
Il volume ospita innanzitutto "Feria d'agosto", l'unico testo licenziato dall'autore stesso, e il lungo racconto giovanile "Ciau Masino". Accanto a questi sono presentati i racconti giovanili e gli altri racconti sparsi ricostruiti secondo le testimonianze a stampa e le carte delle prime stesure. Firma l'introduzione Marziano Guglielminetti, mentre Mariarosa Masoero cura il volume, firma il testo introduttivo "Fra le carte dei racconti", le note e le notizie sui testi.
I due Meridiani dedicati a Piero Chiara ne offrono l'intera produzione narrativa, suddivisa tra romanzi e racconti. Il presente volume raccoglie i dieci romanzi, pubblicati presso la Arnoldo Mondatori nell'arco di un quarto di secolo, tra il 1962 ("Il piatto piange") e il 1987 ("Saluti notturni dal Passo della Cisa", postumo di qualche mese). I testi si attengono all'ultima versione approvata dall'autore.
In occasione del cinquantesimo anniversario dalla morte di Pavese viene proposta la raccolta completa dei suoi romanzi. Accanto ai testi, presentati in ordine cronologico, l'edizione offre un ricco apparato critico che, in forma discorsiva, permette al lettore di approfondire l'opera pavesiana sotto il profilo storico, filologico e stilistico.
L'opera, in due volumi, comprende tutti i romanzi che Aldo Palazzeschi ha pubblicato, con ritmo imprevedibile e altalenante, nell'arco di oltre sessant'anni. Il primo volume raccoglie: ":riflessi" (1908), "Il codice di Perelà" (1911), "La piramide" (1926), "Le sorelle Materassi" (1934). Il secondo volume raccoglie "I fratelli Cuccioli", "Roma", "Il Doge", "Stefanino", "Storia di un'amicizia", "L'interrogatorio della Contessa Maria", la riduzione teatrale di "Roma" e i frammenti narrativi "Vita" e "Prologo". Al curatore Gino Tellini, direttore del Centro di Studi Aldo Palazzeschi si devono anche l'introduzione e le notizie sui testi che ne ripercorrono la genesi e la storia.
Una vita è il primo passaggio obbligato per entrare in quella sorta di “presa di coscienza”, individuale e collettiva, della crisi della cultura e dei valori dell’uomo europeo, che i romanzi di Svevo in qualche modo rappresentano. Nel racconto di un’esistenza che si svolge tutta all’insegna del non vivere, si scontrano la poetica del verismo e del naturalismo, l’oggettività con cui vengono descritti ambienti e tematiche sociali con la tensione, tutta nuova, dell’introspezione psicologica e autobiografica. La parabola esistenziale di un sognatore, implacabile analizzatore di se stesso, negato all’azione e quindi destinato all’inevitabile fallimento.
Con Senilità Svevo entra nel pieno della sua maturità letteraria. Pubblicato per la prima volta nel 1898 con scarso successo, fu salutato come un capolavoro nel 1927, dopo che Joyce ebbe dichiarato pubblicamente il suo grande apprezzamento per questo libro. È la storia, in una Trieste allietata dai clamori del Carnevale, di un “eroe esistenziale” la cui protesta sociale, il cui non ritenersi figlio dei tempi si arrendono all’amore per una donna, miscuglio irresistibile di sensualità e devozione, di grazia e sfacciata volgarità, di egoismo e pietà. Nell’opera si respira, ormai libera e naturale, quella che Montale definì «l’epica della grigia casualità della nostra vita di tutti i giorni».
Rimasto anch’esso incompreso per lungo tempo, La coscienza di Zeno è il più importante romanzo di Svevo e uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea. È il resoconto di un viaggio nell’oscurità della psiche, nella quale si riflettono complessi e vizi della società borghese dei primi del Novecento, le sue ipocrisie, i suoi conformismi e insieme la sua nascosta, tortuosa, ambigua voglia di vivere. Primo romanzo “psicoanalitico” della nostra letteratura, quest’opera rivoluzionaria seppe interpretare magistralmente le ansie, i timori e gli interrogativi più profondi di una società in cambiamento.
L’inettitudine ad aderire alla vita, l’eros come evasione e trasgressione, il confine incerto tra sanità e malattia sono i temi centrali di Svevo che ritroviamo anche nei percorsi narrativi dei suoi bellissimi e insoliti racconti.
L'opera, in due volumi, comprende tutti i romanzi che Aldo Palazzeschi ha pubblicato, con ritmo imprevedibile e altalenante, nell'arco di oltre sessant'anni. Questo primo volume raccoglie: ":riflessi" (1908), "Il codice di Perelà" (1911), "La piramide" (1926), "Le sorelle Materassi" (1934).
Il volume raccoglie "I fratelli Cuccioli", "Roma", "Il Doge", "Stefanino", "Storia di un'amicizia", "L'interrogatorio della Contessa Maria", la riduzione teatrale di "Roma", "Vita" e "Prologo". Al curatore Gino Tellini, direttore del Centro di Studi Aldo Palazzeschi si devono anche l'introduzione e le notizie sui testi che ne ripercorrono la genesi e la storia.
Fin dal primo romanzo "L'esclusa" (1901), i personaggi della narrativa pirandelliana tracciano il grafico della solitudine e dell'alienazione dell'individuo di fronte a una realtà contraddittoria, inafferrabile, inconoscibile, priva di punti di riferimento. Ciscuno a suo modo esemplifica o denuncia la sconcertante inquietudine, lo scacco, la sconfitta che nascono dall'impossibilità di sapere, di prevedere, di dominare. E l'autore delinea questa accidentata geografia di naufragi esistenziali con quella "pietà spietata" che rappresenta l'ingrata ricchezza della sua visione umoristica, in cui convivono dolore e riso, partecipazione e distacco.
"Se chiedete a un bravo romanziere cosa sia necessario per scrivere un buon libro vi risponderà che occorrono almeno tre ingredienti. Perché una storia abbia successo deve dare ai lettori tre cose: una buona trama, dei personaggi irresistibili ed un'ambientazione realistica. Crovi e Pezzani in questo loro thriller aggiungono una quarta personalissima gamba allo sgabello della narrativa di genere: una fervida immaginazione... Lasciandoci prendere per mano dai due autori, veniamo condotti in una folle avventura che attraversa il mondo criminale di Amsterdam e dintorni servendosi del linguaggio dei racconti noir, del classico police procedural, ma che fa propri anche i trucchi di un serial tv come quello dei Seinfeld." (Jeffery Deaver)
Una raccolta di quaranta brevi racconti. Il tema dominante è la quotidianità nella sua apparente banalità. Ma le solite cose, se guardate con occhi attenti, svelano l'ordine, la bellezza di cui sono parte. Fino alla possibile scoperta che tutto è al suo posto.