturale italiano; viaggi nella storia, nel paesaggio, nell'arte di una Sicilia amata con dolorosa consapevolezza; interventi precisi, affilati sul nostro tempo, che testimoniano un appassionato impegno civile. I lettori di Consolo troveranno pagine sorprendenti per freschezza e immediatezza e testi che gettano nuova luce sui suoi capolavori: l'articolo su Aleister Crowley che è la lontana premessa a "Nottetempo, casa per casa"; la rievocazione della Mozia di Retablo scoperta nel primo affacciarsi alla vita adulta; il ricordo di quella Palermo martoriata che è al centro dello Spasimo; lo sguardo critico sul Risorgimento che informa "Il sorriso dell'ignoto marinaio". Chi si avvicina per la prima volta a Consolo scoprirà la sua lingua ricca di storia e di sapori e il ritmo musicale della sua prosa, la sua capacità di raccontare la società italiana attraverso la lente di un giorno come gli altri...
"La scrittura non cambia il mondo. Ma è una difesa contro la ferita dell'impotenza. Ne conviene anche Consolo che indossa la cronaca come un linguaggio diverso, moralmente e civilmente allarmato, che non si riconosce nelle narrazioni convenzionali, inadeguate al carico di pena e alle calligrafie del dolore di tante vite 'deportate': avvilite, mortificate, disfatte; dimenticate. Si inoltra nei dintorni oscuri e inospitali della città opulenta, nelle solitudini dei dormitori; si muove lungo gli orli sfumati della vita urbana. Incontra scelleraggine e sordidezza: fattacci di cronaca nera, tragedie familiari, speculazioni omicide. Ridiscende in Sicilia, nei paesi spogliati dall'emigrazione, a inventariare morti e rovine entro un panorama diroccato, abbandonato dallo Stato o affidato all'avidità degli esattori e alle politiche di tale o talaltro onorevole per nulla onorevole. Va per uffici anche. E raccoglie le voci tutte e le scalmane di un pazzo mondo di disservizi e disfunzioni: sgarbato e spiritato; e talmente compresso da sembrare invasato, e come in farsa". (Salvatore S. Nigro)
Quattro coppie, una cucina. La solita, tranquilla serata tra amici che si trasforma in una girandola di menzogne, tradimenti, confessioni... e squilli di campanello. Quando il capitano Ferrazza si ritrova davanti la furiosa, scarmigliata e stravolta compagine che il brigadiere Nardone e l'appuntato Lojacono hanno trascinato in commissariato, non ha ancora idea di cosa abbia spinto quelle persone a darsele di santa ragione nel bel mezzo della strada. Dovrà ricostruire l'intera vicenda attraverso le testimonianze dei protagonisti che di volta in volta gli sfileranno davanti, ognuno con la propria versione dei fatti. Perché sappiamo tutti qualcosa l'uno dell'altro... solo che ognuno sa una cosa diversa.
Fine anni Novanta. Un paese dell'America centrale alla vigilia di elezioni fortemente contrastate dalla dittatura in carica. In un clima politicamente arroventato si ritrovano quattro persone legate da eventi passati. Salvatore Cusimano, ex poliziotto responsabile della sicurezza all'ambasciata italiana, che, ai tempi in cui era infiltrato nelle Brigate Proletarie avava salvato la vita all'onorevole Manzoni, rapito dalle Brigate Rosse, lo stesso Manzoni, membro della commissione di controllo che deve sorvegliare lo svolgimento delle elezioni, Carlo, noto giornalista, e Giulia all'epoca coinvolta con le Brigate e ora con il Fronte Deocratico che si oppone alla dittatura di Mendez.
Alla vigilia della morte, Rodelinda, detta Linda, è ritornata alla culla dei suoi avi, la bergamasca Val Bella, e alla casa che fu del nonno Autari. Raccontando la propria vita, Linda ne percorre le tappe salienti, in particolare la vita matrimoniale dapprima solida e felice, poi minata da incrinature. Dopo un periodo di oscillazioni fra gioie e dolori, Linda precipita in una grave crisi di identità. Obbedendo alle oscure forze psichiche da cui sono travolte le eroine del teatro greco, la Longobarda passa dalla tenerezza alla disperazione, dal rancore al delirio omicida...