
Britannia, V secolo. Nel fortino di Camelot la civiltà romana resiste agli attacchi delle tribù barbare. Il nuovo comandante dell'insediamento è Merlino, un capo giusto e capace, in cui tutti, celti e romani, confidano. Merlino è la guida, il sottile stratega. Suo cugino, Uther Pendragon, futuro padre di Artù, è il guerriero instancabile. Sono nati lo stesso giorno, sono come le due facce di un'unica moneta. Se qualcuno vuole impadronirsi della colonia, deve riuscire a separarli.
Quando Clothar il Franco era giunto in Britannia, quattro anni prima, non pensava che Artù, il guerriero con cui aveva duellato ferocemente, sarebbe diventato il suo re, il suo migliore amico, il fedele compagno di mille battaglie. Invece da quel lontano giorno d'estate non si era mai separato da lui, se non per affrontare i nemici del regno di Camelot. Insieme, i due guerrieri avevano realizzato un sogno, avevano costituito un ordine, i cavalieri della Tavola Rotonda, uomini d'arme addestrati non a combattere per se stessi e per il proprio esercito, ma a morire per l'ideale di pace della loro terra. Ora, però, un nuovo imminente pericolo minaccia l'unità del regno: un feroce condottiero sta guidando le tribù dei Sassoni verso le terre di Connlyn, devastando tutto ciò che trova. Spetta a Clothar, che, grazie alla sua abilità con la lancia, ha ormai preso il nome di Lancillotto, raggiungere le desolate regioni del nord e sbaragliare il nemico con un pugno di uomini ben armati. Ma dopo questa vittoria dovrà lasciare la Britannia; partire per dimenticare la bella Elaine, il suo primo amore, e per compiere il suo destino di cavaliere. Perché questo viaggio lo condurrà in Bretagna, sulla strada verso casa, quella casa che non ha mai visto, quel regno che gli è stato strappato quando era ancora in fasce, e che gli spetta di diritto. E questa volta Lancillotto si troverà da solo ad affrontare i fantasmi del suo passato e a realizzare la vendetta che attende da sempre.
Gerusalemme, 1099 Ugo di Payens si aggira tra montagne di cadaveri, grida di dolore, edifici distrutti. I suoi piedi affondano nel sangue, che scorre lungo le strade della Città Santa. Non per questo aveva lasciato la Francia, non per questo si era unito alla crociata, tre anni prima, come gli avevano chiesto i capi della congregazione segreta cui apparteneva, l'Ordine della Rinascita di Sion. Non per assistere a questo orrore, ma perché l'Ordine della Rinascita potesse tornare a Gerusalemme, nella città dove era rimasta sepolta per secoli la verità sulla vita, e sulla morte, di Gesù. Dopo aver assistito a quell'inutile massacro, Ugo è sconvolto e sfiduciato, ma decide di restare in Terra Santa, e attendere indicazioni dall'Ordine della Rinascita di Sion. E proprio quando, passati ormai vent'anni, si convince che queste non arriveranno mai, ecco la svolta improvvisa, un comando tanto assurdo quanto perentorio. Formare un nuovo ordine di monaci cavalieri, che dovranno alloggiare nelle grotte sotto il Monte del Tempio di Gerusalemme. Una richiesta all'apparenza irrealizzabile, ma Ugo, con l'aiuto del vecchio amico Goffredo Saint-Omer, del giovane Stefano Saint-Clair, e di altri pochi fidati cavalieri, riuscirà a fondare l'Ordine dei "Poveri compagni soldati di Cristo e del Tempio di Salomone". I Templari. E mentre il Regno crociato di Gerusalemme affonda tra gli intrighi, le congiure e la lussuria, i monaci guerrieri finalmente capiranno il motivo della loro esistenza.
Il caso su cui il giovane cronista Rudi Hernandez stava indagando gli è costato la vita, ma un'audiocassetta e alcune foto datate 1931 consentono di aprire un'inchiesta che si allarga a macchia d'olio: dal Paraguay al Messico, dall'Italia alla Germania. Al centro del piano criminale, un personaggio inafferrabile e una sola parola: "Brandenburg". Mentre l'ipotesi di un complotto internazionale si fa sempre più forte, lo spettro del nazismo torna a minacciare gli equilibri politici del mondo.
Luke Mullen è sdraiato su un materasso appoggiato sul pavimento, una debole luce filtra attraverso le tapparelle abbassate. Il suo corpo è completamente intorpidito, la droga gli scorre nelle vene appannandogli la vista. È chiuso in quella stanza ormai da giorni e non sa quando riuscirà a uscirne. Perché Luke è stato rapito e viene tenuto prigioniero da qualche parte nella periferia di Londra. Un sedicenne scomparso: questo è il primo caso che viene affidato a Tom Thorne dopo mesi di scartoffie, una forte depressione e qualche settimana passata per la strada. È la ricompensa per tutte le indagini risolte, gli appostamenti notturni, ma forse anche per le sbronze sul lavoro e le assenze ingiustificate degli ultimi tempi. Per la polizia il ragazzo potrebbe essere scappato, dopotutto la sua famiglia non è ricca e lui è troppo grande per essere vittima di un maniaco. Ma per Thorne il caso è molto più complesso: il padre di Luke è un ex-poliziotto e probabilmente nel corso della carriera ha pestato i piedi all'uomo sbagliato, che ora ha deciso di vendicarsi. Così Thorne gli chiede di fare una lista dei possibili sospetti. Ma dall'elenco manca un nome, quello di Grant Freestone, che con l'agente Mullen ha un vecchio conto in sospeso e che ora è sospettato di omicidio. Forse l'agente non pensa che quel vecchio caso possa essere pericoloso per lui o forse sta deliberatamente mentendo a Thorne. Ma perché?